Ecco un tipico caso di film "da festival", ovvero film che racconta poco o nulla, in scene spesso buie, fatte di ombre e profili, con attori che non recitano ma porgono le battute con la stessa inflessione usata nel Bollettino del mare e avvisi ai naviganti, e che proprio per queste caratteristiche ambisce allo status di film d'arte: e anche per i silenzi sospesi, per le parole misurate, per l'espressione del volto fissa e che si perde nel vuoto. Il ragazzino protagonista del film deve salire la faticosa ed erta montagna dell'adolescenza, ma è munito solo di infradito: come farà? Vagabondando senza scopo e dando fuoco a motorini rubati?
Il critico impegnato, rapìto da tanta maturità autoriale, non potrà che parlare di racconto di formazione (potrebbe addirittura proferire la magica parola che tutto perdona: Bildungsroman!).
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Ecco un tipico caso di film "da festival", ovvero film che racconta poco o nulla, in scene spesso buie, fatte di ombre e profili, con attori che non recitano ma porgono le battute con la stessa inflessione usata nel Bollettino del mare e avvisi ai naviganti, e che proprio per queste caratteristiche ambisce allo status di film d'arte: e anche per i silenzi sospesi, per le parole misurate, per l'espressione del volto fissa e che si perde nel vuoto. Il ragazzino protagonista del film deve salire la faticosa ed erta montagna dell'adolescenza, ma è munito solo di infradito: come farà? Vagabondando senza scopo e dando fuoco a motorini rubati?
Il critico impegnato, rapìto da tanta maturità autoriale, non potrà che parlare di racconto di formazione (potrebbe addirittura proferire la magica parola che tutto perdona: Bildungsroman!).
In questi casi allo spettatore sincero, quello che non mente a se stesso, si profila un'unica possibilità di salvezza: sperare di essere avvolti dalle calde, accoglienti braccia di Morfeo!
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