Il delicato, simpaticissimo regista Fernando Colomo è una specie di Woody Allen del Mediterraneo. In questa sua ventesima regia, l’autore si mette in scena anche come attore protagonista, girando liberamente, di giorno in giorno, sull’isola di Minorca, nelle Baleari, un film senza sceneggiatura e senza schema fissi, lasciando agli attori – professionisti o meno – di caratterizzarsi secondo la loro più intima sensibilità. Al punto tale che, avendo lui girato un finale in cui il protagonista, ossia egli stesso si suicidava, gli attori glielo hanno bocciato, confortati anche da una prima proiezione che non era piaciuta al piccolo pubblico convocato.
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Il delicato, simpaticissimo regista Fernando Colomo è una specie di Woody Allen del Mediterraneo. In questa sua ventesima regia, l’autore si mette in scena anche come attore protagonista, girando liberamente, di giorno in giorno, sull’isola di Minorca, nelle Baleari, un film senza sceneggiatura e senza schema fissi, lasciando agli attori – professionisti o meno – di caratterizzarsi secondo la loro più intima sensibilità. Al punto tale che, avendo lui girato un finale in cui il protagonista, ossia egli stesso si suicidava, gli attori glielo hanno bocciato, confortati anche da una prima proiezione che non era piaciuta al piccolo pubblico convocato. Si è dovuto così rigirare tutta l’ultima mezz’ora per far tornare i conti.
Il titolo – come ha confessato Colomo – è tratto dal titolo della famosa canzone della rock star Madonna, ma ha dovuto aspettare vent’anni per farci il film che desiderava, senza i condizionamenti tecnici e temporali che gli avrebbe imposti una produzione normale. I soldi per distribuirlo e promuoverlo sono arrivati solo dopo, a film girato, montato e mixato.
Un vecchio documentarista è ospite a Minorca nella casa di Nuria, un’impegnatissima artista contemporanea. Entrambi divorziati, Fernando accarezza l’idea di divenire il compagno della donna. Olivia, la diciottenne figlia di Nuria, è contemporaneamente innamorata di due ragazzi, uno svizzero e un isolano, ma sono bei casini. Tra l’anziano Fer e la ragazza scocca la scintilla di una reciproca comprensione trans-generazionale che getta unguento sulle ferite sentimentali dell’una e accende le speranze d’amore dell’altro verso la madre Nuria. Tutto, però – come nelle regole del genere – si complica, dando luogo a situazione e battute sottilmente spassose, arrestando Fer sulla soglia dello strapiombo a mare nel quale voleva gettarsi.
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