writer58
|
domenica 20 marzo 2016
|
da baghdad a viana do castelo
|
|
|
|
Non esco quasi mai prima della fine di una pellicola. Ritengo che -con alcune limitate eccezioni- i film vadano visti fino in fondo, anche per rispettare il lavoro e la fatica collettiva di chi li ha prodotti e messi in scena. Tuttavia, "Arabian Nights: Volume 1-Inquieto", prima parte di una trilogia del cineasta portoghese Miguel Gomes, mi ha provocato una crisi di rigetto che non sono riuscito a contenere e, dieci minuti prima della fine, ho abbandonato la sala. Eppure si tratta di una proposta molto interessante che intreccia un documentario sulla chiusura dei cantieri navali di Viana do Castelo (cittadina del Portogallo affacciata sull'Atlantico) con storie mutuate dalle "Mille e una notte".
[+]
Non esco quasi mai prima della fine di una pellicola. Ritengo che -con alcune limitate eccezioni- i film vadano visti fino in fondo, anche per rispettare il lavoro e la fatica collettiva di chi li ha prodotti e messi in scena. Tuttavia, "Arabian Nights: Volume 1-Inquieto", prima parte di una trilogia del cineasta portoghese Miguel Gomes, mi ha provocato una crisi di rigetto che non sono riuscito a contenere e, dieci minuti prima della fine, ho abbandonato la sala. Eppure si tratta di una proposta molto interessante che intreccia un documentario sulla chiusura dei cantieri navali di Viana do Castelo (cittadina del Portogallo affacciata sull'Atlantico) con storie mutuate dalle "Mille e una notte". Lo spettatore, però, non deve aspettarsi ambienti orientali o elementi storici propri della tradizione araba antica. I "racconti" si svolgono nel Portogallo di oggi, ci parlano di crisi economica, disoccupazione, programmi di austerità imposti dalla "Troika", di galli che cantano nel cuore della notte suscitando le proteste dei vicini. Il linguaggio del film mescola registri diversi: da un approccio freddo e documentale alla trasfigurazione quasi onirica di sequenze della quotidianità portoghese. Emblematici i segmenti in cui politici portoghesi, banchieri e uomini delle istituzioni comunitarie europee viaggiano su dromedari e ricevono da una specie di mago un unguento che provoca loro un'erezione permanente e quello del gallo che viene processato per molestie e si difende affermando davanti a un giudice che comprende il linguaggio degli animali che il suo canto nel cuore della notte ha la funzione di mettere in guardia la comunità da sciagure che si stanno avvicinando. Opera interessante, dicevo, ma anche molto velleitaria e, a tratti, presuntuosa, che si ispira alle "Mille e una notte" più per la sua struttura a "scatole cinesi" e nell'incastro tra storie diverse che per i contenuti e i principi ispiratori. Il limite principale di "Arabian Nights" consiste nel retrogusto desolante che lascia: il Portogallo è descritto come un paese alla deriva, senza prospettive, terribilmente triste e noioso anche quando il regista tenta un approccio più simbolico e immaginifico. Sembra un paese in bianco e nero, in cui la paralisi dei cantieri navali pare la prova generale del declino dell'intera nazione. Il film è efficace nel comunicare questa sensazione simile a un buco nero che risucchia l'energia e l'empatia dello spettatore. Sta di fatto che, durante l'ennesima intervista a un disoccupato, mi sono alzato e mi sono affrettato verso l'uscita, rinunciando a vedere il secondo e il terzo volume, altre quattro ore di pellicola...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a writer58 »
[ - ] lascia un commento a writer58 »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo tavani
|
sabato 26 novembre 2016
|
geniale forma di passaggio a un nuovo cinema
|
|
|
|
Il titolo dei tre volumi è O Inquieto, O Desolado, O encantado, della durata ognuno di due ore e rotti minuti. Questa è una delle opere nelle quali il cinema presenta una delle sue forme di passaggio verso il futuro.
Gomes concepisce un film totale, scavalcando, anzi abbattendo le barriere – soprattutto – tra fiction e documentario, realtà. Non fa un docu-fiction, ma un film che è fiction a tutti gli effetti, con costumi e ambientazioni arabeggianti che ruotano attorno a una bellissima Sherazade. Solo che il vero racconto – esplicitamente dichiarato nei titoli di testa – è il Portogallo di oggi, e con esso l’Europa, l’Occidente e la sua attuale crisi.
[+]
Il titolo dei tre volumi è O Inquieto, O Desolado, O encantado, della durata ognuno di due ore e rotti minuti. Questa è una delle opere nelle quali il cinema presenta una delle sue forme di passaggio verso il futuro.
Gomes concepisce un film totale, scavalcando, anzi abbattendo le barriere – soprattutto – tra fiction e documentario, realtà. Non fa un docu-fiction, ma un film che è fiction a tutti gli effetti, con costumi e ambientazioni arabeggianti che ruotano attorno a una bellissima Sherazade. Solo che il vero racconto – esplicitamente dichiarato nei titoli di testa – è il Portogallo di oggi, e con esso l’Europa, l’Occidente e la sua attuale crisi.
Così fanno irruzione, tra un’avventura e l’altra della stupenda ammaliatrice, facce, voci, storie vere di persone e situazioni che Gomes ha scovato tra le pieghe della nostra realtà. Li ha scovati mobilitando 60 giornalisti portoghesi che hanno girato in ogni contrada e angolo del Paese alla ricerca di facce e storie che avessero l’autenticità del presente. Dramma, ironia, politica, arte, economia, poesia, vorticano insieme sullo schermo, quasi fosse davvero un racconto dietro l’altro con i quali Sherazade irretiva il Re di Persia Shahryar per non farsi uccidere. Un’opera quella di Miguel Gomez da seguire con attenzione.
Le sue notti arabe illumineranno molti schermi. Nessun film meglio di questo tocca oggi il presente storico e cinematografico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo tavani »
[ - ] lascia un commento a riccardo tavani »
|
|
d'accordo? |
|
|