gambardella
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sabato 11 aprile 2015
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valutazione perfetta!
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concordo pienamente con la tua recensione ,il film in effetti è puro divertimento,oltre che notevole esercizio registico.umorismo, macabro e drammatico ma umorismo ! dopo nove regine e il segreto dei suoi occhi un'altra dimostrazione del valore del cinema attuale argentino . ricardo darin si conferma attore strepitoso che eclissa le più pompate star americane! nell'episodio finale si nota l'influenza di due film come il cigno nero e la grande bellezza ma un regista valido deve assimilare lezioni altrui!
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andrea alesci
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giovedì 19 marzo 2015
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sei passi sul congegno della vendetta
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Un rotolio di trolley sul pavimento di un aeroporto ci precipita subito nel distorto mosaico contemporaneo che il regista argentino Damian Szifron ha per noi abilmente architettato. Voliamo dentro un film di due ore come in una versione aggiornata della “Guernica” di Picasso, una progressione cubista di sei episodi, tutti avvinti dal medesimo scottante sentimento: la vendetta.
“Relatos salvajes” recita il titolo originale della pellicola, ossia “racconti selvaggi” che imprimono sulla pellicola l’animalesco graffio della reazione vendicatrice. Sei storie che si susseguono come lampi in un disordinato presente, secondo una partitura “pazzesca”, perfettamente resa dalla traduzione italiana del titolo stesso.
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Un rotolio di trolley sul pavimento di un aeroporto ci precipita subito nel distorto mosaico contemporaneo che il regista argentino Damian Szifron ha per noi abilmente architettato. Voliamo dentro un film di due ore come in una versione aggiornata della “Guernica” di Picasso, una progressione cubista di sei episodi, tutti avvinti dal medesimo scottante sentimento: la vendetta.
“Relatos salvajes” recita il titolo originale della pellicola, ossia “racconti selvaggi” che imprimono sulla pellicola l’animalesco graffio della reazione vendicatrice. Sei storie che si susseguono come lampi in un disordinato presente, secondo una partitura “pazzesca”, perfettamente resa dalla traduzione italiana del titolo stesso.
Ed è sempre un sorriso strappato al pubblico a variare la pendenza degli iniziali equilibri, a partire dall’assurda coincidenza di un nome nel primo episodio: in questo modo ogni trama s’inclina, sferzata anche musicalmente dalla pregnante colonna sonora di Gustavo Santaolalla (quello di Babel, 21 grammi, Amores Perros); vira verso i toni cupi dell’angoscia, è scossa da burleschi frangenti e poi tesa alle conseguenze di un irrevocabile atto di vendetta.
L’episodio-cornice di Gabriel Pasternak ci fa letteralmente impattare col film, i titoli di testa che sfilano accanto a figure d’animali selvaggi allentano la tensione, quindi lo stacco all’episodio successivo. L’approdo a un altro luogo, a un nuovo vindice dell’ingiustizia patita. Si muove così il film di Szifron, aprendo squarci illuminanti su angoli di mondo che cambiano connotati a seconda della colpa commessa: abbandono, potere violento, maleducazione, frustrazione, immaturità, tradimento.
Sei luoghi del delitto, sei autori, sei moventi. E sei vendette che urlano come bestie feroci per rimettere ordine nel caos di una realtà che emerge nelle sue dissonanti incongruenze quotidiane, avvengano esse su un aereo, in una desolata tavola calda, lungo strade perdute, nel groviglio cittadino, fra ricche mura domestiche, nel principio nucleare di una famiglia.
Una progressione aritmica che si rispecchia anche nella durata di ciascun episodio secondo una linea incrementale che ad ogni segmento aggiunge una fetta di tempo, utile soltanto a dare più corpo e furore animale agli imprevedibili esiti della rabbia.
E il dipinto che alla fine si compone ci restituisce un’opera nella quale gli spigoli delle pennellate si compenetrano alla perfezione in un miscuglio di doloroso umorismo e amabile violenza, lasciandoci comunque con il sapore della speranza tratteggiato nel finale dell’ultimo episodio, con la vendetta a dissolversi nella focosa (ri)unione di due novelli sposi. Perché tutto possa ricominciare.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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una commedia corale per un racconto drammatico
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Una serie di racconti al limite tra il grottesco e l’assurdo.
Una coppia di sposi che proprio nel giorno del matrimonio è costretta ad affrontare un’incredibile crisi, un uomo vittima della burocrazia e di una società di rimozione auto, un diverbio tra automobilisti che finirà in modo tutt’altro che pacifico, un gangster che, casualmente, si trova a cenare proprio nel locale in cui lavora la figlia di una delle sue vittime e un incidente dai risvolti inaspettati.
Nel nuovo film diretto da Damián Szifróne prodotto da Pedro Almodòvar, tutte le assurdità e le brutture del genere umano vengono portate sul grande schermo con sapiente ironia, evidenziando come esse siano spesso frutto di una crudelissima logica.
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Una serie di racconti al limite tra il grottesco e l’assurdo.
Una coppia di sposi che proprio nel giorno del matrimonio è costretta ad affrontare un’incredibile crisi, un uomo vittima della burocrazia e di una società di rimozione auto, un diverbio tra automobilisti che finirà in modo tutt’altro che pacifico, un gangster che, casualmente, si trova a cenare proprio nel locale in cui lavora la figlia di una delle sue vittime e un incidente dai risvolti inaspettati.
Nel nuovo film diretto da Damián Szifróne prodotto da Pedro Almodòvar, tutte le assurdità e le brutture del genere umano vengono portate sul grande schermo con sapiente ironia, evidenziando come esse siano spesso frutto di una crudelissima logica.
Storie pazzescheè un esempio ben riuscito del nuovo cinema argentino, un prodotto commerciale ma non per questo di bassa qualità, in cui regia e fotografia sono accuratamente studiate.
Ciò che attrae di questo film, è l’abilità di trovare un punto d’incontro tra la leggerezza della narrazione e la pesantezza delle storie narrate. Dietro l’apparente comicità, infatti, si nasconde un mondo tutt’altro che allegro, in cui i personaggi sono vittime del proprio istinto animalesco e, nonostante i sorrisi che possono far scaturire allo spettatore, questo non sa se, alla fine, sia giusto assolvere o condannare determinate scelte ed azioni.
In Storie pazzeschesi racconta l’eterno conflitto tra deboli e forti, senza però creare degli schieramenti netti poiché, vittima e carnefice a volte si scambiano i ruoli, rendendo impossibile etichettare i protagonisti come buoni o cattivi. Il regista, infatti, mantiene un costante equilibrio tra condanna ed assoluzione , mostrando come, in fondo, nessuno meriti realmente di essere assolto.
Notevoli sono i riferimenti cinematografici. Si passa dalla classica commedia all’italiana, ai capolavori di Tarantino e, per finire, a commedie cult del cinema americano dei giorni nostri.
Storie pazzescheporta in scena uno spaccato della società contemporanea e lo fa riunendo un cast pieno di talenti, il meglio che il panorama argentino ha da offrire.
Nessuna nota stonata, soltanto una commedia corale in cui ognuno interpreta perfettamente il suo ruolo, in un’opera surreale ma, allo stesso tempo, incredibilmente reale.
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storie di cinema
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martedì 10 marzo 2015
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la vendetta scatena le coincidenze
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Storie. E coincidenze. Tanto incredibili da poter essere vere. O Così strane da apparire reali. Damián Szifrón incide in pellicola una commedia nera costruita su 6 racconti slegati tra loro, tanto assurdi quanto credibili, telecomandati da fatalità capaci di trasformare innocui episodi di vita comune in tragedie.
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Storie. E coincidenze. Tanto incredibili da poter essere vere. O Così strane da apparire reali. Damián Szifrón incide in pellicola una commedia nera costruita su 6 racconti slegati tra loro, tanto assurdi quanto credibili, telecomandati da fatalità capaci di trasformare innocui episodi di vita comune in tragedie.
Un emarginato stanco dei continui fallimenti cova dentro la peggiore delle rivalse. Scherni, umiliazioni e abusi trasformano la mente di un debole in uno spietato giustiziere.
Una donna realizza la sete di vendetta, solo immaginaria, della collega. A chi, con cattivi pensieri, non è mai capitato di desiderare il male di qualche nemico?
Un cittadino tanto bravo nel suo lavoro quanto incapace di gestire la rabbia e il carattere impulsivo. Svolgere bene la propria professione non basta. Serve anche autocontrollo per poter assorbire le difficoltà e gli ostacoli che la vita ci presenta. Perché se ti lasci sopraffare dalla collera metti in gioco tutto quello che ti sei costruito.
Una semplice discussione tra due automobilisti si trasforma in una lotta di sopravvivenza. Imbottigliati nel caos del traffico non vi è forse mai capitato di inveire contro un altro automobilista che compie una manovra sbagliata?
E poi l'uomo che si trasforma in sciacallo, l'errore di un ragazzo diventa terreno fertile per coltivare la fame di denaro. La corsa al facile guadagno è una guerra di nervi.
Infine un improbabile matrimonio fa da finale grottesco all'opera e tranquillizza lo spettatore piuttosto preoccupato. In fin dei conti è solo un film.
Storie pazzesche appunto, che scaturiscono da gesti quotidiani. comportamenti apparentemente comuni che il caso trasforma in un domino dal finale tragico. Atti di bullismo, liti nel traffico, rabbia, odio del prossimo e tanta avidità. Con un unico comune denominatore, la vendetta. Il regista ci mette di fronte alle nostre più normali e istintive reazioni e a quello che potrebbero provocare. Con la giusta ironia Szifrón fa riflettere. E dopo, forse, qualcuno conterà fino a dieci.
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mericol
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giovedì 5 febbraio 2015
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storie: solo pazzesche?o spesso anche reali?
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Con la regia di D. Szifron, prodotto da Almodovar, 6 storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate. Ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa,in TV, online, raccontano STORIE ancora più PAZZESCHE:
Sei storie argentine, la prima su un aereo,con la vendetta di un tale Pasternak, è quasi una prefazione, precede i titoli di testa, ma è pur essa una storia,breve. E poi le altre, un avvelenamento in un ristorante,un duello tra due automobilisti, le traversie del ricco padre di un pirata della strada, un ingegnere vittima delle multe e della burocrazia, una festa di matrimonio con una sposa furente.
Sei storie indipendenti l’una dall’altra,senza un apparente filo conduttore che le unifichi.
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Con la regia di D. Szifron, prodotto da Almodovar, 6 storie che potranno apparire inverosimili ed esasperate. Ma le cronache quotidiane dei nostri tempi, sulla stampa,in TV, online, raccontano STORIE ancora più PAZZESCHE:
Sei storie argentine, la prima su un aereo,con la vendetta di un tale Pasternak, è quasi una prefazione, precede i titoli di testa, ma è pur essa una storia,breve. E poi le altre, un avvelenamento in un ristorante,un duello tra due automobilisti, le traversie del ricco padre di un pirata della strada, un ingegnere vittima delle multe e della burocrazia, una festa di matrimonio con una sposa furente.
Sei storie indipendenti l’una dall’altra,senza un apparente filo conduttore che le unifichi.
Ma il filo conduttore, che riunisce vicende tanto diverse, in effetti idealmente esiste.
Consiste nella difficoltà di conciliare i diversi comportamenti umani. Il tentativo di far prevalere ragioni personali e, pur avendone a volte sacrosanta di ragione, non intravedendo altre soluzioni, la scelta orrenda di risolvere tutto con la violenza. Le sofferenze causate da ingiustizie e umiliazioni. Il desiderio di rivalsa , seguito dalla vendetta, se non si trovano soluzioni diverse.
Il contrasto tra l’aspirazione alla giustizia e lo scontro con una selva di regolamenti nei labirinti burocratici.
Storie argentine, certamente esasperate,ma forse riproducibili nel resto del mondo.
Alle difficoltà del vivere si risponde con la vendetta? Oppure adeguandosi , rassegnati, alla vita così com’è?
Nell’ultimo episodio del film la sposa furente, perché vede tra gli invitati la vecchia amante del marito, scompagina e scassa tutto e tutti. Con una vendetta clamorosa e incruenta, un po’ di sangue sì, ma almeno nessun morto, si abbandona alla fine tra le braccia dello sposo, rassegnata,delusa,depressa.
Da apprezzare il regista argentino D. Szifron per questo film che, “pazzesco”, ha molti spunti di “almodovarismo”.
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maopar
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mercoledì 4 febbraio 2015
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storie di straordinaria follia
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Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato….
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Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
Il regista Szifron sorprende per la capacità narrativa, incalzante come un abile raccontatore di barzellette, sicuro e con meticolosa attenzione ai particolari, racconta sei storie incredibilmente estreme e allo stesso tempo vere intrise di un umor intelligente ..
Già dal primo racconto, il più breve che fa da introduzione, lo spettatore, nel cominciare a capire che quel volo è un progetto di vendetta …una perfetta macchinazione finalizzata a dare soddisfazione a tante offese ricevute in passato…..incluso il sorprendente finale della prua dell’aereo in giardino …… rimane piacevolmente incuriosito e certo che il film sarà pieno di sorprese. Infatti senza interruzione di continuità ,e come una barzelletta tira l’altra ,si passa al racconto successivo perfetto per come costruito a dimostrare che offesa su offesa si arriva a situazioni inimmaginabili .E che dire quando ci si scontra con la burocrazia, con la fredda macchina statale che non ascolta che
Isola il cittadino in una solitudine che scatena reazioni devastanti… E senza tirare un respiro distensivo ci troviamo coinvolti nel racconto successivo una sfrenata festa di nozze, che con forzati protocolli di falsa allegria di invitati che recitano
ruoli da copione, diventeranno a loro malgrado spettatori di una tragedia insospettabile ,condita da erotiche scene molto intriganti….
E di seguito il racconto del ratto , spregevole rappresentante di una umanità malvagia che merita “il veleno”…E poi “il contratto”…..
Tutti episodi che volutamente non voglio svelare perché meritano di essere gustati senza rubare la sorpresa.
Vendetta, corruzione ,malvagità ,tradimento tante altre meschinità sono gli argomenti del film, ma la bella musica, l’intelligente conduzione consentono di trovarsi all’accensione delle luci in sala a guardarsi negli occhi e a promettersi di parlare del film successivamente perché merita sicuramente ma ci si sente un po’ storditi……
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maria f.
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domenica 18 gennaio 2015
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evviva i buoni film!
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Purtroppo in questo film non c’è niente di assurdo, né le situazioni raccontate sono improbabili o appartengono solo all’Argentina.
In ognuno di noi, quando sottoposto a soprusi reiterati può scattare quel desiderio di vendetta che porta a volte inevitabilmente a diventare carnefici di coloro che ci hanno costretto senza scampo a vivere da vittime, schiavi, in una condizione mortificante sia fisica che psicologica.
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Purtroppo in questo film non c’è niente di assurdo, né le situazioni raccontate sono improbabili o appartengono solo all’Argentina.
In ognuno di noi, quando sottoposto a soprusi reiterati può scattare quel desiderio di vendetta che porta a volte inevitabilmente a diventare carnefici di coloro che ci hanno costretto senza scampo a vivere da vittime, schiavi, in una condizione mortificante sia fisica che psicologica.
E’ vero, niente può giustificare comportamenti come le storie presentateci, tuttavia in noi esiste sempre il pericolo di una bomba che potrebbe esplodere all’improvviso, bisogna imparare a sminarli questi ordigni, a governarli, a inghiottirli, come si farebbe con dei (bomboloni!) Krapfen.
Come il regista ha ben rappresentato nei titoli di coda, tutti noi siamo delle potenziali belve, e ricoprire il ruolo ora di vittime ora di carnefici fa parte del DNA dell’animale uomo che consapevole di questo pericolo ha deciso fin dai tempi più remoti di far dirimere le varie controversie a terzi che però essendo sempre uomini possono a loro volta rivestire anche da giudici la veste di tiranno o quella di perseguitato.
Film da vedere e rivedere.
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vincenzo ambriola
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sabato 17 gennaio 2015
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un'occasione perduta
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Sei storie sull'umana stupidità, sulla rabbia, la vendetta, l'ira. Sei storie che fanno sorridere (non ridere) a denti stretti, che imbarazzano perché tutti noi potremmo esserne i personaggi. Un film che attinge a piene mani dal repertorio classico dell'assurdo, del tragico, senza aggiungere niente di nuovo, se non l'originalità delle storie. Niente da eccepire sulla recitazione, sulla musica e le immagini di un'Argentina da cartolina. Forse Szifron si è fermato un attimo prima di dissacrare, di rivelare la vera natura umana dei protagonisti, per costruire un prodotto rivolto al grande pubblico. Peccato, un'occasione perduta.
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amgiad
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giovedì 8 gennaio 2015
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l' irresistibile fascino del grand guignol
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Una piacevole sorpresa del nuovo cinema argentino. Molto del macabro e della violenza che trasuda il film possono trovare radice nelle difficile storia di questo paese e nel doloroso ricordo. Ma gli anni passano e la memoria lascia il posto all' elaborazione. Il giovane regista esaspera situazioni possibili (improbabile solo quella sui titoli di testa) e l' effetto per lo spettatore è divertentissimo. Ma anche riflessivo. A questo riguardo, i venti minuti riservati all' episodio dell' incidente, li ho trovati più validi di recenti film sul tema. Concludo notando che, in questo caso, la scelta della distribuzione di evidenziare il nome di Almodovar in locandina ha funzionato, ma il film lo meritava.
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Una piacevole sorpresa del nuovo cinema argentino. Molto del macabro e della violenza che trasuda il film possono trovare radice nelle difficile storia di questo paese e nel doloroso ricordo. Ma gli anni passano e la memoria lascia il posto all' elaborazione. Il giovane regista esaspera situazioni possibili (improbabile solo quella sui titoli di testa) e l' effetto per lo spettatore è divertentissimo. Ma anche riflessivo. A questo riguardo, i venti minuti riservati all' episodio dell' incidente, li ho trovati più validi di recenti film sul tema. Concludo notando che, in questo caso, la scelta della distribuzione di evidenziare il nome di Almodovar in locandina ha funzionato, ma il film lo meritava.
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maurizio meres
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sabato 3 gennaio 2015
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la realtà del grottesco
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Tutto quello che siamo nel profondo dell'essere umano ,questo film evidenzia nelle varie situazioni quello che nasconde la mente umana un meccanismo perfetto finché il controllo riesce a nascondere lussuria,avidità ,vendetta ,cattiveria ,invidia e potere, facendo diventare l'uomo come una bestia ,la realtà che questo film fa emergere se si elimina la parte grottesca e uso comune di tutti i giorni,in qualsiasi momento della vita i vari racconti possono diventare realtà. Film di una struttura perfetta diretto magistralmente,attori tutti calati splendidamente nella parte ,ottima fotografia con delle riprese che riescono ad evidenziare i vari stati d'animo dei personaggi,ottime ambientazioni che riflettono a pieno le varie situazioni,da vedere.
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