clara nichele
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mercoledì 2 aprile 2014
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la fine di un mondo
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La tematica è affrontata senza soluzioni catastrofiche ma con una sorta di rallentamento, come scendere dalla testa al cuore, passare dall'azione alla riflessione, una con-versione dall'apparire all'essere... si prepara all'evento chi in realtà è già pronto per una rivelazione più profonda sul senso della vita ... l'incontro di persone evolutivamente affini... la dimensione estatica ed affettiva della vita stessa..Le musiche di Remo Baldi sono molto belle.
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no_data
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giovedì 20 marzo 2014
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piuttosto inutile
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Devo dire che la visione mi ha lasciato tutto sommato indifferente. E' proprio questo secondo me il guaio del film... che non emoziona.
Ci sono alcuni spunti originali nei dialoghi, ma anche delle uscite imbarazzanti (il prete che dice "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" fa un po' cascare le braccia).
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bebozzolo
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martedì 18 marzo 2014
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poetico ma scivola nel dramma gratuito
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Bel film a basso costo (€70.000) e consiglio di vedere il trailer su youtube prima di andare a vederlo.
Molto azzeccate fotografia e musiche, meno la scelta del piemontese sottotitolato in alcuni passaggi (che rischia di tarpare le ali alla grande distribuzione) e del senso di angoscia che rimane come retrogusto all'uscita.
Il soggetto e' originale e ben sviluppato anche se con una certa lentezza narrativa, ma aggiungere tanti piccoli drammi per ogni personaggio in un film che si interroga sulla fine del mondo lo rende greve.
Infatti gia' trattare un tema del genere (fine del mondo cadenzata) non e' usuale, aggiungere ulteriore pathos e dramma me lo ha reso indigesto come un dolce troppo zuccherato.
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Bel film a basso costo (€70.000) e consiglio di vedere il trailer su youtube prima di andare a vederlo.
Molto azzeccate fotografia e musiche, meno la scelta del piemontese sottotitolato in alcuni passaggi (che rischia di tarpare le ali alla grande distribuzione) e del senso di angoscia che rimane come retrogusto all'uscita.
Il soggetto e' originale e ben sviluppato anche se con una certa lentezza narrativa, ma aggiungere tanti piccoli drammi per ogni personaggio in un film che si interroga sulla fine del mondo lo rende greve.
Infatti gia' trattare un tema del genere (fine del mondo cadenzata) non e' usuale, aggiungere ulteriore pathos e dramma me lo ha reso indigesto come un dolce troppo zuccherato.
Un film come "still life" trattava temi anche piu drammatici ma con leggerezza e malcelato sarcasmo e a questo potrebbe ispirarsi il buon Caruso (regista) anziche' al pesante neorealismo italiano del dopoguerra.
Ha ragione quando dice che in Italia vendono solo commedie e cinepanettoni ma calcare la mano sul dramma forse lo rendera' ancora piu' distante dalle logiche commerciali.
Lo consiglierei per simpatia verso di lui, cast e progetto ma non so se riuscirei a rivederlo.
PS.: poter parlare con il regista, protagonista (molto intenso) e lo sceneggiatore prima e dopo la proiezione e' stata una piacevole sorpresa, cosi come il film davvero coinvolgente.
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dodix2013
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martedì 18 marzo 2014
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questo é cinema!!!
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Prima di andare al vedere un film in genere dò un occhio alle recensioni in particolare del pubblico.
E qui, a parte il solito paio di stroncature (che lasciano il tempo che trovano) avevo letto dei pareri positivi.
Dopo aver visto il film, confermo in pieno quanto di buono si é detto.
Ottimo film, profondo ma non noioso, ben recitato, grande fotografia e bella musica.
In sala, il regista e gli attori presenti hanno spiegato bene il senso del lavoro.
Complimenti davvero.
L'ambietanzione e l'atmosfera mi ha ricordato un po' "il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti. Auguro a questo film lo stesso successo.
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Prima di andare al vedere un film in genere dò un occhio alle recensioni in particolare del pubblico.
E qui, a parte il solito paio di stroncature (che lasciano il tempo che trovano) avevo letto dei pareri positivi.
Dopo aver visto il film, confermo in pieno quanto di buono si é detto.
Ottimo film, profondo ma non noioso, ben recitato, grande fotografia e bella musica.
In sala, il regista e gli attori presenti hanno spiegato bene il senso del lavoro.
Complimenti davvero.
L'ambietanzione e l'atmosfera mi ha ricordato un po' "il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti. Auguro a questo film lo stesso successo.
Certo é sconfortante vedere come i distributori si affannino a promuovere produzioni tipo cinepanettoni o Vanzina o roba simile.
D'altra parte con 20 anni di berlusconismo alle spalle ringraziamo che ci sono ancora giovani cineasti che lavorano con la testa e con il cuore (perché, essendone dotati, non li hanno mandati all'ammasso) oltre che con indubbia professionalità.
Personalmente mi sentirei di consigliarlo a insegnanti per i loro ragazzi (pensoa dai 15/16 anni in su).
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cris87
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domenica 16 marzo 2014
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un'opera "glocal" che nasce dal basso e va in alto
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Questo film, come ho avuto la fortuna di sentire dal regista in persona, è stato realizzato in modo totalmente indipendente grazie ad una lunga opera di crowdfunding. In altre parole, è frutto di un'idea in cui una manciata di persone ha creduto fino in fondo contro ogni apparente ragionevolezza, e come capita molto spesso vien fuori che ne valeva decisamente la pena.
Il tema è lo stesso di tante roboanti pellicole americane degli ultimi anni: la fine del mondo. Qui, però, niente sequenze apocalittiche in computer grafica, niente supereroi che salvano l'umanità grazie alla tecnologia, niente retorica pretenziosa tipica del made in USA: qui c'è solo la verità, l'essenziale, le persone, la vita di una piccola comunità, che è nelle bellissime Langhe ma potrebbe essere ovunque.
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Questo film, come ho avuto la fortuna di sentire dal regista in persona, è stato realizzato in modo totalmente indipendente grazie ad una lunga opera di crowdfunding. In altre parole, è frutto di un'idea in cui una manciata di persone ha creduto fino in fondo contro ogni apparente ragionevolezza, e come capita molto spesso vien fuori che ne valeva decisamente la pena.
Il tema è lo stesso di tante roboanti pellicole americane degli ultimi anni: la fine del mondo. Qui, però, niente sequenze apocalittiche in computer grafica, niente supereroi che salvano l'umanità grazie alla tecnologia, niente retorica pretenziosa tipica del made in USA: qui c'è solo la verità, l'essenziale, le persone, la vita di una piccola comunità, che è nelle bellissime Langhe ma potrebbe essere ovunque.
I "supereroi" sono solo i cinque protagonisti che, ognuno a modo suo, si differenziano dal loro contesto, con le sue adorabili piccolezze e le sue schiette bassezze.
L'avvicinarsi della fine del mondo, della fine di tutto ciò che credevamo dare senso alla nostra esistenza, mette tutti di fronte a una resa dei conti in cui solo il nocciolo resta a nudo: non intendo solo "tutti" i personaggi, ma anche "tutti" gli spettatori.
Una semplicità disarmante e una profondità inaspettata coesistono in questo film assolutamente da vedere.
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marisa67
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martedì 11 febbraio 2014
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un film corale che ti rimane dentro
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Sono andata a vedere questo piccolo film indipendente su consiglio di alcune amiche. Sono tornata a casa canticchiando la musica della colonna sonora (meravigliosa), con negli occhi le immagini mozzafiato delle colline delle Langhe e in testa un interrogativo: che cosa farei io se mi dicessero che il mondo sta per finire? Sono passati alcuni giorni ed E fu sera e fu mattina mi è rimasto in mente, come il retrogusto di un buon vino delle nostre parti. Non sono molti i film che negli ultimi anni mi sono entrati dentro in questa maniera. Ne posso citare tre, che hanno tutti qualcosa in comune con questa pellicola made in Langa: "The tree of life" di Malick (per la spiritualità), "Melancholia" di Von Trier (per l'idea di soggetto, anche se sviluppata in maniera diversa) e "Il vento fa il suo giro " di Diritti, che non a caso il regista (presente in sala prima e dopo il film) ha citato come suo modello.
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Sono andata a vedere questo piccolo film indipendente su consiglio di alcune amiche. Sono tornata a casa canticchiando la musica della colonna sonora (meravigliosa), con negli occhi le immagini mozzafiato delle colline delle Langhe e in testa un interrogativo: che cosa farei io se mi dicessero che il mondo sta per finire? Sono passati alcuni giorni ed E fu sera e fu mattina mi è rimasto in mente, come il retrogusto di un buon vino delle nostre parti. Non sono molti i film che negli ultimi anni mi sono entrati dentro in questa maniera. Ne posso citare tre, che hanno tutti qualcosa in comune con questa pellicola made in Langa: "The tree of life" di Malick (per la spiritualità), "Melancholia" di Von Trier (per l'idea di soggetto, anche se sviluppata in maniera diversa) e "Il vento fa il suo giro " di Diritti, che non a caso il regista (presente in sala prima e dopo il film) ha citato come suo modello.
E fu sera e fu mattina non è perfetto: alcuni attori sono ottimi, altri più discontinui, alcuni dialoghi indovinati, altri troppo sostenuti. Qualche taglio qua e là avrebbe giovato. Ma c'è un fascino difficile da spiegare che emana da tutta la vicenda e che dopo un po' ti cattura e ti fa respirare all'unisono con i personaggi, le colline, la musica. C'è un ritmo pacato che ad alcuni apparirà lento (non è un film d'azione) ma che è perfettamente coerente con il tema di fondo: quanto vale il nostro tempo? Che valore diamo alla vita? Il riferimento biblico è geniale: un film sulla fine del mondo con continue citazioni, a partire dal titolo, della Genesi.
Se poi penso, come è stato spiegato in sala, che si tratta di un film realizzato con un budget ridottissimo e senza case di produzione né distribuzione alle spalle, allora meriterebbe anche più di cinque stelle.
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biorhino
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lunedì 10 febbraio 2014
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una langa immaginaria
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Film impegnativo ma poco credibile (quale governo annuncerebbe la fine del mondo?), infarcito con qualche bello scorcio delle langhe ma pieno zeppo di stereotipi e luoghi comuni, descrive una langa che sicuramente non esiste più, con personaggi lontani anni luce dall'attualità, detto da uno che è nato e cresciuto in quelle zone.Verso il finale si fa il tifo per la fine del mondo
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(di dodix2013)
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ercafone
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lunedì 10 febbraio 2014
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un ottimo prodotto
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pranda
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lunedì 10 febbraio 2014
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un ottimo esordio, un film che mi ha meravigliato
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Lo ammetto: sono entrato in sala molto prevenuto. Non mi aspettavo molto, un po' data l'età del giovane gruppo che ha realizzato le riprese, un po' perchè credevo che avrei visto qualcosa di amatoriale e dunque di fortemente banale.
Sicuramente la presentazione del regista in sala, accompagnato dall'attore protagonista del film, hanno aiutato a calarmi meglio nel tipo di film che sarei andato a vedere.
Sono restato dunque incredibilmente meravigliato da cosa ho poi visto sul grande schermo. 109 minuti che scorrono senza che me ne sia accorto.
Sia per la qualità delle immagini e per il prodotto stesso, ma soprattutto per la storia (che non mi aspettavo) che ho trovato originale e raccontata con una bella quotidianità che tante volte ho visto nei nostri paesini.
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Lo ammetto: sono entrato in sala molto prevenuto. Non mi aspettavo molto, un po' data l'età del giovane gruppo che ha realizzato le riprese, un po' perchè credevo che avrei visto qualcosa di amatoriale e dunque di fortemente banale.
Sicuramente la presentazione del regista in sala, accompagnato dall'attore protagonista del film, hanno aiutato a calarmi meglio nel tipo di film che sarei andato a vedere.
Sono restato dunque incredibilmente meravigliato da cosa ho poi visto sul grande schermo. 109 minuti che scorrono senza che me ne sia accorto.
Sia per la qualità delle immagini e per il prodotto stesso, ma soprattutto per la storia (che non mi aspettavo) che ho trovato originale e raccontata con una bella quotidianità che tante volte ho visto nei nostri paesini.
Per me è stata occasione di riflessione vera.
Il personaggio di Gianni è quello che mi ha colpito di più, ma anche il protagonista, presente in sala (irriconoscibile rispetto all'uomo visto sul grande schermo) mi ha convito decisamente.
Un prete umano con tutte le sue fragilità e debolezze completato benissimo da questo personaggio schivo e grezzo come Gianni che fa sorridere più volte e regala qualche tono distensivo nell'arco del film.
Bellissima, e ripeto, bellissima la colonna sonora del film. Nulla da invidiare a film di ben più nota fama.
Si sposa perfettamente con quelle che sono le atmosfere delle Langhe e ti rimane dentro anche finita la visione. Non a caso, ho comprato il CD.
Meravigliosa anche la fotografia: restituisce perfettamente quelli che sono i colori e le realtà delle nostre Langhe.
Rimangono poi sicuramente alcune incertezze: l'uso del dialetto non mi ha convito (avrei preferito l'italiano) così anche come alcuni personaggi minori li ho trovati fragili, non ben delineati, e anche un po' "legnosi" nel tipo di recitazione. E' evidente, come anche ha constatato lo stesso regista in sala, che rimangono diversi meccanismi da oliare e anche la sceneggiatura che nel complesso ho trovato ben fatta, poteva essere meglio gestita, argomentata e sviluppata in alcuni momenti del film.
Ma nel complesso l'ho trovato un film davvero interessante, che sta riscuotendo un ottimo successo di pubblico, proprio per la sua diversità rispetto al piattume a cui siamo abituati.
Ho pensato: se con 70.000 Euro hanno realizzato questo, con 500.000 Euro cosa avrebbero potuto fare?
Mi pare davvero ci sia il margine per proseguire. E per proseguire molo bene.
Complimenti sinceri dunque al regista e a tutti gli attori Avanti così!
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stewie
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martedì 4 febbraio 2014
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film impegnativo ma risultato deludente
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Il tema proposto è senza dubbio molto difficile e pretenzioso da affrontare, specialmente per un giovane esordiente, vanno premiati il coraggio e la capacità di coinvolgere così tante persone in un progetto autofinanziato.
Il regista nel presentare il proprio film, prima della proiezione, afferma la sua volontà di andare controcorrente con un'opera volutamente "lenta" che dovrebbe emozionare e stimolare lo spettatore alla riflessione su temi quali la vita, la morte e la fede. In realtà il film non convince sotto molti aspetti, più che lento lo definirei a tratti noioso e banale, i protagonisti non vanno al di là dello stereotipo: il prete con un passato nascosto, il ragazzo dfficile, il sindaco di un paese bigotto, la maestrina che convive a dispetto delle maldicenze della gente; gli altri personaggi, attori non professionisti, risultano a volte macchiette che dialogano in piemontese senza amalgamarsi con la storia.
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Il tema proposto è senza dubbio molto difficile e pretenzioso da affrontare, specialmente per un giovane esordiente, vanno premiati il coraggio e la capacità di coinvolgere così tante persone in un progetto autofinanziato.
Il regista nel presentare il proprio film, prima della proiezione, afferma la sua volontà di andare controcorrente con un'opera volutamente "lenta" che dovrebbe emozionare e stimolare lo spettatore alla riflessione su temi quali la vita, la morte e la fede. In realtà il film non convince sotto molti aspetti, più che lento lo definirei a tratti noioso e banale, i protagonisti non vanno al di là dello stereotipo: il prete con un passato nascosto, il ragazzo dfficile, il sindaco di un paese bigotto, la maestrina che convive a dispetto delle maldicenze della gente; gli altri personaggi, attori non professionisti, risultano a volte macchiette che dialogano in piemontese senza amalgamarsi con la storia. Anche le immagini delle lange, ridotte a semplici intermezzi tra un dialogo e l'altro, sono panorami statici che possono compiacere gli abitanti della zona, ma non riescono ad esaltare la bellezza dei luoghi. Da un regista che vive in langa mi sarei aspettato qualcosa di più originale e suggestivo. Il suono in presa diretta risulta a volte piuttosto invadente, la colonna sonora è un commento che non aiuta ad alleggerire lo scorrere delle immagini. Apprezzabile la fotografia.
Spero che questa mia critica possa essere di stimolo al regista per il suo prossimo e annunciato film.
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[+] un'ottimo prodotto
(di ercafone)
[ - ] un'ottimo prodotto
[+] al di là della denominazione che si é data...
(di dodix2013)
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[+] l'assenza di emozione
(di no_data)
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[+] tutto è relativo
(di stopusa)
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[+] diplomatico
(di mosegiulio)
[ - ] diplomatico
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