giannies
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domenica 15 febbraio 2015
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straordinario
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Questo film l'ho trovato molto diverso da altri che trattano il tema della Shoah. "Storia di una ladra di libri" è un racconto originale, che intende sottolineare in questo cupo scenario dell'Olocausto non solo il dolore delle vittime dirette quali gli ebrei, gli scuri di pelle ecc. ma anche del popolo tedesco stesso, costretto a sopprimere le proprie idee e i propri pensieri per il terrore di poter morire. Liesel è una ragazzina tedesca povera, all'inizio anche palesemente ignorante, dotata però di un'incredibile forza di volontà che la aiuterà poi a trovare conforto nei libri che ordinariamente "prende in prestito"; i personaggi presenti nella storia occupano tutti un ruolo di grande importanza, in qualche modo legati alla massima protagonista, la quale col tempo riesce ad instaurare profondi rapporti che la aiuteranno a crescere e a maturare anche molto velocemente.
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Questo film l'ho trovato molto diverso da altri che trattano il tema della Shoah. "Storia di una ladra di libri" è un racconto originale, che intende sottolineare in questo cupo scenario dell'Olocausto non solo il dolore delle vittime dirette quali gli ebrei, gli scuri di pelle ecc. ma anche del popolo tedesco stesso, costretto a sopprimere le proprie idee e i propri pensieri per il terrore di poter morire. Liesel è una ragazzina tedesca povera, all'inizio anche palesemente ignorante, dotata però di un'incredibile forza di volontà che la aiuterà poi a trovare conforto nei libri che ordinariamente "prende in prestito"; i personaggi presenti nella storia occupano tutti un ruolo di grande importanza, in qualche modo legati alla massima protagonista, la quale col tempo riesce ad instaurare profondi rapporti che la aiuteranno a crescere e a maturare anche molto velocemente. Le scene hanno tutte un significato, ciò vuol dire che nulla è girato a caso. Le musiche, l'interpretazione degli attori trasformano l'atmosfera opprimente della Shoah in un luogo magico , fatto di parole e di poesia e quasi influenzato dalla fantasia di Liesel. Narratore esterno è la Morte, che racconta delle anime che ha avuto modo di conoscere e che fa capire quanto l'animo della protagonista sia puro, saggio, quasi disumano, appartenente a qualche Entità superiore. E così è il film.. nel suo insieme mi ha dato l'impressione di essere un qualcosa non alla portata di tutti, mi ha lasciato un segno che mi ha fatto intendere le qualità della vita più vere e piú da apprezzare.
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ella69
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lunedì 2 febbraio 2015
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...emozionante...
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Non si tratta di un semplice film, per me si è trattato di un’esperienza di vita, mi ha permesso di riflettere sui temi fondamentali quali la vita e la morte, la crudeltà della guerra,il valore degli affetti. Mi ha permesso di provare emozioni forti, ho pianto e gioito con la protagonista, ho compreso che il valore delle persone va al di là di qualunque etichetta e qualunque definizione.
La protagonista del film, Liesel, non è semplicemente ladra di libri, è ladra di cultura, di conoscenza, di sogni, di vita…
Anche in condizioni di miseria, anche quando si combatte ogni giorno con la morte non deve morire la speranza. E così il pensiero, la fantasia, la lettura possono riempire di emozioni la vita anche quando manca praticamente tutto: manca la libertà, manca il rispetto per la dignità umana e qualcuno può decidere per la vita e la morte degli altri.
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Non si tratta di un semplice film, per me si è trattato di un’esperienza di vita, mi ha permesso di riflettere sui temi fondamentali quali la vita e la morte, la crudeltà della guerra,il valore degli affetti. Mi ha permesso di provare emozioni forti, ho pianto e gioito con la protagonista, ho compreso che il valore delle persone va al di là di qualunque etichetta e qualunque definizione.
La protagonista del film, Liesel, non è semplicemente ladra di libri, è ladra di cultura, di conoscenza, di sogni, di vita…
Anche in condizioni di miseria, anche quando si combatte ogni giorno con la morte non deve morire la speranza. E così il pensiero, la fantasia, la lettura possono riempire di emozioni la vita anche quando manca praticamente tutto: manca la libertà, manca il rispetto per la dignità umana e qualcuno può decidere per la vita e la morte degli altri.
La storia narrata nel film è molto, molto triste perché ambientata durante la seconda guerra mondiale e durante il regime dittatoriale di Hitler. Io mi sono emozionata specialmente quando le immagini delle macerie e dei corpi senza vita delle persone care alla protagonista mi hanno fatto pensare alla crudeltà di tutte le guerre, al fatto che mentre io posso stare qui tranquilla a scherzare con i miei amici, da qualche altra parte del mondo c’è qualcuno che sta subendo bombardamenti e vive continuamente nel terrore di perdere una persona cara per la pazza idea che accompagna l’essere umano da sempre: l’idea che la guerra possa essere una soluzione ai contrasti ideologici, etnici e religiosi tra le persone senza trovare una via per il dialogo e la pace.
Mi piacerebbe che questo film ci insegnasse a stare meglio tutti insieme, ci insegnasse a capirci nelle nostre diversità senza farci la guerra per delle sciocchezze mostrandoci tutti più grati verso la vita che abbiamo a disposizione.
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lomax
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lunedì 2 febbraio 2015
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un bagno di emozioni
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Probabilmente non sarà considerato un capolavoro nel panorama cinematografico, ma ritengo sia un film assolutamente da consigliare. In grado di suscitare profonde emozioni, è un inno alla speranza, dove i sogni prendono vita tra le pagine dei libri "presi in prestito" dalla piccola Liesel, che, nonostante la vita sembra accanirsi contro di lei, trova sempre il raggio di sole da cui poter ricominciare, o forse è lei stessa il raggio di sole che illumina la vita delle persone che gravitano nel suo mondo, il periodo storico più tragico e drammatico della storia. Superlativa l'interpretazione degli attori protagonisti, un grande Geoffrey Rush e una Emily Watson a mio avviso meravigliosa.
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mericol
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sabato 31 gennaio 2015
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premessa esaltante,conduzione deludente
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Si resta delusi dopo avere visionato un film che ritieni insufficiente. Ma in definitiva tutto questo fa parte di un comportamento normale: non si può pretendere che siano distribuiti solo grandi film.
Si resta però ancora più delusi, e in parte anche amareggiati, quando vedi un film che raccoglie tanti giudizi positivi, con una storia interessante, con un inizio coinvolgente. Ma con una conduzione e una conclusione che sconvolge le tue aspettative..
Sono le mie considerazioni dopo avere rivisto “Storia di una ladra di libri” di B. Percival.
Storia, come dice il titolo, di Liesel una “ladra”di libri, forzatamente abbandonata dalla mamma , affidata, in un piccolo paese montano della Germania, a Hans e Rosa, Qui trova la sua nuova famiglia.
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Si resta delusi dopo avere visionato un film che ritieni insufficiente. Ma in definitiva tutto questo fa parte di un comportamento normale: non si può pretendere che siano distribuiti solo grandi film.
Si resta però ancora più delusi, e in parte anche amareggiati, quando vedi un film che raccoglie tanti giudizi positivi, con una storia interessante, con un inizio coinvolgente. Ma con una conduzione e una conclusione che sconvolge le tue aspettative..
Sono le mie considerazioni dopo avere rivisto “Storia di una ladra di libri” di B. Percival.
Storia, come dice il titolo, di Liesel una “ladra”di libri, forzatamente abbandonata dalla mamma , affidata, in un piccolo paese montano della Germania, a Hans e Rosa, Qui trova la sua nuova famiglia. Siamo nel 1938, prima dell’inizio della II guerra mondiale, ma nel pieno degli orrori di Hitler con le persecuzioni agli ebrei e ai politici. Liesel conosce il coetaneo Rudy e inizia con lui una solida amicizia. Conosce Max, giovane ebreo sfuggito all’arresto, che la famiglia di Hans e Rosa accoglie e nasconde,con grande rischio, in cantina. A scuola Liesel è derisa perché non sa leggere e scrivere. Con l’aiuto di Hans e poi di Rudy assume una passione inesauribile per la lettura e per i libri. Tanto che giunge a farseli prestare e poi ,in parte involontariamente ,a rubarli nella casa del borgomastro del paese. Ma i più importanti indirizzi di lettura , i più esaltanti consigli per la vita Liesel li ottiene da Max, nella piccola cantina-prigione ove di fatto è recluso.
Una vicenda densa di significato che interessa una fase drammatica del XX secolo. La persecuzione degli ebrei. La distruzione dei libri e l’ostacolo alla cultura. L’atmosfera pre-bellica e poi la vera tremenda guerra.
Il film si propone quindi una finalità importante. L’affermazione dell’amicizia,della solidarietà umana, la funzione della lettura e della cultura più in generale nel contrastare le fasi drammatiche o tragiche della vita. E’ ambientato in uno scenario grigio come si addice alla vicenda. Gli attori sono tutti da apprezzare, Jeoffrey Rush (Hans), Emily Watson(Rosa), Sophie Nalisse (Liesel) che con i suoi grandi occhi dallo sguardo luminoso ed espressivo sembra chiedere a noi spettatori il perché di tanto odio,tanta ingiustizia,tanto orrore.
Il regista ,volendone fare una storia forse più divulgativa, adatta alla comprensione di tutti (ma siamo così poco intelligenti?) ne fa una opera didascalica,che vorrebbe indurre alla commozione sino alle lacrime. La violenza dei nazisti, già evidente dal contesto generale e dalle immagini del suo stesso film è a tratti esasperata (la notte di Stoccarda, la inutile violenza sui bambini che vogliono vedere i prigionieri). Come a significare: Non avete ancora capito? Rispondiamo: no,avevamo già capito!.
Ma l’aspetto più disarmante e , a tratti , insopportabile, è la voce fuori campo che commenta inutilmente e pesantemente le fasi del film già troppo chiare. In fondo è la morte che ricorda a tutti che si deve alla fine morire. Segue la vecchia norma dei frati trappisti? Ogni 15’ ,di notte bussare alla porta: “ricordati che devi morire”.
Il film è stato proposto in alcune scuole della mia città nel 70° anniversario dello Shoah. Non idoneo perché non dimostra appieno la vera vicenda della persecuzione degli ebrei e per nulla quella dei campi di concentramento. Non convincente in quanto si conclude con le conseguenze di un bombardamento che rade al suolo la cittadina. Responsabilità dei nazisti o forse,anzi certamente,degli “alleati”? Quindi contro lo Shoah, contro gli “alleati” o contro la guerra?
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eleonora panzeri
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mercoledì 28 gennaio 2015
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per non dimenticare
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Una voce fuori campo, profonda quasi ammiccante ma quanto mai sconcertante se pensiamo che si tratta della morte.
Una verità indiscutibile, prima o poi tutti moriremo il mistero è solo quando e come.
Nel frattempo tuttavia c’è la vita, che quasi mai sembra giusta.
Una ragazzina che perde il suo fratellino e viene data in adozione a una famiglia sconosciuta. Così inizia questo film, ambientato in Germania poco prima della seconda guerra mondiale.
Non è la prima volta che un film racconta la storia dal punto di vista dei più piccoli, a cui tutto questo odio risulta incomprensibile.
Una famiglia adottiva più amorevole di molte naturali, un papà un po’ stravagante dal cuore grande e una mamma molto severa ma nel profondo sensibile e generosa.
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Una voce fuori campo, profonda quasi ammiccante ma quanto mai sconcertante se pensiamo che si tratta della morte.
Una verità indiscutibile, prima o poi tutti moriremo il mistero è solo quando e come.
Nel frattempo tuttavia c’è la vita, che quasi mai sembra giusta.
Una ragazzina che perde il suo fratellino e viene data in adozione a una famiglia sconosciuta. Così inizia questo film, ambientato in Germania poco prima della seconda guerra mondiale.
Non è la prima volta che un film racconta la storia dal punto di vista dei più piccoli, a cui tutto questo odio risulta incomprensibile.
Una famiglia adottiva più amorevole di molte naturali, un papà un po’ stravagante dal cuore grande e una mamma molto severa ma nel profondo sensibile e generosa.
La famiglia è dove ci sono le persone che ami. La morte e la guerra non tengono conto degli affetti, dei baci non dati e delle promesse infrante.
Non c’è misericordia nella morte, c’è solo amarezza e disperazione.
Solo la fantasia può dare speranza e creare un mondo diverso, un mondo dove essere umani non è una colpa ma una virtù.
Non bisogna dimenticare, ma soprattutto bisogna sempre ricordare che nessuna guerra è giusta.
L’unica che vince è sempre lei, la morte, il resto è solo sangue nella polvere.
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themaster
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mercoledì 28 gennaio 2015
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uno zerbino-movie come(non) piace a me.
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Fui incuriosito da questa pellicola appena ne vidi il trailer,era una di quelle pellicole con una certa tematica,come poteva essere Il Bambino con il Pigiama a Righe,o La Vita è Bella,pellicole che io personalmente definisco "zerbino-movie" ovvero film che,nella maggior parte dei casi sono creati apposta per ricevere il plauso del pubblico e della critica,che,nella maggior parte dei casi si inchinano leccando culi a destra e a sinistra e risultano privi di personalità. Nei casi precedentemente citati non si poteva parlare di zerbino-movie perchè sia La Vita è Bella che Il Bambino con il Pigiama a Righe hanno una personalità e un proprio senso di esistere,con una regia ottima e delle idee di soggetto interessanti e originali.
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Fui incuriosito da questa pellicola appena ne vidi il trailer,era una di quelle pellicole con una certa tematica,come poteva essere Il Bambino con il Pigiama a Righe,o La Vita è Bella,pellicole che io personalmente definisco "zerbino-movie" ovvero film che,nella maggior parte dei casi sono creati apposta per ricevere il plauso del pubblico e della critica,che,nella maggior parte dei casi si inchinano leccando culi a destra e a sinistra e risultano privi di personalità. Nei casi precedentemente citati non si poteva parlare di zerbino-movie perchè sia La Vita è Bella che Il Bambino con il Pigiama a Righe hanno una personalità e un proprio senso di esistere,con una regia ottima e delle idee di soggetto interessanti e originali. Tutte cose che mancano a questa pellicola di Brian Percival che a parte qualche guizzo anche abbastanza importante e notevole non riesce a evadere dai soliti clichè e sfruttando male la materia a disposizione.
La fotografia calda,suadente,che coccola le scene e i personaggi è la colonna portante del film insieme alle interpretazioni,abbiamo Geoffrey Rush che nel ruolo di Hans è stato molto bravo offrendo una bella prova della sua bravura di attore,Emily Watson ha fatto un ottimo lavoro risultando dapprima odiosa e in seguito il suo personaggio ha un'evoluzione non da poco,probabilmente l'unica vera evoluzione di tutta la pellicola,Sophie Nelisse è stata bravissima a rendere il ruolo senza risultare mai odiosa o sotto tono.
La regia non è nulla di che invece,sì il film è ben girato ma in alcuni punti non ci ho visto il brio che avrei voluto e mantiene per tutta la durata del lungometraggio una certa didascalicità,volta a far comprendere immediatamente il messaggio antinazista che si vuole dare,oltre a essere molto artificioso,i personaggi hanno un make up che non riporta mai una sbavatura anche in momenti in cui ce ne sarebbe bisogno e non si ha una vera e propria evoluzione dei personaggi che troviamo in un modo e lasciamo nel medesimo anche nel finale,vi sono inoltre numerose sbavature a livello logico che sono risultate abbastanza forzate,come la scena finale del bombardamento (possibile che dopo un bombardamento i corpi delle vittime siano tutti interi senza nemmeno un graffio,solo un po sporchi di cemento?) oltre a delle scelte di inquadrature e di dialoghi durante le quali sembra di avere regista e sceneggiatori alle spalle che intimano:-PIANGI!!! PIANGI!!! PIANGI!!!! PIANGI!!!!- cosa che personalmente mi a dato abbastanza fastidio.
Quello che per me è un tocco di classe incredibile è la voce narrante,che potrà sembrare banale in sè,ma non è affatto banale come è stata sfruttata,vedere per credere.
Un film dunque,ben fatto,ma traboccante di difetti che potrebbe anche emozionare ma che risulta talmente insistente e didascalico nel provarci da risultare quasi irritante,rimane comunque un buon film consigliato per chi vuole,senza pensarci troppo emozionarsi,per i puntigliosi invece questo non è proprio il film adatto. Voto 6.5/10
P.S. Non ho apprezzato la superficialità con cui è stata trattata la tematica dell'antisemitismo,del nazismo e della ladra di libri.
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onufrio
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martedì 9 dicembre 2014
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ancora guerra, ancora nazismo
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Ennesimo film che "sfrutta" la seconda guerra mondiale ed in maniera particolare ovviamente il nazismo per trarne fuori una nuova storia, la storia di una ragazza tedesca adottata da una coppia di genitori, lui bonaccione, lei finta burbera, durante il periodo storico più usurato in tutta la storia della cinematografia mondiale. Stavolta la protagonista è appunto una giovane bambina, attratta da qualsiasi tipo di libro tanto da rubarli (o prenderli in prestito come lei dice) per poterli leggere in primis con l'aiuto del padre. Interessante il narratore fuori campo, un personaggio al di sopra di tutti, che dall'alto guarda le persone nell'attesa che giunga il loro triste momento.
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Ennesimo film che "sfrutta" la seconda guerra mondiale ed in maniera particolare ovviamente il nazismo per trarne fuori una nuova storia, la storia di una ragazza tedesca adottata da una coppia di genitori, lui bonaccione, lei finta burbera, durante il periodo storico più usurato in tutta la storia della cinematografia mondiale. Stavolta la protagonista è appunto una giovane bambina, attratta da qualsiasi tipo di libro tanto da rubarli (o prenderli in prestito come lei dice) per poterli leggere in primis con l'aiuto del padre. Interessante il narratore fuori campo, un personaggio al di sopra di tutti, che dall'alto guarda le persone nell'attesa che giunga il loro triste momento.
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antonietta dambrosio
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sabato 1 novembre 2014
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la magia della parola
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La parola scritta che attutisce il dolore, porta colore e vita agli occhi che non possono vedere e mani che non possono toccare, conduce lontano dall'orrore di una guerra tanto narrata, ma non per questo sostenibile per l'odio e la ferocia di uomini così lontani dall'essere umani. E chi vince davvero in questa storia è l'amore, l'amicizia, la solidarietà, il rispetto ed il senso del giusto, sentimenti resi eterni dalla magia delle parole. Brian Percival ci conduce in Germania, nel periodo che precede la seconda guerra mondiale dove Liesel (Sophie Nelisse), una bambina di dieci anni, subisce la perdita del fratello, sepolto quasi senza lacrime, ed il distacco dalla mamma colpevole di essere comunista, che la protegge affidandola ai maturi coniugi Hubermann.
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La parola scritta che attutisce il dolore, porta colore e vita agli occhi che non possono vedere e mani che non possono toccare, conduce lontano dall'orrore di una guerra tanto narrata, ma non per questo sostenibile per l'odio e la ferocia di uomini così lontani dall'essere umani. E chi vince davvero in questa storia è l'amore, l'amicizia, la solidarietà, il rispetto ed il senso del giusto, sentimenti resi eterni dalla magia delle parole. Brian Percival ci conduce in Germania, nel periodo che precede la seconda guerra mondiale dove Liesel (Sophie Nelisse), una bambina di dieci anni, subisce la perdita del fratello, sepolto quasi senza lacrime, ed il distacco dalla mamma colpevole di essere comunista, che la protegge affidandola ai maturi coniugi Hubermann. Liesel entra nel suo nuovo mondo muovendo passi incerti, lasciandosi guidare dalla cura generosa del padre adottivo (Geoffrey Rush) e dalle regole di quella donna impetuosa fatta di tuoni (Emily Watson), il cui cuore grande si riconoscerà nel momento in cui un ragazzo ebreo, figlio di amici, chiederà rifugio. Liesel affiderà il suo segreto a Rudy, il ragazzo dagli occhi dolci e sorriso leale che sarà con lei quando ruberà dei libri dalla ricca libreria della famiglia per cui sua madre svolgeva lavori domestici. E con lei urlerà verso lo spazio infinito l'odio per Hitler. Il buio si colora di cielo, il silenzio si riempie di voci, il fratello scomparso è il bambino dell'ombra nel racconto di Liesel che irrompe nel rifugio anti bombardamento spazzando via il terrore. Solo un vago disturbo, la voce narrante della morte, i cui spazi d'ombra vengono illuminati e riempiti dalla prepotenza dell'amore ed un finale affrettato, nel quale la vita di Liesel si srotola nel tempo con un ritmo che non segue lo stesso passo lineare del racconto. Dalla magia della parola prendono corpo sentimenti, si annullano distanze, prende forma l'amore, l'unica forza capace di scavalcare la morte.
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han-solo
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giovedì 28 agosto 2014
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nazismo e guerra visti ...
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... con gli occhi dei tedeschi che li hanno subiti "a loro insaputa".
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davideassenza
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martedì 26 agosto 2014
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la parola è vita!
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L'unico difetto è che una volta finito si vuole ricominciare! Una favola tra le macerie e gli orrori della Guerra, una ragazzina che proprio dove tutti perdono la speranza riesce a trovare la forza di andare avanti e di migliorare se stessa, imparare a leggere rappresenta per lei "il salto di qualità", le si apre davanti un mondo nuovo fatto di sogni e parole grazie ai quali riesce a superare i momenti bui e ad essere portatrice di luce per gli altri. Bellissimo il rapporto che instaura con Max il quale, in quanto Ebreo, le spiega quanto valore abbiano le parole nella sua religione: La Parola è Vita!
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