luigi chierico
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domenica 30 marzo 2014
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veramente bello per tutti
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Mentre sulla Germania col nazismo incombe sul mondo la morte che porterà il buio negli occhi che si spengono e nell’anima dei sopravissuti, oscurità delle coscienze e del pensiero, incontriamo in questo film uno spiraglio di luce, un candore di immagini e di nobili sentimenti: il rispetto, l’amore-devozione, la carità,la gratitudine,il sacrificio,la pietà ed il dolore dell’anima.Un contrasto tra il bene e il male, tra la vita e la morte, che stranamente,o misteriosamente, convivono con l’uomo.
Non starò a raccontarvi l’intera vicenda per non privare la Morte di quel che ha da dire. Il poetico film è un canto alla vita, il mondo affidato alla gioventù è più al sicuro che affidato a certi Grandi: “ Un uomo vale per quanto vale la sua parola”.
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Mentre sulla Germania col nazismo incombe sul mondo la morte che porterà il buio negli occhi che si spengono e nell’anima dei sopravissuti, oscurità delle coscienze e del pensiero, incontriamo in questo film uno spiraglio di luce, un candore di immagini e di nobili sentimenti: il rispetto, l’amore-devozione, la carità,la gratitudine,il sacrificio,la pietà ed il dolore dell’anima.Un contrasto tra il bene e il male, tra la vita e la morte, che stranamente,o misteriosamente, convivono con l’uomo.
Non starò a raccontarvi l’intera vicenda per non privare la Morte di quel che ha da dire. Il poetico film è un canto alla vita, il mondo affidato alla gioventù è più al sicuro che affidato a certi Grandi: “ Un uomo vale per quanto vale la sua parola”. Il segreto affidato al silenzio dei dodicenni Liesel (Sophie Nélisse) e Rudy Streiner (Nico Liersch), sarà custodito a costo della vita. Ed è sempre l’amore, non l’odio, in tutte le sue forme a fornire la forza necessaria per mantenere la parola data.
Lo sguardo della “furfante” Sophie Nélisse è solo ricco di candore, non c’è neve che tenga, il suo sovrasta i paesaggi annevati e le nuvole, che dall’alto, osservano le nefandezze umane;è fatto per osservare,guardare e raccontare.Povera,comunista ed orfana accolta in una famiglia tedesca, sì tedesca, ignorante, privata d’ogni affetto si affaccia alla vita senza saper leggere e scrivere.
Qui il momento clou che induce a qualche riflessione.
Durante gli atti di vandalismo e distruzione commessi dai nazisti nella notte passata alla storia come “la notte dei cristalli”, vengono bruciati in un gran falò tutti i libri di diverso orientamento di pensiero,di politica e di credo,che non fosse quello nazista.
La storia contro la cultura si ripete: il Falò delle vanità", promosso da Girolamo Savonarola, la distruzione della biblioteca di Alessandria, quella dei manoscritti Maya ed Aztechi,mi sovviene il film "Faherenheit 451”
Bruciare i libri è come fare terra bruciata attorno a sé perché impedisce di conoscere, uccide il sapere e “la memoria che è scriba dell’anima”.Custodiscono la storia, le tradizioni, le scoperte, gli eventi e spesso tanti segreti. Sono la risorsa dell’umanità e la cultura è il perno attorno a cui ruota il progresso. I libri nascono per essere LIBERI, non possono subire violenza anche se molti non piacciono. Il non condividerne i contenuti non autorizza ad eliminarli, se dovessimo uccidere coloro che non condividono i nostri pensieri, la nostra condotta, le nostre scelte, dovremmo ucciderci l’un l’altro. Mettere al rogo i libri è prova di debolezza e di ignoranza, si ha paura di loro perché la paura è figlia dell’ignoranza, si possono copiare ma non ricreare, si può rubare tutto ma non il pensiero.
Così spetta alla giovanissima ignorante Liesel salvare la letteratura, rubando un libro!
Imparare a leggere anche testi in inglese, forse sfuggiti alla “ caccia al libro da bruciare”.
Trama ricca di episodi, fotografia splendida, buona colonna sonora, corretta ambientazione, interpretazione ottima non solo del sempre grande Geoffrey Rush, ma anche di tutti gli altri:
della scontrosa Emily Watson, della bella Sophie Nélisse e del coraggioso Nico Liersch.
Il film sugli orrori della guerra, sulle persecuzioni, sul vandalismo, sulla cattiveria, il film sull’amore, sulla carità, sul perdono, sulla poesia, quale apoteosi della vita,ma la morte non va in vacanza così per i sopravissuti giunge con un bombardamento degli Alleati!
chigi
chibar22@libero.it
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albydrummer
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domenica 30 marzo 2014
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l'amore per i libri
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Un altra bella storia semplice e anche molto drammatica, l'amore dei libri,famiglia semplice,l'ebreo fuggitivo.....che ci fa sempre riflettere, il periodo del Nazismo,che era sempre in agguato...Da vedere
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macir
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sabato 29 marzo 2014
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un'opera commovente profondamente delicata
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Un film sapientemente orchestrato da un ottimo regista. Un'opera di grande bellezza e profondità curata nei minimi particolari e ben interpretata da attori di altissimo livello compresa la giovane protagonista canadese. Una visione adatta a tutti ed in particolare ai giovani che desiderano accostarsi al tema dell'olocausto e del valore della cultura e della libertà. Stupenda la colonna sonora e perfetto l'adattamento del testo letterario al grande schermo.
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macir
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sabato 29 marzo 2014
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un'opera commovente profondamente delicata
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Un film di grande profondità e bellezza. Sapientemente orchestrato da un regista di grande esperienza e bravura e magistralmente interpretato da formidabili attori compresa la giovane protagonista canadese. Una visione consigliata a tutti e caldamente raccomandata ai giovani che potranno approfondire il tema dell'olocausto ed il valore della bellezza e della cultura. Stupenda anche la colonna sonora ed apprezzabile l'aderenza al romanzo sul quale è basato il film.
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melvin ii
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venerdì 28 marzo 2014
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la forza dei libri
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“Storia di una ladra di libri” è un film del 2013 diretto da Brian Percival, con protagonisti Sophie Nélisse, Geoffrey Rush , Emily Watson, Ben Schnetzer:e Nico Liersch .La pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo La bambina che salvava i libri di Markus Zusak, scritto nel 2005.
Da“diversamente ignorante”, non avendo letto il libro, non posso fare un paragone tra la parola scritta e la versione cinematografica.
Posso solo raccontarvi cosa questo film, abbastanza lungo e lento, mi ha trasmesso.
La voce narrante di questa storia è la “curiosa” Morte che nonostante il suo”faticoso” lavoro, ogni tanto si concede”una vacanza” e così decide di seguire le vicende della giovane Liesel (Nelisse) in fuga con la madre e il fratello piccolo dalla Russia.
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“Storia di una ladra di libri” è un film del 2013 diretto da Brian Percival, con protagonisti Sophie Nélisse, Geoffrey Rush , Emily Watson, Ben Schnetzer:e Nico Liersch .La pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo La bambina che salvava i libri di Markus Zusak, scritto nel 2005.
Da“diversamente ignorante”, non avendo letto il libro, non posso fare un paragone tra la parola scritta e la versione cinematografica.
Posso solo raccontarvi cosa questo film, abbastanza lungo e lento, mi ha trasmesso.
La voce narrante di questa storia è la “curiosa” Morte che nonostante il suo”faticoso” lavoro, ogni tanto si concede”una vacanza” e così decide di seguire le vicende della giovane Liesel (Nelisse) in fuga con la madre e il fratello piccolo dalla Russia. La “Morte” sfiora sempre la nostra protagonista, fin da quando durante il viaggio “si prende” il fratellino e porta la madre ad abbandonarla a Hans e: Rosa Huberman (Rush e Watson), una coppia di tedeschi senza figli.
Il film è ambientato nella Germania nazista all’inizio della seconda guerra mondiale. Se Hans si mostra con Liesel fin da subito come un padre affettuoso ed attento, Rosa appare scorbutica, brontolona, insomma una vera matrigna.
Liesel non sa leggere e scrivere, a scuola viene derisa, ma trova subito l’affetto e l’amicizia del coetaneo Rudy (Nico Liersch).
Hans aiuterà la figlia a recuperare il tempo perduto, insegnandole a leggere e scrivere.
Nascerà dentro Liesel, il desiderio di leggere e conoscere nuove storie e diventerà “una ladra di libri”.
I Huberman nasconderanno per due anni l’ebreo Max(Ben Schnetzer) quando scatteranno le leggi razziali in Germania.
Liesel, con l’aiuto di Max, aprirà gli occhi sul vero volto della follia nazista.
La sceneggiatura poco originale e senza sussulti, risulta alla fine noiosa e prevedibile.
La regia senza lode e infamia, non riesce però a dare un ritmo ed intensità costante al film
I dialoghi risultano coinvolgenti ed intesi grazie alla bravura degli interpreti.
L’intero cast si dimostra valido e di talento, riuscendo a dare profondità e intensità a una storia di per sé piatta.
Menzone particolare per Emma Watson perfetta nel ruolo della matrigna brontolone, ma dal “cuore d’oro”
Bella e rappresentativa per il film la scena di Liesel e Rudy al lago dove i due ragazzi tra un sorriso e una riflessione urlano “Io odio Hiltler”.
Il finale è speranzoso ed ottimistico, nonostante sia la”Morte” a chiudere la scena, dando comunque allo spettatore il desiderio di leggere e l’augurio che “la curiosa Signora” non venga chiamata così spesso come fu nel secondo conflitto mondiale.
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rita branca
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venerdì 28 marzo 2014
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libri come libertà di rita branca
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La storia di una ladra di libri (2013) film di Brian Percival con Sophie Nélisse,
Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Nico Liersch e molti altri
Un altro film sull’olocausto che colpisce immediatamente per la magnifica fotografia, per la recitazione convincente e la bravura dei protagonisti, sia quelli già notissimi come Geoffrey Rush e Emily Watson che quelli nuovi, particolarmente quella della piccola e bellissima Sophie Nélisse, assolutamente straordinaria nell’interpretazione del dolore e del disagio e capacità di adattamento a nuove situazioni di Liesel Meminger, una bambina privata della madre perché comunista e data in adozione ad una coppia senza figli che vive di stenti, anch’essa perfettamente credibile nel contesto in cui l’azione si svolge: un villaggio tedesco dal 1938 alla liberazione dal nazismo da parte degli alleati.
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La storia di una ladra di libri (2013) film di Brian Percival con Sophie Nélisse,
Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Nico Liersch e molti altri
Un altro film sull’olocausto che colpisce immediatamente per la magnifica fotografia, per la recitazione convincente e la bravura dei protagonisti, sia quelli già notissimi come Geoffrey Rush e Emily Watson che quelli nuovi, particolarmente quella della piccola e bellissima Sophie Nélisse, assolutamente straordinaria nell’interpretazione del dolore e del disagio e capacità di adattamento a nuove situazioni di Liesel Meminger, una bambina privata della madre perché comunista e data in adozione ad una coppia senza figli che vive di stenti, anch’essa perfettamente credibile nel contesto in cui l’azione si svolge: un villaggio tedesco dal 1938 alla liberazione dal nazismo da parte degli alleati.
L’atmosfera è quella tesa, terrorizzante e opprimente della Germania di Hitler, dove la libertà di coscienza è sconosciuta, quella di azione tenuta sotto un cieco controllo e la cultura è messa al bando perché può risvegliare capacità critiche e desideri di ribellione, in cui è difficile rimanere umani e assai più semplice pensare solo a salvarsi la pelle.
Ma come spesso avviene col proibizionismo, le parate con i falò per la distruzione dei libri non sono sufficienti ad arginare la curiosità e la fame di sapere di Liesel che impara a leggere con il manuale del becchino raccolto al funerale del fratellino e il desiderio di lettura diventa inarginabile tanto da farle superare qualunque paura e spingerla a raccogliere uno dei libri ancora fumante, ma leggibile, o più tardi a trafugare, “prendere in prestito” come sostiene lei, i libri dalla ricca biblioteca della casa di un gerarca nazista.
In un’atmosfera di generale spionaggio, però, c’è chi non dimentica il bene ricevuto e eroicamente fa prevalere la solidarietà, pur sapendo di mettere a rischio la propria esistenza, quando la coppia accoglie Max, un giovane ebreo, efficacemente interpretato dal dolcissimo Ben Schnetzer, che rischia di essere deportato, o quando il piccolo Rudy prende le difese di Liesel e riesce a mantenere il segreto affidatogli, subendo personali angherie.
Il film è ricco di momenti di intenso lirismo, il linguaggio è decisamente poetico e riesce anche a strappare qualche lacrima, talvolta non solo con gli intensi dialoghi e gli espressivi primi piani, ma anche con mezzi facili, come le classiche ninne nanne o i valzer scanditi dal suono singhiozzante della fisarmonica che Hans, il papà, suona in momenti di tensione.
Bravissimi anche i doppiatori italiani.
Si tratta di un film che rinnova l’invito a favorire i buoni sentimenti, il che non guasta in un’epoca in cui imperano egoismo e superficialità.
Gli unici appunti che si potrebbero muovere al film sono che, a tratti, risulta un po’ troppo sentimentale, ma questa sembra essere la cifra a cui raramente gli americani riescono a rinunciare e l’altra è la voce fuori campo della morte che commenta i fatti, forse ridondante.
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mirrina
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venerdì 28 marzo 2014
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la delicatezza in un film
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Solo chi ama veramente leggere può capire a fondo il personaggio di LIesel: il bello di questo film è proprio nel riuscire a trasmettere l'amore per la lettura, e quanto l'arte nelle più svariate forme, sia veramente fonte di vita.Hai voglia di finire il film per poi andare subito dopo ad aprire un bel libro!
Attori meravigliosi ( oltre ai protagonisti, c'è da segnalare la grande interpretazione del giovanissimo attore che interpreta Rudy, Nico Liersch). Perde solo un po nella musica (John Williams ha fatto di meglio), ma il film è da non perdere!
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no_data
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domenica 23 marzo 2014
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su alcuni passaggi è profondo
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Colpiscono alcuni tratti del film. La signora Rosa Hubermann che inizialmente è spinta a togliersi il problema di Max anche suggerendo al marito di denunciarlo il giorno dopo, ma durante il film il sentimento si trasforma completamente, mettendo in risalto la debolezza e il voler scappare dalle responsabilità che spesso è l'atteggiamento di chi non riesce a sopportare già i suoi problemi, in questo caso economici e nel contempo non riesce a superare la paura.
Il misto di sentimento e dei rapporti della piccola Liesel con i nuovi genitori, con Max, con Rudy ma anche con la moglie del gerarca nazista, anche lei vittima della situazione che si è venuta a creare e che trova in Liesel la sua valvola di sfogo.
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Colpiscono alcuni tratti del film. La signora Rosa Hubermann che inizialmente è spinta a togliersi il problema di Max anche suggerendo al marito di denunciarlo il giorno dopo, ma durante il film il sentimento si trasforma completamente, mettendo in risalto la debolezza e il voler scappare dalle responsabilità che spesso è l'atteggiamento di chi non riesce a sopportare già i suoi problemi, in questo caso economici e nel contempo non riesce a superare la paura.
Il misto di sentimento e dei rapporti della piccola Liesel con i nuovi genitori, con Max, con Rudy ma anche con la moglie del gerarca nazista, anche lei vittima della situazione che si è venuta a creare e che trova in Liesel la sua valvola di sfogo.
Liesel è ricca di questi rapporti ed ogni rapporto con tutte queste persone ha un sentimento e una sfumatura particolare. Tutti rapporti e sentimenti importanti, tutti rapporti che la segnano. Il rapporto da subito di complicità con il padre adottivo, il rapporto inizialmente conflittuale con Rosa che lei saprà gestire nel tempo e i tre rapporti d'amore vero e non semplicistico e sentimentale con Rudy, Max e con la moglie del gerarca, ossia con i libri. Sia max che la moglie del gerarca in modo completamente diverso sono la spinta al suo interesse per le parole e per la lettura e quindi per il suo spirito.
Questo film ha qualcosa o tante piccole cose messe insieme che lo rende emozionante.
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casomai21
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martedì 18 marzo 2014
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laddove nasce amore non c'è spazio per le ortiche
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grande interpretazione degli attori ed una pietà nei confronti di un popolo trascinato in una lacerante guerra senza vincitori,la storia che entra in un villaggio di provincia tedesca per invaderlo dei suoi orrori ideologici e razziali,della distruzione e morte, che non concede proroghe ai destini beffardi dei viventi piccoli o grandi. tanto amore per la cultura e per l'umanità e tanti insegnamenti per chi concepisce la maternità o la paternità come non un dono della natura, ma come capacità acquisita per relazionarsi coi figli adottivi.
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epidemic
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sabato 15 marzo 2014
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favoletta
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mi apsettavo di vedere un film drammatico sulla tragedia dei rastrellamenti e mi son ritrovato in una favola disney....vabbè
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