giaric21
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domenica 1 marzo 2015
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la solitudine e la ribellione
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HO LETTO L'UNICO COMMENTO CHE è STATO SCRITTO ED ERA NEGATIVO , MI DISPIACE CHE NON ABBIA CAPITO IL SENSO DEL FILM E CHE NON GLI SIA PIACIUTO IO L'HO TROVATO BELLISSIMO E SOPRATUTTO MOLTO POETICO TRA LE VARIE STORIE SURREALI C'E UN GOLLEGAMENTO MI HA INOLTRE COLPITO MOLTO IL RAPPORTO DI AMORE TRA LA SCRITTRICE E LA RIBELLE GEA CHE ESPLODE ALLA FINE IN OLTRE PENSO CHE LA MADRE DI GEA SIA IL PERSONAGGIO PIU ASSENTE NELLA SUA VITA A MIO RIGUARDO DA VEDERE OTTIMO FILM
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astromelia
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domenica 8 febbraio 2015
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improponibile
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storia improponibile di una minorenne lasciata con un'estranea da genitori incompetenti,la quale sperimenta le prime esperienze con gli adolescenti trovati sul posto,sfido chiunque ad aver capito la trama fino in fondo,che nel finale mi ha lasciato col dubbio,era incinta? Cosa le è successo nel lasso di tempo nel quale è scomparsa?la morante è una garanzia sempre,ma qui è totalmente sprecata,comunque sceneggiatura zoppicante recitazione lenta e scolastica,mi è piaciuto solo l'aforisma della merini che comunque c'entra poco col film
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flyanto
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martedì 29 aprile 2014
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l'incontro tra tre solitudini
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Film, in cui si racconta di una nota scrittrice, interpretata da Laura Morante, la quale, dopo aver sostenuto l'intervista nella propria casa da parte di una giornalista che vi si è recata con la propria figlia, decide di ospitare la bambina di quest'ultima assai riluttante a seguire i voleri della propria madre. Nel corso della breve permanenza della bambina a casa, la suddetta scrittrice imparerà piano piano a confrontarsi con la piccola figlia della giornalista ed a conoscerla più a fondo instaurando con lei un rapporto che, se al principio si è rivelato abbastanza ostile o, per lo meno, assai contrariato da entrambe le parti, col passare dei giorni si fortifica dal punto di vista dei sentimenti.
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Film, in cui si racconta di una nota scrittrice, interpretata da Laura Morante, la quale, dopo aver sostenuto l'intervista nella propria casa da parte di una giornalista che vi si è recata con la propria figlia, decide di ospitare la bambina di quest'ultima assai riluttante a seguire i voleri della propria madre. Nel corso della breve permanenza della bambina a casa, la suddetta scrittrice imparerà piano piano a confrontarsi con la piccola figlia della giornalista ed a conoscerla più a fondo instaurando con lei un rapporto che, se al principio si è rivelato abbastanza ostile o, per lo meno, assai contrariato da entrambe le parti, col passare dei giorni si fortifica dal punto di vista dei sentimenti. Il breve periodo di tempo dell'ospitalità passa in fretta e la bimba ritorna, suo malgrado, dalla madre mentre la scrittrice avrà imparato da questo momento a rapportarsi con le nuove generazioni e soprattutto con se stessa, isolata sinora di sua volontà dal resto del mondo.
Quest' ultima opera di Peter Del Monte, che reca il titolo di un aforisma di Alda Merini, ancora una volta, come le sue precedenti, prende in esame i disagi e la sofferenza psicologica dei bambini o, per lo meno delle nuove generazioni. Infatti tutti i giovani presentati nel film, da quello della piccola ospite a quello dei ragazzi di cui ella fa conoscenza, sono ragazzi che non si trovano in sintonia con il mondo degli grandi, ragazzi eccessivamente sensibili e molto intelligenti che però non riescono ad adattarsi ed a comprendere il mondo degli adulti, così distante dal loro, in quanto ritenuto troppo ipocrita, corrotto ed a volte egoista. Forse questi giovani non se ne rendono nemmeno conto, ma il malessere che essi provano nel venire a contatto col mondo delle generazioni adulte è per loro talmente grande da scaturire fuori con tutta la forza possibile. Ancora una volta pertanto Del Monte si dimostra essere acuto osservatore, critico e profondo psicologo del mondo dell'infanzia che si contrappone a quello falso e per esso incomprensibile degli adulti. Degli adulti, anche in questa occasione, descritti come individui per lo più distratti, indaffarati ed incapaci a mantenere intatta e compatta la realtà della famiglia che hanno costruito e soprattutto del tutto incapaci ad assumersi le responsabilità dei propri ruoli e dei propri eventuali errori. L'unica che riesce a mettersi in discussione è proprio la scrittrice che comunque, è vissuta sino ad ora isolata dagli altri ma che riesce finalmente a mettersi in discussione ed a comprendere, od a voler comprendere, il mondo dei giovani per lei del tutto sconosciuto.
Molto bravi, oltre ovviamente a Laura Morante, i due giovani attori, per lo più esordienti, che interpretano i due giovani disagiati.
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siebenzwerg
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mercoledì 23 aprile 2014
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tre solitudini in crisi di vita
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Il film si regge molto sugli attori, i tre protagonisti delle tre solitudini in crisi in questa storia abbastanza semplice nella trama, quasi impalpabile, ma perché no? Un bel film si può fare anche così. Immagino che il regista abbia usato e valorizzato molto il contributo degli attori anche nel costruire la sceneggiatura, perché i personaggi sono molto credibili nel loro essere "strani", semi-disadattati, diversi dai loro coetanei, quasi marginali. Non sorprende Laura Morante, che conferma la sua bravura, ma mi colpiscono i due giovanissimi, lui e lei, attori dell'incomunicabilità. I dialoghi (in particolare tra la scrittrice e la ragazzina) sono originali senza perdere di naturalezza, anche sempre grazie all'ottima interpretazione.
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Il film si regge molto sugli attori, i tre protagonisti delle tre solitudini in crisi in questa storia abbastanza semplice nella trama, quasi impalpabile, ma perché no? Un bel film si può fare anche così. Immagino che il regista abbia usato e valorizzato molto il contributo degli attori anche nel costruire la sceneggiatura, perché i personaggi sono molto credibili nel loro essere "strani", semi-disadattati, diversi dai loro coetanei, quasi marginali. Non sorprende Laura Morante, che conferma la sua bravura, ma mi colpiscono i due giovanissimi, lui e lei, attori dell'incomunicabilità. I dialoghi (in particolare tra la scrittrice e la ragazzina) sono originali senza perdere di naturalezza, anche sempre grazie all'ottima interpretazione. I genitori "irresponsabili", invece, qualche caduta nel luogo comune ce l'hanno, ma è sopportabile, essendo abbastanza ininfluenti. Tre solitudini, incomunicabilità, incomprensioni, eppure non è un film triste, e il finale incompiuto, più che aperto, lascia una possibilità di cambiamento anche dove potrebbe essere disperazione, una speranza di vita non adattata, piuttosto che disadattata.
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flyanto
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martedì 22 aprile 2014
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l'incontro tra tre solitudini
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Film, in cui si racconta di una nota scrittrice, interpretata da Laura Morante, la quale, dopo aver sostenuto l'intervista nella propria casa da parte di una giornalista che vi si è recata con la propria figlia, decide di ospitare la bambina di quest'ultima assai riluttante a seguire i voleri della propria madre. Nel corso della breve permanenza della bambina a casa, la suddetta scrittrice imparerà piano piano a confrontarsi con la piccola figlia della giornalista ed a conoscerla più a fondo instaurando con lei un rapporto che, se al principio si è rivelato abbastanza ostile o, per lo meno, assai contrariato da entrambe le parti, col passare dei giorni si fortifica dal punto di vista dei sentimenti.
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Film, in cui si racconta di una nota scrittrice, interpretata da Laura Morante, la quale, dopo aver sostenuto l'intervista nella propria casa da parte di una giornalista che vi si è recata con la propria figlia, decide di ospitare la bambina di quest'ultima assai riluttante a seguire i voleri della propria madre. Nel corso della breve permanenza della bambina a casa, la suddetta scrittrice imparerà piano piano a confrontarsi con la piccola figlia della giornalista ed a conoscerla più a fondo instaurando con lei un rapporto che, se al principio si è rivelato abbastanza ostile o, per lo meno, assai contrariato da entrambe le parti, col passare dei giorni si fortifica dal punto di vista dei sentimenti. Il breve periodo di tempo dell'ospitalità passa in fretta e la bimba ritorna, suo malgrado, dalla madre mentre la scrittrice avrà imparato da questo momento a rapportarsi con le nuove generazioni e soprattutto con se stessa, isolata sinora di sua volontà dal resto del mondo.
Quest' ultima opera di Peter Del Monte, che reca il titolo di un aforisma di Alda Merini, ancora una volta, come le sue precedenti, prende in esame i disagi e la sofferenza psicologica dei bambini o, per lo meno delle nuove generazioni. Infatti tutti i giovani presentati nel film, da quello della piccola ospite a quello dei ragazzi di cui ella fa conoscenza, sono ragazzi che non si trovano in sintonia con il mondo degli grandi, ragazzi eccessivamente sensibili e molto intelligenti che però non riescono ad adattarsi ed a comprendere il mondo degli adulti, così distante dal loro, in quanto ritenuto troppo ipocrita, corrotto ed a volte egoista. Forse questi giovani non se ne rendono nemmeno conto, ma il malessere che essi provano nel venire a contatto col mondo delle generazioni adulte è per loro talmente grande da scaturire fuori con tutta la forza possibile. Ancora una volta pertanto Del Monte si dimostra essere acuto osservatore, critico e profondo psicologo del mondo dell'infanzia che si contrappone a quello falso e per esso incomprensibile degli adulti. Degli adulti, anche in questa occasione, descritti come individui per lo più distratti, indaffarati ed incapaci a mantenere intatta e compatta la realtà della famiglia che hanno costruito e soprattutto del tutto incapaci ad assumersi le responsabilità dei propri ruoli e dei propri eventuali errori. L'unica che riesce a mettersi in discussione è proprio la scrittrice che comunque, è vissuta sino ad ora isolata dagli altri ma che riesce finalmente a mettersi in discussione ed a comprendere, od a voler comprendere, il mondo dei giovani per lei del tutto sconosciuto.
Molto bravi, oltre ovviamente a Laura Morante, i due giovani attori, per lo più esordienti, che interpretano i due giovani disagiati.
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riccardomansani
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lunedì 21 aprile 2014
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rettifica
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Chiedo scusa. nel mio commento precedente ho scritto Zanda volendo scivere Zonta.
Riccardo Mansani
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riccardomansani
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lunedì 21 aprile 2014
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perplessità sulle recenzioni
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Leggo la recenzione di Zanda e mi domando che senso abbia il periodo: "Nevrotica e in partenza imminente per l'estero, la giornalista si prende l'intervista e lascia la bambina a causa di un "incidente", un ritardo di consegna, separata dal marito, questi avrebbe dovuto prenderla con sé per qualche giorno, ma un ritardo di 24 ore (cose che succedono solo nei film!)."
Sempre più spesso accade in rete, ma anche sui giornali, di leggere frasi come questa comprensibili solo a seguito di intuizioni o illuminazioni che sono la negazione del concetto stesso di linguaggio.
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Leggo la recenzione di Zanda e mi domando che senso abbia il periodo: "Nevrotica e in partenza imminente per l'estero, la giornalista si prende l'intervista e lascia la bambina a causa di un "incidente", un ritardo di consegna, separata dal marito, questi avrebbe dovuto prenderla con sé per qualche giorno, ma un ritardo di 24 ore (cose che succedono solo nei film!)."
Sempre più spesso accade in rete, ma anche sui giornali, di leggere frasi come questa comprensibili solo a seguito di intuizioni o illuminazioni che sono la negazione del concetto stesso di linguaggio. Ciò mi sembra dovuto spesso alla trasandatezza dei gestori del sito e altrettanto spesso al pressappochismo degli autori. Vogliammo impeggnarci tutti quanti a resistere a questo degrado della lingua:
1) Ponendo più attenzione a ciò che si scrive. C'è qualcuno, cui è destinato il messaggio, che dovrà leggerlo e capirlo;
2) Impaginando il sito pensando non solo alla composizione dell'immagine o al risparmio degli spazzi;
3) Segnalando le sciatterie e le sempre più frequenti incompresibilità.
Ringrazio tutti coloro che vorranno aderire al mio invito.
Riccardo Mansani
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tudor
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sabato 12 aprile 2014
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bello e insolito
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Bello e insolito, anche se fragile, non certo facile. Un piccolo gioiello.
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