La luna su Torino |
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Un film di Davide Ferrario.
Con Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Daria Pascal Attolini.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2013.
- Academy Two
uscita giovedì 27 marzo 2014.
MYMONETRO
La luna su Torino
valutazione media:
2,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film inutiledi Gianni QuiliciFeedback: 1078 | altri commenti e recensioni di Gianni Quilici |
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sabato 29 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di Davide Ferrario ho apprezzato diversi film da Tutti giù per terra a Guardami, da Dopo mezzanotte a La strada di Levi. La luna su Torino, invece, mi ha deluso e annoiato. L’ho trovato un film inutile, perché mi ha lasciato poco. Mi ha lasciato, all’inizio, soltanto quella possibile magia notturna sulla Torino per l’originalità delle inquadrature, il montaggio inventivo, la musica adeguata e quella voce fuori campo su quel 45esimo parallelo, che attraversa Torino e simbolicamente la divide tra il Polo Nord e l’Equatore, e che lasciava presagire un film originale e forse magico.
Invece questa possibile magia, quel desiderio di trovare la “leggerezza calviniana” o la pensosità leopardiana, di cui il regista ha parlato, è, a mio parere, fallita.
Ed è fallita per i personaggi banali, privi di consistenza psicologica e ideologica, né profondi, ma neppure leggeri. Si potrebbe obiettare: Ferrario non cercava la leggerezza nella profondità, come invece, per fare due esempi recenti, sono riusciti a trovare Woody Allen in Blue Jasmine o Guillaume Gallienne in Tutto sua madre, a dare, cioè, leggerezza a dei drammi.
Davide Ferrario ha creato tre personaggi, intorno a cui ruota il film. Questi vivono una precarietà esistenziale: dei sentimenti e degli stessi propositi per il futuro, a cui qualunquisticamente sfuggono. Non ci sono in loro domande, né ricerche e neppure dramma, infelicità. Di fronte a questo universo il regista aveva una possibilità: fare cinema. Rendere questi personaggi parodistici cinematograficamente, giocando sul ritmo che trova la gag, sulla felicità delle battute. Trovare quella felicità, che è il messaggio dichiarato del film, non dai personaggi, ma dal film stesso, dalla sua creatività. Invece il ritmo del film è fiacco, le battute banali, le citazioni letterarie e cinematografiche fuori contesto, il riferimento metaforico di Torino senza un plausibile senso e le sequenze virano più verso la farsa che la commedia. Peccato!
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