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gabriella
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sabato 8 febbraio 2014
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gloria scappa senza far rumore....
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Gloria è una donna di 58 anni, divorziata, con un lavoro impiegatizio, dei figli grandi con i quali ha sporadici rapporti, il più delle volte comunica tramite le loro segreterie telefoniche, ha la passione del ballo e di sera si reca nelle balere dove spera di trovare un po' di compagnia alla sua vita solitaria. Conosce Rodolfo, separato anche lui, ma ancora con moglie e figlie a carico, pronto a soddisfare loro qualsiasi richiesta, sempre e soltanto quando si tratta di sborsare denaro. La loro relazione presenta da subito delle difficoltà, non riesce lui a mettersi totalmente in gioco, a rischiare e investire su un rapporto, anche se attratto dalla donna e dalla sua vivace esuberanza. Dal canto suo, lei non l'aiuta di certo invitandolo a una festa di compleanno del figlio e poi lo estromette per ricordare i vecchi tempi davanti a un album di fotografie con l'ex marito.
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Gloria è una donna di 58 anni, divorziata, con un lavoro impiegatizio, dei figli grandi con i quali ha sporadici rapporti, il più delle volte comunica tramite le loro segreterie telefoniche, ha la passione del ballo e di sera si reca nelle balere dove spera di trovare un po' di compagnia alla sua vita solitaria. Conosce Rodolfo, separato anche lui, ma ancora con moglie e figlie a carico, pronto a soddisfare loro qualsiasi richiesta, sempre e soltanto quando si tratta di sborsare denaro. La loro relazione presenta da subito delle difficoltà, non riesce lui a mettersi totalmente in gioco, a rischiare e investire su un rapporto, anche se attratto dalla donna e dalla sua vivace esuberanza. Dal canto suo, lei non l'aiuta di certo invitandolo a una festa di compleanno del figlio e poi lo estromette per ricordare i vecchi tempi davanti a un album di fotografie con l'ex marito. Il potere seduttivo che inevitabilmente viene a mancare con l'avanzare degli anni sembra tuttavia non inibire la donna che è pronta alle sfide della vita e a scoprire e assaporare momenti non solo di tenerezza, ma anche quelli appaganti della passione, incurante di una macchina da presa invadente e indiscreta che indugia sugli inestetismi dei corpi dei due amanti. Gloria, che ha commesso degli sbagli in passato ( il fallimento del suo matrimonio), e che non riesce a tenere uniti gli affetti della sua vita, infatti i figli la esiliano dalle loro scelte, non si arrende e cerca di ritagliarsi una porzione di felicità, solo che lo fa con l'uomo sbagliato, troppo debole e codardo e che crede di essere un buon padre ostinandosi a proteggere e a provvedere al parassitismo delle figlie. L'unica cosa che le rimane è quella di una solitudine consapevole e non più sofferta di una donna che basta a sé stessa e che può anche permettersi il lusso e la civetteria di pavoneggiarsi in un ballo da sola.
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ennas
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venerdì 20 dicembre 2013
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cambiare, quanto ci costa!
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Nel film “Gloria” il regista punta la cinepresa sui “quasi anziani” immersi nella quotidianità: quando si sommano il cambiamento dovuto alle scelte personali e il cambiamento che prende per i capelli.
Gloria, la protagonista è una donna cinquantottenne vitale e dinamica come lo sono tantissime sue coetanee nel mondo di oggi e come tante, in questa fase della vita è alle prese con il vuoto.
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Nel film “Gloria” il regista punta la cinepresa sui “quasi anziani” immersi nella quotidianità: quando si sommano il cambiamento dovuto alle scelte personali e il cambiamento che prende per i capelli.
Gloria, la protagonista è una donna cinquantottenne vitale e dinamica come lo sono tantissime sue coetanee nel mondo di oggi e come tante, in questa fase della vita è alle prese con il vuoto. Un vuoto affettivo ed esistenziale fino a ieri riempito da una famiglia che si è frantumata. Lei cerca con difficoltà di mantenere vivo il legame con i figli e per darsi una “mossa” dalla routine di lavoro-casa-lavoro, nel tempo libero, si fionda nei luoghi dove si balla, si beve, ci si incontra e ci si approccia. E’ quì, infatti, che Gloria incontra Rodolfo e tra di loro scatta una scintilla di reciproco interesse che illumina in chiaroscuro l’intera storia: due solitudini che si incontrano e cercano di aprirsi all’altro.
Gloria è separata da un marito che ne ha scelto una più giovane, i suoi due figli vivono la propria vita distanti dalla madre, non solo fisicamente. Anche Rodolfo è separato, la sua separazione l’ha decisa per non implodere nella frustrazione: - pesavo 110 Kg , confessa a Gloria durante i loro incontri. Insieme alla chirurgia per ridurre la propria mole ha optato per un distacco fisico dalla famiglia – è andato a vivere da solo – ma nessuna chirurgia può servire per i legami a doppia mandata, Rodolfo ha una ex moglie che continua a sparargli aspettative che lui non può non ascoltare, a queste si aggiungono quelle di due figlie già adulte ma “bamboccione”.
Il linguaggio dell’eros è il più immediato a tutte le età : due corpi anche decrepiti, prescindendo da ogni estetismo, si trasmettono calore, tenerezza, voglia di vivere , può nascere così lillusione di un amore che invece rimane da costruire. Gloria e Rodolfo hanno in questo lo stesso problema, la difficoltà del cambiamento anche se Gloria appare più libera e determinata.
Una scena centrale del film ci mostra un pranzo che riunisce la famiglia di Gloria con il tentativo di questa di introdurvi Rodolfo, tentativo che fallisce miseramente: la donna viene “risucchiata “ dal proprio passato e Rodolfo viene eclissato prima di sparire fisicamente.
Rodolfo non è un macho: in lui sono più evidenti i segni della vecchiaia che avanza. Vorrebbe vivere questo nuovo legame non recidendo il suo passato e non riuscendovi si sottrae vigliaccamente alle attese di Gloria. Anche Gloria però è restia al cambiamento : questa protagonista imperversa nel film anche grazie all’attrice Paulina Garcia che la impersona: ha una presenza scenica straordinaria, da vera mattatrice della scena, l’intero film verte su di lei. Ma Gloria , nel suo cercare, rimane sempre uguale a se stessa , anche lei si sottrae alle richieste di Rodolfo e si “vendica” della sua inettitudine ridicolizzandolo, rimane identica nei suoi tentativi di evasione dalla solitudine, pur togliendosi alla fine gli occhiali, una protesi. Ci sono solitudini senza rimedio? Il quesito è sempre aperto .
Nonostante i pregi ho trovato noioso questo film : opinione poco condivisa. Mi è parsa buona l’intenzione ma monotona e ripetitiva la sua realizzazione.
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great steven
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venerdì 20 gennaio 2017
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la mutevolezza di un amore che fa da riempitivo.
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GLORIA (SP/CILE, 2013) diretto da SEBASTìAN LELIO. Interpretato da PAULINA GARCìA, SERGIO HERNàNDEZ, DIEGO FONTECILLA, FABIOLA ZAMORA
la vita di Gloria, cinquantenne dal sangue caldo e sempre incline al divertimento e alle emozioni forti, è segnata dalla solitudine da quando la donna si è separata dal marito che le ha dato due figli ormai grandi (il maggiore l’ha anche resa nonna di un nipotino), e ora cerca di trasformare la vuotezza dei suoi giorni tutti identici a sé stessi in un’autocelebrazione ininterrotta, drogandosi, dedicandosi a qualche piccolo eccesso e partecipando con ossessione a feste per adulti single.
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GLORIA (SP/CILE, 2013) diretto da SEBASTìAN LELIO. Interpretato da PAULINA GARCìA, SERGIO HERNàNDEZ, DIEGO FONTECILLA, FABIOLA ZAMORA
la vita di Gloria, cinquantenne dal sangue caldo e sempre incline al divertimento e alle emozioni forti, è segnata dalla solitudine da quando la donna si è separata dal marito che le ha dato due figli ormai grandi (il maggiore l’ha anche resa nonna di un nipotino), e ora cerca di trasformare la vuotezza dei suoi giorni tutti identici a sé stessi in un’autocelebrazione ininterrotta, drogandosi, dedicandosi a qualche piccolo eccesso e partecipando con ossessione a feste per adulti single. Quando però il suo peregrinare morale e interiore sembra poter trovare un acquietamento e una soddisfazione grazie all’incontro con Rodolfo, suo coetaneo anch’egli separato e padre di due figlie, Gloria sente su di sé una forte responsabilità: il rapporto amoroso che ella avvia con Rodolfo rimette in discussione il suo piccolo mondo incentrato unicamente sul culto di sé stessa e sul riempimento autoreferenziale di una vacuità che finisce sempre per turbarla, anziché appagarla come lei stessa vorrebbe. Credendo di far bene, Gloria invita l’uomo in una rimpatriata famigliare con l’ex consorte, la nuova moglie di lui, i figli e i rispettivi compagni, ma Rodolfo si sente messo da parte e scompare all’improvviso. Gloria tenta di ricontattarlo e vi riesce, ma quando decide di riallacciare la relazione affettiva con lui prendendo in affitto una stanza d’albergo, lui respinge nuovamente le sue attenzioni e ancora una volta scappa. Delusa e arrabbiata, Gloria si appropria di un fucile che le aveva regalato Rodolfo insieme alle munizioni trovate nel parco divertimenti che egli dirige per lavoro, va a casa sua e gli spara addosso proiettili di vernice di fronte alle due figlie. Sembrerebbe una fine amara e desolante, ma la donna ritorna a brillare ancora più di prima, riprendendo il suo calvario che è poi la ricerca di una felicità che adesso sa di possedere appieno. Innegabile carta vincente di questa insolita, efficace e molto divertente commedia drammatica è P. Garcìa, che sa calarsi nei panni della protagonista al tempo stesso con leggerezza e autoironia, professionalità e capacità di non prendersi sul serio, rivelando, oltre ad un incontestabile talento recitativo, anche una profondità analitica che le permette di insistere sui vizi di Gloria più che sulle sue (poche) virtù, in modo da rendere più che mai efficiente e produttivo il discorso esistenziale su un essere umano adulto di sesso femminile che non trova più un palliativo alla sua sofferenza di persona sola. Ecco spiegato il perché dei festini continui, delle ubriacature, degli spinelli, degli amori fugaci vissuti con delicatezza e civetteria e in generale di una disillusione che si autoalimenta senza sosta, rendendo la donna molto disincantata e incattivita nei confronti del mondo che la circonda. È un film imperniato sulle vite di perdenti, uomini e donne ormai cresciuti che vedono i propri figli andarsene di casa, crearsi una famiglia e abbandonare i genitori in balia delle loro indecisioni e insicurezze, senza più un appiglio cui aggrapparsi per recuperare in qualche modo sul piano affettivo, cosa che li farebbe più contenti, ma dalla quale inconsapevolmente fuggono per paura delle responsabilità e per la poca (o nulla) voglia di impegnarsi. L’ambiente in cui Gloria si muove è un pianeta di costanti distrazioni, popolato di fatuità, inconsistenze e frivolezze, in cui si fa presto a perdersi ma non altrettanto a trovare un senso alle proprie azioni, al contrario: grazie anche all’accortezza della sceneggiatura e alla perizia del regista (un S. Lelio grandissimo e irreprensibile), la pellicola descrive l’impossibilità per un adulto afflitto da solitudine cronica di ritrovarsi, reinventarsi e amare di nuovo con la stessa intensità con cui si adorava prima. Contributi tecnici di una qualità che è riduttivo definire meravigliosa: spiccano, per potenza espressiva, soprattutto la scenografia e il montaggio, per tacere (ma solo in senso ironico!) della colonna sonora, densa di canzoni in madrelingua iberica (la vicenda è ambientata in Cile) e musiche jazz che evocano un’atmosfera molto affine a quella creata dai dialoghi, tutti piuttosto sporadici ma capacissimi comunque di cogliere nel segno. E poi, sorpresa finale che nessuno si aspetterebbe: la Gloria di Umberto Tozzi, reinterpretata dall’autore in spagnolo! Un’inattesa e piacevolissima chicca conclusiva che impreziosisce un dramma popolare dai tratti intensi e che sa anche fare del sarcasmo su sé stesso avvalendosi di un occhio fortemente polemico sulla società odierna globalizzata e sulle implicazioni che comporta proprio a livello di conseguenze.
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rita branca
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venerdì 25 ottobre 2013
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vietato ai maggiori di…..
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Gloria, film (2013) di Sebastian Lelio con Paulina Garcìa, Sergio Hernàndez, Marcial Tagle, Diego Fontecilla, Fabiola Zamorra, Antonia Santamaria
Film drammatico che riempie il cuore di tristezza. Sembra essere la metafora del generalizzato pregiudizio che amore si coniuga solo con gioventù e bellezza che in questa opera sono appena sfiorati per sottolineare l’orrore della loro assenza.
Il tema è quello di Gloria, una cilena contemporanea che ha superato la mezza età, ha un matrimonio fallito alle spalle, dei figli che contatta regolarmente tentando di mantenere con loro un seppur minimo legame affettivo.
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Gloria, film (2013) di Sebastian Lelio con Paulina Garcìa, Sergio Hernàndez, Marcial Tagle, Diego Fontecilla, Fabiola Zamorra, Antonia Santamaria
Film drammatico che riempie il cuore di tristezza. Sembra essere la metafora del generalizzato pregiudizio che amore si coniuga solo con gioventù e bellezza che in questa opera sono appena sfiorati per sottolineare l’orrore della loro assenza.
Il tema è quello di Gloria, una cilena contemporanea che ha superato la mezza età, ha un matrimonio fallito alle spalle, dei figli che contatta regolarmente tentando di mantenere con loro un seppur minimo legame affettivo. Conduce una vita grigia: lavoro, casa, notti insonni per i rumorosi vicini e, avendo ancora voglia di vivere, a fine settimana, si dà una lustratina e frequenta una sala da ballo dove incontra, fra gli altri , Rodolfo, un signore benestante molto anziano che la nota subito per la sua tristezza. Anch’egli è separato da un anno ma, come lui stesso afferma, solo dalla moglie, perché come si sa, dai figli non ci si separa mai completamente e lui continua a mantenere la sua ex famiglia, pur tentando, finalmente, di vivere lo spicchio di vita a cui ha diritto. Quest’uomo delicato e sensibile, capace di voli poetici, corteggia subito Gloria che, pur con sguardi fra commossi e arcigni, accetta le sue attenzioni e si fa coinvolgere in un rapporto totale senza esitazioni.
La cinepresa si sofferma implacabile sui loro corpi più che maturi, mettendo perfino un po’ a disagio l’osservatore che ne diventa involontario guardone un po’ disgustato.
Le incomprensioni sorgono subito nella coppia a causa delle differenti sensibilità, e si assiste al lento, inaspettato e inarrestabile emergere di una rabbia e una violenza marcatissima nella donna che lascia scossi. Nel tentativo di leggere più consapevolmente il messaggio del regista, si ripercorrono mentalmente i primi piani di Gloria in cui emergevano le labbra troppo sottili nella bocca lievemente storta, lo sguardo quasi cattivo nel lieve strabismo accentuato dalle palpebre cadenti.
Rappresentato in maniera assolutamente realistica, sconvolgente come solo la squallida realtà a volte può essere.
Rita Branca
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