silviafazi
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sabato 4 gennaio 2014
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peggio del primo film ma meglio del secondo
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Ed ecco nelle sale il nuovo film di checco zalone e gennaro nunziante, le aspettative sono altissime considerando gli incassi dei primi due film e "Sole a catinelle" non delude ma raddoppia il botteghino. la trama, molto attuale, narra le vicende di un padre piegato dalla crisi economica che tenta di regalare al figlio una dignitosa vacanza. Il film non mette molto a partire ricco di battute e vicende esilaranti a cui checco ci ha sempre abituate/i ci guida verso un'avventura fatta di risate, fortuna e ricchezza. Ebbene sì il nostro checco è lo sfigato più fortunato per eccellenza, che insegna a combattere la crisi con allegria e spensieratezza ma soprattutto con i SOLDI, infatti il film prende davvero vita solo grazie all'arrivo del denaro ed il figlio vede con ammirazione il padre solo quando incominciano a fare una vacanza da ricchi, una vera morale nel film non c'è poichè questa crisi che incombe sull'Italia si può risolvere solo col denaro, certo nel finale zalone smaschera i cattivi, ma ha comunque un retrogusto amarognolo; insomma pare che il regista crei gli ultimi due film solo per inserire un checco zalone e non per inventare una storia origale con importanti messaggi.
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Ed ecco nelle sale il nuovo film di checco zalone e gennaro nunziante, le aspettative sono altissime considerando gli incassi dei primi due film e "Sole a catinelle" non delude ma raddoppia il botteghino. la trama, molto attuale, narra le vicende di un padre piegato dalla crisi economica che tenta di regalare al figlio una dignitosa vacanza. Il film non mette molto a partire ricco di battute e vicende esilaranti a cui checco ci ha sempre abituate/i ci guida verso un'avventura fatta di risate, fortuna e ricchezza. Ebbene sì il nostro checco è lo sfigato più fortunato per eccellenza, che insegna a combattere la crisi con allegria e spensieratezza ma soprattutto con i SOLDI, infatti il film prende davvero vita solo grazie all'arrivo del denaro ed il figlio vede con ammirazione il padre solo quando incominciano a fare una vacanza da ricchi, una vera morale nel film non c'è poichè questa crisi che incombe sull'Italia si può risolvere solo col denaro, certo nel finale zalone smaschera i cattivi, ma ha comunque un retrogusto amarognolo; insomma pare che il regista crei gli ultimi due film solo per inserire un checco zalone e non per inventare una storia origale con importanti messaggi. Ciò non riguarda affatto per il primo film che oltre ad essere divertente troviamo una trama semplice ma molto più reale ed emozionante, dove appare il vero checco zalone che nel secondo film viene sostituito da un mr bean dei poverissimi e nel terzo film da una sorta di cugino di zalone; ebbene la psicologia del personaggio non è ben studiata e come già detto muta da film in film, in "Sole a catinelle" deludono anche gli altri personaggi e soprattutto la recitazione del figlio e della moglie di zalone, esageratamente insulsa. in conclusione il film non ha deluso le mie aspettative poichè si erano abbassate con il secondo film ma di certo non è nemmeno paragonabile a"Cado dalle nubi", rimane una pellicola divertente e un'ora e mezza da passare in allegria senza prete ndere una formidabile trama ma solo gustose battute.
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fabio1957
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giovedì 19 marzo 2015
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simpatico
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Difficile commentare un film di Zalone,si rischia di sembrare o superficiali o all'incontrario snob.Il giusto è nel mezzo come sempre,il lavoro è discreto,la storia divertente,i dialoghi spiritosi,Zalone molto simpatico, ma certamente non siamo di fronte a un capolavoro.Gli incassi stratosferici si spiegano con la voglia della gente di ridere,in un momento di grande incertezza e difficoltà,Zalone è al momento l'attore che più riesce a suscitare una sana ilarità,incarnando forse i vizi e i difetti più tipici dell'italiano medio.
Comunque simpatico
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enzo70
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sabato 9 gennaio 2016
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film semplice e estremamente gradevole
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Checco Zelone interpreta uno dei due italiani medi; e si perché la prima metà sono come il personaggio del film , irrimediabilmente ottimisti, cresciuti nel mito degli anni ottanta e di un successo che verrà; l’altra metà è composta dai disfattisti, indagatori alla Sherlock Holmes sui privilegi altrui, non credono nel proprio lavoro ma nella critica di quello degli altri. E anche in questa dicotomia sociale va inquadrato il successo di Zelone che in un panorama cinematografico, comunque, fortemente orientato dalla cultura dell’impegnato a ogni costo riesce a ritagliarsi un posto che di nicchia non è, viste i numeri delle sale.
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Checco Zelone interpreta uno dei due italiani medi; e si perché la prima metà sono come il personaggio del film , irrimediabilmente ottimisti, cresciuti nel mito degli anni ottanta e di un successo che verrà; l’altra metà è composta dai disfattisti, indagatori alla Sherlock Holmes sui privilegi altrui, non credono nel proprio lavoro ma nella critica di quello degli altri. E anche in questa dicotomia sociale va inquadrato il successo di Zelone che in un panorama cinematografico, comunque, fortemente orientato dalla cultura dell’impegnato a ogni costo riesce a ritagliarsi un posto che di nicchia non è, viste i numeri delle sale. In sole a catinelle Checco interpreta un trentenne venditore di aspirapolveri che ha promesso al figlio, bravissimo a scuola, un viaggio. La pagella del figlio è monotona, tutti dieci, come il portafoglio di Checco. E, quindi, il duo se ne va in Molise a casa di una zia avarissima in un paese in cui non ci sono bambini. Ma l’incontro con una ricca ragazza madre di un ragazzo autistico cambia la vacanza, che verrà passata tra ville fantastiche e yacht. Insomma, come dice Checco, con i comunisti. E a volte la verità fa ridere.
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greatsteven
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domenica 3 settembre 2017
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esagerazioni volute sui funamboli di trend attuali
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SOLE A CATINELLE (IT, 2013) diretto da GENNARO NUNZIANTE. Interpretato da CHECCO ZALONE, AURORE ERGUY, MIRIAM DALMAZIO, ROBERT DANCS, RUBEN APREA
Il produttore Pietro Valsecchi è disposto a rischiare il colpo grosso per la terza volta col regista Nunziante e l’attore Luca Pasquale Medici, e il bersaglio viene centrato in pieno, con una nuova commedia esilarante e divertente che porta in sala otto milioni di spettatori e sbaraglia oltre cinquanta milioni di euro d’incasso. Questa volta Checco è l’inserviente bistrattato di un albergo il cui compito è pulire i tappeti con gli aspirapolveri. Quando la moglie Daniela, che gli ha dato un intelligentissimo figlio di nome Nicolò, è costretta a lasciare il lavoro di operaia in fabbrica per un disguido del sindacato, anche Checco si licenzia, e tenta un’impresa (quasi) suicida: diventare imprenditore di sé stesso promuovendo aspirapolveri.
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SOLE A CATINELLE (IT, 2013) diretto da GENNARO NUNZIANTE. Interpretato da CHECCO ZALONE, AURORE ERGUY, MIRIAM DALMAZIO, ROBERT DANCS, RUBEN APREA
Il produttore Pietro Valsecchi è disposto a rischiare il colpo grosso per la terza volta col regista Nunziante e l’attore Luca Pasquale Medici, e il bersaglio viene centrato in pieno, con una nuova commedia esilarante e divertente che porta in sala otto milioni di spettatori e sbaraglia oltre cinquanta milioni di euro d’incasso. Questa volta Checco è l’inserviente bistrattato di un albergo il cui compito è pulire i tappeti con gli aspirapolveri. Quando la moglie Daniela, che gli ha dato un intelligentissimo figlio di nome Nicolò, è costretta a lasciare il lavoro di operaia in fabbrica per un disguido del sindacato, anche Checco si licenzia, e tenta un’impresa (quasi) suicida: diventare imprenditore di sé stesso promuovendo aspirapolveri. Sulle prime il successo gli arride, ma poi gli affari peggiorano e il pover’uomo finisce sul lastrico, tant’è che aveva promesso al figlio una vacanza da sogno se gli avesse portato a casa una pagella perfetta. Quando una valutazione di tutti dieci è in pronta consegna, Checco non può tirarsi indietro e, pur con la moglie mortalmente ferita e delusa, parte con Nicolò per il Molise nel tentativo di smerciare i suoi prodotti alla sua gigantesca e interminabile parentela di zii, nonni e cugini. Ospite col bambino della taccagna zia Ritella, Checco è nei guai fino al collo e rischia di ripiombare in bancarotta se non vende nemmeno un articolo entro una settimana, ma per sua fortuna entra nella sua vita Zoe, ricchissima e simpatica finanziera francese con figlio dal mutismo selettivo che Checco riesce per miracolo a guarirgli, grazie anche al prezioso aiuto di Nicolò, suo coetaneo. Zoe coglie la palla al balzo e presenta il rampante imprenditore, inguaribile ottimista, ad un’azienda di manager che vorrebbero ingannarlo e frodarlo delle sue ricchezze, ma l’affetto ormai instauratosi fra Checco e Zoe, la fiducia riconquistata nel figlio Nicolò e, tutto sommato, anche la lungimiranza economica e l’innegabile talento negli affari del protagonista condurranno ad una soluzione lieta che danneggerà esclusivamente chi voleva far del male con secondi fini. Conclusa la vita di lusso con Zoe, dove Checco s’era aperto un mondo sconosciuto in cui ha sperimentato il volo in paracadute, le piscine sfarzose, i parchi verdissimi all’aria aperta, gli hotel costosi, lo champagne e gli incontri con intellettuali snob, riallaccia il rapporto con Daniela e ha come unico problema da approntare la salatissima bolletta della zia molisana perché ha dimenticato di spegnere la stufetta prima di partire per la Liguria. Favola moderna che prende in giro gli stereotipi e affronta temi seri (disoccupazione, prestiti, bollette) col tocco anticonformista e sarcastico cui Zalone ha ormai abituato il pubblico che puntualmente lo premia con incassi da capogiro: la finta faciloneria, l’ignoranza simulata dietro cui si nascondono doti scaltre e furbesche oltre ogni oltraggio, il lieve bullismo berlusconiano che niente ha però di artificioso e il carisma di furbacchione che vede in tutte le azioni sbagliate degli altri un insulto alla benevolenza di un popolo sono gli ingredienti trionfanti di una pellicola comica che riesce a far meditare su argomenti di scottante attualità, avendo magari l’unico difetto di far prevalere la riflessione amara dai risvolti graffianti sul divertimento che punta alle risate fini a sé stesse. Intendiamoci: l’accusa ai sindacati, la critica ai radical chic, il dito puntato contro le vessazioni burocratiche, i soldi rubati per loschi scopi personali e le truffe imprenditoriali che spuntano come funghi divagando ovunque, costituiscono per intero un microcosmo che viene trattato alla stregua di verità sacrosante sull’Italia del Nuovo Millennio e sulla volgarità italiota che, dopo la fine della Prima Repubblica, ha gettato il Paese nella crisi stravolgendo politiche economiche e finanziamenti importanti, ma il desiderio di strappare un sorriso o, ancora meglio, di spassarsela con una carrellata di immagini quasi slapstick e mediante una comicità che racconta il mondo per come è senza manierismi né forzature, è un punto di forza insostituibile. Non si può infatti togliere al film del trio Nunziante-Zalone-Valsecchi il merito di tracciare, in meno di novanta minuti di durata, un quadro d’insieme che parte da piccoli particolari per narrare un universo di miseria, degrado morale, illusorietà inconsapevole e furberie contadinesche di quartiere che aizzano le polemiche alle storture di politica, economia e apparato amministrativo. Senza poi nulla togliere alla piccolezza, seppur simpatica e convincente, delle gag concatenate una dopo l’altra per innescare risate: le parolacce pronunciate per la prima volta da Nicolò; la guarigione dal silenzio deciso dell’introverso figlio di Zoe; i santini nella casa della zia avara che ritraggono gli innumerevoli parenti defunti; gli svenimenti di Daniela ogni volta che vede marito e figlio alla televisione che si sollazzano con allegria quasi vendicativa; gli interventi in pubblico di Zalone che infierisce sui marchi delle mozzarelle e sulla maternità delle donne lavoratrici; gli intendimenti logistico-ideologici fra padre e figlio su comunismo e omosessualità; gli insegnamenti di Checco sul valore e sull’importanza della ricchezza edonistica nella vita; le partite a golf, autentico veicolo da mattatore per uno Zalone in forma anche fisicamente e attento alle sottigliezze eleganti del comico mestierante. Funziona anche la già collaudata alternanza fra l’italiano funambolico a livello grammaticale e il pugliese che fuoriesce a viva forza dalle labbra mai pudiche del personaggio principale. Distribuito da Medusa.
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daniele grano
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domenica 9 marzo 2014
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record a catinelle
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Qual è la ricetta perfetta per superare ogni record al box office?
Luca Medici, in arte Checco Zalone, la conosce perfettamente, e nel suo terzo film, “Sole a Catinelle”, la mette in pratica come mai aveva fatto finora.
Tutto, dalla trama ai co-protagonisti, è sviluppato per esaltare il talento comico di Zalone: un padre squattrinato e tendenzialmente “pallonaro”, prototipo dell’italiano medio, che promette al figlio di dieci anni un fantastico viaggio per una pagella impeccabile.
La regia di Gennaro Nunziante è semplice, quasi elementare, mai niente di pretenzioso che possa mettere in ombra le gag del comico pugliese.
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Qual è la ricetta perfetta per superare ogni record al box office?
Luca Medici, in arte Checco Zalone, la conosce perfettamente, e nel suo terzo film, “Sole a Catinelle”, la mette in pratica come mai aveva fatto finora.
Tutto, dalla trama ai co-protagonisti, è sviluppato per esaltare il talento comico di Zalone: un padre squattrinato e tendenzialmente “pallonaro”, prototipo dell’italiano medio, che promette al figlio di dieci anni un fantastico viaggio per una pagella impeccabile.
La regia di Gennaro Nunziante è semplice, quasi elementare, mai niente di pretenzioso che possa mettere in ombra le gag del comico pugliese.
Da un paesino nel Molise a Portofino, dal rudere di una vecchia zia attaccata al denaro alle conoscenze con i più grandi imprenditori italiani, il viaggio padre-figlio affronta tutte le realtà che Zalone è in grado di prendere in giro.
Operai, businessmen, maestre, omosessuali, comunisti, capitalisti, massoni, tutti cadono nella rete dell’universo zaloniano, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione.
La risata è continua e costante, l’unico a tenere testa al “super papà” è proprio il piccolo Niccolò, interpretato da Robert Dancs.
I paragoni con i miti della comicità italiana si sprecano, c'è chi si sbilancia e chiama in causa addirittura Alberto Sordi ed il suo "In viaggio con papà"; chi, ancora paragona il modo di fare comicità di Zalone a quello del principe Totò.
Di contro, le critiche non mancano: da chi inorridisce di fronte ad un linguaggio "poco fine" a chi contesta le critiche troppo velate alla politica italiana.
Ma il personaggio Zalone è così, popolare, talvolta volgare ma mai banale, pessimo risultato dell'Italia berlusconiana (che critica, eccome se la critica).
Tutte le sfaccettature del Paese sono prese in giro dal Fantozzi dei giorni nostri, che però, a differenza del Ragionier Ugo, non è protagonista passivo ma piuttosto attivo.
Con “Che Bella Giornata” Checco Zalone aveva superato il record di incassi di un capolavoro come “La Vita è Bella”; per il momento, dopo il primo week end nelle sale, “Sole a Catinelle” raccoglie la bellezza di 20 milioni di euro.
L’ultimo baluardo da superare sarebbe Avatar, con i suoi 60 milioni di euro incassati in Italia, chissà come la prenderebbero ad Hollywood.
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gabriella
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martedì 8 luglio 2014
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una risata contro la crisi
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Visto un sabato sera in una rassegna estiva, alla quale sono andata poco entusiasta e poco convinta, non amo particolarmente i film comici, preferisco gli spettacoli alla “Aldo Giovanni e Giacomo”, per capirci non sono una fan di Checco Zalone, di cui avevo già visto “ Che bella giornata”e non capivo che avesse da ridere il pubblico in sala, per cui non mi aspettavo niente di particolare.
Un venditore di aspirapolveri con moglie cassaintegrata, dal quale è separato, promette una vacanza da sogno al figlio se questi prenderà una pagella costellata di dieci, cosa che avviene, da qui il dilemma, cosa fare se non ne ha le possibilità? Il suo spirito ottimista a ogni costo e una serie di fortunate circostanze, fanno in modo che la vacanza diventi realmente un sogno che si realizza, e anche di più, fino al rientro a casa, riappacificazione con la moglie e chi più ne ha più ne metta.
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Visto un sabato sera in una rassegna estiva, alla quale sono andata poco entusiasta e poco convinta, non amo particolarmente i film comici, preferisco gli spettacoli alla “Aldo Giovanni e Giacomo”, per capirci non sono una fan di Checco Zalone, di cui avevo già visto “ Che bella giornata”e non capivo che avesse da ridere il pubblico in sala, per cui non mi aspettavo niente di particolare.
Un venditore di aspirapolveri con moglie cassaintegrata, dal quale è separato, promette una vacanza da sogno al figlio se questi prenderà una pagella costellata di dieci, cosa che avviene, da qui il dilemma, cosa fare se non ne ha le possibilità? Il suo spirito ottimista a ogni costo e una serie di fortunate circostanze, fanno in modo che la vacanza diventi realmente un sogno che si realizza, e anche di più, fino al rientro a casa, riappacificazione con la moglie e chi più ne ha più ne metta. Film senza pretese, se non lo scopo di far sorridere e dimenticare i guai della crisi che attanaglia il nostro paese. C'è qualche battuta simpatica, ironia e divertimento, Zalone, nel suo viaggio per l'Italia in compagnia del figlio, si diverte a buttare nel calderone una fitta schiera di personaggi che incontra strada facendo, quali psicologi, maestri di yoga, registi d'avanguardia, il jet set e le sue ipocrisie, naturalisti, ecc. ecc., con fare disinvolto e burlone. Diciamo che stavolta qualche risata me la sono fatta pure io,non dico che andrei tutti i giorni a vedere film di questo genere, ma credo che se ogni tanto ci si disimpegna non sia un gran male. Pensiamo a quando abbiamo amici a cena, in mezzo a tanti discorsi più o meno seri, c'è anche il momento della battuta, degli aneddoti, delle cose futili e leggere, della risata, per cui, una volta l'anno, film di questo tipo, ci può anche stare.
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renatoc.
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domenica 19 marzo 2017
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zalone sfonda!
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Buon film rilassante e divertente col nuovo tipo di comicità introdotta da Checco Zalone! Lasciato il lavoro di uomo delle pulizie d'albergo per trovare un lavoro che gli dia più soddisfazione il buon Checco, tornando a casa trova la moglie licenziata! Incattivita per aver preso le cose troppo alla leggera se na va da sua medre e Checco, per stare col figlio Nicolò, gli promette una indimenticabile vacanza se in pagella avesse preso tutti 10! Il che avviene ed al buon Checco, povero, non rimane che portare il figlio da una vecchia zia! Nel loro successivo girovagare, perchè il figlio voleva tornare a casa, incontrano Zoe, una bella donna francese che ha un figlio, Lorenzo, muto per motivi psicologici! Il figlio di Zalone riesce però a farlo parlare e i due ragazzi diventano amici! La madre Zoe, felicissima, chiede a Checco di rimanere loro ospiti, nel timore che partendo Nicolò, Lorenzo torni muto! Zoe si affeziona molto a Checco, il quale, ospite di una donna bella e ricca, comincia a spassarsela in banchetti e su yoth lussuosi! Una sera, mentre Zoe fa il bagno in piscina invita Checco a fare il bagno con lei, e lì stava per scoppiare la scintilla che li avrebbe uniti in una nuova relazione! Proprio mentre sta per tuffarsi, Checco riceve una telefonata dalla moglie che, fingendo gli dice di avere trovato un nuovo compagno! In quel momento capisce di essere ancora innamorato della moglie e torna a casa col figlio! Zoe, intanto acquista la ditta dove lavorava la moglie di Checco e la riassume assieme a tutte le sue colleghe! Lito fine: la moglie di Checco, anche lei innamorata, ritorna in famiglia ed il figlio Nicolò è felice e contento! E Zoe? Assume Checco come dirigente nella sua azienda e rimangono buoni amici! Certo che per Checco la tentazione di mettersi con Zoe è stata molto forte, e solo un momento di gelosia nei confronti della moglie gli fa capire che il suo vero amore era leI! Divertente.
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Buon film rilassante e divertente col nuovo tipo di comicità introdotta da Checco Zalone! Lasciato il lavoro di uomo delle pulizie d'albergo per trovare un lavoro che gli dia più soddisfazione il buon Checco, tornando a casa trova la moglie licenziata! Incattivita per aver preso le cose troppo alla leggera se na va da sua medre e Checco, per stare col figlio Nicolò, gli promette una indimenticabile vacanza se in pagella avesse preso tutti 10! Il che avviene ed al buon Checco, povero, non rimane che portare il figlio da una vecchia zia! Nel loro successivo girovagare, perchè il figlio voleva tornare a casa, incontrano Zoe, una bella donna francese che ha un figlio, Lorenzo, muto per motivi psicologici! Il figlio di Zalone riesce però a farlo parlare e i due ragazzi diventano amici! La madre Zoe, felicissima, chiede a Checco di rimanere loro ospiti, nel timore che partendo Nicolò, Lorenzo torni muto! Zoe si affeziona molto a Checco, il quale, ospite di una donna bella e ricca, comincia a spassarsela in banchetti e su yoth lussuosi! Una sera, mentre Zoe fa il bagno in piscina invita Checco a fare il bagno con lei, e lì stava per scoppiare la scintilla che li avrebbe uniti in una nuova relazione! Proprio mentre sta per tuffarsi, Checco riceve una telefonata dalla moglie che, fingendo gli dice di avere trovato un nuovo compagno! In quel momento capisce di essere ancora innamorato della moglie e torna a casa col figlio! Zoe, intanto acquista la ditta dove lavorava la moglie di Checco e la riassume assieme a tutte le sue colleghe! Lito fine: la moglie di Checco, anche lei innamorata, ritorna in famiglia ed il figlio Nicolò è felice e contento! E Zoe? Assume Checco come dirigente nella sua azienda e rimangono buoni amici! Certo che per Checco la tentazione di mettersi con Zoe è stata molto forte, e solo un momento di gelosia nei confronti della moglie gli fa capire che il suo vero amore era leI! Divertente. happy-end e buon insegnamento morale!
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lucyelisa
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martedì 26 novembre 2013
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spassolo ed arguto
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Spassoso ed arguto. Travolgente la verve comica di Luca Medici , nel ruolo di un padre con un lavoro precario di venditore di aspirapolveri porta a porta- separato da una moglie cassa integrata - che vuole a tutti i costi mantenere la promessa di una vacanza fatta al figlioletto. Ci riuscirà grazie una serie fortunata di coincidenze e di stravaganti incontri. Checco Zalone irride ,con intelligenza e sottile ironia e senza mai scadere nella trivialità ( si perdona qualche parolaccia quasi innocente) , una serie di fenomeni attuali non risparmiando le costruzioni teoriche di certi psicologi ,gli stili di vita radical chic , i riti della consorterie massoniche ,l'ipocrisia di certi gala di beneficenza , la vuota retorica di alcuni sindacalisti, le trame dei finanzieri intrallazisti, le velleità intellettualoidi di un certo cinema sperimentale ,con gag sempre esilaranti : irresistibile quella in cui ,con la sua genuina fisicità, irrompe sul set nel monologo dell'attrice inappetente.
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Spassoso ed arguto. Travolgente la verve comica di Luca Medici , nel ruolo di un padre con un lavoro precario di venditore di aspirapolveri porta a porta- separato da una moglie cassa integrata - che vuole a tutti i costi mantenere la promessa di una vacanza fatta al figlioletto. Ci riuscirà grazie una serie fortunata di coincidenze e di stravaganti incontri. Checco Zalone irride ,con intelligenza e sottile ironia e senza mai scadere nella trivialità ( si perdona qualche parolaccia quasi innocente) , una serie di fenomeni attuali non risparmiando le costruzioni teoriche di certi psicologi ,gli stili di vita radical chic , i riti della consorterie massoniche ,l'ipocrisia di certi gala di beneficenza , la vuota retorica di alcuni sindacalisti, le trame dei finanzieri intrallazisti, le velleità intellettualoidi di un certo cinema sperimentale ,con gag sempre esilaranti : irresistibile quella in cui ,con la sua genuina fisicità, irrompe sul set nel monologo dell'attrice inappetente. Davvero amabile e gradevole il giovanissimo attore che interpreta il figlio ,preparato ed aggiornato su tutto che imbecca continuamente il padre (il regista si ispira, forse , ad Homer e Lisa Simpson del celebre cartoon ) ma senza mai scadere nel clichè del bambino secchione e saccente. Altrettanto gradevoli altri bozzetti come la zia molisana, parsimoniosa fino all'ultimo respiro .Bella la fotografia con i paesaggi molisani e gradevole anche la colonna sonora.
Il film regala 90 minuti di sorriso ed anche se non ha certo ambizioni da Oscar né la pretesa di un analisi sociologica dell'Italia in tempo di crisi , il fatto che abbia risollevato le difficili sorti di molte sale cinematografiche nazionali con incassi record è già, un buon motivo per apprezzarlo .
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gianleo67
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domenica 16 febbraio 2014
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soldi...pardon, sole a catinelle!
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Checco, piazzista di aspirapolveri e consumista compulsivo viene lasciato dalla moglie cassintegrata a causa della sua eccessiva prodigalità, finendo così sul lastrico. Per recuperare il rapporto con il figlio, diligente studente elementare, gli promette una fantastica vacanza in caso di un pieno successo scolastico pur sapendo di non poterselo permettere. Il ragazzo riesce ad ottenere un 'en plein' di dieci e lode mettendo in difficoltà lo sprovveduto genitore...
La premiata ditta Nunziante-Zalone sforna il terzo successo di botteghino consecutivo (dopo 'Cado dalle nubi' e 'Ma che bella giornata') sulla falsariga di un collaudato canovaccio comico che unisce la messa alla berlina delle contraddizioni sociali e culturali dell'Italia dei nostri giorni (la crisi economica, la compulsione consumistica,l'arrivismo sociale, i modelli mediatici del successo facile, lo spregiudicato rampantismo finanziario, le striscianti discriminazioni politiche e culturali) con il vulcanico istrionismo di un attore che interpreta,con buffonesca condiscendenza, la furbesca mediocrità dell'italiano medio quale novello Zelig pronto ad impersonare il ruolo che le contingenti necessità della situazione gli impongono.
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Checco, piazzista di aspirapolveri e consumista compulsivo viene lasciato dalla moglie cassintegrata a causa della sua eccessiva prodigalità, finendo così sul lastrico. Per recuperare il rapporto con il figlio, diligente studente elementare, gli promette una fantastica vacanza in caso di un pieno successo scolastico pur sapendo di non poterselo permettere. Il ragazzo riesce ad ottenere un 'en plein' di dieci e lode mettendo in difficoltà lo sprovveduto genitore...
La premiata ditta Nunziante-Zalone sforna il terzo successo di botteghino consecutivo (dopo 'Cado dalle nubi' e 'Ma che bella giornata') sulla falsariga di un collaudato canovaccio comico che unisce la messa alla berlina delle contraddizioni sociali e culturali dell'Italia dei nostri giorni (la crisi economica, la compulsione consumistica,l'arrivismo sociale, i modelli mediatici del successo facile, lo spregiudicato rampantismo finanziario, le striscianti discriminazioni politiche e culturali) con il vulcanico istrionismo di un attore che interpreta,con buffonesca condiscendenza, la furbesca mediocrità dell'italiano medio quale novello Zelig pronto ad impersonare il ruolo che le contingenti necessità della situazione gli impongono. Pur procedendo attraverso l'accumulo di fatti e situazioni comiche puramente pretestuose, il filo narrativo riesce a riciclare con una certa efficacia lo schema classico del 'viaggio con papà' nella abusata contrapposizione tra una prevedibile crisi coniugale cui porre rimedio e la smodate (s)manie di protagonismo di un animale da palcoscenico pronto a riciclarsi ad ogni occasione rubando la scena agli scafati quanto incauti rappresentanti di una razza padrona che sembra ora sottovalutarlo ora commettere l'errore fatale di scendere al suo livello tra le classiche gag di una spassosa commedia degli equivoci. Cinema a bassissimo peso specifico e non privo stridenti di contraddizioni produttive (compare a bella posta e in più inquadrature lo spot di un famoso sponsor telefonico), quello di Zalone, tuttavia si regge sulle spassose contaminazioni tra l'estemporanea freschezza del linguaggio televisivo (quale contemporaneo aggiornamento di una più tradizionale rivista comica) e la versatilità del riuscito interprete di una mediocrità provinciale che si tinge di gustose sfumature regionalistiche (dove prima era la Puglia dell'emigrazione forzosa e degli stereotipi omofobici qui è il Molise di moribonde nonnine affette da atavica avarizia). A condire questo leggerissimo piatto estivo per palati più o meno raffinati le belle musiche di Luca Medici (alias Checco Zalone) che lo stesso interpreta con il consueto piglio parodistico da 'one man show' e la indovinatà originalità e per gli inserti fumettistici che fanno da simpatico corollario ai titoli di testa e di coda. Soldi...pardon, sole a catinelle.
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cinema.it
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venerdì 10 gennaio 2014
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il boom di zalone!!
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Un film adatto a chi vuole staccare per un pò la spina, dimenticare lo stress e i problemi quotidiani. Risate sopra risate, certo forse si potrebbero " eliminare vocaboli poco consoni ad un pubblico non adulto " ma infondo è un aspetto trascurabile, dato che il significato che vuole trasmettere il film è l' " OTTIMISMO ", l' ottimismo in un moento di crisi in cui bisogna essere forti e saper rinunciare agli sfizi apprezzando le piccole cose; e quale esmpio migliore di un padre che, pur divorziando, senza un centesimo, promette al figlio una vacanza da sogno, per renderlo felice?! E anche se con un pizzico di fortuna, ci riesce, grazie al suo ottimismo, quello che in questo periodo servirebbe un pò a tutti noi, " OTTIMISMO " !!!
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