guidozong
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giovedì 14 aprile 2011
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the ward, il maestro ci introduce nel suo reparto
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Appena vista la prima scena, ho capito di stare per assistere a qualcosa di speciale. Atmosfere da film anni '80 ottimamente inserito nel 2011, una tensione costruita sagacemente con maestria e mano di mestiere, attrici e attori mai sopra le righe e perfettamente calati nel "Reparto", e colpi di scena che, seppur guidati dalla regia del Maestro, fanno ugualmente sussultare sulla sedia. E, su tutto, quel senso di oppressione che deriva dal costruire una situazione da assedio, quasi ci si trovi in un fortino, circondati da invisibili nemici, siano essi gli assalitori del Distretto 13, o l'alieno di La Cosa, o gli zombi di Fog. E riguardo al tema del film, il Maestro lo prende per mano e lo rielabora in modo personale, e analitico, velando di realtà il mondo da "delirio" della ragazza protagonista, con una meravigliosa virata finale sugli aspetti della malattia e sui metodi di cura della stessa.
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Appena vista la prima scena, ho capito di stare per assistere a qualcosa di speciale. Atmosfere da film anni '80 ottimamente inserito nel 2011, una tensione costruita sagacemente con maestria e mano di mestiere, attrici e attori mai sopra le righe e perfettamente calati nel "Reparto", e colpi di scena che, seppur guidati dalla regia del Maestro, fanno ugualmente sussultare sulla sedia. E, su tutto, quel senso di oppressione che deriva dal costruire una situazione da assedio, quasi ci si trovi in un fortino, circondati da invisibili nemici, siano essi gli assalitori del Distretto 13, o l'alieno di La Cosa, o gli zombi di Fog. E riguardo al tema del film, il Maestro lo prende per mano e lo rielabora in modo personale, e analitico, velando di realtà il mondo da "delirio" della ragazza protagonista, con una meravigliosa virata finale sugli aspetti della malattia e sui metodi di cura della stessa. Sorge perciò nello spettatore, dalla visione del film, una domanda sui suddetti metodi di cura della malattia mentale, guidati anche dalla magistrale prova di recitazione del dottore che ha in cura Alice, e dalla sua ferrea determinazione nel voler arrivare ad un risultato senza adoperare mezzi estremi e drastici, su cui, controvoglia, deve giocoforza fare affidamento. E nasce un dilemma intimista, una lotta interiore, una dicotomia dottore e paziente, frammentati e combattuti in quel delirio in cui si è rifugiata la ragazza. Ho colto anche rimandi e citazioni ad altre pellicole, di genere e non. L'esterno del Sanatorio, per esempio, occhieggia all'Overlook Hotel di Shining, come pure la guardiola dell'infermiera fa il pari con quella de "Qualcuno volò sul nido del cuculo", e l'arrivo dell 'ambulanza all'ospedale ricorda l'arrivo di un'altra ambulanza, in un altro ospedale, nelle scene iniziali di "Il seme della follia", dello stesso Carpenter. Una citazione particolare per la fotografia di Yaron Orbach, efficace, essenziale, pulita, e costruita con eleganza superba e perfezione estrema., a partire dai titoli di testa, che già svelano tutto del film in quello spezzettarsi di vetro e fotografie. Un tema difficile, e tutto al femminile, gestito con forza e spessore, che dimostra come l'horror non stia solamente nelle moderne favole da videoclip, fracassone e sanguinarie, ma senz'anima. John Carpenter dirige alla sua maniera, da vecchio cineasta, consapevole di amare il cinema e anche gli spettatori, mostrando per essi rispetto e donando loro ciò che si aspettano.
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xcacel
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sabato 19 maggio 2012
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un rilancio da serie b
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Mah...guardo le altre recensioni e mi viene da sorridere..."ritorno in grande stile del maestro dell'horror"... Premetto che alcuni film di Carpenter sono strepitosi, "La Cosa" e " 1997 fuga da NY" su tutti, ma qua siamo decisamente ad un livello molto piú mediocre. Banale, gratuito, ripetitivo nelle varie scene e scopiazzato qua e là, il film si trascina in qualche maniera fino al declamato "finale a sorpresa", che poi é un flop colossale e banalissimo.
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Mah...guardo le altre recensioni e mi viene da sorridere..."ritorno in grande stile del maestro dell'horror"... Premetto che alcuni film di Carpenter sono strepitosi, "La Cosa" e " 1997 fuga da NY" su tutti, ma qua siamo decisamente ad un livello molto piú mediocre. Banale, gratuito, ripetitivo nelle varie scene e scopiazzato qua e là, il film si trascina in qualche maniera fino al declamato "finale a sorpresa", che poi é un flop colossale e banalissimo. La ragazza-mostro sembra quella di "the ring" o di mille altri horror giapponesi, e che Carpenter debba ricorrere al vecchio trucco del mostro che spunta da dietro o dallo specchio, con un sussulto della musica, be' tutto questo mi sembra molto deludente.
"L'inquietante" trama del film é la ricostruzione di una storia successa anni prima, per qualche motivo nascosta, che la protagonista tenta di ricostruire... Si, anche questo sembra un cliché visto e rivisto. In realtà di "inquietante" ho trovato ben poco. Carpenter si accontenta di qualcosa di simile ad un horror di serie B, non rendendosi conto che questo genere di film é passato di moda. Se era scomparso dalle scene per quasi dieci anni, evidentemente, c'era un motivo. Da evitare se avevate un bel ricordo di questo regista.
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[+] giuro...
(di francesco2)
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mr.duff
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lunedì 30 maggio 2011
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poco carpenter poca originalità
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La storia non è molto "carpentiana" mentre il modo di girare il film decisamente si!Anche se manca una signora musica, quelle usate sono efficaci e d'effetto. La storia parte bene e si fa pian piano scontata e prevedibile ma il finale per niente perchè spiazza! (anche se tutto è tranne che originale)
E' pure vero che un horror così puro e senza molte pretese non si vedeva da molto in giro, ogni tanto è bello rigustare quella corrente classica che ormai si è perduta con l'avanzare degli anni (Saw,Hostel e il 3D)L'attrice protagonista è stata la scelta più azzeccata (si ripeterà la storia come per Jamie Lee Curtis?Se dovesse succedere ha tutta la mia approvazione perchè è un'attrice espressiva,bella e di carattere) Nel complesso è un discreto horror che spaventa ma non troppo e che ti coinvolge per come è stato diretto ma si poteva osare di più,sfruttare meglio il tutto.
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renato volpone
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martedì 5 aprile 2011
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colpo di scena finale
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Dopo Sucker Punch ecco un altro film ambientato in un ospedale psichiatrico. Anche in questo caso sono delle ragazze giovani imprigionate loro malgrado in un reparto di un grande vecchio palazzo. Siamo nel 1966 e la ricostruzione degli arredi del periodo è davvero fantastica. La storia si dipana attorno alla figura di Kirsten, una nuova nuova arrivata che deve condividere gli spazi diurni con le compagne e le ore della notte con una figura mostruosa che diventa sempre più presente e feroce. Il soggetto è interessante e il colpo di scena finale davvero particolare, ma l'azione non è mai completamente realizzata, indecisa tra il giallo psicologico e l'horror cruento, non completandosi di fatto nè nell'uno nè nell'altro.
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ginger snaps
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martedì 31 maggio 2011
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repetita iuvant
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se come dice questa locuzione latina "le cose ripetute aiutano", allora si potrebbe aprezzare questo film e non metterlo tra i " fatti e rifatti" Mi dispiace molto per il regista John Carpenter, ma lo ritengo un vero fiasco. Troppo ispirato al bellissimo Shutter Islan, e troppo poco curato nei minimi particolari, devo ammettere che non mi è piaciuto. Prevedibile e sommario, sia nelle scene che nei dialoghi. Non si capisce nulla dei personaggi che ruotano intorno al protagonista e sia la sceneggiatura che la fotografia non hanno nulla che sembri Horror. La fantasmagorica figura dello spettro è una maschera di carnevale e senza ricorrere a trucchi cinematografici troppo sofisticati, ma ad oggi potevano fare certamente di meglio.
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se come dice questa locuzione latina "le cose ripetute aiutano", allora si potrebbe aprezzare questo film e non metterlo tra i " fatti e rifatti" Mi dispiace molto per il regista John Carpenter, ma lo ritengo un vero fiasco. Troppo ispirato al bellissimo Shutter Islan, e troppo poco curato nei minimi particolari, devo ammettere che non mi è piaciuto. Prevedibile e sommario, sia nelle scene che nei dialoghi. Non si capisce nulla dei personaggi che ruotano intorno al protagonista e sia la sceneggiatura che la fotografia non hanno nulla che sembri Horror. La fantasmagorica figura dello spettro è una maschera di carnevale e senza ricorrere a trucchi cinematografici troppo sofisticati, ma ad oggi potevano fare certamente di meglio. VERO anche che Carpenter non l'ho mai ne capito e apprezzato, ma dopo 10 anni di assenza doveva esordire con qualcosa di veramente interessante
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[+] giusto
(di tecmec)
[ - ] giusto
[+] e se non hai mai capito e apprezzato carpenter..
(di vapor)
[ - ] e se non hai mai capito e apprezzato carpenter..
[+] l'arte è oggettiva. il gusto no.
(di borazio)
[ - ] l'arte è oggettiva. il gusto no.
[+] la bellezza è oggettiva. i gusti no
(di borazio)
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