laulilla
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domenica 5 dicembre 2010
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un progetto di giovani per vivere di musica
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Opera prima del regista francese Christopher Thompson, questo è un film su un gruppo di giovani amici che, a Parigi, negli anni '80, dopo l' adolescenza, pensano di realizzare il sogno, coltivato da anni, di creare una band di musicisti rock, forti del successo che già ottengono, esibendosi ogni sera in un locale parigino: il Bus Palladium, appunto.
Manu, Lucas, Jacob Mario e Philippe vivono questo sogno con adesione più o meno profonda, secondo il modo più o meno convinto col quale ciascuno di essi accetta il principio di realtà, preparando, cioè, comunque, un'alternativa all'eventuale fallimento del progetto. Il più fragile di questi ragazzi sembra essere Manu, il cantante estroso e creativo, quello che scommette davvero solo sul successo del gruppo, e che è assolutamente incapace di immaginare il suo futuro al di fuori di esso.
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Opera prima del regista francese Christopher Thompson, questo è un film su un gruppo di giovani amici che, a Parigi, negli anni '80, dopo l' adolescenza, pensano di realizzare il sogno, coltivato da anni, di creare una band di musicisti rock, forti del successo che già ottengono, esibendosi ogni sera in un locale parigino: il Bus Palladium, appunto.
Manu, Lucas, Jacob Mario e Philippe vivono questo sogno con adesione più o meno profonda, secondo il modo più o meno convinto col quale ciascuno di essi accetta il principio di realtà, preparando, cioè, comunque, un'alternativa all'eventuale fallimento del progetto. Il più fragile di questi ragazzi sembra essere Manu, il cantante estroso e creativo, quello che scommette davvero solo sul successo del gruppo, e che è assolutamente incapace di immaginare il suo futuro al di fuori di esso. Nonostante un promettente esordio nel mondo dello Star System, la band, che si è battezzata Lust (lussuria), incontrerà parecchie difficoltà, alcune delle quali sono legate alle ferree leggi della discografia, cioè di un mondo che pretende di produrre continue novità, senza alcun rispetto dei bisogni e dei limiti dei singoli musicisti; mentre altri problemi si aggiungeranno quando una donna, Laura, una "groupie", susciterà l'amore sia di Manu, sia di Lucas che, dopo essere stati amici inseparabili, diventeranno rivali. Lucas, mal sopportando la concorrenza sentimentale, deciderà di mettere a frutto la sua laurea in architettura, lasciando il gruppo (determinandone perciò il disfacimento) e abbandonando Manu al suo destino, quasi inevitabile, di drogato che nella sregolatezza e nella trasgressione crederà di compensare le sue delusioni, mantenendo viva la sua ormai inutile vena creativa.
Il film ci parla, quindi, di una difficile maturazione, in un mondo in cui poca attenzione viene dedicata a un'età fra le più difficili, nella quale spesso i giovani vengono lasciati soli e dei quali vengono sottovalutate le necessità profonde, che non sempre coincidono con le ragioni del solo guadagno a qualsiasi costo. Il tema non è fra i più originali, ma viene trattato con mano abbastanza sicura dal regista che, nella sua precedente esperienza di attore e di sceneggiatore, ha potuto constatare direttamente, con ogni probabilità, la crudeltà con cui vengono stroncate le speranze e le illusioni di molti giovani. La musica, pur essendo largamente presente nel film, non costituisce la struttura intorno alla quale viene costruita la narrazione, ma semmai accompagna con il suo diverso modularsi, i momenti di gioia, di incertezza e di disperazione che costituiscono l'ossatura del racconto. Buona la recitazione degli attori, bellissima e raffinata la fotografia, che ben corrisponde alle diverse esigenze espressive che si alternano nel film.
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alessio trerotoli
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mercoledì 4 maggio 2011
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sogni di rock n roll
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Un film che inizia con “Let it Loose” dei Rolling Stones e termina sulla sigaretta accesa di “Rock n Roll Suicide” di David Bowie: nel mezzo un bel po’ di bella musica ed il sapore di un film retrò, dal sapore vintage, che suona come un vinile da collezione: forse un po’ troppo stereotipato, e vagamente simile allo splendido “Almost Famous” di Cameron Crowe, ma cosa importa? Ecco cosa succede quando il cinema racconta con modestia e capelli spettinati il sogno di un gruppo di ragazzi, uno di quei sogni che magari non vivremo mai, al quale però riusciamo a prestare l’orecchio al punto da coglierne appieno il sound.
Lucas torna a Parigi dopo un anno di stage in architettura e ritrova gli amici di un tempo, soprattutto Manu, l’amico fraterno: ispirati dalla cultura musicale inglese degli anni 60 e 70, i due cominciano a comporre musica per la loro band, i Lust.
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Un film che inizia con “Let it Loose” dei Rolling Stones e termina sulla sigaretta accesa di “Rock n Roll Suicide” di David Bowie: nel mezzo un bel po’ di bella musica ed il sapore di un film retrò, dal sapore vintage, che suona come un vinile da collezione: forse un po’ troppo stereotipato, e vagamente simile allo splendido “Almost Famous” di Cameron Crowe, ma cosa importa? Ecco cosa succede quando il cinema racconta con modestia e capelli spettinati il sogno di un gruppo di ragazzi, uno di quei sogni che magari non vivremo mai, al quale però riusciamo a prestare l’orecchio al punto da coglierne appieno il sound.
Lucas torna a Parigi dopo un anno di stage in architettura e ritrova gli amici di un tempo, soprattutto Manu, l’amico fraterno: ispirati dalla cultura musicale inglese degli anni 60 e 70, i due cominciano a comporre musica per la loro band, i Lust. Dopo aver trovato un ingaggio per una serata nel celebre Bus Palladium, locale di Pigalle, il loro sogno musicale comincia ad essere realtà. Ma i sogni si sa, sono come bolle di sapone, e quando si toccano con mano a volte si sciolgono: l’arrivo della splendida Laura ed il confronto con il successo rischiano di rendere l’avventura dei Lust una meteora di rock, passione e amicizia.
Il fascino delle atmosfere anni 80 di Parigi, la sua luce algida e i suoi comignoli fumanti, come le sigarette dei protagonisti: un film musicale, se proprio lo si vuole etichettare, con il più classico dei triangoli amorosi, e tanti (tutti?) cliché sul rock, dal tour in pulmino alle groupie, dal leader geniale e sregolato al sesso, un accenno di droga e qualche lutto. Eppure il film funziona, con i suoi riff e i suoi assoli, e l’insegnamento di una vita da vivere non ieri, non domani, ma oggi. Sotto l’occhio di una cinepresa in super8 infatti (altro dettaglio dal sapore vintage, come le polaroid di Lucas), Manu definisce la sua idea di musica, e di vita, racchiudendo in tre semplici parole tutta l’essenza del film, raccolta al volo dal titolo italiano: «Il Rock siamo Noi. Insieme. Adesso».
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