stefano pariani
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mercoledì 26 gennaio 2011
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film educativo e un po' didascalico
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Claireece "Precious" Jones (l'esordiente Gabourey Sidibe) è una ragazza di sedici anni che, come tante della sua età, fa parecchi sogni. Sogna di essere famosa, di avere un fidanzato bellissimo, di essere al centro dei flash dei fotografi mentre la folla la acclama. Sogna di essere una modella e di indossare colorati abiti alla moda. Precious sogna, appunto, perchè la realtà che vive è molto diversa. Violentata dal padre fin da piccola, è rimasta incinta due volte e subisce violenze e maltrattamenti quotidiani dalla madre (Mo'Nique, premiata con l'Oscar per questo ruolo), che vede in lei non la figlia, ma la donna-rivale che le ha portato via l'uomo.
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Claireece "Precious" Jones (l'esordiente Gabourey Sidibe) è una ragazza di sedici anni che, come tante della sua età, fa parecchi sogni. Sogna di essere famosa, di avere un fidanzato bellissimo, di essere al centro dei flash dei fotografi mentre la folla la acclama. Sogna di essere una modella e di indossare colorati abiti alla moda. Precious sogna, appunto, perchè la realtà che vive è molto diversa. Violentata dal padre fin da piccola, è rimasta incinta due volte e subisce violenze e maltrattamenti quotidiani dalla madre (Mo'Nique, premiata con l'Oscar per questo ruolo), che vede in lei non la figlia, ma la donna-rivale che le ha portato via l'uomo. Vive ad Harlem in una realtà povera e degradata, è analfabeta, emarginata e obesa. L'incontro con un'assistente sociale e l'insegnante di una scuola speciale "alternativa" aiuteranno Precious a comunicare, a farla sentire Claireece, una donna vera e non solo un "prezioso" quanto deturpato aggettivo, libera di scegliere, di amare e di trovare strade diverse da quelle che sembravano già segnate. Mettere leggerissime ali di farfalla ed uscire dal pesante involucro è l'unico modo per volare sopra tutte le brutture vissute. Con stile sobrio e a tratti documentaristico, Lee Daniels, produttore dello splendido "Monster's ball - L'ombra della vita", firma un'opera credibile, con buoni momenti drammatici, alternati ad altri ironici (su tutti la scena della "Ciociara" rivissuta in bianco e nero da Precious e sua madre). Più interessante quando si concentra sulle vicende di Precious, il film è invece convenzionale nel descrivere gli ambienti poveri dei ghetti di Harlem e della sua gente e talvolta esagera nel marcare la perfidia della madre, che rischia di scivolare nel macchiettistico. Nel complesso un buon film, educativo e un po' didascalico.
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giovanna
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lunedì 3 gennaio 2011
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150 kg di fatica di vivere
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Gabourey Sidibe, l’esordiente protagonista, invade da subito, con la sua gigantesca stazza, lo schermo e, con un effetto debordante, sembra scendere in sala, tanto che ne sentiamo l’afrore e il tremore.
Impossibile non prendere atto della sua fisicità extra -large e di quel che si nasconde dietro, mano mano che si dipana la sceneggiatura premio Oscar, tratta dal romanzo “Push”di Sapphire, pubblicato in Italia dalla Fandango .
Violentata dalla vita sullo sfondo di un’America reganiana, si trascina per forza d’inerzia tra lo squallore di casa sua, i vicoli di Harlem, i tavoli di Mc Donald, una scuola inabilitata ad aiutarla.
Lei ha 16 anni e non sa né leggere nè scrivere, ma ha due figli dal padre e molte sberle dalla madre.
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Gabourey Sidibe, l’esordiente protagonista, invade da subito, con la sua gigantesca stazza, lo schermo e, con un effetto debordante, sembra scendere in sala, tanto che ne sentiamo l’afrore e il tremore.
Impossibile non prendere atto della sua fisicità extra -large e di quel che si nasconde dietro, mano mano che si dipana la sceneggiatura premio Oscar, tratta dal romanzo “Push”di Sapphire, pubblicato in Italia dalla Fandango .
Violentata dalla vita sullo sfondo di un’America reganiana, si trascina per forza d’inerzia tra lo squallore di casa sua, i vicoli di Harlem, i tavoli di Mc Donald, una scuola inabilitata ad aiutarla.
Lei ha 16 anni e non sa né leggere nè scrivere, ma ha due figli dal padre e molte sberle dalla madre.
Emarginata tra gli emarginati, fa finalmente un incontro ok, con un’insegnante che sa instillarle il virus dell’autostima, più potente persino del virus dell’ HIV, che, siccome, come ognun sa, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo, colpisce Precious, alla quale nel frattempo ci siamo legati per la vita.
150 kg di dolore, tenerezza, voglia di uscirne, che son piaciuti a tanti, dall’ Indipendent Spirit Awards, al Sundance e alla cerimonia dei Golden Globe, ai 60 premi raccolti in 38 festival internazionali.
Premio Oscar a Mo’nique come attrice non Protagonista nella parte della terribile madre Mary, in un monologo finale da manuale.
Lee Daniels conferma la sua propensione a raccontare storie al limite, con delicato tocco empatico scevro da fastidiosi retorici atteggiamenti didascalici. A questo proposito ho trovato geniale l’utilizzo di spezzoni de La Ciociara a rievocare l’abuso subito dalla ragazza sottraendolo al contingente e proiettandolo in un altrove filmico.
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nalipa
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lunedì 27 dicembre 2010
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pazzasco!
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A Torino questo film é presente solo in una sola sala....incredibile!!!
Comunque finalmente l'ho visto.
La storia di questa ragazzza obesa, disadattata, abusata, incompresa é talmente ben girata che si ha la sensazione di vivere quasi il disagio e la tristezza in prima persona.
Il disagio perché il mondo degli "uomini" é crudele e ne fai parte....la tristezza perché molte Precious non hanno la forza, o la capacità o la fortuna di ascoltare chi magari con una sola parola può aiutare a prendere coscenza per tentare di cambiare .
Nonostante la pesantezza degli argomenti trattati il regista é stato molto abile ad alleggerire qua e la' con immagini piene di colore e musica (mi riferisco ai sogni di Precious).
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A Torino questo film é presente solo in una sola sala....incredibile!!!
Comunque finalmente l'ho visto.
La storia di questa ragazzza obesa, disadattata, abusata, incompresa é talmente ben girata che si ha la sensazione di vivere quasi il disagio e la tristezza in prima persona.
Il disagio perché il mondo degli "uomini" é crudele e ne fai parte....la tristezza perché molte Precious non hanno la forza, o la capacità o la fortuna di ascoltare chi magari con una sola parola può aiutare a prendere coscenza per tentare di cambiare .
Nonostante la pesantezza degli argomenti trattati il regista é stato molto abile ad alleggerire qua e la' con immagini piene di colore e musica (mi riferisco ai sogni di Precious).
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lady libro
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lunedì 27 dicembre 2010
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un bel film
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Un film molto bello ed educativo, che affronta tematiche molto forti...
Mi è piaciuto molto, anche se l'ho trovato un po' crudo...
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astromelia
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giovedì 16 dicembre 2010
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finale poco credibile
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storia di emarginazione socio/culturale condita di violenza fine a se stessa,l'associazione con IL SOLISTA mi sembra perfetta,peccato per il finale fiabesco e poco credibile che la protagonista se ne vada con 2 figli e dove? gli americani riescono sempre a ricamare anche le trame più truci,in questo caso vorrei aver letto il libro per capire se la trasposizione cinematrografica ricalca la concezione originale....
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100spindle
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martedì 14 dicembre 2010
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da non perdere
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GRANDE FILM.
AFFRONTA TEMI PIUTTOSTO SCONTATI MA RIESCE A COINVOLGERE COME RARAMENTE ACCADE CON UN FILM. LA PROTAGONISTA BRUTTA E SFACCIATAMENTE OBESA CATTURA I SENTIMENTI E L'ATTENZIONE COME UNA VERA CALAMITA. NON E' POSSIBILE DISINTERESSARSI A LEI E SI FINISCE PER CONDIVIDERE TUTTE LE SUE SVENTURE E LA SUA FORZA.
MERITA SICURAMENTE UNA MENZIONE PER BELLEZZA E BRAVURA PAULA PATTON.
NON CAPISCO COME MAI E' ARRIVATO NELLE NOSTRE SALE SONO DOPO UN ANNO DALLA SUA USCITA.
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grianne
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domenica 12 dicembre 2010
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ci vuole fegato per cambiare
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La vita di Clareece Jones, meglio nota come Precious, non è serena: obesa, tiranneggiata dalla madre, incinta del padre che la violenta da quando aveva tre anni e che le ha già dato una figlia. Cacciata da scuola perché aspetta un bambino ha la possibilità di riscattare se stessa e il suo futuro grazie all’aiuto di una nuova scuola e della professoressa che la segue, spronandola ad investire sulla sua formazione. Ambientato a Harlem nel 1987, Precious è la seconda opera di Lee Daniels, già regista con Shadowboxer (2005). Un progetto ambizioso, che cerca di essere portavoce di quella realtà afroamericana nascosta nell’ombra, di cui non si parla o la si mitizza nell’eroe di turno che riesce ad evadere e a diventare qualcuno nel mondo dello sport o dello spettacolo, grazie a particolari doti.
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La vita di Clareece Jones, meglio nota come Precious, non è serena: obesa, tiranneggiata dalla madre, incinta del padre che la violenta da quando aveva tre anni e che le ha già dato una figlia. Cacciata da scuola perché aspetta un bambino ha la possibilità di riscattare se stessa e il suo futuro grazie all’aiuto di una nuova scuola e della professoressa che la segue, spronandola ad investire sulla sua formazione. Ambientato a Harlem nel 1987, Precious è la seconda opera di Lee Daniels, già regista con Shadowboxer (2005). Un progetto ambizioso, che cerca di essere portavoce di quella realtà afroamericana nascosta nell’ombra, di cui non si parla o la si mitizza nell’eroe di turno che riesce ad evadere e a diventare qualcuno nel mondo dello sport o dello spettacolo, grazie a particolari doti. Anche la protagonista di questo film sogna la fama, l’apparire, i flash dei fotografi che impazzano solo per lei e un uomo al suo fianco, orgoglioso e innamorato. Ma questa non è una favola a lieto fine: non ci sarà l’ambizioso produttore che la scopre tra la massa e la porta via in limousine, per fare di lei una star. Per questo qui si può parlare di realtà: Precious vuole a tutti i costi cambiare vita, ma senza cercare quello che non ha, facendo leva solo sulle sue capacità, proprio perché, a differenza di quello che molti pensano di lei, non è una persona stupida.
Una storia amara, fatta di emozioni trattenute e silenzi mascherati sotto valanghe di parole volgari, pronunciate da una ragazzina di sedici anni costretta a diventare donna troppo in fretta. Numerose però sono le fantasie che dimostrano la sua vera età: le foto che prendono vita rincuorandola, il vedersi diversa allo specchio, fantasticare su un improbabile innamoramento del professore di matematica nei suoi confronti. A sporcare tutto questo ci pensano i momenti di vita reale, i pregiudizi della gente, le angherie della madre gelosa di lei per le attenzioni dedicatele dal suo “uomo” e per i figli messi al mondo. La grande forza della ragazza è saper essere sorda a queste provocazioni, rifugiandosi furbescamente in un’altra vita, facendo scaturire nella sua mente i sogni fluorescenti che rappresentano il futuro tanto desiderato.
Premio del pubblico al Sundance Film Festival, sei nomination e due Oscar, un Golden Globe: dopo un anno dall’uscita in America, Precious arriva anche in Italia, in attesa di ulteriori riconoscimenti da parte di spettatori che non cercano un divertente passatempo per una serata piatta, ma piuttosto un film su cui riflettere.
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nicoladp
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domenica 12 dicembre 2010
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straordinario
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Stupendo, un film da non perdere assolutamente.
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angelo umana
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mercoledì 8 dicembre 2010
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tutti sappiamo fare qualcosa
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Precious Jones è una ragazza 16enne informe, inespressiva, inconsapevole, subisce una vita assurda nella famiglia dov’è nata, vittima del padre che l’ha ingravidata due volte e della madre frustrata. Si trasforma in una creatura aggraziata quando vede sé stessa splendere davanti a dei fans immaginari; i suoi rifugi sono solo immaginati infatti e la aiutano nei drammi, quando sembra che tutto possa esplodere. E’ un film violento, oltreché per la vita che si conduce in quella famiglia anche per noi spettatori che stiamo nel comodo della nostra borghesia e veniamo catapultati nella suburbia di Harlem, da non raccapezzarcisi.
La redenzione per lei ha le fattezze di una scuola “alternativa”, la Each One Teach One, inevitabilmente è la cultura che le fa prendere coscienza, e il confronto con altre ragazze in situazioni più che problematiche, di Harlem, del Bronx o di simili posti tra i più “in” di New York.
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Precious Jones è una ragazza 16enne informe, inespressiva, inconsapevole, subisce una vita assurda nella famiglia dov’è nata, vittima del padre che l’ha ingravidata due volte e della madre frustrata. Si trasforma in una creatura aggraziata quando vede sé stessa splendere davanti a dei fans immaginari; i suoi rifugi sono solo immaginati infatti e la aiutano nei drammi, quando sembra che tutto possa esplodere. E’ un film violento, oltreché per la vita che si conduce in quella famiglia anche per noi spettatori che stiamo nel comodo della nostra borghesia e veniamo catapultati nella suburbia di Harlem, da non raccapezzarcisi.
La redenzione per lei ha le fattezze di una scuola “alternativa”, la Each One Teach One, inevitabilmente è la cultura che le fa prendere coscienza, e il confronto con altre ragazze in situazioni più che problematiche, di Harlem, del Bronx o di simili posti tra i più “in” di New York.
Avrebbe potuto essere un film tetro e cupo, è addolcito invece da canzoni (Mariah Carey e Lenny Kravitz nel cast) e da scene imbrillantate, le realtà “irreali” che Precious si disegna, e dal posto amico che la scuola è per lei. Grande la interpretazione di Mo’nique, nel film madre di Precious. Chissà perché, però, troppi film americani finiscono “bene”, sarà l’ottimismo, e chissà perché poi il successo è immaginato o ambientato solo nel mondo rutilante dello spettacolo.
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(di medory)
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silvianovelli
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martedì 7 dicembre 2010
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everybody is good in something
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Un film sul quale non posso che esprimemermi in maniera entusiasta: "Precious", diretto da Lee Daniels e basato su un romanzo di Sapphire. Avevo letto molto di questo film qualche mese fa, quando è stato premiato con il premio speciale della giuria al Sundance Festival. Inoltre ha ottenuto due Oscar 2010 (per la miglior attrice non protagonista Mo’nique nel ruolo della madre e per la sceneggiatura non originale) e decine di premi tra Golden Globe e altri festival internazionali.
La storia è molto forte, è quella di una ragazzina afroamericana di harlem, Clareece Precious Jones (Gabourey Sidibe), obesa e abusata dal padre fin dall'età di tre anni, da cui ha avuto una prima figlia affetta della sindrome di down e di cui è nuovamente incinta.
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Un film sul quale non posso che esprimemermi in maniera entusiasta: "Precious", diretto da Lee Daniels e basato su un romanzo di Sapphire. Avevo letto molto di questo film qualche mese fa, quando è stato premiato con il premio speciale della giuria al Sundance Festival. Inoltre ha ottenuto due Oscar 2010 (per la miglior attrice non protagonista Mo’nique nel ruolo della madre e per la sceneggiatura non originale) e decine di premi tra Golden Globe e altri festival internazionali.
La storia è molto forte, è quella di una ragazzina afroamericana di harlem, Clareece Precious Jones (Gabourey Sidibe), obesa e abusata dal padre fin dall'età di tre anni, da cui ha avuto una prima figlia affetta della sindrome di down e di cui è nuovamente incinta. La madre, mentalmente squilibrata, la tortura fisicamente e psicologicamente. Nel film viene più volte da chiedersi se le disgrazie di Precious non siano troppo enfatizzate, della serie "Capitano proprio tutte a lei", però se si dice che le sventure non vengono mai da sole ci sarà un perché.
La storia di Precious è agghiacciante ma raccontata con lievità, con grazia, a tratti con humour che riesce a sdrammatizzare anche il peggio. Nei momenti più drammatici Precious si fa dei film mentali dove si immagina superstar che percorre il red carpet, che sorride ai flash dei fotografi, che bacia un bel ragazzo. Lustrini, pallets e lusso che cozzano con la realtà di squallore e miseria che lei vive quotidianamente, lei che è un genio in matematica ma che, quando l'insegnate della scuola alternativa dove la ragazza è iscritta le domanda che cosa sa fare, dice "Niente". Ed è allora che l'insegnante le dice che non è possibile, che tutti sono bravi in qualcosa, e da lì comincia per Precious la lenta riscossa. Perchè è possibile, perchè è giusto, perchè ognuno ha il diritto di giocarsi la sua carta e di dimostrare cosa sa fare. Un film da vedere, senza temere eccessi di retorica o di buonismo, c'è spazio solo per un messaggio di speranza e attaccamento alla vita.
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