g_andrini
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venerdì 4 maggio 2012
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retorico.
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Esprime la situazione palestinese, fatte di furberie, anche tra amici. Bella la scelta di non aver doppiato, è veramente piacevole sentir parlare in arabo, inglese e giapponese, con i sottotitoli sempre puntuali e chiari. E' un film di un certo livello, da degustare.
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molenga
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mercoledì 7 settembre 2011
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strana commistione.
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Film che mi ha lasciato interdetto...tecniche e musiche giapponesi che contribuiscono a giapponesizzare anche l'ambientazione mediorientale,un ottimo protagonista disperato perché i ladri gli hanno rubato il sogno di una vita, la macchina...con lui alla ricerca del bottino una ragazza giapponese che saltella come un passero e pare uscita da un incubo porno-lisergico. Signori di tel aviv che sembrano degli yakuza e la versione giapponese di "que serà serà"...molto confuso, a mio avviso non riesce a essere tragicomico come vorrebbe e sembra incompiuto. c'è anche un cammeo della tv italiana.
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renato volpone
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martedì 6 settembre 2011
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onirico e surreale
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Film molto particolare, sul momento pensi all'assurdo, ma si ride, le gag poi te le ricordi e sono davvero fantastiche. La storia è quella di Elzober che si compra una Subaru, ma gli viene subito rubata. Siamo al confine tra Israele e la Palestina, in una città famosa per i ladri d'auto. tutto il film è volto alla ricerca della macchina perduta, Personaggi strani e misteriosi, ma simpaticissimi. Sembra di essere catapultati in un monto antico e moderno allo stesso tempo, con l'ingenuità e la naturalezza dei personaggi. Assolutamente da vedere in lingua originale con i sottotitoli. Bellissime le canzoni in giapponese, tra le quali "che sarà, sarà".
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Film molto particolare, sul momento pensi all'assurdo, ma si ride, le gag poi te le ricordi e sono davvero fantastiche. La storia è quella di Elzober che si compra una Subaru, ma gli viene subito rubata. Siamo al confine tra Israele e la Palestina, in una città famosa per i ladri d'auto. tutto il film è volto alla ricerca della macchina perduta, Personaggi strani e misteriosi, ma simpaticissimi. Sembra di essere catapultati in un monto antico e moderno allo stesso tempo, con l'ingenuità e la naturalezza dei personaggi. Assolutamente da vedere in lingua originale con i sottotitoli. Bellissime le canzoni in giapponese, tra le quali "che sarà, sarà".
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flyanto
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martedì 6 settembre 2011
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ladri di macchine alla giapponese
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Film che vorrebbe richiamare, senza riuscirci, la tematica di "Ladri di biciclette" descrivendo le peripizie del protagonista al fine di ritrovare la propria auto rubata. Ma il surrealismo, la poca probabilità di alcune scene ed il lieto fine non raggiungono affatto la grandezza di De Sica. Interessante invece la ripresa degli affascinanti luoghi del territorio israeliano dove il film è stato girato.
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rongiu
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domenica 4 settembre 2011
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qui si vive una vita ricca e piena.
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"Qui si vive una vira ricca e piena".
Sono queste le parole che più mi son piaciute. Sono queste le parole, mi par di capire, che danno in modo garbato l'imprinting al film del regista \ Kazuya Ogawa /. Sono sempre queste le parole che l'intero mondo spera di poter ascoltare dalle popolazioni arabe ed israeliane.
Ed è' sempre in modo seriamente ironico che il nostro Elzober \ Akram Telawe / si rivolge all'unico Dio || lanciando il suo appena velato appello per la pace. Una pace difficilissima da raggiungere || quando implora: - Mi dispiace, so che non dovrei ubriacarmi.
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"Qui si vive una vira ricca e piena".
Sono queste le parole che più mi son piaciute. Sono queste le parole, mi par di capire, che danno in modo garbato l'imprinting al film del regista \ Kazuya Ogawa /. Sono sempre queste le parole che l'intero mondo spera di poter ascoltare dalle popolazioni arabe ed israeliane.
Ed è' sempre in modo seriamente ironico che il nostro Elzober \ Akram Telawe / si rivolge all'unico Dio || lanciando il suo appena velato appello per la pace. Una pace difficilissima da raggiungere || quando implora: - Mi dispiace, so che non dovrei ubriacarmi... Ma, ma... Mi hanno rubato la macchina. Me l'hanno rubata! Tu dove sei? Dove sei? Mi hanno rubato la macchina! Mi hanno rubato la macchina. E ora? Perché io? Cosa ho fatto? Cosa? Ho lavorato tutta la mia vita. Avanti e indietro, dal lavoro a casa. Perché? Dopo vent'anni, compro una macchina e me la rubano. L'hanno rubata! Perché Dio? Perché solo a me? Questa è la terra dei miracoli. Solo un piccolo miracolo. Ridammi la macchina. -
E continua...
- Mosè stava davanti al Mar Rosso, sollevò il bastone, diede un colpo... e aprì un'autostrada. E Gesù, che camminò sul lago di Tiberiade... E io... voglio volare... Voglio volare! Voglio volare su questa città, per guardare... vedere tutti, sto volando... Visto? Sto volando, vedete? Vi osservo da quassù...
E' una lamentazione ed una supplica a mio parere, molto bella. \ Un grazie anche alla cosceneggiatrice Giuliana Mettini /.
Dunque, un'auto rubata, panorami stupendi, un matrimonio che sta per saltare, solidarietà etnica, personaggi in grado di prevedere il futuro, figuri poco raccomandabili che fungono da mediatori, e tanto, tanto, altro ancora; il tutto affrescato con un colore il "rosa auspicio".
E' un film commedia? Si, lo è; con tematiche di sottofondo non tanto leggere. Film non doppiato in italiano. Fluido.
Good Click!
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astromelia
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mercoledì 31 agosto 2011
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francamente......imbarazzante
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neanche volendo mi sono entusiasmata a questa pellicola,evidentemente sono film che funzionano per il mercato orientale,non capisco che contributo possano dare alla cinematografia mondiale,e suddividono gli spettatori tra chi si accontenta di un prodotto senza arte ne parte e chi ama film impegnativi con sceneggiature almeno plausibili.qui si rasenta il ridicolo e l'insignificante trama,il finale poi non è definito chiaramente,ma comunque non dò la sufficienza,da evitare
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linus2k
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mercoledì 31 agosto 2011
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un piccolo film in rosa...
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Spaesati. La prima sensazione vedendo “Pink Subaru” di Ogawa Kazuya è di completo spaesamento, un film sulla Palestina e Israele, raccontato da una giapponese, con la canzone “Che sarà sarà” in versione nipponica di sottofondo… Due le cose: o lasciare immediatamente tutto o provare a seguire quello che si manifesta da subito e sempre di più durante lo svolgimento, una surreale e deliziosa Babele contemporanea.
Per una volta dimentichiamo intifada, terrorismo, fame, sofferenza… Il film viaggia in uno stato di grazia pacifico in cui puoi confondere etnie e la commistione tra le varie nazionalità (israeliana, palestinese, giapponese, italiana) si confondono e si confrontano in maniera assolutamente naturale.
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Spaesati. La prima sensazione vedendo “Pink Subaru” di Ogawa Kazuya è di completo spaesamento, un film sulla Palestina e Israele, raccontato da una giapponese, con la canzone “Che sarà sarà” in versione nipponica di sottofondo… Due le cose: o lasciare immediatamente tutto o provare a seguire quello che si manifesta da subito e sempre di più durante lo svolgimento, una surreale e deliziosa Babele contemporanea.
Per una volta dimentichiamo intifada, terrorismo, fame, sofferenza… Il film viaggia in uno stato di grazia pacifico in cui puoi confondere etnie e la commistione tra le varie nazionalità (israeliana, palestinese, giapponese, italiana) si confondono e si confrontano in maniera assolutamente naturale. Utopia? Irrealtà?
Mah… io la chiamerei speranza.
Mi ha colpito un commento del regista, di come questo film sia nato da un suo viaggio in Palestina dove aveva scambiato al suo arrivo i fuochi d’artificio per bombardamenti… di come si fosse accorto che la gente va avanti, nonostante tutto, nonostante gli orrori… perché la necessità delle persone è la pace…
Ed il film parla di pace, non in maniera didascalica e petulante, ma nello spirito che emana, in quel rosa che contamina i vari personaggi surreali, molto naif, ma assolutamente irresistibili. Quel rosa dei ciliegi come il nome della ragazza giapponese, Sakura, come il vestito da bambolona(decisamente molto kitch e tanto nippo) che Sakura veste allegramente in mezzo alle strade Palestinesi, come il colore della Subaru… Quel rosa “che porta fortuna”.
La storia? Semplicissima. Elzober, cuoco musulmano in un sushi bar di Tel Aviv, dopo anni di sacrifici compra un’auto, una subaru, per accompagnare la sorella al matrimonio.. La sua felicità per l’acquisto finisce presto perché nel giro di un giorno la Subaru viene rubata e tutto il film racconta dei tentativi di tutti i personaggi che ruotano intorno a Elzober ed alla sua famiglia, di ritrovarla…
Il tutto raccontato con questo guazzabuglio multietnico e multilinguistico in maniera ironica, naif, a volte molto ingenua, con un’alternanza di momenti comici, realisti, surreali fin quasi magici…
Un film che non credo si riuscirà a vedere distribuito in maniera capillare e non so se faranno l’errore grave di doppiarlo, ma una commedia che merita, che diverte e lascia quel flebile, delicato senso di leggerezza finale, che non fa male.
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pruoffc
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martedì 30 agosto 2011
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consigliato
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