|
|
steffa
|
venerdì 5 dicembre 2025
|
proprio brutto
|
|
|
|
mio dio, un film proprio brutto, davvero malato
|
|
|
[+] lascia un commento a steffa »
[ - ] lascia un commento a steffa »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
paolorol
|
giovedì 14 marzo 2024
|
il lanthimos radicale
|
|
|
|
Un film radicale del primo Lanthimos, quello ancora lontano dalle megaproduzioni che lo hanno portato agli Oscar deprivandolo in parte della sua intensa forza espressiva. Un film diretto, onesto e determinato a smuovere qualcosa nella mente degli spettatori dotati di mente. Assolve diligentemente il suo compito destabilizzante utilizzando in modo accorto tutte le strategie, inclusa quella che di solito "ha più successo", ovvero il sesso.
Può capitare di tutto in un film, inclusi orrendi e perversi crimini, decapitazioni, torture, smembramenti & Co. Ma basta una scena di sesso per scatenare una reazione violenta, ovviamente da parte di un pubblico affetto da sessuofobia, malattia a quanto pare ancora molto di moda.
[+]
Un film radicale del primo Lanthimos, quello ancora lontano dalle megaproduzioni che lo hanno portato agli Oscar deprivandolo in parte della sua intensa forza espressiva. Un film diretto, onesto e determinato a smuovere qualcosa nella mente degli spettatori dotati di mente. Assolve diligentemente il suo compito destabilizzante utilizzando in modo accorto tutte le strategie, inclusa quella che di solito "ha più successo", ovvero il sesso.
Può capitare di tutto in un film, inclusi orrendi e perversi crimini, decapitazioni, torture, smembramenti & Co. Ma basta una scena di sesso per scatenare una reazione violenta, ovviamente da parte di un pubblico affetto da sessuofobia, malattia a quanto pare ancora molto di moda. In questo film, fra l'altro, si assiste anche all'assassinio truculento di un gatto, considerato dai folli protagonisti come manifestazione di un'entità diabolica. Fortunatamente non mi consta che nessuna associazione animalista abbia sollevato contestazioni postume. Per chi ama cercare metafore questo film fornisce materiale in grande abbondanza. Religione, potere, ecc ecc...tutto quanto limita, ostacola ed impedisce il libero pensiero. Ma anche per chi comprende e ama Ionesco ce n'è... Un film che non lascia indifferenti e fa pensare, nel bene e nel male. Obiettivo raggiunto ? Realisticamente no. Chi capisce questo film non ha bisogno di vederlo, chi non è in grado di farlo...amen ! Non lo sarà mai e resterà intrappolato nella sua villetta, pensando che là fuori c'è l'inferno e che quelle cose che volano fra le nubi sono giocattoli...
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a paolorol »
[ - ] lascia un commento a paolorol »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
figliounico
|
domenica 11 febbraio 2024
|
non si scappa
|
|
|
|
Grottesco e surreale come fosse una commedia di Ionesco il film è una metafora del potere, forse meno devastante e cruda del Salò di Pasolini ma altrettanto angosciante e disturbante. Il soggetto del film, diretto e sceneggiato dallo stesso Lanthimos in collaborazione con Efthymis Filippou, sembra nascere dalla storia recente del suo paese, ossia dal ricordo dell’oppressione del regime dei colonnelli degli anni ’60, una ferita, evidentemente agli inizi del ventunesimo secolo, ancora aperta nella società ellenica. Il tema è come il potere arrivi ad esercitare il controllo sociale in modo talmente pervasivo da annullare la coscienza individuale inducendo con le buone o con le cattive le persone a fare qualsiasi cosa esso voglia.
[+]
Grottesco e surreale come fosse una commedia di Ionesco il film è una metafora del potere, forse meno devastante e cruda del Salò di Pasolini ma altrettanto angosciante e disturbante. Il soggetto del film, diretto e sceneggiato dallo stesso Lanthimos in collaborazione con Efthymis Filippou, sembra nascere dalla storia recente del suo paese, ossia dal ricordo dell’oppressione del regime dei colonnelli degli anni ’60, una ferita, evidentemente agli inizi del ventunesimo secolo, ancora aperta nella società ellenica. Il tema è come il potere arrivi ad esercitare il controllo sociale in modo talmente pervasivo da annullare la coscienza individuale inducendo con le buone o con le cattive le persone a fare qualsiasi cosa esso voglia. La tipica famiglia occidentale benestante, padre madre e tre figli, è la protagonista corale del film, dominata dal pater familias che svolge un analogo ruolo di potere all’esterno come direttore di azienda. La grande villa in cui vivono richiama alla mente la casa ipermoderna di Mon oncle di Jacques Tati del 1958, non a caso un film con un contenuto critico nei confronti del vivere ordinato ed irreggimentato della borghesia. Lo scopo del potere (dalla notte dei tempi?) è di addestrare l’uomo, l’animale più domestico e più stupido che c’è, direbbe Battiato, ad obbedire. Un paragone esplicito tra l’uomo sociale con l’animale è rappresentato dalla sequenza del canile in cui al protagonista viene negata la riconsegna del suo cagnolino perché deve prima terminare il percorso di addestramento organizzato in cinque fasi. Il finale è aperto, ma allo stesso tempo non c’è nulla che lasci sperare in una soluzione felice del dramma, il destino per loro e per noi è già segnato dall’inizio. Dalla società non si scappa.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a figliounico »
[ - ] lascia un commento a figliounico »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
felicity
|
martedì 3 ottobre 2023
|
yorgos lanthimos in purezza
|
|
|
|
Dogtooth è un film allo stesso tempo respingente e appassionante, non sempre perfettamente riuscito, ma sorretto da un ritmo costante - seppur compassato - e da interpretazioni perfette per la materia.
Dogtooth è un film cinico, freddo, geometrico, che racconta le vicende con un occhio esterno e poco partecipe che ricorda il cinema di Michael Haneke.
Non sempre il ritmo del film, compassato e costante, mantiene alta l'attenzione, soprattutto durante la seconda metà e poco prima del climax finale, e qualche sequenza, di breve durata ma davvero molto violenta, può turbare lo spettatore più sensibile. Eppure proprio in questa rigidità stilistica e nelle conversazioni artificiose dei personaggi si trova la bellezza del film, capace di anestetizzare ma anche di colpire duro, di cullare e di travolgere.
[+]
Dogtooth è un film allo stesso tempo respingente e appassionante, non sempre perfettamente riuscito, ma sorretto da un ritmo costante - seppur compassato - e da interpretazioni perfette per la materia.
Dogtooth è un film cinico, freddo, geometrico, che racconta le vicende con un occhio esterno e poco partecipe che ricorda il cinema di Michael Haneke.
Non sempre il ritmo del film, compassato e costante, mantiene alta l'attenzione, soprattutto durante la seconda metà e poco prima del climax finale, e qualche sequenza, di breve durata ma davvero molto violenta, può turbare lo spettatore più sensibile. Eppure proprio in questa rigidità stilistica e nelle conversazioni artificiose dei personaggi si trova la bellezza del film, capace di anestetizzare ma anche di colpire duro, di cullare e di travolgere.
Certo, il regista greco negli anni ha migliorato di molto il suo stile, ma gran parte della sua poetica è racchiusa in questo gioiello di film, capace di colpire duro e, per chi crede di avere uno strano senso dell’umorismo, anche divertire.
Non un film per tutti, ma sicuramente un’opera coraggiosa e potente che difficilmente si dimentica.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dandy
|
venerdì 4 marzo 2022
|
occhio ai gatti...
|
|
|
|
Secondo film del regista(anche co-sceneggiatore)che riprende le tematiche del precedente "Kinetta".Lo stile guarda ad Haneke,dalla messa in scena di rigorosità totale allo sguardo freddo e impassibile nella rappresentazione di una vita familiare quotidiana allucinata in cui si inseriscono progressivamente incesto e violenza.C'è un'indubbia e straniante efficacia nel tutto,ma gridare al capolavoro è eccessivo:come già detto si tratta di un cinema basato su un autore che aveva fatto proprie certe caratteristiche già da un decennio e passa,e il finale sospeso non è del tutto riuscito.Resta una critica alla società e alla figura paterna da confrontare con altri esempi nel cinema greco,di cui il regista è diventato esponente di spicco.
[+]
Secondo film del regista(anche co-sceneggiatore)che riprende le tematiche del precedente "Kinetta".Lo stile guarda ad Haneke,dalla messa in scena di rigorosità totale allo sguardo freddo e impassibile nella rappresentazione di una vita familiare quotidiana allucinata in cui si inseriscono progressivamente incesto e violenza.C'è un'indubbia e straniante efficacia nel tutto,ma gridare al capolavoro è eccessivo:come già detto si tratta di un cinema basato su un autore che aveva fatto proprie certe caratteristiche già da un decennio e passa,e il finale sospeso non è del tutto riuscito.Resta una critica alla società e alla figura paterna da confrontare con altri esempi nel cinema greco,di cui il regista è diventato esponente di spicco.Prodotto da Athina Rachel Tsangari.Il titolo fa riferimento al dente canino,che se perso consenitrebbe l'uscita di casa ai protagonisti.Vincitore del premio Un Certain Regard a Cannes.Da noi è arrivato sottotitolato,con ben 11 anni di ritardo,sull'onda dei recenti film del regista.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tunaboy
|
martedì 29 giugno 2021
|
analisi: tra autoritarismo e patto sociale
|
|
|
|
Secondo il convenzionalismo, la nostra società è strettamente legata a convenzioni aleatorie ed arbitrarie, solidificatesi col passare dei secoli e delle generazioni. Essendo, però, queste convenzioni basate principalmente sulla casualità, potremmo stravolgerle, creando un nuovo modello di società. È proprio questo che Yorgos Lanthimos prova a fare nel suo film “Dogtooth”, manifesto del nuovo cinema assurdo greco.
[+]
Secondo il convenzionalismo, la nostra società è strettamente legata a convenzioni aleatorie ed arbitrarie, solidificatesi col passare dei secoli e delle generazioni. Essendo, però, queste convenzioni basate principalmente sulla casualità, potremmo stravolgerle, creando un nuovo modello di società. È proprio questo che Yorgos Lanthimos prova a fare nel suo film “Dogtooth”, manifesto del nuovo cinema assurdo greco.
Seguiamo la vita quotidiana di tre fratelli fin dall’infanzia intrappolati nel loro Giardino dell’Eden e totalmente estranei al mondo esterno: lo spettacolo grottesco che ci viene offerto è quello di tre esseri umani privati della loro umanità. I loro comportamenti ci appaiono assurdi ed alieni, imbruttiti dal contesto sterile e monotono: l’unica parvenza di umanità ci è fornita dalle interazioni infantili tra i tre e le poche altre persone con la quale possono entrare in contatto.
Burattinaio di questo perverso gioco è il padre che, grazie alla complicità della madre e di un’altra ragazza, è riuscito a creare un intero mondo all’interno della sua lussuosa villa. La sua soffocante autorità scandisce la vita dei ragazzi attraverso fisse e precise routine, integrate di attività di ogni tipo. Per rifinire il suo nuovo modello di micro società, il padre si è trovato obbligato a cambiare ed inventare il significato di alcuni eventi: ad esempio, un semplice gatto intrufolatosi nel giardino della villa diventa una temibile e feroce belva che terrorizza il “mondo esterno”, servendo da dissuasore per la crescente curiosità che i ragazzi provano per questo mondo.
È evidente come il regista greco voglia portare sullo schermo una assurda rappresentazione della nostra società: attraverso la tecnica del surreale Lanthimos riesce a rappresentare un’aspra critica nei confronti del potere autoritario e dell’ignoranza: la figura del padre, infatti, è indubbiamente sovrapponibile ad un qualunque potere di stampo autoritario oppressore della libertà di pensiero, mentre i tre figli, letteralmente intrappolati nella splendida prigione che è la villa, rappresentano gli interi popoli obbligati a sottostare a questi poteri, nel loro caso “mentalmente imprigionati” dalla propaganda di regime. Lanthimos ci fa notare quanto a privazione di questa libertà vada a privare l’uomo della sua stessa essenza, trasformandolo in animale o, ancora peggio, oggetto.
Il finale, però, accende un barlume di speranza per la condizione umana: infatti, nonostante le infinite restrizioni, il potere soccomberà sempre sotto l’istinto di libertà insito nell’uomo.
Inoltre, come accennavo nell’introduzione, “Dogtooth” vuole farci notare l’assurdità e l’arbitrarietà delle convenzioni sociali: sostituendole con alcune ancora più assurde, notiamo come, in realtà, quelle che danno forma alla nostra società potrebbero essere sostituite radicalmente senza andare ad inficiare con il funzionamento di essa.
E questo vale tanto per queste convenzioni quanto per il modello di società nel quale viviamo: che cosa garantisce che il Patto Sociale stipulato dai nostri antenati garantisca al meglio gli interessi degli uomini?
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a tunaboy »
[ - ] lascia un commento a tunaboy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
lizzy
|
mercoledì 6 gennaio 2021
|
l''insostenibile nullità del prodotto.
|
|
|
|
Io non resto basita davanti a certi paroloni e certi accostamenti che ho lette in certe recensioni qua e altrove: spesso le persone per mascherare la loro ignoranza o la loro presupponenza, usano parallelismi o indicazioni assolutamente lontane dal concetto come la Terra dal prossimo mondo abitato.
Sentir parlare di metafore della civiltà moderna, di filosofi grechi, di film di culto...ma dai......
No... no... io questo lo capisco: la gente deve darsi un contegno sempre e comunque.
Quel che mi stupisce è come certi registi trovino i finanziamenti per vomitare dal loro marcio subconscio certe cavolate, come certi attori ci mettano la faccia e si sputtanino da soli recitandoci in queste porcate di pellicole (ho capito, i soldi, ma ci dovrebbe essere un limite per difendere quel che resta della propria dignità), come magari in certi cinema si provino a proiettare queste bestialità che di incredibile hanno solo l'arroganza di voler convincere qualcuno.
[+]
Io non resto basita davanti a certi paroloni e certi accostamenti che ho lette in certe recensioni qua e altrove: spesso le persone per mascherare la loro ignoranza o la loro presupponenza, usano parallelismi o indicazioni assolutamente lontane dal concetto come la Terra dal prossimo mondo abitato.
Sentir parlare di metafore della civiltà moderna, di filosofi grechi, di film di culto...ma dai......
No... no... io questo lo capisco: la gente deve darsi un contegno sempre e comunque.
Quel che mi stupisce è come certi registi trovino i finanziamenti per vomitare dal loro marcio subconscio certe cavolate, come certi attori ci mettano la faccia e si sputtanino da soli recitandoci in queste porcate di pellicole (ho capito, i soldi, ma ci dovrebbe essere un limite per difendere quel che resta della propria dignità), come magari in certi cinema si provino a proiettare queste bestialità che di incredibile hanno solo l'arroganza di voler convincere qualcuno.
Insomma: siamo realisti....ci troviamo di fronte un accozzaglia di bestialità ad uso e consumo del voyeurismo di qualche povero cinefilo che non sa usare i siti porno su Internet, di qualche masochista che cerca ispirazione, di qualche essere con un identità sessuale deviata o incerta.
Nel film non si salva nulla, nemmeno la musica e le inquadrature.
Onestamente questo film non mi spiazza, non mi stupisce, non mi infastidisce, non mi terrorizza, non mi preoccupa.
Mi fa schifo.
Ovviamente non per scene e trama: ma per il risultato finale... un obrobrio partorito da qualche (censura) che non ha idea o da qualche furbastro di quattro cotte.
Se volete perder tempo e farvi del male vedetelo pure.
Se poi siete così fessi da volerci vedere qualcosa, perchè non ve lo comprate e lo posizionate nel posto d'onore nella vostra videoteca?
Se invece siete persone "serie" e che sanno qualcosa "della vita, dell' universo e di tutto quanto"... beh... allora non ci pensate nemmeno a cominciare a vederlo.
Uscite, andate a passeggio, compratevi un gelato.
E dimenticatelo.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a lizzy »
[ - ] lascia un commento a lizzy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
cardclau
|
domenica 20 settembre 2020
|
dogtooth di yorgos lanthimos ovvero il primato del
|
|
|
|
Questa volta, con un cast di soli attori greci, Yorgos Lanthimos si cimenta ancora nella impervia arte di impressionare e scombussolare lo spettatore, dandogli la possibilità però di fare importanti riflessioni. Arte difficilissima perché perennemente ai confini dell’assurdo e del nulla. In questa impresa prende a piene mani, rimaneggiandoli, gli elementi fondamentali della tragedia greca antica: il desiderio dei padri e delle madri che i figli non li superino e non crescano, il desiderio dei figli di mettersi tra il padre e la madre e di non crescere, l’incesto inteso come rifiuto di avventurarsi in un terreno assolutamente sconosciuto e terrorizzante, la sessualità, le due metà uguali: il maschio e la femmina.
[+]
Questa volta, con un cast di soli attori greci, Yorgos Lanthimos si cimenta ancora nella impervia arte di impressionare e scombussolare lo spettatore, dandogli la possibilità però di fare importanti riflessioni. Arte difficilissima perché perennemente ai confini dell’assurdo e del nulla. In questa impresa prende a piene mani, rimaneggiandoli, gli elementi fondamentali della tragedia greca antica: il desiderio dei padri e delle madri che i figli non li superino e non crescano, il desiderio dei figli di mettersi tra il padre e la madre e di non crescere, l’incesto inteso come rifiuto di avventurarsi in un terreno assolutamente sconosciuto e terrorizzante, la sessualità, le due metà uguali: il maschio e la femmina. Fondamentale in questo tristissimo contesto (e non è un caso che nessuno mai nel film sorrida) è che la conoscenza dell’altro, del diverso, dello straniero, deve essere ridotta al minimo, se non può essere estirpata alla radice, annullata. Potremmo discutere all’infinito sui perché il regista riconosca solo al maschio il bisogno di fare sesso, e non alla femmina. Ma nella vicenda, mentre il figlio maschio il qualche modo si identifica nella figura paterna (forse il potere) e non si ribella a quella situazione senza uscita; è invece proprio la figlia femmina, che non si identifica nella figura materna (forse che rinnega se stessa per condividere i benefici con quel padre sciagurato) che trova la forza di fuggire.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ralphscott
|
domenica 20 settembre 2020
|
in italia non va proprio così
|
|
|
|
Allegoria dei totalitarismi, certo, ma anche estremizzazione di una educazione sbagliata. Il mio pensiero va al nostro Paese, dove, invece, i genitori si disinteressano irresponsabilmente dei figli; qui gli adolescenti che non si droghino, che non si ubriachino o si svendano senza pudori sono minoranze. Mi domando se sia peggio avere minorenni “fatti” in serie ed educati con le App o forse, piuttosto, creature scollate dalla realtà, quando questa li travierebbe, come nell’originale opera di Lanthimos ( vecchia di dieci anni, ma è un dettaglio). Comunque sia...tempi molto cupi.
|
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
agnesina
|
sabato 19 settembre 2020
|
psicopatia familiare con pretese da oscar
|
|
|
|
Messaggio sbagliato soprattutto in un momento come questo, un concentrato di psicopatia che vorrebbe far passare la casa e la famiglia come l'unico posto possibile e l'unico rifugio dai pericoli del mondo. Una bellissima casa con parco e piscina dove si consumano perversioni ed orrori gratuiti che lasciano sgomenti. Films del genere andrebbero censurati! Durante la visione c'è il rischio di vomitare!
|
|
|
[+] lascia un commento a agnesina »
[ - ] lascia un commento a agnesina »
|
|
d'accordo? |
|
|
|