Chéri

Ma cosa può combinare di buono un uomo chiamato in quel modo?

Là dove il demi monde parigino della Belle Époque s'incontra con il grand monde, dove cocottes in disarmo si mescolano ton anziane baronesse irsute e viriloidi, splende la luce di Léa, cortigiana in ritiro bella, elegante e profumata. Che, dopo aver dispensato con oculatezza le sua grazie in cambio di sontuosi patrimoni, si invaghisce dell'incantevole, giovane e bizzoso figlio di una collega, conosciuto fin da quando era piccino: Chéri. Nel nome, il destino. Cosa può diventare, se non un gigolo, un bambino chiamato Fred e ribattezzato in quel modo tragicamente lezioso? Sedotto intorno ai diciassette anni dalla generosa Léa (ormai sui quaranta inoltrati) che se lo porta nella sua casa di campagna per rinvigorirlo con il cibo sano e l'aria pulita della Normandia, Chéri, cinico, dispotico e viziato quanto si vuole, è la vera vittima di questa frivola liaison destinata a trasformarsi, soprattutto per lui, in amore fatale.
Lo si capisce soprattutto nel secondo libro dedicato al personaggio, La fine di Chéri (del 1926, uscito sei anni dopo il più noto Chéri) dal quale il film di Frears, concentrato più sul primo romanzo; trae, pur cambiandone ü finale, l'ambientazione bellica: la Grande guerra. fautrice, Colette, gloria nazionale francese, signora delle arti, delle lettere e dei costumi più disinibiti, racconta mondi e sentimenti che conosce benissimo. Pubblica Chéri a 47 anni, nello stesso periodo in cui intreccia una relazione con il figlio diciassettenne del suo secondo marito. E, nella ricorrente descrizione delle braccia marmoree della sua coetanea Léa o negli sguardi furtivi e crudeli su doppi menti, colli granulosi, palpebre crollate e caviglie gonfie c'è un orroreterrore della vecchiaia che svuota un po' il suo celebrato anticonformismo. Colette si spogliò in scena, diede scandalo con i suoi libri, (allora) giudicati scabrosissimi, praticò la bisessualità alla luce del sole, ebbe tre mariti e molti amanti, amò ragazzini imberbi quando era già in menopausa, ma descrisse la perdita della bellezza e della giovinezza come la peggior sconfitta per una donna. E anche per un uomo: Chéri non può più amare Léa perché è sfiorita, ma, dopo di lei, non saprà amare nessun'altra. Insomma, l'universo borghese trionfa e, per quanto libertino e dissipato, anche l'ambiente delle cocottes ha le sue norme. Colette, apprezzata da Proust e Gide e prima francese della République onorata dai funerali di Stato, interrompe, dopo sette anni di spensierata passione, lo strano amore fra Léa e Chéri perché lui va ammogliato, naturalmente con la figlia di un'altra potente ex mantenuta. E la saggezza con cui Léa ha gestito la sua alcova non è niente rispetto alla sapienza con cui amministra ménage domestico, servitù e titoli azionari: una perfetta padrona di casa. ti 26 agosto, Adelphi pubblica i due romanzi in un unico volume. br /> Da Il Venerdì di Repubblica, 21 agosto 2009

di Paola Zanuttini, 21 agosto 2009