Viaggio al centro della Terra 3D |
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Un film di Eric Brevig.
Con Brendan Fraser, Josh Hutcherson, Anita Briem, Seth Meyers, Jean Michel Paré.
continua»
Titolo originale Journey to the Center of the Earth.
Azione,
Ratings: Kids,
durata 92 min.
- USA 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 gennaio 2009.
MYMONETRO
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recensione di uno dei più bei libri di jules vernedi debby95Feedback: |
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giovedì 8 gennaio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In un giorno come gli altri il prof. Lidenbrock chiamò il nipote nel suo studio. Aveva fatto un a scoperta sensazionale: aveva scoperto un manoscritto e per di più dentro aveva una pergamena dall’aria interessante! Purtroppo, però, i caratteri erano incomprensibili. Dopo giorni di acute ricerche zio e nipote riuscirono a scoprire l’enigma della pergamena. Essa era stata scritta da Arne Saknussemm e diceva che egli aveva fatto un viaggio molto audace…un viaggio al centro della terra! Il professor Lidenbrock, uomo molto deciso, disse che sarebbe partito per quel viaggio con il nipote Axel l’indomani. Che pazzia per Axel! Gli pareva una cosa assurda. Dopo una notte d’insonnia per l’emozione, il giorno dopo partirono. Arrivarono a Copenaghen via treno. Qualche giorno di permanenza nella città e ripartirono per Reykjavik con la goletta Valkyrie. Passata una settimana circa arrivarono alla capitale dell’Islanda e conobbero il signor Fridriksson che li ospitò a casa sua. Infatti, era da Reykjavik che dovevano partire per il centro della terra perché lì c’era un vulcano, lo Sneffels che era “l’entrata” per le viscere del pianeta. Fecero un buon riposo, poiché l’indomani non sarebbe stato tanto facile. Al mattino trovarono la loro guida, Hans, e dei cavalli che sarebbero serviti per il carico e i due scienziati. Hans sarebbe andato a piedi, per lui era come una passeggiata. Dopo un giorno arrivarono nella casa di un contadino e sua moglie, madre di ben diciannove figli, la famiglia Gardär. Gli fecero una bella accoglienza, poi mangiarono tutti insieme. L’indomani i tre viaggiatori ripartirono verso Stapi, una cittadina ai piedi del vulcano. Alla sera furono invitati ala casa del Pastore del paesino, che più che una casa era una stalla, per quanto era sporca! Il mattino dopo il Pastore volle anche un’espandiosa mancia. A tarda sera arrivarono all’imboccatura del vulcano, che scalata! Il terreno era ripido e poco sicuro e con tutto quel carico i tre avevano corso seri rischi. Passò la notte e poi si prepararono per discendere nel vulcano. Fecero un sistema complicato di carrucole e ci misero delle ore a scendere. Arrivarono nel fondo più o meno alle undici di sera, mangiarono e dormirono. La mattina dopo pioveva e non si poteva continuare a camminare, era troppo pericoloso. Il giorno dopo c’era il sole e presero il tunnel del vulcano. Scesero e scesero, le pareti del tunnel che si allargavano sempre più appartenevano allo stato primordiale. Poi arrivarono ad un bivio. Che strada prendere? Il prof. Lidenbrock decise per quella verso est, che gli pareva più sensata. Dopo due o tre giorni di cammino cominciarono a pensare che la strada fosse in salita. Non ci fecero caso e continuarono. Passarono quattro giorni e si ritrovarono in un vicolo cieco. Che amarezza per i tre esploratori! E intanto avevano anche finito la riserva d’acqua! Decisero di non arrendersi, ma di ritornare al bivio. Senz’acqua era tutto più difficile, infatti, ci misero una settimana a ritornare alla biforcazione del tunnel. Axel svenne appena arrivarono, per colpa della sete. Lo zio aveva riserbato per lui l’ultimo sorso d’acqua che avevano. Axel bevve e con un po’ di fatica si riprese. Lo zio lo incitò, dovevano avere coraggio, forse presto avrebbero trovato una sorgente sotterranea! Axel, però, non voleva continuare perché pensava che non l’avrebbero trovata. Allora il prof. Lidenbrock disse di dargli soltanto un giorno poi se non l’avrebbero trovata sarebbero tornati in superficie. Così si misero a dormire, con la speranza di trovare acqua il più presto possibile. Il mattino dopo li svegliò Hans di buon ora dicendo che camminando aveva sentito lo scroscio dell’acqua. Si alzarono subito e s’incamminarono, ma purtroppo una parete di pietra li separava dalla sorgente. Allora Hans scelse il punto dove l’acqua si sentiva di più e fece un buco. Subito ne uscì un getto che dissetò le gole di Hans e dei poveri scienziati. Ripartirono, ormai avevano dimenticato le pene sofferte il giorno prima. Dopo vari tunnel curvi e sinuosi a più non posso, si ritrovarono a discendere in una grande e profonda pozza. Prepararono le corde e discesero. Si calarono per ben dieci giorni, dormendo su sporgenze di pietra. Poi, toccato il fondo, continuarono attraverso un tunnel molto ripido. Un giorno, Axel era in testa al gruppo. Fece una domanda, ma non ottenne risposta, si girò e con grande terrore si accorse di non avere più dietro i due compagni. Girovagò per giorni e giorni ma non li trovava. Poi, arrivato al punto di diventare matto, Axel cadde in una pozza profondissima, sbatté la testa e perse i sensi. Si svegliò due giorni dopo, vedeva un po’ appannato. Hans e zio Lidenbrock stavano preparando la colazione. Ma come aveva fatto ad arrivare fin lì? C’era uno splendido mare, gli sembrava di tare in superficie. Lo zio gli disse che lo avevano trovato su di una roccia, tutto sanguinante, e poi lo avevano portato in quella magnifica spiaggia. L’indomani fece una passeggiata in riva al mare. Che vista, che clima, sembrava di essere in Italia! Il giorno dopo costruirono una zattera e decisero che avrebbero attraversato subito il mare. Navigarono per giorni e giorni, sembrava un mare infinito! Poi all’improvviso li colpì un uragano. Durò per tre giorni, poi al loro risveglio videro il mare riappacificato e la costa avvicinarsi. Decisero di chiamare il mare Mar Lidenbrock. Arrivati a terra guardarono la bussola. Oh, no! Anziché raggiungere la costa opposta erano tornati indietro! Non era stato però un gran disastro perché trovarono in una grotta un’incisione di Arne Saknussemm, era quella la strada giusta, l’uragano li aveva riportati sulla giusta via! Entrarono nella grotta, ma dentro continuava il mare, allora ripresero la loro zattera e s’imbarcarono. Era buio pesto le lampade erano andate perdute. Dopo un giorno di navigazione la corrente cominciò a portarli sempre più in alto. Passò qualche giorno e l’acqua si trasformò in lava e le pareti scottavano. Ecco dov’erano, dentro un vulcano attivo! Ancora una settimana poi furono sputati fuori del vulcano con l’eruzione. La maggior parte del carico andò perduto, ma fortunatamente erano salvi. Finalmente erano ritornati in superficie, erano sull’isola di Stromboli, in Italia. Presero un treno per Amburgo dove Graüben, la fidanzata di Axel, lo aspettava a braccia aperte. Hans ritornò in Islanda dalla sua famiglia, Axel e Graüben si sposarono e vissero tutti felici e contenti di aver scoperto un nuovo mondo, proprio sotto i loro piedi.
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