molenga
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sabato 28 gennaio 2012
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sogno nelle steppe cinesi
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Questa versione di"ashes of time" è da considerarsi un film a sè stante rispetto all'originale: i personaggi sono quelli, ma il montaggio e le sfumature fanno di questa director's cut unacapolavoro. il tempo sembra non essere mai trascorso su questo film onirizzante di wong kar-wai: tutti i personaggi, in cerca di un passaggio , vanno incontro alla morte a una nuova vita, sono presenti tuti quelli che diverranno gli attori feticcio del regista e tutti fanno un lavoro eccezionale, indipendentemente dall'ampiezza della loro parte.
Forse, sembra dirci wong kar-wai, i nostri destini sono tutti intrecciati, votati ad incontrarsi in un eremo dove contemnplare in solitudine i nostri sentimenti
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vera miles
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domenica 26 luglio 2009
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la storia delle storie di wong kar-wai
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Credo che sia il più bel film di Wong Kar-wai, ma in assoluto uno dei film più belli che io abbia visto negli ultimi anni. È un wuxiapian, cioè un film di cappa e spada cinese tradizionale , rivisitato dalla tecnica pittorica di questo regista straordinario e da un intreccio a incastro in cui ci si perde come in un labirinto, dove si agitano i temi della storia delle storie: l’amore come rimpianto, la solitudine come impossibilità di approdare all’amore e la terribile consapevolezza di questo, la memoria e l’oblio, (più si cerca di dimenticare, più il ricordo ci assedia) e infine anche la possibilità di vivere restando fedeli ai propri ideali (come lo spadaccino che si batte rischiando la vita per un uovo, perché in premio ha l’amore).
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Credo che sia il più bel film di Wong Kar-wai, ma in assoluto uno dei film più belli che io abbia visto negli ultimi anni. È un wuxiapian, cioè un film di cappa e spada cinese tradizionale , rivisitato dalla tecnica pittorica di questo regista straordinario e da un intreccio a incastro in cui ci si perde come in un labirinto, dove si agitano i temi della storia delle storie: l’amore come rimpianto, la solitudine come impossibilità di approdare all’amore e la terribile consapevolezza di questo, la memoria e l’oblio, (più si cerca di dimenticare, più il ricordo ci assedia) e infine anche la possibilità di vivere restando fedeli ai propri ideali (come lo spadaccino che si batte rischiando la vita per un uovo, perché in premio ha l’amore). Il tutto in un groviglio di battaglie che attraverso un processo di rarefazione progressiva, trasforma le forme fotografiche di spadaccini e cavalli roteanti in uno schizzo stilizzato che sembra uscito dalla mano di Picasso. Nel film di Wong Kar-wai si fondono echi del film asiatico più tradizionale (dai Sette Samurai di Kurosawa) con quelli più recenti caratterizzati dal connubio di elementi fantastici con le arti marziali ( come “La foresta dei pugnali volanti”) ma anche con elementi della tradizione europea (in vari tratti le atmosfere e il commento musicale richiamano la prodigiosa coppia Leone-Morricone). In questo film la sua tecnica pittorica raggiunge il culmine, senza essere mai fine a se stessa, ma sempre permeata da una carica emotiva, e a tratti erotica, che ci travolge e ci stupisce insieme e, nonostante tutto ci lascia senza parole.
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gary-san
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domenica 17 agosto 2008
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un redux monco
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Ashes of time è il capolavoro di WKW. Il REDUX visto a Cannes gli doveva conferire quella forma definitiva che la lacunosa distribuzione dell'epoca non era riuscita a dargli. In molti però si domandano che senso abbia avuto togliere dal film le prime due sequenze restituendo un montaggio assai simile ma più corto... Coloro che dicono che questa versione è più comprensibile della precedente mentono (cercando di nascondere il fatto che, appunto, non l'hanno capito) oppure semplicemente non hanno mai visto la prima versione. Infatti, mancando le due suddette scene, lo spettatore si perdere il primo incontro/scontro tra uno dei personaggi e i ladri di cavalli e, cosa ancora più grave, non si vede il protagonista dare prova della sua abilità di guerriero.
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Ashes of time è il capolavoro di WKW. Il REDUX visto a Cannes gli doveva conferire quella forma definitiva che la lacunosa distribuzione dell'epoca non era riuscita a dargli. In molti però si domandano che senso abbia avuto togliere dal film le prime due sequenze restituendo un montaggio assai simile ma più corto... Coloro che dicono che questa versione è più comprensibile della precedente mentono (cercando di nascondere il fatto che, appunto, non l'hanno capito) oppure semplicemente non hanno mai visto la prima versione. Infatti, mancando le due suddette scene, lo spettatore si perdere il primo incontro/scontro tra uno dei personaggi e i ladri di cavalli e, cosa ancora più grave, non si vede il protagonista dare prova della sua abilità di guerriero. Risultato: per tutto il film si dice che lui è il più forte tra i forti... tutti combattono, lui no. Wong, questa ce la devi proprio speiegare... Che dire invece delle musiche se non che una delle più belle colonne sonore del cinema recente è stata saccheggiata "in sottrazione"? Togliere qua è là della musica per lasciare del silenzio sarà pure un'ardita scelta minimale ma se tra musica e immagini esisteva una sincronia perfetta, del minimalismo ne facevamo pure a meno. Nulla da dire sul restauto fotografico, anche se coloro che si aspettano una fotografia lucida e pulita rimarranno delusi.
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