estasimistica
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lunedì 17 settembre 2018
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bello o brutto? vedetelo e lo saprete!
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Secondo il mio modestissimo punto di vista è un capolavoro, anche se non so bene come viene usato questo termine in ambito cinematografico. Sono certo però delle emozioni che mi ha suscitato, molto intense, paragonabili solo a quelle che provai vedendo American Beauty e Magnolia. Infatti metterei questo film nello stesso cassetto anche se molto diverso per contenuti. Ho aspettato tanto a vederlo, ma alla fine ne è valsa davvero l'attesa e lo consiglio caldamente a tutti anche se alla fine non vi piacerà perlomeno lo avrete visto :)
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stefano capasso
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martedì 24 giugno 2014
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l'unione perfetta è simbiotica
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Christine, artista digitale alla ricerca del successo e dell’amore e Richard padre di due bambini, appena separato, cominciano ad intrecciare le loro vite dopo un incontro nel negozio dove Richard lavora. Attorno a loro ruota tutta la piccola comunità della cittadina, un microcosmo di personaggi dove le esistenze di tutti prima o poi si incrociano.
Quello che li accomuna, è la difficoltà di definire se stessi nelle relazioni con gli altri: quando si ha il coraggio di immaginare e la forza di mettersi in moto per soddisfare i propri bisogni tutto può accadere
In “Me and you and everyone we know” di Miranda July, questa ricerca coinvolge tutti, adulti e bambini.
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Christine, artista digitale alla ricerca del successo e dell’amore e Richard padre di due bambini, appena separato, cominciano ad intrecciare le loro vite dopo un incontro nel negozio dove Richard lavora. Attorno a loro ruota tutta la piccola comunità della cittadina, un microcosmo di personaggi dove le esistenze di tutti prima o poi si incrociano.
Quello che li accomuna, è la difficoltà di definire se stessi nelle relazioni con gli altri: quando si ha il coraggio di immaginare e la forza di mettersi in moto per soddisfare i propri bisogni tutto può accadere
In “Me and you and everyone we know” di Miranda July, questa ricerca coinvolge tutti, adulti e bambini. Ognuno, indipendentemente dall'età, ha un proprio mondo interiore complesso e fantasioso, che a volte riesce a comunicare con l’altro in modo imprevedibile, accorciando le differenze. E' anche importante sapersi muovere all’interno di questa danza di distanze che si accorciano e che si amplificano perché è spesso difficile trovare la coincidenza del momento.
Quella che permetterebbe al pesce lasciato per sbaglio sul tetto della macchina all’inizio del film, di sopravvivere; se la macchina, e quindi il pesce stesso, continuassero a viaggiare alla stessa velocità per sempre, senza rallentamenti e frenate. Perché, come poi accade, questo divergere di velocita farebbe cadere il pesce ed interrompere la simbiosi.
Un film che ho rivisto volentieri. Carico di simbologia, fantasioso, leggero e sempre inaspettato nel suo evolversi. Proprio come la vita quotidiana.
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c-claudia
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domenica 16 marzo 2014
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molto bello
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Christine, una giovane donna dalle camicette color pastello, le pareti di casa rosa e un'arte concettuale che narra attimi poetici "di un mondo tutto suo" è un'incarnazione di solitudine e del suo disperato bisogno di rimuoverla, compensarla con un contatto umano. Alla sua, gli espedienti di trama fanno sì che si intreccino altre storie. Né quotidiane né drammaturgiche, persone che sono in qualche modo arte concettuale esse stesse, veicolanti l'introspezione, la solitudine e la malinconia del quieto essere al mondo. Ecco, questo può sembrare pessimista, ma non vuole esserlo, come pure il film non sembra voglia esserlo. Senza morale, senza arzigogoli o pretese estetiche e stilistiche: questo sembra voler essere il film.
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Christine, una giovane donna dalle camicette color pastello, le pareti di casa rosa e un'arte concettuale che narra attimi poetici "di un mondo tutto suo" è un'incarnazione di solitudine e del suo disperato bisogno di rimuoverla, compensarla con un contatto umano. Alla sua, gli espedienti di trama fanno sì che si intreccino altre storie. Né quotidiane né drammaturgiche, persone che sono in qualche modo arte concettuale esse stesse, veicolanti l'introspezione, la solitudine e la malinconia del quieto essere al mondo. Ecco, questo può sembrare pessimista, ma non vuole esserlo, come pure il film non sembra voglia esserlo. Senza morale, senza arzigogoli o pretese estetiche e stilistiche: questo sembra voler essere il film. Un veicolo d'arte che comunica per sensazioni, nostalgie e associazioni inspiegabili e personali, senza concentrarsi sul qualcosa tra le righe, ridondante o esile, morale o surreale. Dove un' Amelie Poulain costruiva "un mondo tutto suo" con sforzi e precisioni da tutti i pizzi, Me and You and Everyone we know sorvola sulla banalità del dettaglio e della precisione della trama e della caratterizzazione per essere uno spaccato di nessun mondo e di nessuna attualità in particolare, procedendo nella stesura di personaggi socialmente comuni come fosse un "flusso di azioni" anziché di coscienza solamente astratta. Senoché, come cita l'autore del gruppo italiano Bachi da Pietra, il flusso di coscienza è un mito infantile e per raggiungere i risultati finali di un lavoro che possa sembrare averne i connotati è necessario impegno e razionalità, ecco dunque la grazia e la precisione di questo bel film. E se sul mio Facebook noto che impazzano quasi alla nausea dediche e riflessioni sulle piccole cose del mondo come le pozzanghere, i mattoni e le mele, che metaforizzano poetiche e grandi verità, il pesce rosso sul tettuccio della macchina e l'uomo che batte con una moneta sul lampione ogni mattina sono riusciti ad emozionarmi.
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air128
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giovedì 9 febbraio 2012
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l'umanità vista da july
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Poesia pura delle relazioni umane. Ho amato Miranda July come scrittrice... e qui l'ho riconosciuta totalmente. C'è un amore per l'umanità dei personaggi che rende la narrazione unica... Sembra di assistere a qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi del linguaggio del cinema... eppure è semplice, comunicativo e sincero.
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stancadellemode
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martedì 4 gennaio 2011
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donna - giovane - americana
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Già il nome è tutto un programma: Miranda July.
Lei E' il suo film, non si limita a dirigerlo ed interpretarlo. Da guardare, ammirare, avvolti da un vento tiepido di inizio estate.
Qui l'aria americana degli anni '10 non pesa sulle storie dei protagonisti, qui non siamo in Magnolia di PTA, dove si vive in un temporale lungo una notte,la luce delle lampadine è tremula e, alla fine, piovono rane. Qui il cielo è turchese, le ballerine sono rosa, il prato è verde,e la camicia della tassista per anziani è lavata col detersivo giusto. Qui i ragazzini dagli occhi lucenti e dal futuro incerto rappresentano quel che sarà dell'America.
Qui la leggerezza dei gesti è sincera, il coraggio del surreale non involgarisce l'opera.
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Già il nome è tutto un programma: Miranda July.
Lei E' il suo film, non si limita a dirigerlo ed interpretarlo. Da guardare, ammirare, avvolti da un vento tiepido di inizio estate.
Qui l'aria americana degli anni '10 non pesa sulle storie dei protagonisti, qui non siamo in Magnolia di PTA, dove si vive in un temporale lungo una notte,la luce delle lampadine è tremula e, alla fine, piovono rane. Qui il cielo è turchese, le ballerine sono rosa, il prato è verde,e la camicia della tassista per anziani è lavata col detersivo giusto. Qui i ragazzini dagli occhi lucenti e dal futuro incerto rappresentano quel che sarà dell'America.
Qui la leggerezza dei gesti è sincera, il coraggio del surreale non involgarisce l'opera. Qui anche il sesso più estremo è "facile" e perfino dolce.
La crudezza invero-simile della chat,l'approssimazione della grafica naif dei cartelli appesi alla finestra, le frasi dette e scritte sembrano farfalle. Le metafore e i doppi sensi perpetuati sono voluti e azzeccati. La via per arrivare al parcheggio è la vita.Puoi percorrerla solo o in compagnia, ridendo o facendosi del male, arrivare a metà e cambiare tutto. Le storie sono sempre parallele, è un'illusione scenica che si incrocino. E' una ricerca continua di arrivare "in fondo", tutti quanti, con meno ferite possibile,tra quelle che ti procura la vita e quelle che ti fai da solo "per ricordare". Sarebbe bastato piantare una pianta in giardino,ma non basterà ormai per ricordare.Sono passati i tempi.
Un' America raccontata ,non ostante le apparenze,come all'alba di un millennio che ha decretato una svolta.I dollari sono finiti da un pò, sulle "chat" non più maniaci come una volta ma solo bambini senza affetto e pubblicitarie in cerca di idee.
Restano comunque le panchine in piena luce, i colori saturi e i sorrisi, non troppo sbiancati, di una generazione che sta uscendo,con grande determinazione e molta naturalezza a prendersi un pò di sole.Finchè dura.
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kratze
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venerdì 26 febbraio 2010
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simbolismo pragmatico
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Un film surrale, che trasuda un simbolismo non eccesivamente sconosciuto agli eventi quotidiani; fatto di esperienze ed episodi emblematici e particolari - inteso nell'accezione di "unici" del termine - che non invadono il regno dell'onirico, rimandendo legati ad una pragmaticità giornaliera e spesso connessa all'astrattismo delle emozioni che sempre permea qualunque esistenza, anche le nostre.
Un film che osa lasciando aperta la speranza dopo un'inevitabile caduta.
Buona prova di regia per la neofita nel lungometraggio sul grande schermo, gli spunti di riflessione dati dal linguaggio delle discussioni presenti nella pellicola rendono piacevole la visione.
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Un film surrale, che trasuda un simbolismo non eccesivamente sconosciuto agli eventi quotidiani; fatto di esperienze ed episodi emblematici e particolari - inteso nell'accezione di "unici" del termine - che non invadono il regno dell'onirico, rimandendo legati ad una pragmaticità giornaliera e spesso connessa all'astrattismo delle emozioni che sempre permea qualunque esistenza, anche le nostre.
Un film che osa lasciando aperta la speranza dopo un'inevitabile caduta.
Buona prova di regia per la neofita nel lungometraggio sul grande schermo, gli spunti di riflessione dati dal linguaggio delle discussioni presenti nella pellicola rendono piacevole la visione.
Metafora finale che suggella definitivamente nello spettatore un giudizio più che positivo.
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francesco2
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venerdì 12 febbraio 2010
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(relativamente)indipendente
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Cinema indipendente(Ma non dagli stereotipi) come lo è certo cinema targato U.S.A.da più di quindici anni(Ancora prima di "Clerks",penso a "Giovani,carini e disoccupati"ecc.).Non basta non essere "Filmoni holliwoodiani" per raggiungere certi livelli, e quest'opera lo dimostra.Ma sono così tanti i film che, per esempio, si chiudono con quella scena del ragazzino che incontra il tipo e vede l'alba per un puro caso?
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tirso
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venerdì 20 marzo 2009
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che schifo!
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Indecente. Roba da psicologhe malate...
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sami
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domenica 8 febbraio 2009
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bianchi
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sterling
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venerdì 9 gennaio 2009
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rispetto alla banalità del mondo di amelie
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rispetto al borghese mieloso ed alla banalità commerciale de "Il Fantastico mondo di amelie", finalmente un ottimo film che si libera delle astuzie da mercato e regala scene di spessore e delicatezza. Film non da tutti ovviamente ma per chi come Noi ama il cinema di Serie A ... ci si capisce e si vive anche leggendo con indifferenza ed un sorriso comprensivo chi il film non potrà Mai capirlo
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(di francesco2)
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