Vedendo il documentario di Jonas Akerland non si può non metterlo a paragone con quello di Alek Keshishian che 14 prima aveva sconvolto il mondo con il nome di "In bed with Madonna"(poi diventato anche "Truth or dare"). Qui c'è una Madonna diversa, più matura, che riesce ancora a 45 anni ad emozionare e ad emozionarsi come faceva 20 anni fa, che riesce ancora a darsi completamente in pasto ai media e ad uscirne integra. La diva per eccellenza, colei che è riuscitta ad essere più famosa persino del papa, si spoglia ancora una volta di fronte al suo pubblico, ammette le sue colpe, le sue pecche e ci mostra il mondo di una star tra concerti, audizioni, lacrime, speranze, preoccupazioni, figli e...la ricerca della pace, una pace che è diventata la nuova bandiera di Madonna(almeno per adesso), cosicchè la sua denuncia ai governi diventa pericolosa, da censurare, da mettere sulla sedia elettrica, da perseguitare. Non a caso l'album "American life" è uno dei meno venduti di Madonna, uscito in un momento in cui l'America sopprime quello che ha sempre rappresentato: la libertà. Akerland ci mostra i ritagli di una tournèe che sembra l'apocalisse di Giovanni fin dall'inizio con le confessioni del libro delle rivelazioni in "The beast within". Madonna, dopo 14 anni decide di aprire gli occhi alle nazioni non più sulle sue simulazioni di orgasmi sulle note di "Like a virgin", ma sui toni della ricerca della spiritualità che si intensificano nel viaggio ad Israele e nella sua insistenza nonostante tutto a voler visitare la tomba di Rachele. Non mancano i momenti divertenti, in cui si nota una donna piena di energia pronta sempre a rialzarsi ed a prendere a calci in culo gli ostacoli. Un bell'esempio di come dovrebbe essere confezionato il mondo.
[+] lascia un commento a sixoclock »
[ - ] lascia un commento a sixoclock »
|