Devo parlare sinceramente. Vincent Gallo è un artista, alle volte incompreso, ma pur sempre artista, poichè esteriorizza se stesso nelle sue opere, che sono un qualcosa di assolutamente personale e profondo. Ho visto Buffalo 66 qualche mese fa, e devo dire che sono rimasto molto colpito dal soggetto, dalla sceneggiatura e dalla forza dei dialoghi.
In The Brown Bunny il dialogo è pressochè inesistente se non in alcuni frangenti, ma comunque non ricopre un vasto significato. La grande importanza va invece data alle espressioni e alla mimica del protagonista nonchè regista Vincent Gallo, che ancora una volta ci delizia della sua capacità di trasmettere sentimenti attraverso modi di porsi splendidamente profondi.
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Devo parlare sinceramente. Vincent Gallo è un artista, alle volte incompreso, ma pur sempre artista, poichè esteriorizza se stesso nelle sue opere, che sono un qualcosa di assolutamente personale e profondo. Ho visto Buffalo 66 qualche mese fa, e devo dire che sono rimasto molto colpito dal soggetto, dalla sceneggiatura e dalla forza dei dialoghi.
In The Brown Bunny il dialogo è pressochè inesistente se non in alcuni frangenti, ma comunque non ricopre un vasto significato. La grande importanza va invece data alle espressioni e alla mimica del protagonista nonchè regista Vincent Gallo, che ancora una volta ci delizia della sua capacità di trasmettere sentimenti attraverso modi di porsi splendidamente profondi. La storia del film è molto limitata. Bud attraversa un lungo tratto di strade e autostrade alla ricerca di qualcosa, accompagnato dalla scusante e distraente passione per il motociclismo. Ecco cosa lo aiuta a superare, pur per poco tempo, la sua angoscia, il suo amore/odio per l'amata ragazza di sempre, colei che le ha davvero dato un affetto, devastato e disturbato da vari fattori (che non sto ovviamente a raccontarvi). Il nostro personaggio gira e incontra falsi "conigli", che non gli danno l'amore per l'amata Daisy (Chloe Sevigny), il vero coniglio, che Vincent/Bud vorrebbe avere per sè per molto tempo, e questo l'ha dimostrato nella scena del negozio di animali. In sintesi un film angosciante, lento, scarno e semplice, dove il viso di Vincent Gallo fa da schermo doloroso allo svolgersi della vicenda. Poco, davvero poco, ma allo stesso tempo molta, molta profondità che si nasconde nel volto dell'unico Vincent Gallo. Consigliato a pochi.
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