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mordred
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venerdì 10 agosto 2007
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non è tarantino!
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Idee profonde e antiche riecheggiano nella pellicola di Park Chan-Wook, film che due anni fa vinse il Gran Premio della giuria del Festival di Cannes presieduta da Tarantino.
L’intreccio è piuttosto semplice: Oh Dae-Soo (Choi Min-Sik) è un uomo “normale” che viene rapito e imprigionato in un monolocale con la sola compagnia di una TV, dalla quale apprende l’omicidio della moglie, e vi resta rinchiuso per quindici anni senza sapere il perché e senza un motivo apparente. E nell’insensatezza della prigionia giura a se’ stesso di vendicarsi.
E’ il secondo capitolo della cosiddetta Trilogia della Vendetta, lo precede Sympathy for Mr.Vengeance mentre il più recente è Lady Vendetta.
Park Chan-Wook sviluppa la trama del film come un moderno Euripide, ovvero da’ alla violenza una connotazione catartica, tipica della tragedia greca.
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oh dae-su
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martedì 5 giugno 2012
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la tragedia aristotelica
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Si premettano due punti elementari : La catalogazione di una qualsivoglia forma d'arte sotto forma di un voto è probabilmente una prospettiva effimera verso il valore intrinseco dell' arte stessa ( soprattutto per quanto riguarda il cinema) e in secondo luogo se mai un film si è prestato male ad una classificazione numerica quello è senza dubbio alcuno Oldboy. Detto questo, non ci si sbilancia certo dicendo che Chan-Wok ha diretto un capolavoro del genere. Già, ma che genere? Un thriller che tanto thriller non è; un Pulp? Ovviamente, grazie a tutte quelle scene di combattimento che tanto ricordano la scuola di Tarantino; Ma anche un dramma? Probabile per la quasi totale prevalenza dell' effetto tragico nella trama; eppure la fine sembra scacciare l'ombra della tragedia greca con il velo della felicità conquistata di Dae-Su ; quindi una commedia? Ovviamente no.
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Si premettano due punti elementari : La catalogazione di una qualsivoglia forma d'arte sotto forma di un voto è probabilmente una prospettiva effimera verso il valore intrinseco dell' arte stessa ( soprattutto per quanto riguarda il cinema) e in secondo luogo se mai un film si è prestato male ad una classificazione numerica quello è senza dubbio alcuno Oldboy. Detto questo, non ci si sbilancia certo dicendo che Chan-Wok ha diretto un capolavoro del genere. Già, ma che genere? Un thriller che tanto thriller non è; un Pulp? Ovviamente, grazie a tutte quelle scene di combattimento che tanto ricordano la scuola di Tarantino; Ma anche un dramma? Probabile per la quasi totale prevalenza dell' effetto tragico nella trama; eppure la fine sembra scacciare l'ombra della tragedia greca con il velo della felicità conquistata di Dae-Su ; quindi una commedia? Ovviamente no. Il film è una struttura così perfettamente riuscita da risultare paradossalmente antitetica a se stessa, un trionfo di contrasti che coinvolgono tutti i sensi. Il montaggio del film è, senza sbilanciarsi, di fattura talmente pregevole da esser stato visto poche altre volte in una pellicola cinematografica; la colonna sonora di Cho Young-wook non è da meno e ,montata perfettamente con le scene, da vita a una potenza visiva e sentimentale fuori da ogni schema; la maniacale attenzione del regista ad ogni singolo particolare scenico rende il film proporzionalmente più bello ad ogni sua visione; le interpretazioni di Choi Min-sik ,nella parte di Oh Dae-su, e di Yu Ji-tae ,nella parte di Lee Woo-jin, sono così magistralmente affascinanti e composite che l'unica cosa che potreste dire agli attori se mai doveste incontrarli sarebbe "Bravi!". A rendere tutto ciò più affascinante c'è una fantastica unione filosofica tra due culture: Quella occidentale, data dal trucco e dal costume dei personaggi( Woo-jin , prototipo dell'affascinante ereditiero già conosciuto nello schermo hollywoodiano) , dall' ambientazione, che ci mostra una sviluppatissima e all' avanguardia Seoul; e quella orientale che sembra svanire dietro il contrasto occidentale del film, ma che prende vigore sotto forma di pura profondità filosofica( tutte quelle piccole frasi-manifesto di cui si arricchisce il film) e realtà visionaria, che fonde il trascendente mondo di visioni e sogni di Dae-su( e qui è innegabile l'influenza della cultura dei Manga) con il mondo reale. Quando Aristotele, approssimativamente intorno agli ultimi decenni del trecento a.c. scriveva nella " Poetica" che " colpi di scena e riconoscimenti comportano pietà o paura- azioni di cui la tragedia è per definizione imitazione- e ne discenderanno il successo o l'insuccesso" si riferiva sicuramente al film di Chan-Wok.
In conclusione ritiro tutto quello che ho detto a riguardo del voto di un film e concedo cinque stelle con lode ad Oldboy.
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