De-l(e)zioso filmetto (filmino) (nel senso di: film girato con pochi mezzi e molto, appunto, "amore", per il cinema), tratto da piéce del 1732. Occorre tenere presente che è un film in costume con dialoghi "tipici" del "genere" (se è un genere) (è anche un film nel film, metafilm, meditazione sul cinema NEL cinema). Trama: nobildonna 700esca si finge uomo, fa innamorare i suoi nemici, etc.. a volte è meglio lasciare che l'arte fluisca in noi - così che va affrontata la visione del film, senza badare troppo alla trama, al gesto in sé. Gustare: costumi, ambientazione, musica (se piace classico-settecentesca).. e Mira Sorvino. Attrice, sex symbol, Dea. Dell'Amore. Dea di tutto. Solare. Stellare.
[+]
De-l(e)zioso filmetto (filmino) (nel senso di: film girato con pochi mezzi e molto, appunto, "amore", per il cinema), tratto da piéce del 1732. Occorre tenere presente che è un film in costume con dialoghi "tipici" del "genere" (se è un genere) (è anche un film nel film, metafilm, meditazione sul cinema NEL cinema). Trama: nobildonna 700esca si finge uomo, fa innamorare i suoi nemici, etc.. a volte è meglio lasciare che l'arte fluisca in noi - così che va affrontata la visione del film, senza badare troppo alla trama, al gesto in sé. Gustare: costumi, ambientazione, musica (se piace classico-settecentesca).. e Mira Sorvino. Attrice, sex symbol, Dea. Dell'Amore. Dea di tutto. Solare. Stellare. Magnetica. Enorme, prorompe nei corsettini d'epoca. Un raggio di luce nel cuore dello spettatore. Lo avvince, e non lo abbandona mai più. Mai più.. Il film: esercitazione stilistica, o trionfo dell'amore (per il cinema)? Amore per il medium-cinema, sicuramente. Amore "tecnico". Formal-morboso. Vorticosi movimenti di camera. Mille e uno stili (stilemi) "stilistici" (amore per la sapienza:cinematografica). Uso smodato di ogni trucco nel libro del "bravo" regista. Ogni trucco. Ma... l'amore per il puro narrare una storia? Non trionfa. Perde. E' sconfitto. Rimane il godimento estetico, la raffinatezza-complicità con lo spettatore-cinefilo. "Strizzate d'occhio" con la macchina da presa. Freddo (fresco) estetismo, dolce lusso per gli occhi.. Noia? No. Si è preparati a dialoghi cineteatrali "perfetti". Visione rilassante, nell'intellettualismo "dichiarato".. Gioco dell'immagine sull'immagine. All'improvviso, il pubblico. E siamo noi. La complicità "manifesta" è visione meta-empirica. Chi si ribella? Nessuno, gioco cinefilo da cinefilo che ormai ci ha avvinto. Riferimenti, carrellate: si attende l'ennesimo stile "rubato". La Peploe, un suo stile se lo costruirà. Il tocco c'è. La raffinatezza pure. Il lavoro sugli attori, evidente - Kingsley superlativo, la Shaw epica. Di Mira bellaebrava già si è detto. Ma poi la memoria corre veloce a una frase, condivisibilissima, della regista, tempo fa: "Doppiaggio=barbarie fascista!". Ebbene... il film è doppiato! Non serve dire, è doppiaggio di alto livello. Ma Monica Ward che c'azzecca con Mira? Mira è Mira. Ha la sua voce. Doppiata, non rende. Prevale lo stile teatral-impostato. Insomma, il film "c'è", a più livelli diverte (del resto è un divertissment).. Ma non s'aveva a doppiare. Proprio no. Il voto in *** non mi esprime: 7/10
[-]
|
|