zagoras
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giovedì 25 gennaio 2007
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il film più incompreso della storia del cinema
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Allora partiamo dal presupposto che non è un capolavoro.
I capolavori sono ben altri ma ultimamente tra tutti i film di fantascienza usciti non se ne vede neanche uno.
Prima di tutto lo sconosiglio vivamente a tutti i pappaeffettispeciali perchè è un film del 97 e aldilà di tutto di grossi effetti spieciali non ce ne sono.
Secondo la storia è complessa e va seguita con attenzione, e io direi che come film non è affatto male...anzi.
Analizzando a fondo il finale è ambiguo e interessante, la suspence creata dal regista è notevole e penso che chi ci veda all'interno connotati horror e satanisti (l'idea dell'altra dimensione centra con l'inferno davvero poco...) si sbaglia di grosso.
Non un capolavoro ma semplicemente un bel film di fantascienza
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fabal
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martedì 2 febbraio 2016
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materia prima cestinata
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2047. Sette anni prima la Event Horizon è stata lanciata nello spazio con a bordo un rivoluzionario congegno in grado di deformare lo spazio- tempo e raggiungere la velocità della luce. Della nave però si perdono le tracce, finché dalla Terra non viene captato un messaggio di soccorso proveniente dall’orbita di Nettuno. Una squadra di soccorso, a bordo della Lewis and Clark, tenta di raggiungere l’astronave smarrita e di scoprire cosa sia accaduto all’equipaggio.
Se già dai titoli di testa non vi fosse una grafica dozzinale con metal di sottofondo in stile B Movie, a Punto di non ritorno basterebbe solo un po’ di coraggio in più per avere tutte le premesse di solida fantascienza.
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2047. Sette anni prima la Event Horizon è stata lanciata nello spazio con a bordo un rivoluzionario congegno in grado di deformare lo spazio- tempo e raggiungere la velocità della luce. Della nave però si perdono le tracce, finché dalla Terra non viene captato un messaggio di soccorso proveniente dall’orbita di Nettuno. Una squadra di soccorso, a bordo della Lewis and Clark, tenta di raggiungere l’astronave smarrita e di scoprire cosa sia accaduto all’equipaggio.
Se già dai titoli di testa non vi fosse una grafica dozzinale con metal di sottofondo in stile B Movie, a Punto di non ritorno basterebbe solo un po’ di coraggio in più per avere tutte le premesse di solida fantascienza. Dopotutto l’idea iniziale è buona, l’introduzione teorica alla missione è interessante e può persino vantare una clamorosa citazione nel cinema contemporaneo: la spiegazione di Sam Neill sulla curvatura dello spazio-tempo usando un foglio di carta è stata ripresa (tale e quale) solo un anno e mezzo fa da un certo Interstellar. Questo per far capire che Punto di non ritorno avrebbe la materia prima per essere un buon film. Materia prima che viene cestinata, però, in effetti speciali pacchiani e spesso non necessari, invenzioni visive non riuscite e, soprattutto, un ricorso all’horror anni ’80 (Carpenter, Hellraiser, Nightmare a gogò), davvero fuori luogo. Finché Anderson si limita a citare Alien con le teche per l’ibernazione e persino i sottotitoli al passaggio delle astronavi, le cose vanno benino. Quando però si vede Sam Neill con l’aria da zombie, tutto quanto c’era di buono scade in una confusa pantomima fine a se stessa. Discreto comunque il cast, su cui spicca lo stesso Neill, Laurence Fishburne e la bella Richardson.
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lgiulianini
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venerdì 7 ottobre 2016
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preveggente sceneggiatura, regia da dimenticare.
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Premetto che ho visto il film ieri e lo recensisco oggi perchè è in programmazione su tim vision.
Le intuizioni dello script hanno del formidabile: è il primo film nel quale si parla di gravitoni, particella di cui ora la scienza postula l'esistenza matematica anche senza averla ancora dimostrata sperimentalmente, così come la propulsione interstellare, alla luce delle conoscenze odierne (2016), appare ormai possibile solo attraverso l'uso di onde gravitazionali create ad hoc da una macchina del futuro capace di creare una curvatura dello spazio tale da consentire rapidamente la percorrenza di distanze ad oggi inimmaginabili.
Si tratta in concreto di realizzare un buco nero ad hoc, ad energia controllata, e la ricerca aerospaziale va in questo senso tramite esperimenti al CERN con la creazione di mini buchi neri attraverso l'accelerazione di particelle subatomiche a velocità paragonabili a quelle della luce, sia al MIT ed al JPLab della NASA dove sono stati già creati buchi neri "sonori".
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Premetto che ho visto il film ieri e lo recensisco oggi perchè è in programmazione su tim vision.
Le intuizioni dello script hanno del formidabile: è il primo film nel quale si parla di gravitoni, particella di cui ora la scienza postula l'esistenza matematica anche senza averla ancora dimostrata sperimentalmente, così come la propulsione interstellare, alla luce delle conoscenze odierne (2016), appare ormai possibile solo attraverso l'uso di onde gravitazionali create ad hoc da una macchina del futuro capace di creare una curvatura dello spazio tale da consentire rapidamente la percorrenza di distanze ad oggi inimmaginabili.
Si tratta in concreto di realizzare un buco nero ad hoc, ad energia controllata, e la ricerca aerospaziale va in questo senso tramite esperimenti al CERN con la creazione di mini buchi neri attraverso l'accelerazione di particelle subatomiche a velocità paragonabili a quelle della luce, sia al MIT ed al JPLab della NASA dove sono stati già creati buchi neri "sonori".
La ricerca va in questa direzione, unica possibilità per colmare gli spazi interstellari è strutturare e sfruttare campi gravitazionali ad hoc e fionde gravitazionali, ed averlo previsto 20 anni fa ha dello stupefacente. La macchina presente sulla Event Horizon assomiglia molto a quella di Contact, che spedisce Jodie Foster su Vega, a ben altro livello registico.
Le intuizioni ci sono eccome quindi, letteralmente massacrate da un regista che di spazio non capisce nulla, che probabilmente di spazio non vuole capire nulla, ed il cui unico interesse sembra essere riempire di zombie anche un film come Mary Poppins.
Il film al limite va visto per la sceneggiatura di alto valore scientifico e che fa riflettere e molto, per la spettacolarità delle navi spaziali comunque ben fatte, ignorando del tutto l'aspetto horror-splatter del tutto fuori contesto e peraltro abbastanza ridicolo, per l'abuso di stereotipi così triti e ritriti che ormai non fanno paura più a nessuno.
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figliounico
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domenica 13 marzo 2022
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la scienza ci condurrà all''inferno
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Paul W. S. Anderson prima di spopolare con la fortunata saga dei Resident Evil sperimenta l’horror fantascientifico
e forse avrebbe potuto fare di meglio nel cimentarsi con il genere che ambientare su di un’astronave invece che su di un pianeta alieno un soggetto già visto altrove in una riedizione per piccini di Solaris di Tarkovskij
con la stramba pretesa di mischiare il sacro al profano inserendo scene da inferno splatter dantesco con citazioni in latinorum arcaico in un contesto futuristico di tecnologiche pulsantiere e fantasiosi viaggi intergalattici attraverso buchi neri artificiali
con un Sam Neil più a suo agio tra i dinosauri dei cartoni digitali della serie dei Jurassic trasformato truccato da Pi
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Paul W. S. Anderson prima di spopolare con la fortunata saga dei Resident Evil sperimenta l’horror fantascientifico
e forse avrebbe potuto fare di meglio nel cimentarsi con il genere che ambientare su di un’astronave invece che su di un pianeta alieno un soggetto già visto altrove in una riedizione per piccini di Solaris di Tarkovskij
con la stramba pretesa di mischiare il sacro al profano inserendo scene da inferno splatter dantesco con citazioni in latinorum arcaico in un contesto futuristico di tecnologiche pulsantiere e fantasiosi viaggi intergalattici attraverso buchi neri artificiali
con un Sam Neil più a suo agio tra i dinosauri dei cartoni digitali della serie dei Jurassic trasformato truccato da Pinhead il malvagio di Hellraiser terrorizzato più che terrorizzante dal suo primo forse unico ruolo di cattivo in una lotta all’ultimo sangue col capitano che sarà ma già lo è il poliziotto saggio di colore di tanti thriller d’oltreoceano Laurence Fishburne
sebbene il migliore meno caratterizzato tra i personaggi né buono né cattivo per questo più verosimilmente umano sia Jason Isaacs futuro harrypottinano Lucius Malfoy
eppure ha un suo fascino questo film col richiamo alle antiche credenze in una società in balia degli scienziati pazzi padroni della tecnica e di formule matematiche esoteriche divulgate pieroangelascamente mentre si appresta con l’equipaggio ignaro dell’Event Horizon novella Enterprise a varcare spaventato i confini dell’ignoto per approdare infine nel più rassicurante dei mondi concepiti finora dall’umanità al tramonto per rappresentare l’orrore assoluto tra diavolacci e spiriti maligni medioevali
ma è la scienza che ci condurrà all’inferno
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flaviaostani
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mercoledì 27 giugno 2018
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l'astronave che ha aperto un varco per l'inferno
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"Event Horizon", l'orizzonte degli eventi, è l'orlo di un buco nero. L'astronave che apre il varco per l'Inferno (senza sapere che lo è e scoprendolo tragicamente) porta lo stesso nome. Aprire un varco per l'Inferno significa caderci dentro senza rimedio.
Quando la nave di soccorso e ricerca attracca, i dèmoni, che sono gli uomini dell' equipaggio della Event Horizon, tormentano e uccidono i colleghi di quest'ultima nave.
La registrazione di bordo dell' astronave fantasma porta urla disperate e una frase in latino: LIBERA TE AB INFERIS.
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"Event Horizon", l'orizzonte degli eventi, è l'orlo di un buco nero. L'astronave che apre il varco per l'Inferno (senza sapere che lo è e scoprendolo tragicamente) porta lo stesso nome. Aprire un varco per l'Inferno significa caderci dentro senza rimedio.
Quando la nave di soccorso e ricerca attracca, i dèmoni, che sono gli uomini dell' equipaggio della Event Horizon, tormentano e uccidono i colleghi di quest'ultima nave.
La registrazione di bordo dell' astronave fantasma porta urla disperate e una frase in latino: LIBERA TE AB INFERIS.
Purtroppo, l' avvertimento arriva troppo tardi e lo comprende soltanto il comandante, che fa esplodere se stesso e la Event Horizon. L'enorme energia liberata produce la chiusura del buco nero; lo spazio si ricompone e l' Inferno rimane al di là.
L'avvertimento è: non aprite buchi neri nel mondo e nella realtà quotidiana. Collegano con l' Inferno e producono effetti così spaventosi, che occorre un'energia pari ed enorme per ristabilire il corso giusto delle cose.
Flavia Ostani
27 giugno 2018
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il bagatto
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sabato 3 agosto 2013
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buona sceneggiatura, pessima regia.
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Il plot è interessante, e offre molte possibilità di narrazione, la via introspettiva, così come quella horror, o quella psicologica. Peccato che il regista sia Paul W. Anderson, celeberrimo per la trasposizione cinematografica del videogame Resident Evil, che avrebbe cominciato qualche anno dopo questo film. La mancanza di talento di questo regista si fa sentire nella sua immancabile mania di mettere in scena i peggiori stereotipi hollywoodiani(il professore impazzito che cercherà di uccidere tutti, allucinazioni su parenti o persone morte che tornano a perseguitare i vivi, il folle che tenterà il suicidio nello spazio aperto come qualunque B movie di fantascienza), il tutto farcito dalla retorica del "ci siamo spinti oltre con la tecnologia, Dio non approverebbe".
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Il plot è interessante, e offre molte possibilità di narrazione, la via introspettiva, così come quella horror, o quella psicologica. Peccato che il regista sia Paul W. Anderson, celeberrimo per la trasposizione cinematografica del videogame Resident Evil, che avrebbe cominciato qualche anno dopo questo film. La mancanza di talento di questo regista si fa sentire nella sua immancabile mania di mettere in scena i peggiori stereotipi hollywoodiani(il professore impazzito che cercherà di uccidere tutti, allucinazioni su parenti o persone morte che tornano a perseguitare i vivi, il folle che tenterà il suicidio nello spazio aperto come qualunque B movie di fantascienza), il tutto farcito dalla retorica del "ci siamo spinti oltre con la tecnologia, Dio non approverebbe".
Il mettere a dura prova i personaggi con delle allucinazioni, non li rende più complessi; sin dai primi minuti di film si può capire quale ruolo avranno nella storia(il capitano tutto d'un pezzo, il "nero allegro", la bionda inutile, e così via), personaggi così piatti da non rendere drammatiche neanche le loro morti.
Effetti speciali ridicoli(tengo poco conto di questo fattore nei film, non conoscendone il budget ancora meno, ma qui si raggiungono bassissimi livelli, dagli oggetti sospesi a gravità 0, alle esplosioni); colonna sonora dimenticabilissima e poco evocativa, e ultimo, ma non ultimo come criterio di valutazione di un film, la recitazione, nella media solo da parte dei due protagonisti, Fishburne e Neil.
Tutto sommato si fa guardare, se la vostra unica pretesa è 1 ora e 30 di hollywood fantascientifico.
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