ennio
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sabato 21 settembre 2019
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fedele trasposizione di una piccola tragedia usa
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Bella trasposizione cinematografica. Va dato atto ad Egoyan e alla produzione di non averci messo del loro per snaturare la storia originale di Russell Banks. Uno dei romanzi più autenticamente dolorosi, più che tragici, che narrano della piccola provincia americana fatta di paesi dove tutti si conoscono. Un paese dove, di fronte alla tragica fatalità di un incidente allo scuolabus locale, la gente diffida istintivamente dell'avvocato idealista di New York venuto per fare causa a favore delle famiglie delle vittime. Diffidenza che, unita alle tragedie personali e familiari dei protagonisti, lascerà fuori quel mondo fatto di accordi sottobanco e cause milionarie in tribunale, riconsegnando al piccolo paese alla vita di prima, con tanti lutti in più e tante famiglie spezzate dalla tragedia.
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Bella trasposizione cinematografica. Va dato atto ad Egoyan e alla produzione di non averci messo del loro per snaturare la storia originale di Russell Banks. Uno dei romanzi più autenticamente dolorosi, più che tragici, che narrano della piccola provincia americana fatta di paesi dove tutti si conoscono. Un paese dove, di fronte alla tragica fatalità di un incidente allo scuolabus locale, la gente diffida istintivamente dell'avvocato idealista di New York venuto per fare causa a favore delle famiglie delle vittime. Diffidenza che, unita alle tragedie personali e familiari dei protagonisti, lascerà fuori quel mondo fatto di accordi sottobanco e cause milionarie in tribunale, riconsegnando al piccolo paese alla vita di prima, con tanti lutti in più e tante famiglie spezzate dalla tragedia.
Peccato per aver omesso nel film la scena finale al rodeo dei ferrivecchi. dove Dolores fa la sua apparizione dopo mesi di assenza in pubblico. C'è da dire che il romanzo originale lascia almeno quel filo di speranza e di futuro nella nascita del figlio degli Otto.
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arlene machiavelli
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venerdì 17 maggio 2019
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il dolce domani secondo egoyan
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Probabilmente il miglior film di Egoyan. E' gelido lo sguardo(come il paesaggio) su un microcosmo (una piccola città del canada) intriso di miserie umane e anche terribili segreti. Nicole è il personaggio chiave del film, è lei la voce narrante anche (ma non solo) che scandisce gli eventi sulle strofe della fiaba Il pifferaio magico che conduce i bambini nella caverna, tranne uno. I bambini della cittadina sono tutti morti in un incidente sul bus che li conduceva a scuola.
Nicole sopravvive ("Ho detto tutti? No, uno era zoppo e si era attardato un pelo di troppo" recita la fiaba) ma rimane paralizzata alle gambe. La vediamo, in una delle prime sequenze cantare e suonare su un palco, alla fiera del paese.
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Probabilmente il miglior film di Egoyan. E' gelido lo sguardo(come il paesaggio) su un microcosmo (una piccola città del canada) intriso di miserie umane e anche terribili segreti. Nicole è il personaggio chiave del film, è lei la voce narrante anche (ma non solo) che scandisce gli eventi sulle strofe della fiaba Il pifferaio magico che conduce i bambini nella caverna, tranne uno. I bambini della cittadina sono tutti morti in un incidente sul bus che li conduceva a scuola.
Nicole sopravvive ("Ho detto tutti? No, uno era zoppo e si era attardato un pelo di troppo" recita la fiaba) ma rimane paralizzata alle gambe. La vediamo, in una delle prime sequenze cantare e suonare su un palco, alla fiera del paese. Ella ha un rapporto idilliaco con il padre, che si spinge però decisamente oltre, e probabilmente da anni. Abusata senza averne la concezione, dopo l'incidente prende coscienza di quanto ha perso (l'uso delle gambe e l'innocenza dell'infanzia) per via di un cattivo padre.
Un buon padre di una figlia tossicodipendente. invece, si reca nella cittadina per tentare una causa dopo l'incidente, rischiando di disgregare la comunità in lutto. E' chiaro che ha motivazioni personali, la rabbia che trasuda è quella per una figlia, anch'essa perduta e che non riesce ad aiutare in alcun modo. Se aveva salvato la figlia dalla vedova nera da infante (bellissimo il flash back del viaggio verso l'ospedale, una mano tiene calma la bambina con amorevolezza e l'altra mano impugna un coltello per l'eventualità di una tracheotomia d'urgenza) è ora impotente davanti ad un'altra vedova nera, la droga.
Gli incidenti, semplicemente, succedono, anche quando a morire sono gli innocenti.
Al processo, Nicole mentirà per vendetta contro il padre, riportando integrità nel paese, ormai conscia di aver perso da tempo la propria.
Egoyan dirige il tutto magnificamente, con voluto distacco ma indubbia intensità e senza cedimenti al patetico, orchestrando i salti temporali con sinuosa abilità, tenendo lo spettatore incollato e partecipe.
Nel dolce domani, i bambini saranno in un mondo dove "tutto è strano e nuovo" ma anche i sopravvissuti vivono già in un sweet hereafter, le cose non saranno mai più le stesse.
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il befe
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lunedì 9 marzo 2015
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capolavoro
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m.d.c
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lunedì 28 febbraio 2011
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il domani di egoyan
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E'un gelido abbraccio che tocca l'anima e non risparmia lo spettatore quello de Il dolce domani, titolo chiave dell'armeno-canadese Atom Egoyan, autore assorto nell'ossessiva indagine della precarietà dei sentimenti (in questo caso il dolore, lo smarrimento,la perdita). Anche ne Il dolce domani come(e ancora di più) del precedente Exotica Egoyan trasferisce una tensione morale incandescente nella narrazione in bilico tra continui andirivieni temporali (che si incastrano alla perfezione) e la desolata fissità delle immagini che fanno risaltare lo smarrimento dei personaggi, figure attonite catturate sullo sfondo desolato di un borgo scosso dalla tragedia: un autobus scolastico, infatti, è slitatto sul ghiaccio scivolando in un lago e provocando la morte di gran parte dei suoi piccoli passeggeri.
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E'un gelido abbraccio che tocca l'anima e non risparmia lo spettatore quello de Il dolce domani, titolo chiave dell'armeno-canadese Atom Egoyan, autore assorto nell'ossessiva indagine della precarietà dei sentimenti (in questo caso il dolore, lo smarrimento,la perdita). Anche ne Il dolce domani come(e ancora di più) del precedente Exotica Egoyan trasferisce una tensione morale incandescente nella narrazione in bilico tra continui andirivieni temporali (che si incastrano alla perfezione) e la desolata fissità delle immagini che fanno risaltare lo smarrimento dei personaggi, figure attonite catturate sullo sfondo desolato di un borgo scosso dalla tragedia: un autobus scolastico, infatti, è slitatto sul ghiaccio scivolando in un lago e provocando la morte di gran parte dei suoi piccoli passeggeri. Un avvocato inquieto per via di un insanabile dolore personale(una figlia sbandata e sieropositiva)giunge nell'afflitta comunità per convincere i genitori delle vittime ad intentare causa "perchè gli incidenti non esistono". Ma la rabbia alimentata dal desiderio di rivalsa del civilista Ian Holm si scontra con l'ostinata ostruzione della ragazzina scampata Sarah Polley, decisa a chiudere il cerchio del dolore e a restituire ai sopravvissuti e alle vittime una sorta di pace postuma in un limbo dove lasciare acquietare la sofferenza e cicatrizzare le ferite, un "dolce domani" appunto. Seguendo la linea di confine tra la rappresentazione della tragedia e i suoi effetti familiari e sociali Egoyan conduce lo spettatore in una dimensione sospesa tra realtà(lo scenario innevato che rimada ad un gelo dell'anima)e sogno(la voce fuori campo della Polley che recita il pifferaio di Hammelin), riuscendo a dare una consistenza visiva, sensoriale, al "dopo", a quell'inesprimibile senso di colpa collettivo che si sprigiona dalla perdita di un figlio. La felice, memorabile, riuscita de Il dolce domani è tutta in questa alchimia tra un presente sospeso e spettrale, custodito in un inverno senza fine, e un domani da decifrare che potrebbe persino annunciarsi luminoso come l'ultima enigmatica inquadratura sembra suggerire:una luce insondabile, senza provenienza, attraversa una camera buia...Probabilmente è così che possiamo immaginarci un improvviso riveglio dal dolore. Matteo De chiara
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