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paolp78
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domenica 8 febbraio 2015
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metropolitano, per un pubblico giovane
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.
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Notevole la sceneggiatura (trama intrecciata ed avvincente), che costituisce l'elemento di forza della pellicola, insieme all'ambientazione perfettamente riuscita, grazie ad una Los Angeles squallida e disordinata che si richiama molto a quella descritta in Blade Runner, di cui viene restituita la stessa atmosfera.
I numerosi personaggi, principali e di contorno, risultano tutti accattivanti e delineati con intelligenza; la scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata, tutti hanno la faccia giusta per il personaggio che sono chiamati ad interpretare, così che anche le loro performance mi sono apparse molto ben riuscite.
Vengono trattati, con maggiore e minore impegno, vari temi importanti e complessi (dalle tematiche socio/razziali ai profondi temi pscilogico-filosofici del rapporto coi propri ricordi ecc.), ma l'obiettivo fondamentale della pellicola resta sempre quello di fornire puro intrattenimento, compito che viene assolto con successo.
La sceneggiatura è molto agevolata dalla trovata dello "squid", che facilita enormemente la scrittura, consentendo svariate soluzioni e trovate originali, ma in definitiva è molto meno originale di quanto voglia sembrare, alla base infatti c'è una trama che trova la sua forza in elementi classici: l'ottima definizione dell'ambiente in cui la storia si svolge; il variegato assortimento di personaggi, tutti ben delineati; l'intreccio di sentimenti contrastanti che coinvolgono più protagonisti ... ed ovviamente l'immancabile sorpresa finale, condita con qualche scena ad effetto.
Film profondamente americano, metropolitano, particolarmente calibrato sui gusti e le tendenze del pubblico più giovane, a cui è palesemente rivolto.
Il ritmo incalzante viene interrotto di tanto in tanto da qualche momento morto, che poteva forse essere evitato, contenendo così anche l'eccessiva durata della pellicola.
Regia ottima.
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jacopo b98
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venerdì 24 ottobre 2014
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il miglior sci-fi anni '90
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31 dicembre 1999, Lenny Nero (Fiennes) è un ex-poliziotto che spaccia dischetti su cui vengono registrate esperienze altrui su cui vengono registrati anche gli input sensoriali. Questi dischetti sono una droga illegale, chiamata squid. Nero riceve una clip su cui è registrato il brutale omicidio di una prostituta sua conoscente. Insieme alla guardia del corpo Mace (Bassett) e all’amico Max (Sizemore) si mette alla ricerca della verità, che sarà molto più truce e drammatica di quel che sembra a prima vista. Sceneggiato senza sbavature da James Cameron (ex-marito della regista) e Jay Cocks, è un thriller fantascientifico ad alta velocità e ritmo forsennato.
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31 dicembre 1999, Lenny Nero (Fiennes) è un ex-poliziotto che spaccia dischetti su cui vengono registrate esperienze altrui su cui vengono registrati anche gli input sensoriali. Questi dischetti sono una droga illegale, chiamata squid. Nero riceve una clip su cui è registrato il brutale omicidio di una prostituta sua conoscente. Insieme alla guardia del corpo Mace (Bassett) e all’amico Max (Sizemore) si mette alla ricerca della verità, che sarà molto più truce e drammatica di quel che sembra a prima vista. Sceneggiato senza sbavature da James Cameron (ex-marito della regista) e Jay Cocks, è un thriller fantascientifico ad alta velocità e ritmo forsennato. I temi trattati sono tanti e la Bigelow, come ci si aspetta, non lesina su spettacolari scene d’azione. Ma Strange Days non è solo un raffinato film d’azione ambientato alla fine del millennio: è una cupa parabola sulla fine del millennio che ci lascia andare verso un futuro cupo e senza certezze. E anche il lieto-fine forse così lieto non è: l’umanità è allo sfascio e il futuro è più cupo che mai. È un film drammatico, disperato, violento e spietato più della media del genere, ben costruito nel suo intreccio narrativo, teso ed angosciato fino alla fine, grazie ad una sceneggiatura una volta tanto più che buona e a una regia davvero di ferro. Molte sono le sequenze da antologia, su tutte la clip iniziale della rapina al ristorante in piano sequenza, per la quale la Bigelow ha dovuto creare appositamente ultraleggere telecamere 35mm. Fotografia eccellente di Matthew Leonetti e strepitose, furenti musiche di Peter Gabriel e Graeme Revell. Attori magnetici. Non sorprendentemente dimenticato dagli Oscar, è uno dei più grandi film di fantascienza degli anni ’90, un autentico capolavoro di genere. Il titolo deriva dall’omonima canzone dei The Doors.
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kondor17
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lunedì 14 aprile 2014
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visionario e raffinato
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Rivedendo questo film dopo tanti anni, devo dire che Bigelow-Cameron ci hanno quasi azzeccato. Siamo tutti, ora, chi più chi meno, dipendenti da immagini e informazioni non nostre, "indotte" e riportate. Dico quasi perchè la visione apocalittica di un mondo in rapido declino "morale" è ben lungi dal realizzarsi. Anzi sono proprio i media e la loro "tascabile" diffusione, il principale risveglio di una coscienza globale, da "V per Vendetta", diciamo, anche se sul fatto che l'uso smodato e inopportuno degli stessi porta insindacabilmente al baratro descritto dagli autori del film. Dopo quasi un ventennio dalla sua uscita, quindi, postarne un commento descrittivo o critico mi sembra quasi superfluo o inopportuno.
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Rivedendo questo film dopo tanti anni, devo dire che Bigelow-Cameron ci hanno quasi azzeccato. Siamo tutti, ora, chi più chi meno, dipendenti da immagini e informazioni non nostre, "indotte" e riportate. Dico quasi perchè la visione apocalittica di un mondo in rapido declino "morale" è ben lungi dal realizzarsi. Anzi sono proprio i media e la loro "tascabile" diffusione, il principale risveglio di una coscienza globale, da "V per Vendetta", diciamo, anche se sul fatto che l'uso smodato e inopportuno degli stessi porta insindacabilmente al baratro descritto dagli autori del film. Dopo quasi un ventennio dalla sua uscita, quindi, postarne un commento descrittivo o critico mi sembra quasi superfluo o inopportuno. Mi limito a dire che Ralph Fiennes (Lenny Nero) è un grande attore, allora come adesso; di Angela Basset (l'amica del cuore) e di Juliette Lewis (l'amata) non posso però dire la stessa cosa. Ottimi invece sia Sizemore (l'amico Max) che Wincott (il cattivo Philo). Lacunose e ridicole alcune scene e nel complesso un finale tutto fuochi d'artificio e sangue, con codina happyend, (quasi) tutto da dimenticale e comunque non all'altezza del film, di ottima fattura. Bella l'idea di una cam cerebrale, che usa il nervo ottico e la corteccia come imput per minidisk di sicurezza/godimento (gli squid), tecnologia sviluppata dalla security prima e abbandonata poi, diventando la droga digitale per interposta persona di fine millennio. D'altronde i LED glasses 3D-HD erano ben lungi, allora, da ogni immaginazione ed un "fez" digitale con parrucchino dona sicuramente di più.
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oblivion7is
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domenica 9 ottobre 2011
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un noir postmoderno di fine millennio
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Veramente un ottimo film questo crudo, distopico e visionario "Strange Days", partorito dalle menti di James Cameron e moglie. Un film con veramente pochissimi difetti, quasi nulli. Anzi, potrei benissimo dire che è un assoluto capolavoro con un quarto di marcia in meno, un piccolissimo difetto: un finale che a tratti sembra troppo enfatico, non dico in quali punti, rendendo la catarsi che dovrebbe essere puramente illustrativa e critica in qualcosa di lievemente buonista. Ma si lascia stare, chissene frega se il finale di un film svanisce per colpa di una cosa di sceneggiatura leggermente fuori posto, l'importante è tutto il resto. E il resto è venuto dannatamente bene.
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Veramente un ottimo film questo crudo, distopico e visionario "Strange Days", partorito dalle menti di James Cameron e moglie. Un film con veramente pochissimi difetti, quasi nulli. Anzi, potrei benissimo dire che è un assoluto capolavoro con un quarto di marcia in meno, un piccolissimo difetto: un finale che a tratti sembra troppo enfatico, non dico in quali punti, rendendo la catarsi che dovrebbe essere puramente illustrativa e critica in qualcosa di lievemente buonista. Ma si lascia stare, chissene frega se il finale di un film svanisce per colpa di una cosa di sceneggiatura leggermente fuori posto, l'importante è tutto il resto. E il resto è venuto dannatamente bene. Kathryn Bigelow dirige con semplicità ma anche stile una storia fantascientifica di politica, violenza, amore e morte, una sorta di hard-boiled oscuro e misterioso ambientato in un futuro per noi passato ma anche presente. Difatti, le poche cose futuristiche del film non sono molto avanti nel tempo, potremmo quasi dire che sono in realtà oggetti che ptorebbero benissimo esistere anche nella società moderna, magari non a nostra conoscenza. La trama del film: Larry (Ralph Fiennes) spaccia come droga Clip che mostrano virtualmente esperienze altrui. Mentre cerca il contatto di una sua ex allucinata (Juliette Lewis), gli viene mandato un Clip inquietante... che mostra l'omicidio di una sua amica. Comincia quindi una corsa contro tutto e tutti che rivelerà un collegamento con la misteriosa morte di un rapper di colore. Il film non è altro che un "Blade Runner" più anarchico, velocizzato e sporco, in cui un'estetica del fastidioso ha una grande importanza. Juliette Lewis interpreta un ruolo adatto alla sua faccia e corpo, un ruolo allucinato e assurdamente caricato, anche se non quanto il suo personaggio in "Assassini Nati" (lì anche più brava forse). Una musica incavolatissima fa da sottofondo costante a quasi tutta la pellicola, tra gli sguardi di un Fiennes autoironico e a tratti divertente e quelli di un Vincent d'Onofrio cattivo e irriconoscibile. Un punto d'onore anche alla sceneggiatura di Cameron, regista ottimo che sceglie (o si crea) i soggetti sbagliati, ma che sa ben sceneggiare i film... altrui. È un film che mi ha molto colpito in positivo e non saprei cosa altro dire se non: guardatelo. Non tutti possono considerarlo come me un capolavoro, ma chi ha apprezzato "Blade Runner" ci troverà qui una versione più cattiva e sporca, anche se più pesante e quindi meno noir nelle atmosfere, benché sia tale nei colori. Grande il disorientamento nei primi 10 minuti se non si ha letto la trama, come grande il mistero per buona parte del film e anche l'inganno inaspettato che sorge negli ultimi venti minuti. L'unico difetto, ripeto, sta nell'enfatizzazione e teatralizzazione degli ultimi 5 minuti, che porta a far durare molto di più una scena che poteva finire molto prima. Commovente l'ultimo bacio. Ottimi gli attori.
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andrea3456
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sabato 1 gennaio 2011
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sopravvalutato
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Il film si può vedere, anche se è un po troppo lungo e noioso all'inizio. Non è certo un capolavoro come vorrebbero farci credere quelli che danno 5 stelle.
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nalipa
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lunedì 13 dicembre 2010
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non capito..
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questo film della Bigelow.
Un ex poliziotto scopre proprio gli ultimi giorni del 2000 che un rapper nero é stato ucciso dai suoi vecchi colleghi.
La scoperta avviene attraverso l'ultimo ritrovato in materia di vidogiochi capace di far vivere in diretta esperienze virtuali.
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patrickbateman47
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mercoledì 24 novembre 2010
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un cult straordinario.
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Film straordinario,frizzante,adrenalinico,romantico,noir,esplosivo,anni '90 allo stato puro un film che all'epoca fece flop ma come tutti i capolavori il film era troppo avanti per la sua epoca,con un Cameron che ancora funzionava prima di corrompersi alla commercialità più bieca e con una grandissima Kathryn Bigalow in stato di grazia e con un cast straordinario Strange Days anche se non raggiunge i livelli del capolavoro fanta-noir di Ridley Scott (nessun film può) può essere benissimo considerato il Blade Runner degli anni '90.
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the man of steel
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venerdì 29 ottobre 2010
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sopravvalutato
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Thriller a tratti incomprensibile perchè diventa poco interessante, Strange Days, dalla premio Oscar Kathryn Bigelow, attinge a piena mano da Blade Runner ma senza avere il fascino del vecchio cinema. Il film, nonostante una buona regia (anche se nemmeno di un pollice all'altezza di The Hurt Locker), e una sceneggiatura ben scritta (il solito James Cameron), non riesce a sfruttare a dovere l'ottima idea di partenza che ha condotto ad una ancora più ottima regia in prima persona dei momenti in cui veniva rivissuta l'esperienza dello squid. Perfino l'ottima tematica del virtuale come una droga viene trattata infinitamente meglio in pochi minuti di Matrix, quello sì un vero capolavoro.
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Thriller a tratti incomprensibile perchè diventa poco interessante, Strange Days, dalla premio Oscar Kathryn Bigelow, attinge a piena mano da Blade Runner ma senza avere il fascino del vecchio cinema. Il film, nonostante una buona regia (anche se nemmeno di un pollice all'altezza di The Hurt Locker), e una sceneggiatura ben scritta (il solito James Cameron), non riesce a sfruttare a dovere l'ottima idea di partenza che ha condotto ad una ancora più ottima regia in prima persona dei momenti in cui veniva rivissuta l'esperienza dello squid. Perfino l'ottima tematica del virtuale come una droga viene trattata infinitamente meglio in pochi minuti di Matrix, quello sì un vero capolavoro. La prima mezz'ora decolla ma poi il film è in caduta libera, diventando troppo lungo, senza che situazioni malatissime e attori poco adatti possano ribaltare la situazione. Se una storia del genere la dirigeva Cameron oppure la scriveva Nolan veniva fuori se non un capolavoro almeno un grande film.
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[+] q8
(di suode)
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(di baby88brmc)
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luca r.
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lunedì 20 settembre 2010
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sorprendente
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bellissimo film, l idea di poter vivere la vita degli altri e grandiosa.le scene dei trip sono bellissime e merita anche l intesa tra la basset e fiennes!!l unico difetto e che a tratti e un po caotico e confusionario ma tiene incollati alla sedia.....da vedere assolutamente
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gertrude
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lunedì 6 settembre 2010
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wow!
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Simile a Minority Report e forse più vicino alla nostra realtà...Prende molto e non delude!
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