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paride86
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sabato 21 novembre 2009
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buono ma niente di più
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"Strange Days" inizia come un film di fantascienza (che ricorda vagamente Blade Runner) sui moderni inetti. L'inetto è il protagonista dominante dei romanzi italiani dei primi del '900: colui che, incapace di vivere la propria vita, ha bisogno di guardare quella degli altri. Si può riassumere così il (triste) principio delo squid, ambita e proibita droga del futuro. Poi però, all'improvviso, "Strange Days" vira decisamente verso il thriller a sfondo sociale, spiazzando lo spettatore a metà storia.
A tratti geniale, altre volte banale e un po' buonista - come nel finale -, è un film che non mi ha convinto del tutto.
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jethro
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martedì 7 luglio 2009
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se tutti i film di fantascienza fossero cosi!
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Un film che mi ha lasciato inchiodato alla poltrona con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Ottimo sotto tutti gli aspetti.
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friz
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mercoledì 7 gennaio 2009
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mmm
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non il solito film di fantascienza...
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gilles
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mercoledì 19 novembre 2008
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vedere vedersi
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Alle soglie del 2000, una nuova droga è arrivata in città, lo squid, il filoviaggio: riproduzione estesa a tutti i sensi di squarci di vissuto altrui tramite impulsi. Se i ricordi sono fatti per essere dimenticati, lo squid vìola la sacra regola naturale, e pone una questione davvero importante: la percezione soggettiva è sdoppiata, non è più tale. Nella visione molto forte dello stupro, la stupefazione per l'atto dello stupro in sè è accompagnato dalla perversione ricettiva: in un crescendo di suspense, dovuto all'inaspettato superamento di ogni barriera fisiologica, si raggiunge l'estremo di violenza, intuìto, ma mai confessato, se non a cose realizzate, pur nel terrore. Quello che stordisce cioè è la violazione dello spazio privato, inviolabile, sicuro, del soggetto: la sua mente, i suoi pensieri: chi subisce vede essere subito, non solo ne è conscio, ma è anche spettatore di se stesso; il soggetto vive in diretta una replica di sè, dello "spettacolo";il soggetto diventa unico, i corpi rimangono due; il terrore è muto perchè non esiste più la differenza tra soggetto e oggetto; esiste solo l'evento, ma l'occhio che lo guarda è al suo interno.
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Alle soglie del 2000, una nuova droga è arrivata in città, lo squid, il filoviaggio: riproduzione estesa a tutti i sensi di squarci di vissuto altrui tramite impulsi. Se i ricordi sono fatti per essere dimenticati, lo squid vìola la sacra regola naturale, e pone una questione davvero importante: la percezione soggettiva è sdoppiata, non è più tale. Nella visione molto forte dello stupro, la stupefazione per l'atto dello stupro in sè è accompagnato dalla perversione ricettiva: in un crescendo di suspense, dovuto all'inaspettato superamento di ogni barriera fisiologica, si raggiunge l'estremo di violenza, intuìto, ma mai confessato, se non a cose realizzate, pur nel terrore. Quello che stordisce cioè è la violazione dello spazio privato, inviolabile, sicuro, del soggetto: la sua mente, i suoi pensieri: chi subisce vede essere subito, non solo ne è conscio, ma è anche spettatore di se stesso; il soggetto vive in diretta una replica di sè, dello "spettacolo";il soggetto diventa unico, i corpi rimangono due; il terrore è muto perchè non esiste più la differenza tra soggetto e oggetto; esiste solo l'evento, ma l'occhio che lo guarda è al suo interno. Si vede vedersi, con lo squid, ultimo squallido attracco al presente in sè, pura idea, pura rappresentazione: in quei strani giorni, che preludono ad un futuro peggiore, il soggetto è scomparso e allora tutto è lecito, poichè la responsabilità non esiste più. Ma se i ricordi tornano ad essere quello che sono, la rivolta, la memoria è possibile.
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alemar
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domenica 13 luglio 2008
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può competere con "blade runner"
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Questo film è uno dei miei preferiti, davvero molto ben fatto: ottimi attori (sopratutto la tostissima Angela Bassett), ottima trama, ottimo in tutto. Sono anni ormai che nel campo della fantascienza non si sfornano più prodotti decenti ma questo film può davvero competere col mitico "Blade Runner" di Ridley Scott. Sono sicuro che il tempo mi darà ragione e anche "Strange Days" diventerà un cult.
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karl
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sabato 28 giugno 2008
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ho detto noia
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belle le musiche e la Lewis...il resto è banale noia
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alberto
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mercoledì 21 maggio 2008
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strange days......buon2000
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UN BEL FILM DI FANTASCIENZA!! ORIGINALE,ANKE CON UN PIZZICO DI THRILLER. DA VEDERE
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tiz
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martedì 5 febbraio 2008
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fast & furious a confronto è cinema d'autore
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uno dei film peggiori che abbia mai visto. la storia ha la prevedibilità di una puntata dei teletubbies, la sceneggiatura è degna delle scimmie del signor Burns, la fotografia e la regia non dicono nulla di nuovo(le scene in soggettiva tipiche dei videogame stupirebbero solo un ottantenne come Morando Morandini, che ha sicuramente fatto uso dello squid per dare quattro stelle a questa ciofeca), gli attori sono terribili, antipatici, non riescono a sostenere la parte di angeli dell'apocalisse losangeliana.. Un film di fantascienza dovrebbe far pensare, questo fa cagare. Non è assolutamente al livello di Minority Report nel settore fantascientifico e di 28 giorni dopo sul piano apocalittico.
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(di ackille)
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poldo
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martedì 26 giugno 2007
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noioso
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Personalmente l'ho trovato un po' noioso e banale... con pochissima fantascienza...
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piernelweb
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lunedì 18 giugno 2007
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cult days
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L'innarestabile conto alla rovescia verso il nuovo millennio, nella speranza di una nuova rinascita per una società globale allo sbando, in preda all'odio all'indifferenza alle violenza. Scenari cupi e iperdegradati, un futuro inospitale e vicino al collasso; è la pessimistica visione di Kathryn Bigelow reduce dal successo di Pont Break. Inevitabile lo scomodo confronto con "Blade Runner", perso in partenza, dal quale "Strange Days" esce in ogni caso a testa alta dimostrandosi, probabilmente, il suò più degno successore. Nella notte accecata dalle luci degli spari, degli incendi, dei mezzi della polizia si muove Nero (un grandissimo Ralph Fiennes), splendida neo icona romantica-ribelle dell'uomo del XXI secolo.
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L'innarestabile conto alla rovescia verso il nuovo millennio, nella speranza di una nuova rinascita per una società globale allo sbando, in preda all'odio all'indifferenza alle violenza. Scenari cupi e iperdegradati, un futuro inospitale e vicino al collasso; è la pessimistica visione di Kathryn Bigelow reduce dal successo di Pont Break. Inevitabile lo scomodo confronto con "Blade Runner", perso in partenza, dal quale "Strange Days" esce in ogni caso a testa alta dimostrandosi, probabilmente, il suò più degno successore. Nella notte accecata dalle luci degli spari, degli incendi, dei mezzi della polizia si muove Nero (un grandissimo Ralph Fiennes), splendida neo icona romantica-ribelle dell'uomo del XXI secolo. Non mancano di certo idee innovative, nè talento visionario alla Bigelow; peccato che talvolta la sua regia si faccia prendere la mano da una linearità simil-poliziesca nella narrazione, compromettendo in parte il fascino naturale della pellicola. Non stona invece il finale ottimistico. Perfetta nella sua folle perversione Juliette Lewis. Un gran bel film, ma il capolavoro è solo sfiorato.
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