francismetal
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sabato 2 dicembre 2017
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un poeta!
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Questo maestro è grandioso, in tutto, non c'è minuto del film che io non abbia apprezzato, ogni fotogramma era perfetto.
L'unica pecca è che Richard Gere è praticamente inutile... è lì a sorridere per pochi minuti per far vedere alle donne quanto è bello.
Ma se lo merita, è una formica vicino a Kurosawa.
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luca scial�
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lunedì 29 luglio 2013
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ricordi indelebili
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Un'anziana donna giapponese riceve l'invito di un fratello trasferitosi da anni alle Hawaii, al punto che ella nemmeno lo ricorda più. Anche perchè proviene da una famiglia numerosissima. Così decide di declinare l'invito, ospitando in casa i suoi 4 nipoti mentre i loro genitori hanno raggiunto il ricco familiare. Più per interessi economici che per affetto consanguineo. In quei giorni ricorrono anche le due tragedie di Hiroshima e Nagasaki e nella donna il ricordo è ancora vivo, e cerca di trasmetterlo ai nipoti affinchè certi errori non si dmentichino.
Penultimo film di Akira Kurosawa, il quale, attraverso una piacevole quanto significativa commedia, ci riporta alla mente gli orrori delle due bombe atomiche cadute sul Giappone nel 1945.
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Un'anziana donna giapponese riceve l'invito di un fratello trasferitosi da anni alle Hawaii, al punto che ella nemmeno lo ricorda più. Anche perchè proviene da una famiglia numerosissima. Così decide di declinare l'invito, ospitando in casa i suoi 4 nipoti mentre i loro genitori hanno raggiunto il ricco familiare. Più per interessi economici che per affetto consanguineo. In quei giorni ricorrono anche le due tragedie di Hiroshima e Nagasaki e nella donna il ricordo è ancora vivo, e cerca di trasmetterlo ai nipoti affinchè certi errori non si dmentichino.
Penultimo film di Akira Kurosawa, il quale, attraverso una piacevole quanto significativa commedia, ci riporta alla mente gli orrori delle due bombe atomiche cadute sul Giappone nel 1945. Altro tema è quello della vecchiaia e del rapporto-scontro tra nuove e vecchie generazioni. Alcune scene a forte impatto emotivo, tra cui quella dell'occhio nel cielo e della vecchia che corre contro la bufera nel finale. In via eccezionale il regista giapponese utilizza una stella di Hollywood: Richard Gere.
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nick castle
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lunedì 18 aprile 2011
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stupendo dramma di akira kurosawa...
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Una vecchia donna, nonna di quattro ragazzi, scampò al bombardamento atomico di Nagasaki, in cui rimase ucciso il coniuge, maestro elementare. Durante l'estate i quattro ragazzi avranno modo di apprendere dalla propria nonna la vera essenza del disastro nucleare di 46 anni prima. Nel mentre una visita familiare inaspettata incombe... Stupendo film sulla tragedia del bombardamento nucleare di Nagasaki, ma ancor più bello se visto dal punto di vista dell'anzianità e dei ricordi. Il tutto nell'insieme funziona, dai personaggi ai temi, come l'ambientazione contrapposta tra città e campagna. Una nota positiva per le musiche di Shinichiro Ikebe e per l'uso magistrale della "stabat mater RV621: Stabat mater dolorosa" di Vivaldi.
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Una vecchia donna, nonna di quattro ragazzi, scampò al bombardamento atomico di Nagasaki, in cui rimase ucciso il coniuge, maestro elementare. Durante l'estate i quattro ragazzi avranno modo di apprendere dalla propria nonna la vera essenza del disastro nucleare di 46 anni prima. Nel mentre una visita familiare inaspettata incombe... Stupendo film sulla tragedia del bombardamento nucleare di Nagasaki, ma ancor più bello se visto dal punto di vista dell'anzianità e dei ricordi. Il tutto nell'insieme funziona, dai personaggi ai temi, come l'ambientazione contrapposta tra città e campagna. Una nota positiva per le musiche di Shinichiro Ikebe e per l'uso magistrale della "stabat mater RV621: Stabat mater dolorosa" di Vivaldi. Uno dei migliori film drammatici di tutti i tempi. Lodevole anche Richard Gere nelle battute in giapponese, sostituite nel doppiaggio da un italiano con accento americano, mentre le battute in inglese rimangono invariate. Stupendo...
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montale
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venerdì 18 giugno 2010
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consigliato: assolutamente si???????
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scusate....è un bel film...molto metaforico che ti devi impegnare per capirlo...ma consigliato: assolutamente si...no è!!!
nì magari.....
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paola di giuseppe
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domenica 21 marzo 2010
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un canto per la memoria
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La vecchia Kane è una Hibakusha,nome dei sopravvissuti a Hiroshima,ha perso il marito,era a scuola quel mattino e sparì in un lampo di fuoco con i suoi ragazzi.
A ricordare il luogo un sacrario di lamiere scheletriche e si avvicina il 9 agosto di 45 anni dopo.
Il plot del film è semplice,disadorno,raccolto,concede poco alla drammaturgia e sa di meditazione e preghiera.
Fatto soprattutto di colori e di pochi,intensi richiami sonori,nenie funebri (i soutra) che riecheggiano con timbri profondi e cantilenanti nel tempietto agreste,immerso in una vegetazione estiva che esplode con tutte le tonalità del verde,note di Vivaldi, timbri vocali dei Lieder di Schubert e giocosi Lullabies di Ikebe.
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La vecchia Kane è una Hibakusha,nome dei sopravvissuti a Hiroshima,ha perso il marito,era a scuola quel mattino e sparì in un lampo di fuoco con i suoi ragazzi.
A ricordare il luogo un sacrario di lamiere scheletriche e si avvicina il 9 agosto di 45 anni dopo.
Il plot del film è semplice,disadorno,raccolto,concede poco alla drammaturgia e sa di meditazione e preghiera.
Fatto soprattutto di colori e di pochi,intensi richiami sonori,nenie funebri (i soutra) che riecheggiano con timbri profondi e cantilenanti nel tempietto agreste,immerso in una vegetazione estiva che esplode con tutte le tonalità del verde,note di Vivaldi, timbri vocali dei Lieder di Schubert e giocosi Lullabies di Ikebe.
Lo strimpellare stonato di un vecchio harmonium crea il giusto contrasto con il clima sereno dei quattro ragazzi in vacanza dalla nonna.
I genitori sono ad Honolulu a riagganciare rapporti con il ramo ricco e americanizzato della famiglia,trapiantato nel 1920 dall’ultimo fratello in vita di Kane.
Il patriarca è malato e vorrebbe rivedere la sorella,ma Kane vuol aspettare l’anniversario,poi partirà.
Questi adulti,significativi esemplari di una generazione post-bellica abile nelle rimozioni,non raccontano della tragedia famigliare ai parenti nippo-americani,cose lontane che potrebbero rendere imbarazzanti future collaborazioni con la prospera azienda di famiglia.
Nella casa di Kane il tempo trascorre leggero,fra giochi e cene attorno alla nonna che racconta tante storie,e gli occhi dei ragazzi si aprono per quella curiosità innocente che li porta a vedere l’essenza profonda delle cose.
Kurosawa segue con simpatia questo affiatato quartetto lungo i luoghi della memoria.Il dolore non l’hanno vissuto ma sanno ascoltare chi ne fu testimone,e quando tornano i genitori la distanza fra i loro mondi è segnata.
Un telegramma spedito alle Haway dal nipote più grande per dire che arriveranno dopo l’anniversario mette le cose in chiaro con i parenti lontani,e così arriva Clark,il nipote americano,che s’inchina di fronte a Kane.
Nel tempio della preghiera Clark chiede allo zio di tradurgli una scritta grande sul muro: “Nell’aldilà saremo ancora uniti”,mentre una fila di formiche segna una scia che si arrampica sullo stelo di una splendida rosa rossa.
«A ottant’anni un uomo ha soprattutto il compito di dire la verità, di trasmettere le sue esperienze agli altri» ha ripetuto più volte Kurosawa,e questo film è testimonianza di un dolore mai rimosso e di una visione del mondo già in tanti modi cantata nei film del passato con straordinarie variazioni tematiche, è espressione delle idealità più urgenti del suo mondo poetico,sintetizzate nella formula uomo-natura-storia,è un invito a non dimenticare rivolto senza proclami e senza accuse (“Ho odiato la guerra, non gli Americani” dice nonna Kane).
La sequenza finale con la corsa nell’uragano della donna con l’ombrellino rovesciato,figurina piegata dal vento inseguita dai nipoti,ha la bellezza visionaria del mondo di Sogni.
La notizia della morte improvvisa del fratello la fa sentire colpevole di quel viaggio non fatto,la morte la coglie ancora impreparata,la mente vacilla e,come quel giorno, “le nuvole sono le stesse nel cielo”.
Bisogna correre verso Nagasaki,oltre le colline da cui si alzò quell’occhio tremendo,il giorno del grande lampo.Passato e presente si fondono tra nuvole d’acqua,poi l’urlo della tempesta tace e voci bianche cantano un gioioso lullabie mentre le immagini sfumano sulle note dello Stabat Mater.
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danilo manta
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mercoledì 9 gennaio 2008
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la comunicazione non verbale di kurosawa
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Durante l'estate due nipoti vanno a trascorrere le vacanze nella vecchia residenza di campagna, nelle vicinanze di Nagasaki, della propria nonna scampata all'attacco atomico del 1945. Durante la propria permanenza ecco la visita a sorpresa di un loro cugino che arriva dalle isole Hawaii.
Film capolavoro di Akira Kurosawa che mette in evidenza e talvolta in contrasto le diverse generazioni.
E' da notare nel regista la grande capacitò di comunicazione, talvolta anche senza le parole. Nella parte finale, infatti, assistiamo a qualcosa di totalmente unico. Quella corsa affannante, quasi estenuante dei personaggi sotto la pioggia, sostenuta dalla cadenza ritmica della musica, sottolinea la voglia di vivere, la voglia di ricominciare, il tornare indietro nel tempo fino alla gioventù.
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Durante l'estate due nipoti vanno a trascorrere le vacanze nella vecchia residenza di campagna, nelle vicinanze di Nagasaki, della propria nonna scampata all'attacco atomico del 1945. Durante la propria permanenza ecco la visita a sorpresa di un loro cugino che arriva dalle isole Hawaii.
Film capolavoro di Akira Kurosawa che mette in evidenza e talvolta in contrasto le diverse generazioni.
E' da notare nel regista la grande capacitò di comunicazione, talvolta anche senza le parole. Nella parte finale, infatti, assistiamo a qualcosa di totalmente unico. Quella corsa affannante, quasi estenuante dei personaggi sotto la pioggia, sostenuta dalla cadenza ritmica della musica, sottolinea la voglia di vivere, la voglia di ricominciare, il tornare indietro nel tempo fino alla gioventù. Sogno interrotto dall'ombrello che si spiega con la forza del vento e dalla potenza dell'acqua, che riporta lo spettatore alla realtà del momento, quel momento tanto drammatico da lasciarci con un velo di speranza e con il sorriso sulle labbra.
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simone tognarelli
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martedì 23 gennaio 2007
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un disastro sublimamente raccontato
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E’ impossibile analizzare univocamente un evento, poiché la mente umana lo vede e lo percepisce in modi diversi… E’ questo il filo conduttore di due film realizzati a distanza di quasi mezzo secolo l’uno dall’altro: “Rashomon” e “Rapsodia in agosto”. Nel primo si cercano di ricostruire i fatti che hanno portato a commettere un omicidio, nel secondo viene raccontato un disastro (lo sgancio della bomba atomica su Nagasaki), che con la sua portata ha segnato l’umanità intera. Il meccanismo è lo stesso: assumere molteplici punti di vista, poiché è l’unico modo per dare una visione veramente attendibile allo spettatore. Nel caso di “Rapsodia in Agosto” viene raccontato uno scontro/incontro generazionale, tramite il quale Kurosawa riesce ad analizzare due temi a lui cari: l’assurdità di tutte le guerre e l’importanza fondamentale della memoria.
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E’ impossibile analizzare univocamente un evento, poiché la mente umana lo vede e lo percepisce in modi diversi… E’ questo il filo conduttore di due film realizzati a distanza di quasi mezzo secolo l’uno dall’altro: “Rashomon” e “Rapsodia in agosto”. Nel primo si cercano di ricostruire i fatti che hanno portato a commettere un omicidio, nel secondo viene raccontato un disastro (lo sgancio della bomba atomica su Nagasaki), che con la sua portata ha segnato l’umanità intera. Il meccanismo è lo stesso: assumere molteplici punti di vista, poiché è l’unico modo per dare una visione veramente attendibile allo spettatore. Nel caso di “Rapsodia in Agosto” viene raccontato uno scontro/incontro generazionale, tramite il quale Kurosawa riesce ad analizzare due temi a lui cari: l’assurdità di tutte le guerre e l’importanza fondamentale della memoria. In effetti la memoria ricorre ossessivamente per tutta la durata del film, con il materializzarsi dell’ “occhio”. La memoria, che fa paura (vedi l’emblematica associazione iconografica tra occhio e fungo atomico), ma che deve essere affrontata. Si tratta di un vero e proprio cammino verso la conoscenza che i bambini percorrono, aiutati dalla nonna (narratore onnisciente) e dalla visione delle “rovine” di Nagasaki. Il titolo stesso del film rimanda al meccanismo dell’intreccio tra differenti punti di vista: la rapsodia in musica è infatti una composizione formata da squarci musicali diversi, ovvero di motivi tratti da più opere. E il richiamo alla sfera musicale non è per niente casuale anche per un altro aspetto: c’è infatti un’atmosfera di grande sacralità, accentuata proprio dalla colonna sonora (cfr: “Stabat mater dolorosa”, di Verdi), che pervade le immagini del film, quasi un invito al silenzio, alla contemplazione e al rispetto delle vittime del disastro. Le inquadrature poi sono davvero molto suggestive: bellissimo è il primo piano sulla processione di formiche che risale lo stelo di una rosa e indimenticabile è l’intera sequenza finale. Insomma, si vede che a guidare la mdp c’è un maestro che la piena maturità la ha ormai raggiunta da un pezzo. Nel complesso secondo me il film è da vedere assolutamente(estimatori o non estimatori di Kurosawa).
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massimo da roma
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domenica 30 aprile 2006
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rapsodia in agosto,my comment !
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anche negli ultimi film,sempre i piu difficili per un regista,poiche' ha gia' detto molto della sua opera e forse nulla piu costituisce novita,kurosawa riesce a trovare spunto da uno degli episodi piu gravi della storia dell umanita,questo olocausto visto con gli occhi e il cuore di tre diverse generazioni ,affrontandolo attraverso i suoi personaggi con quella serenita e distacco di chi puo' giudicare tutto questo nel modo piu obiettivo possibile,lasciando esprimere giudizi differenti appartenenti a generazioni che si succedono ,passando per la traccia indelebile della donna anziana la cui vita e' irrimediabilmente segnata dall evento atomico fino a farlo riaffiorare con tutta la sua disperazione anche dopo tanti anni,passando poi ai sentimenti che cercano di provare i giovani ragazzi cercando di immaginare piu possibila quello che puo' essere accaduto,buoni sentimenti ovviamente anche dal bimbo piu' piccolo,ma a cui manca la partecipazione emotiva che solo la vista diretta di quel dramma poteva suscitare.
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anche negli ultimi film,sempre i piu difficili per un regista,poiche' ha gia' detto molto della sua opera e forse nulla piu costituisce novita,kurosawa riesce a trovare spunto da uno degli episodi piu gravi della storia dell umanita,questo olocausto visto con gli occhi e il cuore di tre diverse generazioni ,affrontandolo attraverso i suoi personaggi con quella serenita e distacco di chi puo' giudicare tutto questo nel modo piu obiettivo possibile,lasciando esprimere giudizi differenti appartenenti a generazioni che si succedono ,passando per la traccia indelebile della donna anziana la cui vita e' irrimediabilmente segnata dall evento atomico fino a farlo riaffiorare con tutta la sua disperazione anche dopo tanti anni,passando poi ai sentimenti che cercano di provare i giovani ragazzi cercando di immaginare piu possibila quello che puo' essere accaduto,buoni sentimenti ovviamente anche dal bimbo piu' piccolo,ma a cui manca la partecipazione emotiva che solo la vista diretta di quel dramma poteva suscitare.film meraviglioso come ci ha oramai abituato questo grande uomo e regista ,perche' solo da un grande puo scaturire tale poesia.facio presente che mi commuove fino alle lacrime ,quindi e' perfettamente in sintonia col mio modo di vedere la vita,lui giapponese io iataliano ,lui grande vecchio io giovane :non e' affascinante questa universalita' di vedute????
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