luigi chierico
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martedì 17 giugno 2014
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orgoglio e pregiudizio
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Una bella donna vive nel lusso e nell’eleganza, corteggiata e desiderata. La gioia nei suoi occhi e nel suo sorriso. Le fanno da coreografia ricchi giardini, carrozze, costumi e cappelli alla moda. Il padre si suicida, va in depressione, non sposa l’uomo desiderato, si sposa, perde la figlia.
Il silenzio l’assale, la malinconia l’accompagna, non sa più dire di sì, chiusa in sé stessa.
A fare la parte della napoletana Emilia Schmidt, è stata scelta Giuliana De Sio.
Il regista Carlo Lizzani non poteva scegliere di meglio,anche perché lei è nata a Salerno e porta negli occhi languidi la limpidezza del cielo della sua terra, e la chiarezza delle acque che bagnano Capri e Sorrento. Attrice bellissima, sensibile, così facile a passare da una esuberante allegria ad una profonda tristezza, un po’ come è stato nella sua vita.
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Una bella donna vive nel lusso e nell’eleganza, corteggiata e desiderata. La gioia nei suoi occhi e nel suo sorriso. Le fanno da coreografia ricchi giardini, carrozze, costumi e cappelli alla moda. Il padre si suicida, va in depressione, non sposa l’uomo desiderato, si sposa, perde la figlia.
Il silenzio l’assale, la malinconia l’accompagna, non sa più dire di sì, chiusa in sé stessa.
A fare la parte della napoletana Emilia Schmidt, è stata scelta Giuliana De Sio.
Il regista Carlo Lizzani non poteva scegliere di meglio,anche perché lei è nata a Salerno e porta negli occhi languidi la limpidezza del cielo della sua terra, e la chiarezza delle acque che bagnano Capri e Sorrento. Attrice bellissima, sensibile, così facile a passare da una esuberante allegria ad una profonda tristezza, un po’ come è stato nella sua vita.
Emilia la si vede finire nelle mani di neo psicanalisti, psicologi, psichiatri e seguaci delle teorie del dott. Freud, diagnosi: una schizofrenica incurabile!
Vederla trattare come una demente, una pazza, priva di personalità e di sentimenti, fa venir quasi rabbia. Si sottopone ad ogni sorta di accertamenti, i medici mettono a nudo il suo passato, e non solo, per conoscere cosa nasconde nel suo subconscio, e lei vi si presta abbandonando ogni pudore, la bella Giuliana se lo poteva permettere, con e senza gli elettrodi. Le sue grazie si accompagnano alla sua grazie, non c’è malizia ma candore. Non ci sono speranze. Il giovane dott. Gustav ( il bravo Julian Sands) prende a cuore la vicenda e la signora Emilia, fiducioso di poter riportare alla normalità una malata di solitudine e di ricordi soffocati.
Deve lottare con i metodi del titolare della casa di cura Professor Brokner (l’ottimo Erland Josephson) e con i diritti e pretese della sua fidanzata.
La accusa:”Lei si presenta ostile a chiunque cerca di aiutarla”, “I nostri ricordi a volta ci fanno soffrire, ma possono darci forza. Abbiamo tanti ricordi che ci fanno compagnia”. Riaffiora il sorriso sul volto di Emilia, e Giuliana è così brava da sembrare che la parte le appartenga interamente. Inizia a confidarsi, a parlare d’amore, quello che si percepisce senza che sia rivelato. La si sente pronunciare quel “Si”; e “quel dolce sì suona” come un successo per il dott. Gustav. Gli incontri, anche contrastati si susseguono ed i progressi anche, finché “L’amica risanata” può tornare a casa dopo che il dott. Gustav l’avrà assicurata”Non la lascerò sola”.
Tornano alla mente le parole del dott. Gustav: “A volte le parole suscitano malinconia e inquietudine per via delle immagini che riflettono”.
Alla base della tragedia un amore incompreso, taciuto, l’orgoglio ed una decisione di Emilia : “Smettila di ridere, ridere, ridere, va via e non tornare mai più”.
Il film offre la migliore interpretazione della De Sio, col suo sguardo sperduto alla ricerca di sé stessa, implorante forse un amore cercato invano, nella sua realtà di donna. Il tormento interiore della disperata protagonista si addice a chi nella vita si dibatte a darsi risposte, anche in conflitto con la propria femminilità.
Il film è completo, trama ricca, attori ottimi, regia eccellente, bella fotografia con magnifiche inquadrature ( uno schermo occupato soltanto dagli occhi indimenticabili di Giuliana De Sio), tutto da mettere in cornice(vedi ultima scena).
Se Giuliana ha meritato il Donatello lasciate che le dia almeno ottimo augurandole di essere sempre quella di sempre.
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luigi chierico
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martedì 17 giugno 2014
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orgoglio e pregiudizio
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Una bella donna vive nel lusso e nell’eleganza, corteggiata e desiderata. La gioia nei suoi occhi e nel suo sorriso. Le fanno da coreografia ricchi giardini, carrozze, costumi e cappelli alla moda. Il padre si suicida, va in depressione, non sposa l’uomo desiderato, si sposa, perde la figlia.
Il silenzio l’assale, la malinconia l’accompagna, non sa più dire di sì, chiusa in sé stessa.
A fare la parte della napoletana Emilia Schmidt, è stata scelta Giuliana De Sio.
Il regista Carlo Lizzani non poteva scegliere di meglio,anche perché lei è nata a Salerno e porta negli occhi languidi la limpidezza del cielo della sua terra, e la chiarezza delle acque che bagnano Capri e Sorrento. Attrice bellissima, sensibile, così facile a passare da una esuberante allegria ad una profonda tristezza, un po’ come è stato nella sua vita.
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Una bella donna vive nel lusso e nell’eleganza, corteggiata e desiderata. La gioia nei suoi occhi e nel suo sorriso. Le fanno da coreografia ricchi giardini, carrozze, costumi e cappelli alla moda. Il padre si suicida, va in depressione, non sposa l’uomo desiderato, si sposa, perde la figlia.
Il silenzio l’assale, la malinconia l’accompagna, non sa più dire di sì, chiusa in sé stessa.
A fare la parte della napoletana Emilia Schmidt, è stata scelta Giuliana De Sio.
Il regista Carlo Lizzani non poteva scegliere di meglio,anche perché lei è nata a Salerno e porta negli occhi languidi la limpidezza del cielo della sua terra, e la chiarezza delle acque che bagnano Capri e Sorrento. Attrice bellissima, sensibile, così facile a passare da una esuberante allegria ad una profonda tristezza, un po’ come è stato nella sua vita.
Emilia la si vede finire nelle mani di neo psicanalisti, psicologi, psichiatri e seguaci delle teorie del dott. Freud, diagnosi: una schizofrenica incurabile!
Vederla trattare come una demente, una pazza, priva di personalità e di sentimenti, fa venir quasi rabbia. Si sottopone ad ogni sorta di accertamenti, i medici mettono a nudo il suo passato, e non solo, per conoscere cosa nasconde nel suo subconscio, e lei vi si presta abbandonando ogni pudore, la bella Giuliana se lo poteva permettere, con e senza gli elettrodi. Le sue grazie si accompagnano alla sua grazie, non c’è malizia ma candore. Non ci sono speranze. Il giovane dott. Gustav ( il bravo Julian Sands) prende a cuore la vicenda e la signora Emilia, fiducioso di poter riportare alla normalità una malata di solitudine e di ricordi soffocati.
Deve lottare con i metodi del titolare della casa di cura Professor Brokner (l’ottimo Erland Josephson) e con i diritti e pretese della sua fidanzata.
La accusa:”Lei si presenta ostile a chiunque cerca di aiutarla”, “I nostri ricordi a volta ci fanno soffrire, ma possono darci forza. Abbiamo tanti ricordi che ci fanno compagnia”. Riaffiora il sorriso sul volto di Emilia, e Giuliana è così brava da sembrare che la parte le appartenga interamente. Inizia a confidarsi, a parlare d’amore, quello che si percepisce senza che sia rivelato. La si sente pronunciare quel “Si”; e “quel dolce sì suona” come un successo per il dott. Gustav. Gli incontri, anche contrastati si susseguono ed i progressi anche, finché “L’amica risanata” può tornare a casa dopo che il dott. Gustav l’avrà assicurata”Non la lascerò sola”.
Tornano alla mente le parole del dott. Gustav: “A volte le parole suscitano malinconia e inquietudine per via delle immagini che riflettono”.
Alla base della tragedia un amore incompreso, taciuto, l’orgoglio ed una decisione di Emilia : “Smettila di ridere, ridere, ridere, va via e non tornare mai più”.
Il film offre la migliore interpretazione della De Sio, col suo sguardo sperduto alla ricerca di sé stessa, implorante forse un amore cercato invano, nella sua realtà di donna. Il tormento interiore della disperata protagonista si addice a chi nella vita si dibatte a darsi risposte, anche in conflitto con la propria femminilità.
Il film è completo, trama ricca, attori ottimi, regia eccellente, bella fotografia con magnifiche inquadrature ( uno schermo occupato soltanto dagli occhi indimenticabili di Giuliana De Sio), tutto da mettere in cornice(vedi ultima scena).
Se Giuliana ha meritato il Donatello lasciate che le dia almeno ottimo augurandole di essere sempre quella di sempre.
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fedeleto
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sabato 25 giugno 2016
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lizzani nella psicanalisi
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Emilia è una nobildonna italiana che da poco tempo ha perso sua figlia,ed è soggetta da crisi continue isteriche.Il marito decide di portarla in una clinica di cura,tra i dottori vi è un ragazzo volenteroso che decide di staccarsi dalla psichiatria adottando il metodo del dottor Freud,ripercorrendo la vita della donna capirà il blocco derivante da un senso di colpa,e forse tra medico e paziente sta nascendo qualcosa..Carlo Lizzani(San Babila ore 20,la casa del tappeto giallo) dirige un ottimo film,incentrato sul dolore umano.Sceneggiato da Scarpelli e Francesca Archibugi, la storia è ben raccontata, in primis da notare la ricostruzione di una buona scenografia,e l'ottima interpretazione di Giuliana De Sio.
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Emilia è una nobildonna italiana che da poco tempo ha perso sua figlia,ed è soggetta da crisi continue isteriche.Il marito decide di portarla in una clinica di cura,tra i dottori vi è un ragazzo volenteroso che decide di staccarsi dalla psichiatria adottando il metodo del dottor Freud,ripercorrendo la vita della donna capirà il blocco derivante da un senso di colpa,e forse tra medico e paziente sta nascendo qualcosa..Carlo Lizzani(San Babila ore 20,la casa del tappeto giallo) dirige un ottimo film,incentrato sul dolore umano.Sceneggiato da Scarpelli e Francesca Archibugi, la storia è ben raccontata, in primis da notare la ricostruzione di una buona scenografia,e l'ottima interpretazione di Giuliana De Sio.Il tema centrale appare ad ogni modo la pazzia,un trauma troppo grande da superare,ma con la rimozione di Gustav (Jung?) la donna appare molto meglio, compiendo questo viaggio nella psiche di Emilia,si ha l'impressione di non ritotnare indietro,spenta,apatica,stanca, l'obiettivo del regista romano non è dare la soluzione all'interrogativo della guarigione di Emilia,bensì lasciar intravedere una speranza nella psicoanalisi in quegli anni che stava nascendo.L'amore tra i due diventa lo stesso rapporto che lei aveva con il suo amico,il cambiamento la porta a riflettere (Emilia nella scena finale guarda dal finestrino della carrozza dietro di lei come fosse il suo passato ormai) anche quando si trova in cura è solita specchiarsi(vuole scoprirsi come chiede lei al dottore-Lei può dirmi chi sono?) I dubbi,le amarezze,la voglia di voler scappare trova nella coscienza la sua soluzione.Non mancano scene ottime(il temporale della notte con i pazzi nelle stanze che terrorizzano Emilia),e il film cattura lo spettatore in questo caso clinico.Tratto da "la signorina E" di Jung, il film non è una storia d'amore, ma una storia di coscienza e amarezza incline a un nuovo futuro nel campo dell 'inconscio.Buone musiche di Trovajoli e David di Donatello per migliore interpretazione femminile alla De Sio più che meritato.
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