elgatoloco
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martedì 27 aprile 2021
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notevole(seconda)regia di redford
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"THe MIlagro Benfiled War"(RObert Redford, soggetto di John nIchols, che firma anche la sceneggiatura inisieme da David S.Ward, 1988) parla di un piccolo centro del New Mexico, nel quale, per costruire un centro residenziale a destinazione puramente"gringa", si espropriano i piccoli appezzamenti di terreno in particolare dei"chicanos". Sembra che le iniziative anche a livello comunale non si "attuino"postivamente, anche per un massiccio intervento delle"forze dell'ordine"; che proteggono il ricco"gringo"responsabile del progetto, finché ci scappa(quasi, per fortuna, in quanto in realtà riuscirà a sopravvivere)un anziano abitante del luogo, ovviamente schierato per la difesa delle piccole proprietà agricole.
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"THe MIlagro Benfiled War"(RObert Redford, soggetto di John nIchols, che firma anche la sceneggiatura inisieme da David S.Ward, 1988) parla di un piccolo centro del New Mexico, nel quale, per costruire un centro residenziale a destinazione puramente"gringa", si espropriano i piccoli appezzamenti di terreno in particolare dei"chicanos". Sembra che le iniziative anche a livello comunale non si "attuino"postivamente, anche per un massiccio intervento delle"forze dell'ordine"; che proteggono il ricco"gringo"responsabile del progetto, finché ci scappa(quasi, per fortuna, in quanto in realtà riuscirà a sopravvivere)un anziano abitante del luogo, ovviamente schierato per la difesa delle piccole proprietà agricole. Decisamente , ma finalmente, ossia in extremis l'ago della bilancia penderà dalla prte degli"anti-imperialisti agrarii anzi super.-filo-industrialisti"e vincerà ilm buon senso e cò che defniniamento"giusitzia". Redford, raccogliendo un binomio di sceneggiatori coraggiosi, porta avanti il suo disegno di puro"Democrat"a favore degli umili e degli oppressi che ha un suo senso ben preciso e decisamente nobile, nel suo"piccolo". Dico"piccolo"perché, in realtà, sappiamo come gli States abbiano a suo tempo strappato quello Stato che si chiama ipocritamente "New Mexico", a colpi di guerre con il Mexico e poi con una svendita vergognosa cui i Mexicani sono stati a suo tempo obbligati,. Ma, certo, un ricostruzizone storico.antropologica della problematica sarebbe stata"politicamente poco accettata"(all'epoca era presidente Reagan)ma anche difficile da digerire per degli spettatori americani, abituati alla"distrazione"anche forzata, ma anche per tutto il pubblico mondiale, scarsamente a conoscenza della problematica specifica e coinvolta nello stesso clima di"visione come divertimento"che coinvolge i cittadini made in the USA. Il film è comunque piacevole, scorre bene anche in determinate caratterizzazioini(il culto dei santi quali "reincarnazioni degli antichi idoli", per esempio)anche se determinate caratterizzazioni, come quelle dello studioso di sociologia avrebbero potuto torvare maggiore approfondimento, come anche una contestualizzazione stroiva, che invece appare abbastanza lacunosa e carente(ma vale quanto detto sopra, in buona misura). Scneografia azzeccata, commento musiclae adeguato, ottimi certi interpreti, da Christopher Walken a Chick Vennera, a Rubé Blades a Sonia Braga, a Melanie Griffith a Daniel Stern, per un film che .soprattutto nella programmazione mondiale extra. USA-avrebbe meritato maggiore circuitazione e successo,Ma le"logiche del mercato"sono appunto spietate, favoendo comunque sempre e solo quanto è puramente"divertente"e politicamente"innocuo", anahce per un film che avrebbe potuto essere , appunto, più"coraggioso", certo stanti i condizionamenti indicati sopra, che si sARANNO RIVELTATI INELUDIBILI O QUASI.: El Gato
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paolp78
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lunedì 24 maggio 2021
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a difesa di una comunità
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Robert Redford alla sua seconda opera da regista mette in scena una piacevolissima commedia di impegno sociale con cui viene sostenuta la difesa dei valori semplici e genuini di una piccola comunità, che rischia la distruzione a causa di una spietata speculazione immobiliare.
Il soggetto è arci-abusato nella cinematografia, ma in questo caso funziona molto bene grazie ad un’ottima sceneggiatura che si giova di dialoghi molto ben scritti ed originali. Altro punto di forza è costituito dalla presenza di una pluralità di personaggi tutti ben delineati e capaci di incastrarsi alla perfezione nella trama: la sceneggiatura ne beneficia venendone arricchita.
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Robert Redford alla sua seconda opera da regista mette in scena una piacevolissima commedia di impegno sociale con cui viene sostenuta la difesa dei valori semplici e genuini di una piccola comunità, che rischia la distruzione a causa di una spietata speculazione immobiliare.
Il soggetto è arci-abusato nella cinematografia, ma in questo caso funziona molto bene grazie ad un’ottima sceneggiatura che si giova di dialoghi molto ben scritti ed originali. Altro punto di forza è costituito dalla presenza di una pluralità di personaggi tutti ben delineati e capaci di incastrarsi alla perfezione nella trama: la sceneggiatura ne beneficia venendone arricchita.
L’atmosfera che permea la pellicola è scanzonata, tutt’altro che seriosa, come spesso finiscono per essere i film impegnati, ed in definitiva estremamente gradevole anche grazie al ricorso a buffe trovate che conferiscono leggerezza alla narrazione: in questo senso si deve ricordare il simpatico vecchietto che intrattiene conversazioni con l’amico defunto, ma anche il personaggio dello studente di antropologia americano interpretato dal sempre divertente Daniel Stern.
La regia di Redford è perfettamente calibrata per esaltare lo spirito della pellicola.
Si tratta di un film corale che presenta un cast più che discreto, composto da un riuscito mix di star hollywoodiane (Christopher Walken e Melanie Griffith su tutti), ottimi caratteristi, davvero bravissimi, e meno noti attori messicani o latino americani tra cui vale la pena citare Chick Vennera a cui è affidata la parte di maggior rilievo. Nessuno degli interpreti si impone sugli altri o lascia il segno in modo particolare, ma funzionano comunque tutti, dimostrandosi perfettamente in parte.
Ben riuscito il ricorso ad allegorie varie.
Musiche adatte al contesto.
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