ultimoboyscout
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mercoledì 13 aprile 2011
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quando i ruoli si invertono.
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Tipicamente anni '80, con il solito divertentissimo Pozzetto. Erano il periodo d'oro delle commediole leggere e allegre all'italiana, Pozzetto ne era uno dei principali protagonisti e anche se questa non è una delle migliori è comunque abbastanza piacevole, in cui il protaginista perde il proprio lavoro di ingegnere e si reinventa "casalingo" all'insaputa della propria moglie che invece ha avuto una promozione. Equivoci, casualità e intrecci come non potrebbe essere altrimenti, surreale e grottesco con quel tocco di comicità tipico del buon Renato, autore di una buonissima interpretazione.
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elgatoloco
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mercoledì 16 ottobre 2019
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non un capolavoro, ma comunque....
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"Mani di fata"(1983, Steno, collaborazione alla sceneggiatura di Renato Pozzetto), non sarà iil miglior film di Steno e neppure il miigliore con Pozzetto, ma senz'altro rsiulta commedia intelligente e simpatica, un po'sullo stile vaudeville-pochade, con intrighi, amorosi oltre che economici(come disse un po'volgarmente qualcuno, le uniche due motivazioni serie per delitti ma anche nel comportamento umano in genere), che all'epoca facevano un po'scalpore.-qui l'omosessualità, invisa al machismo made in Italy. Certo che Renato Pozzetto era al meglio della forma, anche al cinema e qui lo dimostra in pieno, ma ci sono anche Felice Andreasi, Maurizio Micheli, Sylva Koscina, e, decisamente meglio che in altre occasioni , anche una Eleonora Giorgi altrimenti accusata da vari critici di essere solo"di bella presenza", che invece qui dimostra capacità comiche inaspettate e , per alcuni, "insospettabili".
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"Mani di fata"(1983, Steno, collaborazione alla sceneggiatura di Renato Pozzetto), non sarà iil miglior film di Steno e neppure il miigliore con Pozzetto, ma senz'altro rsiulta commedia intelligente e simpatica, un po'sullo stile vaudeville-pochade, con intrighi, amorosi oltre che economici(come disse un po'volgarmente qualcuno, le uniche due motivazioni serie per delitti ma anche nel comportamento umano in genere), che all'epoca facevano un po'scalpore.-qui l'omosessualità, invisa al machismo made in Italy. Certo che Renato Pozzetto era al meglio della forma, anche al cinema e qui lo dimostra in pieno, ma ci sono anche Felice Andreasi, Maurizio Micheli, Sylva Koscina, e, decisamente meglio che in altre occasioni , anche una Eleonora Giorgi altrimenti accusata da vari critici di essere solo"di bella presenza", che invece qui dimostra capacità comiche inaspettate e , per alcuni, "insospettabili". Potremmo parlare di commeida degli inganni e degli equivoci ma la cfifra fondamentale del film direi essere piuttosto, oltre all'equivoci, il malinteso, ossia il frantendimento di quanto sembra assodato e invece non lo è per nullla. parole e gesti che dovrebbbero avere un certo significato e invece lo perdono o meglio non lo acquistano, se non a prezzo, appunto, di un tour de force , di una vera e propria girandola di singificati ulteriori e anche di slittamenti semantici che acquisiscono progressivamente. Da rivalorizzare, una commedia come questa, dato che Pozzetto, anche per ragioni di età e soprattutto di stanchezza, non è pià come era e lo stesso vale per gli/le altri(e)interpreti. Un film che simpaticamente ripropone temi che mostrano anche la forza purtroppo inerente al pregiudizio, tra l'altro, quando lo stesso veniva ancora considerato verità, purtroppo... E il tratto"surreale"(non surrealista, però, anche qui per evitare equivoci ulterori, dato che nella storia della cultura e dunque anche del cinema il surrrealismo è altra cosa)è presente, non più così fortemente come nel rpimo Pozzetto di"Per amare Ofelia"(1976, Flavio Mogherini), che segnava appunto l'esordio filmico di Pozzetto stesso. El Gato
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