dario
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sabato 11 agosto 2012
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modesto
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La storia, del solito Stephen King, è superficiale e banale. Il regista la manipola con una certa abilità, facendosi aiutare da attori in stato di grazia. L'unica nota interessante è la non scontatezza delle realizzazioni visive. King furbescamente introduce l'elemento imponderabile, pasticciando (bene) la nota tesi di Heisenberg. Il film non ha un gran ritmo e tende a disegnare burattini (assurda la scena di Martin Sheen che schiaccia il "bottone"). Finale sgradevole. Suspense a tratti.
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francesco2
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lunedì 22 agosto 2011
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non certo il miglior cronenberg
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Che cosa sia, o possa diventare, l'"Uomo-Macchina" è stato oggetto di più di un lavoro del regista canadese.
In "Crash"l'incidente era un pretesto per parlare di sesso, mostrando la tensione a esso connessa come espressione della drammaticità umana (In generale), e conseguenza del trauma (Specifico): in "ExistenZ" i protagonisti erano artefici e vittime di un gioco più grande di loro, anche se alla fine l'istrionico regista non risparmiava una frecciata non solo a quel mondo(Troppo comodo), ma persino alla tensione che il film aveva creato.
Questo, a quanto si nota, è un film "Su commissione" di ispirazione letteraria(Come altri prima citati).
A ciò si potrebbe addebitare il suo parziale -ma in qualche punto sostanziale-fallimento del film.
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Che cosa sia, o possa diventare, l'"Uomo-Macchina" è stato oggetto di più di un lavoro del regista canadese.
In "Crash"l'incidente era un pretesto per parlare di sesso, mostrando la tensione a esso connessa come espressione della drammaticità umana (In generale), e conseguenza del trauma (Specifico): in "ExistenZ" i protagonisti erano artefici e vittime di un gioco più grande di loro, anche se alla fine l'istrionico regista non risparmiava una frecciata non solo a quel mondo(Troppo comodo), ma persino alla tensione che il film aveva creato.
Questo, a quanto si nota, è un film "Su commissione" di ispirazione letteraria(Come altri prima citati).
A ciò si potrebbe addebitare il suo parziale -ma in qualche punto sostanziale-fallimento del film. In cui Cronenberg, da un lato, aveva l'occasione nel lontanissimo '83, dove il "Commodore 64" era il computer più avanzato rispetto a quello "16", di soffermarsi sul traumaticissimo incidente(Ancora!), che apporta una nuova sensibilità, per percepire cose che non appartengono soltanto alla dimensione temporale presente. Forse allora Johnny è più che altro un uomo migliore rispetto a prima, ancora più che un "Congegno umanizzato"(O viceversa).
Purtroppo, però-Questo è forse il punto sostanziale- in un film dal macabrissimo titolo "La zona morta", di macabro c'è poco o quasi nulla. Se non pensiamo alle scene "naziste", ", la cosa si riduce ad un "Dialogo mancato" del dottore con la madre... C'è una considerazione come "Non era destino", segno che il regista si e ci interroga anche in scene relativamente anodine, ma nulla di nulla per il resto.
Forse una certa sensibilità è assente solo in apparenza, mentre in realtà C. , in sequenze in cui mette alla berlina senza moralismi la politica all'americana del "Porta a porta", resta pur sempre lui. Tuttavia vari personaggi rappresentano appunto un quadretto, fatto di genitori eternamente comprensivi ed un medico che non aggiunge molto altro: parlando di titoli ben più recenti, siamo distanti dai genitori (Magari troppo) caricaturali dell'ottimo "American Life", come dal complesso -Anche se non in apparenza- rapporto medico"Paziente"vistonell'eccellente "Discorso del re". E pochissimo aggiunge anche la caricatura(?) della televisione.
Se si ha l'impressione che tutto funzioni lo stesso, è sostanzialmente perché Cronenberg mostra un interesse non da lacrima facile, alla "Rain Man", per il ruolo da "Diverso" di Johnny: autentico, nonostante il personaggio un pò stereotipato del padre, è il rapporto che instaura col ragazzino (altro che "Un mondo perfetto" di Eastwood). Come lo è anche, parzialmente, il suo rapporto col medico citato. Ma ancor più autentico è Johnny quando pone a sè stesso, al medico-Ancora- ed anoi, una domanda esistenziale: possiamo noi decretare la morte di un essere umano, qualora siamo consapevoli che questto eviterà disastri futuri?
E' qui che il film è politicamente scorretto, come lo era stato quando il padre del ragazziono non gli aveva neanche telefonato per scusarsi, ed i rapporti con quella famiglia non si erano ricuciti:l'imbarazzo di Johnny, pebnsandoci bene, era simile o uguale a quello del medico con la madre. Con un finale _Neanche del tutto, poi- a sorpresa, Cronenberg sembra contraddire sé stesso: ci parla più di una volta di destino, poi non esclude che possiamo cambiarlo. Ma forse lascia un fondo di speranza: gesti incredibili possono ancora generare bene ,quando e se troviammo il coraggio di compierli.
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lella sabadini
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venerdì 19 agosto 2011
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da cronenberg mi aspettavo di più
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A mio parere un film datato e ebbastanza inconsistente. Non ho letto il libro e quindi non posso giudicare la trasposizione cinematografica.
Non mi convince Christopher Walken poco espressivo con un'espressione sempre smarrita.
I dialoghi ( non so se sia colpa della traduzione... ) sono banali e contribuiscono a rendere il film poco avvicente e credibile. Peccato, perchè con una trama simile si poteva ottenere molto di più.Un abisso con, per esempio, " A History of violence ".
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(di francesco2)
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mr.duff
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venerdì 19 agosto 2011
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più che buono ma non un capolavoro
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Un film che si lascia guardare, senza troppa suspance ne scene memorabili ma si sente l'impronta di King nella storia anche se non è horror. Non avendo letto il libor non posso fare un paragone ma da cio che ho visto sicuramente si poteva fare di meglio ma il succo del racconto è ben percettibile e moralistico al punto di farselo piacere. Molto buona l'interpretazione del protagonista
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fedeleto
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venerdì 29 luglio 2011
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viaggio nella profezia
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Tratto dal celebre romanzo di stephen king ,David Cronenberg (rabid,scanners ,brood) dopo il successo di videodrome torna con un film interessante ma diverso nel suo genere.Johnny e' innamorato di sara ,e fino a qualche tempo prima della tragedia sembra tutto perfetto .Ma appena Johnny entra in coma a causa di un incidente automobilistico(che ricorda molto una scena di rabid),si teme il peggio.Risvegliatosi dopo 5 anni si ritrova traumatizzato e infelice per le amare sorprese(sara si e' sposata),ma si trova anche dei poteri paranormali che gli permettono con un tocco di mano di prevedere il futuo di una persona e leggere nella sua mente.Salvera' alcune persone ma appena stringe la mano del candidatoalle elezioni scopre che sara' eletto presidente e scatenera' un conflitto nucleare,a johnny non rimane che fermare questo assassino,anche se gli costera' la vita.
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Tratto dal celebre romanzo di stephen king ,David Cronenberg (rabid,scanners ,brood) dopo il successo di videodrome torna con un film interessante ma diverso nel suo genere.Johnny e' innamorato di sara ,e fino a qualche tempo prima della tragedia sembra tutto perfetto .Ma appena Johnny entra in coma a causa di un incidente automobilistico(che ricorda molto una scena di rabid),si teme il peggio.Risvegliatosi dopo 5 anni si ritrova traumatizzato e infelice per le amare sorprese(sara si e' sposata),ma si trova anche dei poteri paranormali che gli permettono con un tocco di mano di prevedere il futuo di una persona e leggere nella sua mente.Salvera' alcune persone ma appena stringe la mano del candidatoalle elezioni scopre che sara' eletto presidente e scatenera' un conflitto nucleare,a johnny non rimane che fermare questo assassino,anche se gli costera' la vita.Cronenberg si concentra sul tema dell'intrinsecita' della carne ,ove essa e' sinonimo di poteere chiaroveggente,e non mancano scene di tensione e angoscia ,ma nel complesso e' un buon film ,dove forse il merito e' anche di walken ,che regala un'ottima interpretazione.
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[+] ... però lo spoiler potevi risparmiartelo
(di giulianasweet)
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nerazzurro
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lunedì 20 settembre 2010
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grandioso. ma sarebbe stato splendido se...
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Se Cronenberg avesse preso spunto da tutti gli eventi narrati nel romanzo anziché prendere solo la trama e modificare tutto il resto si sarebbe trattato del capolavoro migliore tratto da king.
Tutto il merito della bellezza del film va a C. Walken che sicuramente avrà letto a fondo il romanzo di King per a offrirci un indimenticabile J. Smith malinconico e rassegnato da un dono che gli ha segnato per sempre la vita.
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vincy 65
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mercoledì 8 settembre 2010
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non sono d'accordo con paride 86
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Il film ha perfettamente trasposto il pathos del libro, ovviamente in scala ridotta perchè un film dura 90-120 minuti e non si può divagare troppo altrimenti viene fuori il classico "polpettone" che dice tutto e niente: in un libro l'emozione è estensibile e stuzzica la tua fantasia, mentre nel film si è praticamente passivi. Non doveva essere un film spettacolare con effetti speciali, bensì doveva narrare il dramma del personaggio di John Smith del quale mi ha colpito e rattristato la sua solitudine, questo "potere" acquisito che lungi dall'essere una qualità da sfruttare, è diventato un handicap, una maledizione. E' ovvio che non si poteva mettere tutti gli eventi del libro, altrimenti bisognava fare un serial di almeno 5 puntate che sarebbe al contrario stato annacquato e dispersivo (il serial di pochi anni fa non è un gran che).
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Il film ha perfettamente trasposto il pathos del libro, ovviamente in scala ridotta perchè un film dura 90-120 minuti e non si può divagare troppo altrimenti viene fuori il classico "polpettone" che dice tutto e niente: in un libro l'emozione è estensibile e stuzzica la tua fantasia, mentre nel film si è praticamente passivi. Non doveva essere un film spettacolare con effetti speciali, bensì doveva narrare il dramma del personaggio di John Smith del quale mi ha colpito e rattristato la sua solitudine, questo "potere" acquisito che lungi dall'essere una qualità da sfruttare, è diventato un handicap, una maledizione. E' ovvio che non si poteva mettere tutti gli eventi del libro, altrimenti bisognava fare un serial di almeno 5 puntate che sarebbe al contrario stato annacquato e dispersivo (il serial di pochi anni fa non è un gran che). Leggendo il libro (io l'ho letto almeno quattro volte) il pathos si moltiplica per 100: si prova paura, angoscia, tristezza e alla fine commozione. Bravo David Cronenberg che ha reso onore a quello che secondo me è il miglior romanzo di Stephen King.
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toty bottalla
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venerdì 18 giugno 2010
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possibile
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E' il genere di film che mi piace vedere e rivedere nel tempo, il tipo di racconto che per quanto incredibile può essere reale più di quanto riusciamo a credere. WALKEN è perfetto nei panni di JOHNNY SMITH, e la domanda:- avresti fermato hitler a costo della tua vita sapendo già quello che avrebbe fatto all'umanità?...beh, credo che nessuno di noi avrebbe dubbi sul dafarsi.
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paride86
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giovedì 12 febbraio 2009
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si poteva fare di più
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Dopo essere stato in coma per cinque anni, un uomo, al suo risveglio, si accorge di avere poteri paranormali.
"La Zona Morta" è una storia molto bella e molto sentita, che si presta a diverse letture e non necessariamente ad un film dell'orrore.
Pur non avendo letto il libro di King mi rendo conto che, con un soggetto del genere, la resa cinematografica non può essere all'altezza. Nonostante l'ottima interpretazione di Cristopher Walken il film è piatto e privo di quel pathos drammatico che tanto sarebbe servito in parecchi momenti della storia. La sceneggiatura lascia molto a desiderare, è ordinaria e affrettata, specialmente nel finale.
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mark
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martedì 12 dicembre 2006
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farinotti basta..
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Ma Farinotti perche' deve scrivere nella recensione il finale cioe' che salvera' l'umanita' rimettendoci la vita? come faccio ora io a guardare il film? volevo una traccia ma la sua recensione mi ha tolto la voglia.. come di suo consueto.. prego cambiare lavoro..
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(di beppe86)
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(di manson80)
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