parsifal
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venerdì 19 gennaio 2018
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l'altra faccia dell' america
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IL polimorfo ed irriverente Marco Ferreri decide di misurarsi con uno dei narratori moderni più discussi e controversi, C. Bukowski, mettendo in pellicola le sue parole tratte dall'omonima raccolta, osannata e vituperata dai critici di tutto il mondo. Con la collaborazione di S.Amidei, esplora i meandri del tessuto suburbano descritto dallo scrittore, fatto di incontri estemporanei alla luce della notte, filtrati da litri e litri di alcool scadente, bevuto per lenire ferite mai dimenticate ed il priaprismo onnipresente nei racconti del vecchio Hank. Vengono presi in esame alcuni dei racconti più famosi e trasposti sullo schermo con registica maestria, non commisurata all'interpretazione dell' attore che venne scelto per il difficile ruolo del protagonista, Ben Gazzarra, poichè risulta monocorde e priva dell 'impronta sarcastica che ha sempre contraddistinto i personaggi tratteggiati dall'autore.
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IL polimorfo ed irriverente Marco Ferreri decide di misurarsi con uno dei narratori moderni più discussi e controversi, C. Bukowski, mettendo in pellicola le sue parole tratte dall'omonima raccolta, osannata e vituperata dai critici di tutto il mondo. Con la collaborazione di S.Amidei, esplora i meandri del tessuto suburbano descritto dallo scrittore, fatto di incontri estemporanei alla luce della notte, filtrati da litri e litri di alcool scadente, bevuto per lenire ferite mai dimenticate ed il priaprismo onnipresente nei racconti del vecchio Hank. Vengono presi in esame alcuni dei racconti più famosi e trasposti sullo schermo con registica maestria, non commisurata all'interpretazione dell' attore che venne scelto per il difficile ruolo del protagonista, Ben Gazzarra, poichè risulta monocorde e priva dell 'impronta sarcastica che ha sempre contraddistinto i personaggi tratteggiati dall'autore. Si profila dunque un narrazione decisamente intrisa di maliconia, elemento mai assente nella prosa di Charles, ma decisamente distante dall'ironia pungente , onnipresente in ogni opera dello scrittore. Esperimento dunque parzialmente riuscito; il protagonista viene doppiato magistralmente da Giannini ed è già un vantaggio, poichè la versione originale non è altrettanto movimentata. Resta comunque lodevole la volontà di illustrare gli scritti di un autore che , a tutti gli effetti, rappresenta il volto nascosto della società occidentale, con la sua rabbiosa rassegnazione e la noia di vivere che ha sempre portato con sé.
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fabio57
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lunedì 16 novembre 2015
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buono
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Il migliore film di Ferreri,che peraltro non amo particolarmente.Ben Gazzara è perfetto nel ruolo del genio letterario,sregolato ma perduto,smarrito,bruciato da se stesso,autodistruttivo ma con scatti di amore.Tratto da un racconto di Bukowski,praticamente del tutto autobiografico,narra la sua perdizione.Ornella Muti,brava in un ruolo finalmente drammatico è semplicemente bellissima.
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toty bottalla
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lunedì 9 marzo 2015
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poesia e talento dispersi e dannati!
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Il ritratto di un poeta di talento e la sua vita intrisa di alcol e sesso selvaggio raccontate in un film la cui visione non prevede distrazioni ma impegno e pazienza fino in fondo, i ritmi lenti sembrano voler coinvolgere lo spettatore in un'agonia di autodistruzione e spreco che rendono il percorso narrativo pesante e dove pare che solo il barista sia vagamente normale, bravo come sempre ben gazzara con la voce di giannini. Saluti.
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paraclitus
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sabato 18 agosto 2012
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brutto
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Di un brutto esagerato. Ferreri ha fatto dei grandissimi film ma anche qualche schifezza che resta senza un perchè evidente.
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ipno74
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lunedì 28 febbraio 2011
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bukowsky alcolizzato!!!
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Forse è uno dei migliori film di Ferreri.
Il film, tratto da un romanzo di Bukowsky, è straordinariamente interpretato da Ben Gazzara.
Ben, che interpreta Bukowsky è quasi sempre ubriaco, infatti è difficile trovare una scena dove non ha il bicchiere o la bottiglia in mano.
Bravissima e bellissima anche Ornella Muti, che però si deve auto doppiare, e il risultato non è dei migliori.
Il suo personaggio è di un ammaliante bellezza unita al dolore di una vita odiata.
La storia che tratta è la vita dissoluta dello scrittore, che tra prostitute e alcol, scrive e recita poesie di una bellezza toccante.
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Forse è uno dei migliori film di Ferreri.
Il film, tratto da un romanzo di Bukowsky, è straordinariamente interpretato da Ben Gazzara.
Ben, che interpreta Bukowsky è quasi sempre ubriaco, infatti è difficile trovare una scena dove non ha il bicchiere o la bottiglia in mano.
Bravissima e bellissima anche Ornella Muti, che però si deve auto doppiare, e il risultato non è dei migliori.
Il suo personaggio è di un ammaliante bellezza unita al dolore di una vita odiata.
La storia che tratta è la vita dissoluta dello scrittore, che tra prostitute e alcol, scrive e recita poesie di una bellezza toccante.
Ferreri riesce ad intrattenere con un film che a tratti ci fa orrore ma poi ci sbalordisce con la sua immagine poetica, come dire che nel brutto c'è sempre qualcosa di bello.
Ottima anche la scena dove Ben Gazzara( Bukowsky), lancia le lattine ai suoi colleghi di lavoro, come a dire che lui,in quei 2 metri quadri non ci vuole stare e voi fate vomitare solo a guardarvi a stare in quei gabbioni.
Bravo Ferreri e Gazzara
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paride86
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venerdì 27 agosto 2010
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riuscito
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Permeato dalla "follia" è dal gusto per tutto ciò che c'è di "extra-ordinario" nella realtà, questo film, a mio parere, può dirsi bukowskiano. Ferreri è riuscito nellì'impresa di trasporre un autore trasgressivo e originale senza tradirne lo spirito, ma aggiungendo una certa malinconia in più. Ornella Muti bellissima ma pessima attrice.
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giofredo'
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mercoledì 10 marzo 2010
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chaeles bukowski l'ultimo dei poeti maledetti
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Il film, ritmamente lento ,forse per questo non ebbe un gran successo, e Bukowski - anche se amico di Gazzara - incolpò la performance dell'attore protagonista.
Nonostante cio',personalmente ho riscontrato ,in tutto il lavoro di Ferreri, una forte capacita' di collocare il film in un'atmosfera,proprio perche lento, in un miriade puntigliosa di puzzle, tale da rendere il film stesso, molto riflessivo e godibile.
Non vorrei incappare, nonostante sia morto, nell'ira dello scrittore, ma personalmente ho trovato il film apprezzabilissimo.
E ferreri, per quei pochi films, che ho avuto l'opportunita' di vedere,tra cui " la grande abbuffata", l'ho trovato sempre molto irriverente verso la solita e rimpastata consuetudine.
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Il film, ritmamente lento ,forse per questo non ebbe un gran successo, e Bukowski - anche se amico di Gazzara - incolpò la performance dell'attore protagonista.
Nonostante cio',personalmente ho riscontrato ,in tutto il lavoro di Ferreri, una forte capacita' di collocare il film in un'atmosfera,proprio perche lento, in un miriade puntigliosa di puzzle, tale da rendere il film stesso, molto riflessivo e godibile.
Non vorrei incappare, nonostante sia morto, nell'ira dello scrittore, ma personalmente ho trovato il film apprezzabilissimo.
E ferreri, per quei pochi films, che ho avuto l'opportunita' di vedere,tra cui " la grande abbuffata", l'ho trovato sempre molto irriverente verso la solita e rimpastata consuetudine.
Non oso poi pensare ai tagli che ha subito questa pellicola.
giofredo'
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charles
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venerdì 18 luglio 2008
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poteva essere molto meglio
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All'epoca fu un successo strepitoso,soprattutto per merito della Muti(veramente sensuale,anche nei momenti più estremi),e fece parlare molto di erotismo,maledettismo,e pornografia.Ma,sia per gli standard dell'epoca che quelli odierni è poco erotico,poco esplicito e ancor meno pornografico e maledetto.Soprattutto,non è fedele allo spirito Bukowskiano,che pare non gradì affatto,e si capisce(a cominciare dal protagonista,per nulla autodistruttivo).Dulcis in fundo,alla versione corrente mancano 6 minuti rispetto a quella originale(maledetti censori bastardi),il che forse spiega quell'aria generale di "vorrei ma non posso".Ottimo Gazzara,comunque.
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