Ormai, quella del director’s cut ( cioè l’aggiunta di scene inedite alla pellicola originale ) è diventata un’autentica moda, di solito si fa ( nel caso di autentici capolavori ) per ampliare e rendere più intensa l’opera, mentre nelle pellicole più brutte o incomprensibili, il director’s cut può rendere questo tipo di pellicole, più comprensibile e ( forse ) anche più apprezzabile. Ma non è sempre così e Apocalypse Now è uno di questi casi. Il viaggio-incubo di Willard ( M. Sheen ), nella versione del 79, era un’autentica discesa all’inferno, nell’anarchia e nello stadio primordiale dell’uomo che lotta solo per la sopravvivenza e per la vittoria. L’alone del film originale era surreale, quasi quanto un racconto di Kafka, soprattutto nella scena dell’assedio al ponte di Do Lung, mentre i venti minuti in cui appare Kurtz ( M. Brando ), sono invece, soprannaturali, quasi divini e la tonalità ombra-luce sul volto di Brando lo faceva somigliare veramente ad un dio. A Coppola però, nel 2000 viene la brillante idea di restaurare digitalmente Apocalypse Now e aggiungere ben 60 minuti di scene inedite, che aveva scartato all’epoca per motivi di durata, ed ecco che dalle due ore e venti originali si passa a tre ore e venti. Fra le scene inedite si evidenzia la passione di Kilgore ( R. Duvall ) per il surf, la scena hot con le conigliette di playboy, la scena della piantagione francese, la breve storia d’amore fra Willard e un’affascinante vedova francese e la lettura di Kurtz, di un articolo del Time. Tutte queste scene, rendono Apocalypse Now, un film di guerra più realistico, un semi film d’avventura-drammatico, più che un incubo della psiche umana. A tratti le scene inedite rendono il film più bello e meglio riuscito, ma a volte, le tre ore e mezza di visione pesano, e anche tanto; e inoltre, spezzano quell’alone di sovrannaturale che per 22 anni ha posseduto.Redux( latino ) = reduce ( che ritorna ), per mettere le carte in tavola Apocalypse Now Redux = Apocalypse Now Ritorna, ma vedendo i presupposti, è tornato nel peggiore dei modi, e sebbene sia un ottimo director’s cut, non riesce a eguagliare o superare l’originale.
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