luca g
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venerdì 4 ottobre 2024
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... fu un film bellissimo, non posso dirne male
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Un conto è quel che si poteva giudicare allora, un conto è quel che si può dire adesso;
a quei tempi si riconobbe che il film era suggestivo ben diretto ma non era un capolavoro, quelli ...son ben altri e si vanno a trovare in America negli anni trenta, quaranta, ...o nei primi sessanta con Mario Bava,
ma oggi, che il cinema non c'è più, l'unica cosa bella inventata dacché esiste l'umanità, un film così è un capolavoro ... per tutto lo schifo che si vede alla televisione, che non guardo assolutamente più da almeno .... vent'anni; gli spot rovina del cinema;
ricordo che nell'estate dell'80 tornai a vederlo perchè .
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Un conto è quel che si poteva giudicare allora, un conto è quel che si può dire adesso;
a quei tempi si riconobbe che il film era suggestivo ben diretto ma non era un capolavoro, quelli ...son ben altri e si vanno a trovare in America negli anni trenta, quaranta, ...o nei primi sessanta con Mario Bava,
ma oggi, che il cinema non c'è più, l'unica cosa bella inventata dacché esiste l'umanità, un film così è un capolavoro ... per tutto lo schifo che si vede alla televisione, che non guardo assolutamente più da almeno .... vent'anni; gli spot rovina del cinema;
ricordo che nell'estate dell'80 tornai a vederlo perchè ...che bello a quei tempi ...d'estate proiettavano i film 'risalenti',
appena entrato all'ultimo spettacolo...sentire il motivo dei goblins e provare emozione, entusiasmo, eccitazione ...come se entrassi in un altro mondo...
ma questo era il cinema inutlle cercarvi significati simbolici, o altri, il cinema era significato in sé e per sé, si guardava se nell'animo s'accendeva qualcosa il film era un'opera d'arte, era un principio generale della giurisprudenza penale, statuito in tante sentenze, in particolare ben espresso a riguardo dei 'racconti di canterbury', i giudici della corte d'appello di Napoli assolvevano P. perché il fatto non sussisteva;
non credo ... mmmm ...che D si chiudesse a studiare i film classici, non mi pare,
S. ha un suo fascino particolare, D s'infischia in modo totale di una qualche parvenza di logica, credibilità, Kezich gli aveva chiesto di essere un pò più 'persicui' dopo PR ma lui qui manda tutta la narrazione tradizionale nella spazzatura,
Susanna Javiocoli, Barbara Magnolfi, Flavio Bucci, Stefania Casini, fan tutti la classica brutta fine dei film di D - son lì che stan facendo una cosa, in genere in camera loro, a un tratto si vede una mano che li/e afferra e ...giù una serie di efferatezze, violenze, sangue - ma almeno in PR si poteva pensare che c'era il 'misterioso assassino' ma qui non si capisce assolutamente perché qualcuno abbia ucciso i predetti; tal quale nei western, si sparava sparava qualcuno ci rimetteva la pelle ma perché non importava; ma non si sa nemmeno chi sia a farli fuori, non c'è un pazzo che va in giro a uccidere, chi uccide la Terza Madre??
la vicenda ha ben poco senso, c'è un demonio nella scuola, ma è un demonio che uccide perchè? dovrà avere un motivo;
classico di D le situazioni extrathriller sono senza senso, D non rappresenta nemmeno un minimo sindacale di psicologia, mi fa un pò ridere Scarpa che visita la Harper moribonda e le dice 'un bicchiere di vino rosso a ogni pasto ...sù forza stai benissimo'; D era talmente sicuro di far colpo che s'infischiava;
quel che mi colpisce dei film di D è la mancanza quasi totale dell'erotismo tranne in 'quattro mosche...' con Brandon e Franchine ... eh il cognome ... Rachette nella vasca da bagno;
in S. manca nella maniera più chiara uno sceneggiatore, proprio qui dove Zapponi sarebbe stato decisivo;
e qui entriamo nel drammatico, della vita reale però;
dopo PR la Daria Nicolodi scrisse il soggetto di S e col regista stese la sceneggiatura D era uno sceneggitatore, scrisse 'oggi a me domani a te' 'un esercito di 5 uomini' ch'era sempre la solita storia, e poi 'c'era una volta il w' ma Sergio buttò fuori lui e Bertolucci e richiamò Donati,
ma Daria era un'architetta di Firenze, aveva studiato pittura in germania, D l'aveva fermata in via del Corso...
D cercava un distributore negli stati uniti ma gli americani volevano che la protagonista del film fosse americana e allora D scelse la H inespressiva come poche una beniamina del clan Allen e scaricò N la quale perse il soggetto e la carriera...
una mattina all'aeroporto di Fiumicino i cani antidroga della GDF si avventarono su una busta spedita da Francoforte, all'interno della quale c'era cocaina 'di ottima qualità', sulla busta c'era scritto "A DARIO ARGENTO C/O SIG.RINA DARIA NICOLODI, VIA ... N. ..., XXXXX ROMA',
poco dopo i finanzieri erano a casa di ciascuno - il legame era finito - 'lei in casa ha qualcosa?' 'no, e che devo avere? ' 'è sicuro?' ... non stavano scherzando, non era più un film... interrogati furono portati lei a Rebibbia lui a Regina Coeli, dopo circa 48 ore furono scarcerati entrambi, gli avvocati quando paghi sono molto motivati, usciti erano veramente provati, ... il carcere che cosa terribile dev'essere;
furono prosciolti la coca era per uso personale;
ma dopo un pò il magistrato interrogò di nuovo la N e ... chiese che venisse riarrestata, chi aveva spedito la busta?
sicuramente una persona che voleva far del male, sicuramente una persona che doveva conoscere benissimo entrambi, altrimenti i finanzieri non sarebbero andati sul sicuro con gli ordini di cattura già firmati;
D (N) disse il PM non sopportava che D (A) l'avesse trattata in quel modo, la lettera l'aveva fatta spedire lei accettando il rischio di essere coinvolta...
'terribile la furia del vento la forza del mare ma più terribile di tutto è la donna'...
poi finì tutto ... ehhh gli avvocati;
e io pensai che la vita è un qualcosa di brutto e cattivo, in cui alla fine le cose van sempre male.
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luca g
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mercoledì 2 ottobre 2024
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cialtroneria filmica
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Che boiata ... non l'ho più rivisto da allora ma ora che scrivo mi vergogno d'esser andato a perdere del tempo con i film di DA,
ricordo che lessi una sua intervista in cui il signorino dichiarava candidamente di aver mollato la seconda scientifico e di essere scappato di casa sul conto spese di mamma e papà, allo scientifico c'andavo anch'io e l'ho sempre odiato venivo regolarmente rimandato però un papà che mi dicesse non ti preoccupare D se non hai voglia di far niente non farlo, ci penso io,
divenne regista senza fare un giorno da aiuto, scrisse c'era una volta il west e L. dovette richiamare Vincenzoni e Donati per rimediare alla schifezza che A in concorso coll'altro signorino Bertolucci gli avevano rifilato, De Fornari scrisse che L.
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Che boiata ... non l'ho più rivisto da allora ma ora che scrivo mi vergogno d'esser andato a perdere del tempo con i film di DA,
ricordo che lessi una sua intervista in cui il signorino dichiarava candidamente di aver mollato la seconda scientifico e di essere scappato di casa sul conto spese di mamma e papà, allo scientifico c'andavo anch'io e l'ho sempre odiato venivo regolarmente rimandato però un papà che mi dicesse non ti preoccupare D se non hai voglia di far niente non farlo, ci penso io,
divenne regista senza fare un giorno da aiuto, scrisse c'era una volta il west e L. dovette richiamare Vincenzoni e Donati per rimediare alla schifezza che A in concorso coll'altro signorino Bertolucci gli avevano rifilato, De Fornari scrisse che L. li voleva dapprima denunciare e poi picchiare;
erano i figli di papà di allora, i miracolati a cui qualcuno ...no, non metteva in mano la macchina da presa...diceva di dirigere un film e loro si mettevano a dirigerlo senza avere idea di come si dirigeva un film;
Fellini, Visconti, Antonioni, ciascuno si fece ...oggi diremmo un ... così ...diciamo una decina d'anni di sceneggiature, aiuti regista ... e poi a un'età decente 35-40 anni fecero il primo film;
al Capitol quella domenica pomeriggio c'era un ....di gente, cominciò la musichina ripetitiva dan dan dan din don ... e mi cominciai ad eccitare,
la sequenza dell'arrivo dell'aspirante danzatrice america è memorabile, bastava una porta mobile che s'apriva, l'uscita nella pioggia, una ragazza che corre nel bosco sotto la pioggia del temporale, a creare una meravilgiosa suspence,
poi è inutile parlarne è una squinternata sequela di assurdità, di scene senza capo né coda, di immagini che non stanno né in cielo né in terra, senza una logica, senza un minimo senso, dove Stefania Casini, Flavio Bucci, Susanna Javicoli, Michela muoiono senza che si sappia assolutamente perché;
una storia non c'è nemmeno e quando quel pomeriggio si arrivò al finale che consiste soltanto nello scorgere la direttrice indemoniata non potevo credere che un regista piantasse in asso lo spettatore in modo così spudorato;
ricordo che al Capitol a un certo punto le ragazze in sala esclamarono in coro 'è troppo bello è troppo bello' ... ma no non il film...era entrato in scena un imbranatissimo Miguel Bosè ... doveva solo servire un bicchier d'acqua ma non sapeva fare nemmeno quello e la Harper gli disse vai pure paco vai pure grazie;
e poco più avanti ...'ecco adesso ci sono i bigatti' (i vermi) avevano già visto il film e a voce alta ne anticipavano le scene di qualche secondo, 'ma volete smettere di fare °°°°°??',
il soggetto di S. l'aveva scritto la Nicolodi, e il film lo doveva fare lei, senonché gli americani - che lo dovevano distribuire negli stati uniti - imposero l'insulsissima H. e A scaricò nello stesso istante Daria appropriandosi della sua sceneggiatura, la N. non si era tutelata legalmente perché si fidava di A;
nessu critico ne parlò bene, nessuno si accorse che fosse un capolavoro...
quando all'inizio si sente la voce di D 'già abbastanza esperta nell'arte della danza susy bennet decise di perfezionare sé stessa andando a ...' in sala ci si metteva a ridere...
il cinema italiano ... era italiano ...e se gli italiani sono dei cialtroni come fa un film italiano a non essere parimenti cialtrone?
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mik
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lunedì 21 dicembre 2020
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cult italiano non a caso elogiato nel mondo
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Ci sarebbe troppo da dire per elogiare questo film, partendo dalla scenografia, la fotografia i colori, tutto. Tra le migliori opere del maestro del brivido dario argento
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giulio andreetta
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domenica 23 agosto 2020
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capolavoro assoluto
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Capolavoro senza se e senza ma del grande Dario Argento. La realizzazione tecnico-esecutiva della pellicola è talmente ben curata che in alcuni punti sembra di trovarsi di fronte ad un film di Stanley Kubrick, almeno questa è stata la mia impressione. Il paragone con Shining infatti a me è sorto spontaneo. La narrazione, benché semplice, è sviluppata con arguzia e intelligenza, e gli attori sono realmente partecipi emotivamente del loro personaggio. Anche la musica è bellissima: vi è un breve tema musicale che rimane in mente e che abbinato alle immagini orrorifiche assume una connotazione alquanto spaventosa per lo spettatore.
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Capolavoro senza se e senza ma del grande Dario Argento. La realizzazione tecnico-esecutiva della pellicola è talmente ben curata che in alcuni punti sembra di trovarsi di fronte ad un film di Stanley Kubrick, almeno questa è stata la mia impressione. Il paragone con Shining infatti a me è sorto spontaneo. La narrazione, benché semplice, è sviluppata con arguzia e intelligenza, e gli attori sono realmente partecipi emotivamente del loro personaggio. Anche la musica è bellissima: vi è un breve tema musicale che rimane in mente e che abbinato alle immagini orrorifiche assume una connotazione alquanto spaventosa per lo spettatore. Non si dimentichi, poi, che questo film è del 1977, e all'epoca di certo il pubblico non era abituato a simili prodezze espressive. Indubbiamente con tale pellicola Argento si dimostra un vero maestro del brivido, al pari di Hitchcock, di Kubrick, ed è spesso citato anche come riferimento da Quentin Tarantino, la cui poetica mi pare, sotto alcuni aspetti, assimilabile a quella del regista italiano. Dal punto di vista della scenografia, dominano colori accesi, come un rosso veramente intenso, e alcune scene si memorizzano nella mente dello spettatore anche a causa della stupenda e immaginifica fotografia.
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doctor cinema
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giovedì 10 gennaio 2019
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grande film del maestro argento
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"Suspiria" è uno dei grandi capolavori di Dario Argento, uno dei capisaldi di quello che è stato il Cinema horror italiano dei decenni passati e che ancora oggi riesce a porsi nelle posizioni più alte di ideali classifiche di pellicole di questo tipo.
Il film racconta la storia di Susy Benner, una ragazza americana che si trasferisce a Friburgo per frequentare l'accademia di danza presente in città.
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"Suspiria" è uno dei grandi capolavori di Dario Argento, uno dei capisaldi di quello che è stato il Cinema horror italiano dei decenni passati e che ancora oggi riesce a porsi nelle posizioni più alte di ideali classifiche di pellicole di questo tipo.
Il film racconta la storia di Susy Benner, una ragazza americana che si trasferisce a Friburgo per frequentare l'accademia di danza presente in città. Una sera piovosa, la ragazza raggiunge l'Accademia e, nel momento in cui arriva all'ingresso dell'istituto, incrocia una ragazza urlante che invece fugge via da esso. Susy ne rimane impressionata e, nel momento in cui citofona per farsi aprire, qualcuno dall'interno le risponde ma non le permette di entrare. Sarà più fortunata l'indomani, e sarà proprio l'ingresso nella scuola che porterà Susy a conoscere tutta una serie di personaggi strani, inquietanti, che nascondono misteri con i quali Susy dovrà suo malgrado confrontarsi.
Dario Argento, con il suo "Suspiria", ha dato vita ad un film che si va ad incastonare in un'ideale collana di diamanti pregiati costituita da altri grandi film di genere.
I primi 15 minuti sono un avvertimento per ciò che sta per accadere. Qualcosa sta per accadere, sì, ma non nel film, quanto piuttosto allo spettatore. Capiamo che Argento ci sta facendo procedere verso una trappola mentale dalla quale sarà impossibile fuggire via, ci sta ingabbiando all'interno dell'Accademia di danza ed è come se ci stesse costringendo a tenere gli occhi ben aperti per assistere allo spettacolo che sta per aver luogo.
E "Suspiria" è davvero uno spettacolo, per gli occhi e le orecchie.
La fotografia è magistrale: grazie alla collaborazione tra Dario Argento e Luciano Tovoli si dà vita ad un'atmosfera da incubo, con alternanza di colori forti (da un rosso che richiama palesemente il sangue, ad un verde colmo di follia) e giochi di ombre inquietanti.
Alle orecchie, invece, arriva maestosa la colonna sonora dei Goblin, che ci accompagna in ogni momento e riesce a sedimentarsi nel cervello dello spettatore anche nei brevi momenti di silenzio. Straordinaria.
Altro punto forte del film, ma non occorrerebbe neanche specificarlo, è la regia. Argento muove la macchina da presa con maestria, in maniera tale da farci immergere lì dove si trovano i protagonisti e facendoci respirare l'aria claustrofobica che loro stessi sono chiamati a sopportare. Si alternano primi piani che inquadrano visi colmi di pazzia mista a orrore, a inquadrature che fanno capire come qualcosa non stia andando per il verso giusto, senza però che si riesca a capire cosa sia. Presenze, sospiri, urla e passi nel silenzio. Tutto sembra concorrere a nascondere qualcosa di oscuro, malato, folle. In alcuni momenti ci sembra di vedere o sentire qualcosa, ci prepariamo psicologicamente al peggio e proprio in quel momento Argento svia l'attenzione dello spettatore. Dopodichè, quando capisce che ci siamo rilassati quel tanto che basta per poterci colpire in modo inaspettato, lo fa senza pietà. Il suo è un gioco con la psiche dello spettatore ed è un gioco che riesce meravigliosamente a vincere.
In definitiva "Suspiria" è un film da conoscere, da guardare e riguardare. Una pellicola che ha segnato il Cinema italiano e che deve rappresentare un cardine imprescindibile per chi, in futuro, vorrà tornare a cimentarsi con il genere.
Personalmente sono dell'opinione che se l'Italia è stata maestra dell'horror nei decenni passati, non c'è alcun motivo di pensare che non si possa ritornare a dettare legge.
Siamo stati Maestri e Argento è stato uno dei grandissimi Maestri.
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inesperto
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lunedì 31 dicembre 2018
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tremate, tremate...
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Una ragazza americana arriva in Germania per studiare danza in una delle più rinomate scuole di ballo. Le cose appaiono strane fin da subito (non c'è la classica fase inziale di tranquillità caratterizzante molti film horror). La protagonista non si accorge di nulla dal principio, ma col tempo gli enigmi si sommano e viene a scoprire cose molto inquietanti sul posto in cui si trova. Film horror con un buon pathos, favorito dalle classiche musiche dei Goblin. Gli effetti speciali sono da anni '70, quindi un po' puerili con gli occhi di oggi.
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elgatoloco
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martedì 27 giugno 2017
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in continuità con bava, grande film
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Se "Profondo Rosso", anteriore di due anni a questo"Suspiria", segna già un passo importante nella direzione del fantastico, che Dario Argento si porta dietro già dalla tradizione materna(che è brasiliana, dunque legata a una tradizione, dove il"soprannaturale", anche in forma ctònia è decisamente più presente), qui ormai siamo in quell'ambito, poi genialmente completato da"Inferno"(1980)e "in calando"(a mio parere)da"LA Terza MAdre"degli anni Duemila. Frutto della collaborazione con Daria Nicolodi, alllora moglie di Argento, di viaggi, suggestioni, letture in tutta Europa e fuori Europa, ma soprattutto degli incubi e delle fantasia di quel"geniaccio"che è Argento, con qualche curiosità(il"cameo"hitchockiano, come inserviente, che qui Argento si riserva, dove sarebbe da notare che sir Alfred non si sarebbe mai mostrato in un ruolo simile.
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Se "Profondo Rosso", anteriore di due anni a questo"Suspiria", segna già un passo importante nella direzione del fantastico, che Dario Argento si porta dietro già dalla tradizione materna(che è brasiliana, dunque legata a una tradizione, dove il"soprannaturale", anche in forma ctònia è decisamente più presente), qui ormai siamo in quell'ambito, poi genialmente completato da"Inferno"(1980)e "in calando"(a mio parere)da"LA Terza MAdre"degli anni Duemila. Frutto della collaborazione con Daria Nicolodi, alllora moglie di Argento, di viaggi, suggestioni, letture in tutta Europa e fuori Europa, ma soprattutto degli incubi e delle fantasia di quel"geniaccio"che è Argento, con qualche curiosità(il"cameo"hitchockiano, come inserviente, che qui Argento si riserva, dove sarebbe da notare che sir Alfred non si sarebbe mai mostrato in un ruolo simile...), in continuità anche cromatica e di impostazione delle sequenze(l'"impromptu"nei delitti, ma qui per es.anche nello "specchio malefico"usato dalll'inserviente, forse gitana...)ispirata al vero maestro dell'horror fantastico made in Italy, Mario Bava, "Suspiria"è film"terribile"anche prima di discendere negli abissi infernali del citato film successivo, coerente con la capacità di"virare al male"i racconti fiabeschi legati alle streghe, qui dissotterrate dalle latebre legate a Inquisizione, loro persecuzione etc.e ricondotte alla paura di"filtri magici", pozioni, ma soprattutto a quanto sta dietro tutto questo. Colori decisi(prevlenza del rosso, del nero, ovviamente, del giallo ocra, del blu(già meno)con la capacità di giocare sulll'alternanza alternata(il gioco di parole iterativo è voluto)tra continuità e differenza, dove singole interpretazioni(Alida Valli, reduce da"profondo Rosso", Stefania Casini, forse più brava che mai come attrice, prima di diventare regista, Jessica Harper, Udo Kier, che qui tesaurizza le sue capacità teatrali)etc., concorrono sinergicamente a quanto il"geniaccio"Argento voleva realizzare... El Gato
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vighi
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giovedì 11 maggio 2017
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numero uno del genere insieme a shining
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Innanzitutto sposo completamente la recensione di Pablito72.
Non c'e' nulla in questo film che non impressioni e non emozioni lo spettatore. E' veramente emotivamente impegnativo guardarlo. Basta la sola "maschera" di scena della direttrice della scuola (Alida Valli) a creare patos!
Non ha la classe di shining ma l'intensita' di cui permeato e' veramente inarrivabile.
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elgatoloco
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lunedì 20 marzo 2017
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esordio fantastico di dario argento
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Certo una nuova fase, questa iniziata con "Suspiria"(poi ci sarebbe stato l'ancora più aggiacciante"Inferno", 1980 e negli anni Duemila"La terza madre", ma anche altro, in mezzo), del 1977, frutto, come Argento racconta spesso, anche nel libro"autobiografico", dei suoi sogni e incubi, indotti in parte dai racconti della madre brasiliana, poi delle letture di leggende e racconti"terribili". Vorticoso film di colori, dalla psichedelia virata alla dimensione tanatologica, streghe a gogò(anzi sulle streghe il film è incentrato, prima della scoperta esplicitata della leggenda alchemica delle te madri, mater suspiriorum, lachrimarum, tenebrarum, in"Inferno"), volendo vi si trova il tema della povera ragazza indifesa minacciata, ossia il tema classico delle fiabe, ma il fulcro della"cosa"è altrove, direi, nell'ossessione tanatologica appunto, qui declinata in modi diversi ma convergente nella produzione di angoscia e paura/paure, ma non solo"ad extra", ossia erga publicum ma all'interno, ossia autobiografiche, invece, dove Argento ha sempre la capacità di esprimere/esternalizzare tali paure.
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Certo una nuova fase, questa iniziata con "Suspiria"(poi ci sarebbe stato l'ancora più aggiacciante"Inferno", 1980 e negli anni Duemila"La terza madre", ma anche altro, in mezzo), del 1977, frutto, come Argento racconta spesso, anche nel libro"autobiografico", dei suoi sogni e incubi, indotti in parte dai racconti della madre brasiliana, poi delle letture di leggende e racconti"terribili". Vorticoso film di colori, dalla psichedelia virata alla dimensione tanatologica, streghe a gogò(anzi sulle streghe il film è incentrato, prima della scoperta esplicitata della leggenda alchemica delle te madri, mater suspiriorum, lachrimarum, tenebrarum, in"Inferno"), volendo vi si trova il tema della povera ragazza indifesa minacciata, ossia il tema classico delle fiabe, ma il fulcro della"cosa"è altrove, direi, nell'ossessione tanatologica appunto, qui declinata in modi diversi ma convergente nella produzione di angoscia e paura/paure, ma non solo"ad extra", ossia erga publicum ma all'interno, ossia autobiografiche, invece, dove Argento ha sempre la capacità di esprimere/esternalizzare tali paure. Da considerare con attenzione le musiche(Goblin), sempre in perfetta e necessaria sinergia con il film, in Argento(come in Hitchcock, ma curiosamente nel britannico Alfred, anzi sir Alfred, la deriva fantastica è molto meno avvertita che in Argento, complice un certo razionalismo, compresente con il cattolicesimo dell'autore-anche"The Birds", tratto liberamente dalla Du Maurier, non arriva al"fantastico"vero e proprio), ma anche certe interpretazioni(Jessica Harper, certo, ma anche Flavio Bucci, altrimenti decisamente più valorizzato dal teatro o dalla TV di impianto drammaturgico teatrale che dal cinema, altri ancora)che in altra sede, ossia in altri film di diversi autori non avrebbero e non hanno trovato effettivamente spazio e valorizzazione adeguati. Argento"talent scout", ma anche proprio"scopritore". El Gato
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daniele 69
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domenica 12 marzo 2017
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resiste al tempo
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Sono passati due decenni dall’ultima volta che ho visto “Suspiria” di Dario Argento, probabilmente recuperato e visto da un vecchio VHS.
Proprio ieri ho deciso di riguardarlo in una nuova versione rimasterizzata ed in alta definizione e sono rimasto assolutamente incantato.
Tutti i pregi di allora sono rimasti, ma moltiplicati per dieci grazia alla tecnologia, l’alta definizione e la cura del restauro della pellicola.
Pure i difetti sono rimasti, ma soffocati dalla maestria di Dario.
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Sono passati due decenni dall’ultima volta che ho visto “Suspiria” di Dario Argento, probabilmente recuperato e visto da un vecchio VHS.
Proprio ieri ho deciso di riguardarlo in una nuova versione rimasterizzata ed in alta definizione e sono rimasto assolutamente incantato.
Tutti i pregi di allora sono rimasti, ma moltiplicati per dieci grazia alla tecnologia, l’alta definizione e la cura del restauro della pellicola.
Pure i difetti sono rimasti, ma soffocati dalla maestria di Dario.
Si. Perché c’è stato un tempo in cui Dario Argento poteva essere definito senza ombra di dubbio un maestro nella sua personalissima arte… Cosa sia poi successo dopo “Phenomena” rimane a me un mistero ed ai posteri l’ardua sentenza.
“Suspiria” è primo vero film horror di Argento.
Il primo di una trilogia ispirato alle tre madri: “Mater Suspiriorum”, “Mater Tenebrarum” e “Mater Lacrimarum”.
Madri a cui sono state dedicate altrettanti film: “Suspiria” appunto, “Tenebre" e purtroppo dopo molti anni il dimenticabilissimo “La terza madre”.
Ma più che film horror, arriverei definirlo una fiaba nera.
Una fiaba di quelle vere, non ancora edulcorate da Disney.
Quelle fiabe che servivano a spaventare i bambini e non a consolarli, perché il mondo fuori dal calore del focolare è meraviglioso in superficie ma pieno di orrori e pericoli appena si comincia a guardare un poco meglio ed i bambini devono stare attenti ai lupi, ai vampiri ed alle streghe che aspettano proprio fuori dal cortile di casa.
Tutto è fiabesco nel film: l’arrivo di tregenda della protagonista sotto quel temporale che poco ha di naturale, l’attraversamento della Foresta Nera (Andersen e Grimm battete un colpo), l’arrivo in quella misteriosa e bellissima accademia di danza, i personaggi che lì si aggirano inquietanti, il sonno indotto da Bella Addormentata, il correre lungo quei infiniti corridoi.
Tutto esaltato dai trucchi visivi e dalle splendide scenografie di Giuseppe Bassan e dalla fotografia di Luciano Tovoli, tutti in assoluto stato di grazia.
Colori iper-saturi (molto alla Bava) garantiti dal fatto di essere uno degli ultimi film girati con il formato Technicolor, ormai in via di estinzione.
Tutto trasuda cinema espressionista in un'ambientazione assolutamente gotica con pennellate “art deco” e “nouveau" ed inserti alla Escher, ma clamorosamente e psicadelicamente anni ’70.
Colonna sonora strepitosa dei Goblin: una delle più terrorizzanti mai create (seconda solo a quella dell’Esorcista di “Olfieldiana” memoria).
Dopo tutta questa meraviglia perdoniamo la trama un poco “alla cazzo di cane”, caratteristica di tutte le trame argentiane che non brillano mai per coerenza narrativa.
A metterci una pezza la bellissima protagonista Jessica Harper, ma anche il resto del cast fa il suo lavoro e porta a casa assai dignitosamente la pagnotta.
Facciamoci trasportare da questa favola e prepariamoci ad un sussulto davanti a quel nuovo focolare domestico che è la televisione.
Fuori il mondo è bellissimo, ma se guardi attentamente è pieno di orrori e pericoli.
Mai attraversare un bosco sotto il temporale, nemmeno per andare alla più prestigiosa accademia di danza europea.
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