Shampoo

Nella spassosa los angeles un parrucchiere playboy per passione nel cercare di realizzarsi professionalmente intrattiene relazioni di sesso con molte delle sue clienti le quali confuse lo confondono, storia originale forse schizofrenica ben interpretata senza impennate e colpi di scena ambientata in una america repubblicana in piena evoluzione, se il film avesse una morale potrebbe essere quella del bambino che dopo i suoi giochi cerca sempre la mamma! Saluti.

Il tema dell'ostacolo al diritto alla felicità sancito dalla Costituzione americana operato dall'affarismo, da politicanti e intellettuali autoreferenziali e da un perbenismo bigotto e ipocrita era già un tema del vecchio John Ford (che in "L'ultimo hurrà" contrapponeva Spencer Tracy esponente della politica Lincolniana e Jeffersoniana come vita al servizio della comunità di appartenenza contro una impersonale macchina burocratica manovrata da interessi oligarchici). Hal Ashby, che aveva aderito al movimento hippy che col suo individualismo e la ricerca di una unità spirituale in qualche modo si rifaceva a questo ideale di sogno americano, dirige con scioltezza una gradevole miscela di commedia sofisticata e sentimentale, dramma intimista, satira politica e parabola amara della solitudine dell'uomo moderno, quell'inquietudine da cui cerca di fuggire il protagonista, che insegue ambizioni professionali indaffarandosi tra le donne del bel mondo dorato di Beverly Hills, interpretate da brave attrici diversamente seducenti come l'affascinante Julie Christie, la brillante Lee Grant, eccellente premio Oscar nei panni della moglie infedele assieme all'altrettanto marito Jack Warden (pure candidato all'Oscar), la simpatica, buffa Goldie Hawn e la lolitesca Carrie Fisher, futura principessa Leila in "Guerre stellari" qui al suo debutto in un ruolo breve ma memorabile e piuttosto audace. [+]

Il tema dell'ostacolo al diritto alla felicità sancito dalla Costituzione americana operato dall'affarismo, da politicanti e intellettuali autoreferenziali e da un perbenismo bigotto e ipocrita era già un tema del vecchio John Ford (che in "L'ultimo hurrà" contrapponeva Spencer Tracy esponente della politica Lincolniana e Jeffersoniana come vita al servizio della comunità di appartenenza contro una impersonale macchina burocratica manovrata da interessi oligarchici). Hal Ashby, che aveva aderito al movimento hippy che col suo individualismo e la ricerca di una unità spirituale in qualche modo si rifaceva a questo ideale di sogno americano, dirige con scioltezza una gradevole miscela di commedia sofisticata e sentimentale, dramma intimista, satira politica e parabola amara della solitudine dell'uomo moderno, quell'inquietudine da cui cerca di fuggire il protagonista, che insegue ambizioni professionali indaffarandosi tra le donne del bel mondo dorato di Beverly Hills, interpretate da brave attrici diversamente seducenti come l'affascinante Julie Christie, la brillante Lee Grant, eccellente premio Oscar nei panni della moglie infedele assieme all'altrettanto marito Jack Warden (pure candidato all'Oscar), la simpatica, buffa Goldie Hawn e la lolitesca Carrie Fisher, futura principessa Leila in "Guerre stellari" qui al suo debutto in un ruolo breve ma memorabile e piuttosto audace. Ritratto dell'America del 1968, che si appresta (con incertezza) a votare Nixon, è un film vivace e spiritoso, intelligente e tenero, a volte comico, che stempera in una carezzevole nostalgia (Ashby ha leggerezza di tocco) le punte ironiche, il disprezzo, il disincanto amaro debitore degli anni del dopo Watergate, in cui la nazione americana era scossa nella fiducia in se stessa e nelle istituzioni che aveva sempre caratterizzato la sua storia. L'apatia morale di una società si riflette nel protagonista, nel quale Warren Beatty, produttore e scrittore della sceneggiatura (candidata all'Oscar) con Robert Towne effettua un narcisistico ma impietoso autoritratto. Ebbero una nomination all'Oscar anche le belle scenografie di Richard Sylbert, W. Stewart Campbell e George Gaines, molto evocative degli anni '60. [-]