giovanni
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venerdì 8 maggio 2020
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cinquant'anni dopo
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Cinquant'anni dopo la prima uscita nelle sale il fillm torna in TV (8 maggio 2020) in piena emergenza COVID-19 e rinnova le preoccupazioni per una mala scienza, o meglio tecnologia, asservita ad opachi interessi politici e militari. L'allarme è quanto mai attuale e rende altamente interessante questo film che, pur mostrando i limiti della vecchiaia, riesce ancora a far trattenere il fiato. Molto buono lo spettacolo, ma ancor più interessante il messaggio. Da meditare!
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marco petrini
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martedì 24 novembre 2015
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da vedere
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Crichton, Wise: due cognomi che spiegano da soli perchè il film è sicuramente un ottimo lavoro. Wise non ha grandi nomi tra gli interpreti, ma crea un buon pathos e illustra bene quanto Crichton voglia dire, seguendo un filone già percorso da Kubrik (Il dottor Stranamore) e realizzando un prodotto pregevole. Sicuramente da vedere!
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paolo 67
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sabato 12 novembre 2011
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un monito sull'uso della scienza
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Il fascino di questo film è il tema metafisico di un organismo superiore, di un ordine superiore, che torna innocuo dopo aver seminato la morte, e dei suoi rapporti coll'intelligenza umana, di cui è prodotto e forse insieme anche causa. E' il tema di fondo de "il dottor Stranamore" dove il genio di Kubrick poneva non senza ironia l'atomo, nella sua forza primigenia costruttiva e distruttiva sia come prodotto che come causa della razionalità umana. Tratto da un romanzo di Michael Chrichton, questo bel film riesce a tradurre anche in rumori il brivido metafisico che lo attraversa e che, come nel capolavotro kubrickiano, rimette in discussione il principio di fondo cartesiano della filosofia della società occidentale.
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Il fascino di questo film è il tema metafisico di un organismo superiore, di un ordine superiore, che torna innocuo dopo aver seminato la morte, e dei suoi rapporti coll'intelligenza umana, di cui è prodotto e forse insieme anche causa. E' il tema di fondo de "il dottor Stranamore" dove il genio di Kubrick poneva non senza ironia l'atomo, nella sua forza primigenia costruttiva e distruttiva sia come prodotto che come causa della razionalità umana. Tratto da un romanzo di Michael Chrichton, questo bel film riesce a tradurre anche in rumori il brivido metafisico che lo attraversa e che, come nel capolavotro kubrickiano, rimette in discussione il principio di fondo cartesiano della filosofia della società occidentale. I film di Wise, che ha una tecnica cinematografica superba (è stato montatore di "Quarto potere" di Orson Welles), si caratterizzano per una grande intelligenza e purezza insieme: già autore di "Ultimatum alla Terra" che lanciava un messaggio di amicizia contro la paura verso il diverso e l'alieno, ha un portavoce nella figura della dottoressa, contestatrice perchè vittima di discriminazione in quanto epilettica. Dopo "2001", uno dei film che rende meglio l'emozione scientifico-mistica di fronte all'ignoto e alla sua battaglia in cui si supera a vicenda con la ragione. Ebbe due nomination all'Oscar per la scenografia e il montaggio.
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weach
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sabato 16 aprile 2011
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sospeso fra il volo di icaro e l'agorafobia
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Andromeda strain 1971,
Del regista Robert Wise,
è tratto dall’ omonimo romanzo dello scrittore Michael Crichton
Diciamo subito che questo film per gli appassionati di fantascienza ha meritato allora , e merita oggi , una grande attenzione e rispetto per le tematiche proposte e le riflessioni lucide che vengono sviluppate .
Il film in qualche modo si concentra sul rischio di un Armageddon provocata da organismi microbiologici alieni che in inaspettatamente sono caduti sulla terre contaminando un satellite che è rientrato nell’atmosfera.
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Andromeda strain 1971,
Del regista Robert Wise,
è tratto dall’ omonimo romanzo dello scrittore Michael Crichton
Diciamo subito che questo film per gli appassionati di fantascienza ha meritato allora , e merita oggi , una grande attenzione e rispetto per le tematiche proposte e le riflessioni lucide che vengono sviluppate .
Il film in qualche modo si concentra sul rischio di un Armageddon provocata da organismi microbiologici alieni che in inaspettatamente sono caduti sulla terre contaminando un satellite che è rientrato nell’atmosfera.
Agorafobia , questo è il male oscuro trattato dal film ,una sorta di disturbo di panico legato all’esistenza di uno spazio circostante ignoto.
Altra lettura possibile potrebbe essere quella di un dilemma dell’uomo moderno in bilico fa il sogno di Icaro ed il timore di una mondo tecnologico non governabile .
Ricordiamo che questo film fu girato in tempi prossimi al capolavoro 2001 odissea nello spazio di Stanley kubrick ;tale “vicinanza “ non può che aver giovato alla regia che si adoperò con impegno a proporre una fantascienza non “gigionesca”, ma riflessiva , meritevole di attenzione ,dove la ricerca della scenografia credibile non è mai approssimativa e anzi seriamente concentrata nel proporre qualcosa di verosimile anche sul piano scientifico .
Il film fu molto apprezzato dalla critica e dal pubblico negli anni 70; ottenne nomination all’Oscar per il miglior scenografia , altresì nomination all’Oscar per il montaggio.
È film dove l’uomo nuovo tecnologico, dopo gli entusiasmi per la voglia di conquista dell’ infinito sconosciuto , si interroga sui rischi nell’esplorazione dell’ ignoto ; aspetti psicologici di insicurezza generano fantasmi pur timori profondi ben strutturati ,che ancora oggi ,dopo 40 anni, appaiono verosimili, di attualità ed assolutamente giustificati
Il film merita quattro stelle d’oro ; nella filmografia del genere fantascientifico resta un eccellente riferimento di qualità.
Grazie
weach illuminati
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yautja
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venerdì 13 novembre 2009
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chiarimento
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Qui c'è confusione:
Andromeda è veramente il titolo di un film però è anche il titolo di una serie televisiva e il canale Fantasy non sta affatto trasmettendo il film MA sta trasmettendo il telefilm
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stefano pacini
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domenica 8 febbraio 2009
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fantascienza scientifica
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UN FILM NECESSARIAMENTE DA INCLUDERE NEI CLASSICI DELLA FANTASCIENZA.
OTTIMA LA TRASPOSIZIONE DEL ROMANZO DI M.CRICHTON (OMONIMO),CON EFFETTI SPECIALI MOLTO BELLI, CONSIDERANDO LA RAGGUARDEVOLE ETà DELLA PELLICOLA.
DISCRETO IL CAST, BUONA LA REGIA, CHE ALTERNA MOMENTI DI "CALMA TENSIONE" E SUSPANCE CON MOMENTI DI AZIONE BEN RITMATA.
PRESENTE IL TEMA FANTASCIENTIFICO COSTRUITO SU TEMI SCIENTIFICI, NON APPROFONDITI COME NEL ROMANZO, MA PUR SEMPRE MESSI IN PRIMO PIANO NELLA COSTRUZIONE DELLA STORIA.
INSOMMA, UN FILM ASSOLUTAMENTE DA VEDERE E RIVEDERE.
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leo
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giovedì 24 aprile 2008
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splendidamente claustrofobico
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Uno degli ultimi capolavori di fantascienza "non FX" narrata su puro pathos e intreccio (come nell'Invasione degli Ultracorpi di Don Siegel). Claustrofobia e tensione costruite su una base di credibilità e di verosimiglianza scientifica, con profonde riflessioni sul senso della (dis-)umanità espresse proprio dagli stessi scienziati di Wildfire, intimamente divisi tra la doverosità della loro ricerca scientifica e l'impatto delle loro scoperte sul destino dell'uomo. Bravissimi gli attori (specie l'ironica Kate Reid), grandiosa la scenografia in cui domina un bianco asettico che crea nello spettatore la sensazione di condividere con topini e scimmiette la condizione di cavia da laboratorio.
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gant
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mercoledì 12 dicembre 2007
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il ceppo andromeda
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Il film è la quasi fedele trasposizione cinematografica del primo romanzo di Michael Crichton "The Andromeda Strain" ("Il ceppo Andromeda"). Il tema di fondo, a mio avviso, è la ricerca scientifica in condizioni di criticità. Se dovessi indicare ad uno studente un buon film che parli seriamente di ricerca scientifica a 360°, indicherei proprio questo. Sono ben descritti anche gli errori in cui brillanti scienziati incorrono quando sono sottoposti alla pressione degli eventi esterni. La verosimiglianza è ai massimi livelli, un segno distintivo di Crichton.
Anche la "suspense" è buona. Quando lo vidi per la prima volta avevo 6 anni e devo dire che provai anche un po' di paura. Oggi che sono passati 35 anni dal lancio del film, il gusto del pubblico è cambiato ma ritengo che classificare il film come "thriller" non sia del tutto sbagliato.
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zio
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sabato 22 settembre 2007
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da vedere
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lorenzo
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mercoledì 21 marzo 2007
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un titolo da non perdere
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Un'esperienza che non può mancare a chi ha vissuto di persona gli albori della fantascienza moderna.
Una tappa, quasi una punto riferimento, per un epoca, i primissimi anni 70, in cui ancora si doveva definire lo stile di un genere che solo alcuni anni più tardi avrebbe attirato generazioni di giovani e meno giovani nelle sale di tutto il mondo.
Una pellicola basata sull'attesa e la tensione è dotata di un ritmo e una progessione che solo una penna come quella di Michael Crichton sa dare.
Avvincente, godibile ma soprattutto credibile.
Impertibli le ambientazioni, così tipiche dell'interpretazione asettica dell'high tech di quegli anni da aver oltrepassato il tempo.
Lo vidi una sola volta quand'ero poco più di un bambino: rivedendolo ora, a distanza di trent'anni, mi ricordavo di ogni scena e della suggestione (forse eccessiva) che allora mi aveva trasmesso con tanta intensità.
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Un'esperienza che non può mancare a chi ha vissuto di persona gli albori della fantascienza moderna.
Una tappa, quasi una punto riferimento, per un epoca, i primissimi anni 70, in cui ancora si doveva definire lo stile di un genere che solo alcuni anni più tardi avrebbe attirato generazioni di giovani e meno giovani nelle sale di tutto il mondo.
Una pellicola basata sull'attesa e la tensione è dotata di un ritmo e una progessione che solo una penna come quella di Michael Crichton sa dare.
Avvincente, godibile ma soprattutto credibile.
Impertibli le ambientazioni, così tipiche dell'interpretazione asettica dell'high tech di quegli anni da aver oltrepassato il tempo.
Lo vidi una sola volta quand'ero poco più di un bambino: rivedendolo ora, a distanza di trent'anni, mi ricordavo di ogni scena e della suggestione (forse eccessiva) che allora mi aveva trasmesso con tanta intensità.
Una stella in meno solo per il finale che risulta affrettato e lascia un senso incompletezza.
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