gipinna
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martedì 27 novembre 2012
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bond futuribile
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Sceneggiato da Roald Dahl, "Si vive solo..." è esattament equivalente alle intenzioni del suo sceneggiatore, coerente alla tradizione che lo ha marcato come autore per teenager, ovvero un fumetto, divertente e abbastanza adrenalinico, per ragazzi. E' infatti il primo 007 a scostarsi molto dal romanzo d'origine, che fu scritto dopo 'Al servizio di sua maestà': i produttori preferirono lasciare a George Lazenby la splendida storia di Fleming per seguire le regole del mercato che voleva un Bond sempre più tecnologizzato e parodistico, quindi il Giappone era la meta ideale per il progetto. La regia di Gilbert spinge ancora più dei predecessori sul ritmo tralasciando psicologie o finezze romanzesche, fatto sta che i suoi 3 007, specialmente 'Moonraker' non hanno nulla del fascino surrealistico dei primi Bond-film, neppure il cinismo o la durezza del discusso 'Thunderball'.
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Sceneggiato da Roald Dahl, "Si vive solo..." è esattament equivalente alle intenzioni del suo sceneggiatore, coerente alla tradizione che lo ha marcato come autore per teenager, ovvero un fumetto, divertente e abbastanza adrenalinico, per ragazzi. E' infatti il primo 007 a scostarsi molto dal romanzo d'origine, che fu scritto dopo 'Al servizio di sua maestà': i produttori preferirono lasciare a George Lazenby la splendida storia di Fleming per seguire le regole del mercato che voleva un Bond sempre più tecnologizzato e parodistico, quindi il Giappone era la meta ideale per il progetto. La regia di Gilbert spinge ancora più dei predecessori sul ritmo tralasciando psicologie o finezze romanzesche, fatto sta che i suoi 3 007, specialmente 'Moonraker' non hanno nulla del fascino surrealistico dei primi Bond-film, neppure il cinismo o la durezza del discusso 'Thunderball'. Ottima la prima parte, con la finta morte di 007, la sua ricerca di Blofeld, la lotta col wrestler Peter Maivia Fanene a colpi di divano, l'inseguimento col mini-elicottero che fa sembrare il film quasi un episodio dei 'Thunderbird'. Meno riuscita l'ultima parte, con un Connery mai così svogliato ed imbruttito da un tremendo trucco giapponese. A Donald Pleasance bastano poche battute per farsi ricordare, mentre le Bond girls sono inesistenti eccezione per Karen Dior nel ruolo di Helga Brandt. Fumetto veloce e autoparodistico, storia, personaggi e situazioni (il gigante Hans, i piranha, la base nascosta) saranno rifatti con più accortezza in 'La spia che mi amava'. Il meglio del film, come accade negli 007, sta nel fantascientifico inizio e nel finale con gli stuntmna ninja capitanati da Bob Simmons, che si gettano dal vulcano appesi a fili invisibili.
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paolo 67
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mercoledì 29 febbraio 2012
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bond nel 1967
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Nel film la particolare congenialità del lirismo giapponese con lo stile leggero del regista, la presenza di Connery e di alcuni artefici importanti dei primi 007 fanno di questo film, realizzato con gran professionalità, un successo imperituro, anche se leggermente inferiore ai precedenti. Gli elementi seri, presenti nel romanzo originale di Fleming si possono avvertire sotto la superficie scherzosa (tecnica in cui Gilbert era maestro) in modo forse ancora più raffinato dei precedenti, ma meno immediato. In armonia coll'epoca, che ormai si trastulla colla tecnologia, Gilbert intuisce la dimensione giusta del film, e anima una storia fantastica con gusto spettacolare, che si può considerare, in accordo coi tempi, anche uno sviluppo della vena psichedelica presente nel film precedente.
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Nel film la particolare congenialità del lirismo giapponese con lo stile leggero del regista, la presenza di Connery e di alcuni artefici importanti dei primi 007 fanno di questo film, realizzato con gran professionalità, un successo imperituro, anche se leggermente inferiore ai precedenti. Gli elementi seri, presenti nel romanzo originale di Fleming si possono avvertire sotto la superficie scherzosa (tecnica in cui Gilbert era maestro) in modo forse ancora più raffinato dei precedenti, ma meno immediato. In armonia coll'epoca, che ormai si trastulla colla tecnologia, Gilbert intuisce la dimensione giusta del film, e anima una storia fantastica con gusto spettacolare, che si può considerare, in accordo coi tempi, anche uno sviluppo della vena psichedelica presente nel film precedente.
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dragonia
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giovedì 1 dicembre 2011
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bond in giappone è uno spettacolo
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Con questo 007 col debutto alla regia di Lewis Gilbert, la serie prende una strada già sperimentata con Goldfinger, rendendo l'atmosfera più leggera, quasi fumettistica. Però, se il film di Guy Hamilton personalmente mi sembrava fin troppo lento, qui la miscela si rivela ben presto più convincente, grazie a una non troppo massiccia dose d'azione, sottile ironia e moltissimo brio, il che fa trascorrere due ore con vero piacere. Tuttavia, anche in questo Bond spostato in Giappone si possono contare dei difetti, come la canzone dei titoli, un po' sottotono rispetto alle precedenti, e qualche pecca nei dialoghi, i quali risultano a tratti un po' semplicistici (merito della penna di Roald Dahl, scrittore per bambini, e dell'assenza dello storico sceneggiatore Richard Maibaum).
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Con questo 007 col debutto alla regia di Lewis Gilbert, la serie prende una strada già sperimentata con Goldfinger, rendendo l'atmosfera più leggera, quasi fumettistica. Però, se il film di Guy Hamilton personalmente mi sembrava fin troppo lento, qui la miscela si rivela ben presto più convincente, grazie a una non troppo massiccia dose d'azione, sottile ironia e moltissimo brio, il che fa trascorrere due ore con vero piacere. Tuttavia, anche in questo Bond spostato in Giappone si possono contare dei difetti, come la canzone dei titoli, un po' sottotono rispetto alle precedenti, e qualche pecca nei dialoghi, i quali risultano a tratti un po' semplicistici (merito della penna di Roald Dahl, scrittore per bambini, e dell'assenza dello storico sceneggiatore Richard Maibaum). Dei pregi, invece, fa parte l'ottimo Donald Pleasance, che interpreta il diabolico Blofeld, uno dei cattivi più efficaci insieme a Robert Shaw in Dalla Russia con amore e Zorin in Bersaglio Mobile, e varie bellezze indigene. Certo, gli effetti speciali fanno sembrare certe sequenze (l'atterraggio del razzo della SPECTRE) un vero cartone animato, ma il film in sé resta comunque un bello spettacolo da godersi con piacere.
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pisciulino
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sabato 22 ottobre 2011
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il bond fumetto di lewis gilbert
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All'apice del successo il quinto episodio della serie del Bond prende una strada che marca una chiara differenza rispetto ai quattro precedenti: non prendersi sul serio. Qua siamo infatti nel fumetto, con il regista Lewis Gilbert che anima piacevoli vignette dando un colpo di spugna ai rovelli psicologici (così come farà 10 anni più tardi con "La spia che mi amava") e facendo trapelare piuttosto una intelligente osservazione dei comportamenti umani sotto la facciata (auto)parodica e caricaturale. Ma se il tono scelto è quello per ragazzi (soprattutto a causa dello sceneggiatore Roald Dahl, scrittore di racconti per bambini), altri elementi lo rendono un film ricco e fertile piuttosto a parte tra i classici bondiani: l'ambientazione orientale e la mano del regista ne accentuano elementi lirici inusuali fino ad allora per Bond, costituendo un film ricco di atmosfera anche se in modo diverso rispetto ai quattro precedenti, dei quali mantiene una fotografia chiara e densa anche se meno brillante ma molto realistica.
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All'apice del successo il quinto episodio della serie del Bond prende una strada che marca una chiara differenza rispetto ai quattro precedenti: non prendersi sul serio. Qua siamo infatti nel fumetto, con il regista Lewis Gilbert che anima piacevoli vignette dando un colpo di spugna ai rovelli psicologici (così come farà 10 anni più tardi con "La spia che mi amava") e facendo trapelare piuttosto una intelligente osservazione dei comportamenti umani sotto la facciata (auto)parodica e caricaturale. Ma se il tono scelto è quello per ragazzi (soprattutto a causa dello sceneggiatore Roald Dahl, scrittore di racconti per bambini), altri elementi lo rendono un film ricco e fertile piuttosto a parte tra i classici bondiani: l'ambientazione orientale e la mano del regista ne accentuano elementi lirici inusuali fino ad allora per Bond, costituendo un film ricco di atmosfera anche se in modo diverso rispetto ai quattro precedenti, dei quali mantiene una fotografia chiara e densa anche se meno brillante ma molto realistica. Il romanzo è uno degli ultimi e dei migliori di Fleming, in cui egli esprime la sua ammirazione e il fascino per la cultura giapponese, anche se nel film assume piuttosto rilievo la sempre maggiore importanza dell'industria e dell'economia del Giappone nel mondo. E' un film intelligente e godibile, in modo diverso dal coinvolgimento elettrizzante dei primi, a suo modo di una raffinatezza forse ancora più sottile ma più difficile da cogliere, che governa anche le scene più spettacolari (come quella, che costituisce la vera trovata del film, dell'interno del vulcano). Ma la sua dichiarata inverosimiglianza, il fatto di non credere a quello che si vede ne costituisce il limite. Luminoso ma non smaltato come altri, e soprattuto molto meno violento e erotico nonostante le bellezze giapponesi. E' vero che il fumetto faceva capolino anche in "Goldfinger", ma lì era posto a controbilanciamento di un cinismo portato a un grado incandescente (e qui assente). Per cui, pur considerandolo buono, non annovererei questo Bond in assoluto tra i migliori (che è un giudizio relativo, averne) della serie. Comunque, un Bond con Connery (che resta insuperabile) e con una genuina aria anni sessanta, che i film successivi cercheranno, con esito più o meno felice, di rievocare.
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f.vassia 81
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giovedì 5 agosto 2010
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non male ma non tra i migliori
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Episodio ben ritmato, con suggestivi scenari orientali e un gran finale, ambientato in una futuristica base sotterranea.Non c'è però quella tensione da Guerra Fredda a cui forse il regista e gli sceneggiatori miravano.Molto belli i titoli di testa, col tema "Love is a stranger" cantato da Nancy Sinatra.
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spalla
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venerdì 9 ottobre 2009
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avvincente e adrenalinico
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Il quinto episodio della serie di Bond riesce ancora a reggere un confronto coi primi. Davvero notevole. Per quanto un po' ripetitivo, questo film non manca assolutamente di idee e si dimostra subito migliore dell'episodio precedente, che aveva dato qualche piccolo segno di stanchezza. C'è infatti sicuramente molta più azione, con sparatorie e inseguimenti che piaceranno sicuramente ai fan del genere. Che comunque, non rischiano certo di soffocare la trama, sempre solida e con molti colpi di scena. Molto buoni gli effetti speciali, soprattutto per le scene girate nello spazio. Come i precedenti episodi, non si direbbe nemmeno un film di quarant'anni fa. Bravi e convincenti tutti gli interpreti, a cominciare dal sempre ottimo Sean Connery, stavolta affiancato da donne giapponesi ma di certo non meno affascinanti.
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Il quinto episodio della serie di Bond riesce ancora a reggere un confronto coi primi. Davvero notevole. Per quanto un po' ripetitivo, questo film non manca assolutamente di idee e si dimostra subito migliore dell'episodio precedente, che aveva dato qualche piccolo segno di stanchezza. C'è infatti sicuramente molta più azione, con sparatorie e inseguimenti che piaceranno sicuramente ai fan del genere. Che comunque, non rischiano certo di soffocare la trama, sempre solida e con molti colpi di scena. Molto buoni gli effetti speciali, soprattutto per le scene girate nello spazio. Come i precedenti episodi, non si direbbe nemmeno un film di quarant'anni fa. Bravi e convincenti tutti gli interpreti, a cominciare dal sempre ottimo Sean Connery, stavolta affiancato da donne giapponesi ma di certo non meno affascinanti. E, incredibile a dirsi, riusciamo finalmente a vedere in viso il capo della Spectre! Non mancano naturalmente i soliti simpatici gadget progettati dall'onnipresente Q e le ambientazioni sono anche stavolta spettacolari ed esotiche. Cosa volete di più!? Un film assolutamente da vedere, soprattutto per i fan dell'agente segreto più celebre della storia del cinema.
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cucciola
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martedì 25 novembre 2008
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www
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renato corriero
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martedì 23 settembre 2008
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segue recensione del 23/11/2007
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Rivedendo le recensioni dei James Bond che fatto finora questo merita **** asterischi
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stefano
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lunedì 21 luglio 2008
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un grande james bond
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SI VIVE SOLO DUE VOLTE E' UN THRILLER ESTREMAMENTE AMMIREVOLE CHE NASCONDE OLTRE ALLE SCENE D'AZIONE E DI SPIONAGGIO MOLTE SEQUENZE SPAZIALI, CONSIDEREVOLI PER L'ANNO IN CUI FU GIRATO IL FILM.
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renato corriero
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venerdì 23 novembre 2007
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poco fleming comunque piacevole
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Il quinto film della serie,che Sean Connery diceva essere anche il suo ultimo Bond, si allontana per la prima volta quasi totalmente dal romanzo originale do Ian Fleming tranne che nei personaggi principali e l'ambientazione in Giappone. Ne esce comunque un buon film a cui fa come al solito da guida l'interpretazione di Sean Connery, l'azione, un soggetto non male, bellissimi paesaggi e ragazze. Purtroppo la battaglia finale nel vulcano spento ricorda troppo la battaglia finale di "Licenza di uccidere" e sarà copiata anche in diversi successivi films della serie. Molto bella la sequenza del matrimonio giapponese e molto simpatica la figura,quasi da coprotagonista,di Tigre Tanaka interpretato da Tetsuro Tamba.
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Il quinto film della serie,che Sean Connery diceva essere anche il suo ultimo Bond, si allontana per la prima volta quasi totalmente dal romanzo originale do Ian Fleming tranne che nei personaggi principali e l'ambientazione in Giappone. Ne esce comunque un buon film a cui fa come al solito da guida l'interpretazione di Sean Connery, l'azione, un soggetto non male, bellissimi paesaggi e ragazze. Purtroppo la battaglia finale nel vulcano spento ricorda troppo la battaglia finale di "Licenza di uccidere" e sarà copiata anche in diversi successivi films della serie. Molto bella la sequenza del matrimonio giapponese e molto simpatica la figura,quasi da coprotagonista,di Tigre Tanaka interpretato da Tetsuro Tamba. Quello che è strano è il vedere prendere ordine da "sissignore" del capo del servizio segreto giapponese da parte di un agente inglese. Nella prima parte del film fa da padrone l'azione prolungata (cosa che si ripeterà spesso nei films successivi) ma nel secondo tempo c'è più spazio per l'esotismo e l'avventura che riportano in alto la qualità del film condito come sempre da un'ottima colonna sonora di John Barry.
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