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samanta
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lunedì 24 luglio 2023
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la bellezza della violenza
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Il film è un western del 1965, regista Sam Peckinpah che introdusse la violenza nel western americano (da Sfida nell'alta sierra a Mucchio selvaggio) affrontando con aggressività anche altri generi (Cane di paglia, Conwoy, La croce di ferro), morì ancora giovane minato da alcool e droga. La pellicola nella versione cinematografica dura 120 min., in DVD c'è la versione più integrale in lingua inglese e sottotitoli in italiano.
Siamo nel 1864 nel West (territorio del New Mexico) in piena guerra civile, in una landa desertica c'è un forte USA con annesso campo di prigionieri sudisti e criminali comuni. Lo comanda il maggiore Amos Dundee (Charlton Heston) sbattuto in quel luogo per la sua indisciplina, il comandante dei sudisti è il capitano Tyreen (Albus Silente nella saga di Harry Potter) espulso dall'esercito dell'Unione per condotta immorale, nella corte marziale c'era Dundee che aveva votato contro di lui, tra i due esiste un reciproco odio.
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Il film è un western del 1965, regista Sam Peckinpah che introdusse la violenza nel western americano (da Sfida nell'alta sierra a Mucchio selvaggio) affrontando con aggressività anche altri generi (Cane di paglia, Conwoy, La croce di ferro), morì ancora giovane minato da alcool e droga. La pellicola nella versione cinematografica dura 120 min., in DVD c'è la versione più integrale in lingua inglese e sottotitoli in italiano.
Siamo nel 1864 nel West (territorio del New Mexico) in piena guerra civile, in una landa desertica c'è un forte USA con annesso campo di prigionieri sudisti e criminali comuni. Lo comanda il maggiore Amos Dundee (Charlton Heston) sbattuto in quel luogo per la sua indisciplina, il comandante dei sudisti è il capitano Tyreen (Albus Silente nella saga di Harry Potter) espulso dall'esercito dell'Unione per condotta immorale, nella corte marziale c'era Dundee che aveva votato contro di lui, tra i due esiste un reciproco odio. Un gruppo di apache comandati da Sierra Charriba (Michael Pate) sconfina dal Messico in un'incursione assalgono una fattoria massacrando una ventina di cavalleggeri in ricognizione, i coniugi padroni della fattoria le loro figlie e rapiscono i 3 piccoli figli maschi. Dundee decide di dargli la caccia difettando di truppe a rinforzo di 2 dozzine dei suoi cavalleggeri comandati dal tenente Graham (Jim Hutton), arruola una ventina di sudisti che dopo un diniego accettano comandati da Tyreen con il grado di tenente e altrettanti civili e delinquenti, farà da guida Potts (James Coburn). L'eterogenea truppa insegue Charriba che però riesce a fuggire in Messico. Dundee violando le leggi internazionali sconfina anche lui in Messico dove era presente un forte esercito francese a sostegno dell'Imperatore Massimiliano. Ci saranno numerosi scontri con i francesi e gli apache, con litigi tra nordisti e sudisti, Dundee viene ferito ma alla fine Charriba è ucciso con i suoi, c'é pure un intermezzo sentimentale con Senta Berger nella parte di Teresa la vedova austriaca di un medico. Dundee ritorna in patria con pochi superstiti (Tyreen è morto eroicamente difendendo la bandiera dell'Unione).
Il film nella versione originale anche questa ridotta ma con l'accordo del regista, è nettamente migliore di quella cinematografica che presentava salti logici e cesure nel racconto, ad esempio non si capiva la fine della guida indiana Riago sospettato di tradimento. E' un buon western che probabilmente risente già dell'influsso del western italiano ((Per un pugno di dollari è dell'anno prima), ma comunque con la presenza dell'aggressività di Peckinpah che sembra voler dimostrare (specie nei film successivi) che la violenza possiede una certa bellezza. In ogni caso le scene, in un'ambientazione suggestiva, rappresentano una vicenda avvincente che appassiona lo spettatore e che suscita attenzione anche negli episodi che non sono di azione come la vicenda di Dundee che ferito si fa curare di nascosto in un paese messicano. La direzione si mostra intelligente, tecnicamente encomiabile, ben realizzate le scene di guerra con una carica finale tra la cavalleria americana e quella francese particolarmente complessa; la recitazione è di ottimo livello non solo dei 2 protagonisti con Heston che rappresenta bene un soldato duro e complessato, sono anche bravi i comprimari come James Coburn, Jim Hutton (Cammina non correre, Berretti Verdi) e l'onnipresente (nei western) Ben Johnson. Questo film fu definito da un noto critico (David Thomson) come "una precoce allegoria della guerra in Vietnam".
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contrammiraglio
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domenica 25 gennaio 2015
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ah, i tagli
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Pechinpah è uno dei miei registi preferiti, ma qui il malefico produttore ha davvero operato disastri coi suoi tagli; sparite le magnifiche scene di violenza rallentata tipiche del regista, sceneggiatura con buchi talmente enormi da sconclusionare la storia.
Ma il tocco del genio, non ostante tutto, si mostra; chissà cosa avrebbe potuto essere senze il massacro del montaggio!
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kronos
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lunedì 22 febbraio 2010
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sergio leone e l'esterofilia di morando morandini
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Nella recensione di Morandini mi sorprende la clamorosa confusione tra "causa ed effetto".
Sergio Leone, che inventò nel 1964 un nuovo modo di fare western, avrebbe preso spunto (per non dire copiato) da un film uscito in sala nel 1965??
Davvero geniale ... qui è il mondo che va alla rovescia!
Sarebbe opportuno che la redazione di MyMovies avesse correggesse la suddetta scempiaggine.
Esterofilia fa quasi rima con idiozia.
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marvelman (quello vero!)
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domenica 8 marzo 2009
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l'ho visto recentemente in dvd !!!
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E come per tutti i film di questo regista , l'ho trovato sopravvalutato come non mai , l'unico aspetto che salvo è la storia d'amicizia che , malgrado le due diverse appartenenze agli schieramenti ( Heston nordista e Harris sudista ) alla fine prevarrà su tutto , ma per il resto è troppo obsoleto !!!
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giancarlo sacco-
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domenica 3 febbraio 2008
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delusione...da sierra charriba!!!!
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Avevo visto il film diversi anni fa e mi era piaciuto molto.....recentemtente ho acquistato la versione completa " director'cut"e devo dire che rivedendolo sono rimasto un po' deluso...il troppo soffermarsi del regista sulle questioni d'onore....la fucilazione del sudista...e soprattutto l'eccessiva lentezza ...e Senta Berger fuori ruolo...resto convinto che " il Mucchio Selvaggio"rimane il grande capolavoro di Sam Peckinpah!
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germinal
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sabato 7 aprile 2007
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sam è sempre sam ...
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Quel diavolo di Sam Peckinpah, pur sforbiciato, è riuscito a fare un film di avventure davvero eccezionale, con una fotografia che alterna cupo e solare, scene di battaglia sorprendenti e realistiche come d'abitudine e una tensione emotiva indecifrabile, sospesa tra il maggiore fascio Dundee e il collorosso interpretato dall'inglese Richard Harris.
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l.e.c.
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martedì 6 novembre 2001
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bramosia di sangue e di gloria per i mercenari di dundee
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Nuovo Messico: le razzie ed i massacri della banda di Apache del sanguinario capo Charriba, che approfitta dello sguarnimento dei territori del Sud-Ovest a causa della Guerra di Secessione, convincono il maggiore nordista Amos Dundee, caduto in disgrazia e destinato a comandare un campo di prigionia, a formare senza autorizzazioni uno squadrone composto da detenuti e prigionieri sudisti, allettati dalla promessa di migliori condizioni di vita al ritorno e guardati a vista da alcuni soldati bianchi e negri, per inseguirli e sterminarli nei loro "santuari" nel Messico sconvolto dalla guerra civile (curiosamente, pochissimi anni dopo l'esercito USA farà lo stesso in Cambogia per distruggere i santuari di un nuovo imprendibile e feroce nemico, i vietcong!).
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Nuovo Messico: le razzie ed i massacri della banda di Apache del sanguinario capo Charriba, che approfitta dello sguarnimento dei territori del Sud-Ovest a causa della Guerra di Secessione, convincono il maggiore nordista Amos Dundee, caduto in disgrazia e destinato a comandare un campo di prigionia, a formare senza autorizzazioni uno squadrone composto da detenuti e prigionieri sudisti, allettati dalla promessa di migliori condizioni di vita al ritorno e guardati a vista da alcuni soldati bianchi e negri, per inseguirli e sterminarli nei loro "santuari" nel Messico sconvolto dalla guerra civile (curiosamente, pochissimi anni dopo l'esercito USA farà lo stesso in Cambogia per distruggere i santuari di un nuovo imprendibile e feroce nemico, i vietcong!). Sotto la ferrea guida di Dundee ne seguirà una caccia spietata ed una lotta senza regole nè pietà contro gli indiani, contro gli occupanti francesi del Messico ed anche contro sè stessi (i carcerieri nordisti contro i loro ex-prigionieri, questi ultimi contro i soldati negri, tutti contro gl'inevitabili disertori, che vengono giustiziati sul posto) fino alla distruzione della banda apache in un tranello e l'uccisione di Charriba, che inaspettamente verrà colpito dal'imberbe trombettiere il cui diario serve da voce narrante; guaderà il Rio Grande e ritornerà negli Stati Uniti soltanto uno sparuto gruppo in un finale monco.
Capolavoro western che il regista disconoscerà poichè il produttore, spaventato dall'eccessiva lunghezza e dalla violenza a quei tempi ancora inusitata soprattutto se fatta dai "buoni", mutilerà il film di una buona mezz'ora (fra cui il finale originale dove, come sibillinamente accennato nel prologo, i superstiti si uccideranno fra loro per l'improvvisa ribellione dei sudisti, che non volevano tornare nel campo di prigionia, rimanendo in vita soltanto il trombettiere-diarista) per cui si comprendono adesso certi salti nello svolgimento della storia e le sparizioni repentine ed inspiegabili di alcuni personaggi importanti, come la fedele guida indiana Riago ed i soldati negri, presumibilmente eliminati dai sudisti.
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