SOS Summer of Sam - Panico a New York

bella la musica, belli i dialoghi, belle le scene, bella la ricostruzione, BEL FILM

Summer of Sam ma anche richiesta di aiuto. Per me un film duro, spietato: un vero cazzotto nello stomaco. Narra la vicenda di un serial killer che nell'estate del 1977 terrorizzò New York. Ho avuto la sensazione, oggi più ancora di quando vidi per la prima volta il film, che questo fatto eclatante sia servito a Spike Lee per tener desta l'attenzione dello spettatore onde "costringerlo" a prender coscienza di temi politici e sociali a lui cari, quali ad esempio il razzismo, la violenza generata dalle disparità sociali e la droga. Un film da vedere.

il film è piuttosto carino..nn annoia..(almeo a me)..certo nn è un capolavoro..ma accettabile

Questo film è uscito "A metà" tra "Clockers"('95)e "La 25.ora"(2003).Sarebbero dovuti passare quattro anni prima che il regista, traumatizzato anche(?) dall'11 Settembre, ci consegnasse quella grande opera in cui si fondono il dramma del singolo(ingiustamente sospettato, costretto a lasciare il suo mondo)e una dimensione universale più ampia. Qui invece, alla luce anche(Ma non solo) di certe valutazioni, secondo le quali i migliori film di Lee sono i più "Arrabbiati"(Si veda Pezzotta nel'95 in una sua recensione proprio a "Clockers", dove credo escluda opere diverse come "Mo' Better Blues" e "Malcolm X"), verrebbe al pena di chiedersi cosa determini il sostanziale fallimento di un'opera che per una volta abbraccia una parentesi temporale precisa,non "Limitandosi" come l'opera citata(E non soltanto) allo svolgimento "Tradizionale" del giallo fuso con l'analisi sociale. [+]

Questo film è uscito "A metà" tra "Clockers"('95)e "La 25.ora"(2003).Sarebbero dovuti passare quattro anni prima che il regista, traumatizzato anche(?) dall'11 Settembre, ci consegnasse quella grande opera in cui si fondono il dramma del singolo(ingiustamente sospettato, costretto a lasciare il suo mondo)e una dimensione universale più ampia. Qui invece, alla luce anche(Ma non solo) di certe valutazioni, secondo le quali i migliori film di Lee sono i più "Arrabbiati"(Si veda Pezzotta nel'95 in una sua recensione proprio a "Clockers", dove credo escluda opere diverse come "Mo' Better Blues" e "Malcolm X"), verrebbe al pena di chiedersi cosa determini il sostanziale fallimento di un'opera che per una volta abbraccia una parentesi temporale precisa,non "Limitandosi" come l'opera citata(E non soltanto) allo svolgimento "Tradizionale" del giallo fuso con l'analisi sociale.Ma il punto dolente è proprio questo.Perché è cosa diversa raccontare un(a Re)'azione dilatata nel tempo, come in "Jungle Fever", e altro esplorare dinamiche in una parentesi di tempo delimitata, dove il regista, a parte delle ammazzatine anonimissime che nulla hanno a che vedere con l'inizio drammaticamente originale di "Clockers"(Ancora),non si limita a costruire un amore da cartolina tra la Sorvino e Leguizamo,ma pensa che per descrivere il miscuglio tra le tensioni personali de suoi protagonisti e l'atmosfera angosciante che li soffoca siano sufficienti le sue solite incazzature(Passatemi il termine) a tempo di rap,che trovano qualche toco di originaità nella ricerca del capro espiatorio di turno(Ma allora bisognava approfondire maggiormente il discorso).Un Lee divulgatore, didascalico, come implicitamente ci confessa lui stesso: quando impersonando un personaggio della TV intervista(Tra gli altri) la sorella Jamie, racchiude in poche inquadrature il(Poco) senso di questo filmetto, auto-dipingendosi come un "Deus ex machina"che libero dei vari Denzel Washington, Harvey Keitel ecc. vuole illustrare quanto avvenuto secondo lo stile già visto otto anni prima da Annabella Sciorra, che a conti fatti finisce per rifare(Gioco di parole) fuori tempo massimo. [-]

A mio parere è il migliore di Lee insieme a Fà La Cosa Giusta (di cui a mio avviso prende molto spunto) e Clockers.

Spike Lee racconta la storia del serial killer psicopatico che terrorizzò New York a metà degli anni '70. In realtà è solo un espediente per affrontare i temi che gli stanno più a cuore, ovvero il meltin' pot, la diffidenza verso il diverso e il rapporto di coppia ante - femminismo. Ne esce un ottimo ritratto sociale, girato con maestria insieme ad attori convincenti. Ma allora a che serviva scomodare la storia del figlio di Sam che uccide le coppiette? La sensazione è che il regista abbia voluto mettere troppa carne al fuoco, diventando, alla lunga, molto prolisso.

A me Spike Lee piace..lo trovo sempre vivace..ma questo film è davvero brutto, inutile e imbecille. Lo sconsiglio vivamente: non ci sono personaggi...il linguaggio è solo volgare...le storie buttate davvero lì.Un film che sembra fatto in 5 minuti.Fumettistico e davvero deludente.

FANTASTICO

con lee nn sbagli mai.. son sempre gran film( a parte inside man).. SPIKE LEE: GRAZIE DI ESISTERE!!!!!

Bello