Francesca Cabrini

Il film fa del femminismo più becero la sua bandira. In esso, vi sono due figure maschili positive, quella del medico e, per metà, quella del Papa. Tutti gli altri maschi sono degli infami senza se e senza ma. Le femmine sono tutte vittime. Ma di chi? Dei maschi ovviamente. Ma poi vincono. Contro chi? I maschi naturalmente. Nel film la natalità è vista con angoscia. L'ecumenismo è ben presente. L'immigrazionismo alla Soros è parimenti ben presente.Le suore non vestono da suore, tranne che in una scena, dove si urla fossennatamente in una chiesa cupa e sorda. Ogni uoomo di Dio è denigrato, infatti il film può tranquillamente essere definito anticlericale. Solo il Papa, in parte, solo in parte, si salva. Forse.

Non c'è momento di preghiera, né di gioia autentica, non una conversione. Tutto è cupo, tetro. L'impero della Carità, mai nominata col suo nome, assomiglia un po' troppo ad una ONG fiancheggiatrice della Open Society.