Shayda

Un'opera prima che nasce da una forte componente autobiografica, molto riuscita nel mostrare l'alchimia tra madre e figlia ma segnata anche da un'eccessiva semplificazione del materiale trattato

Provare a divorziare a Teheran forse è più difficile che leggere Lolita. L'opera prima di Noora Niasari nasce da una forte componente autobiografica: a metà degli anni '90 nella periferia di Melbourne, Mona (Selina Zahednia) è una bambina contesa da Hossein (Osamah Sami), un padre violento che vuole laurearsi in medicina, e da Shayda (Zar Amir Ebrahimi) una mamma che studia inglese e ama la danza e il ballo sulle musiche iraniane. Shayda viene picchiata e stuprata dal marito e da quel momento fa di tutto per evitare di perdere la figlia, chiedendo il divorzio e trovando rifugio in una casa famiglia. [...]

di Fabio Fulfaro, articolo completo (3171 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 10 luglio 2025