Un biopic canonico, senza slanci e (quasi) senza sorprese che scorre anche dignitosamente. ma è decisamente superato. Solo Vicky Krieps riesce a ravvivarlo senza però infuocarlo. Concorso.
di Simone Emiliani Sentieri Selvaggi
Il deserto e Roma come fuga di libertà. Dal chiuso di un corridoio con un telefono che squilla nella notte e si sente solo un'inquietante risata, alle sconfinate distese dove c'è una nuova rinascita da parte della protagonista. Il viaggio non è come quelli di Herzog. Ma rappresenta comunque una zona inesplorata nel suo cinema che poteva avere ancora uno spazio maggiore all'interno del film. E rappresenta la componente più visionaria, meno evidente di un biopic canonico, senza slanci e sorprese, sorretto soprattutto dal mestiere della cineasta tedesca e dalla prova di Vicky Krieps che, dopo Il corsetto dell'imperatrice, entra ancora efficacemente nei panni di un personaggio del passato. [...]
di Simone Emiliani, articolo completo (3347 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 19 febbraio 2023