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Heart of Stone rappresenta è un action ad alta spettacolarità, che cerca di unire fantasia a chiari richiami con la criticità della società moderna, in questo caso l’intelligenza artificiale.
La sensazione è quella di trovarsi di fronte al classico prodotto algoritmico, alla fotocopia di una fotocopia, tanto che potremmo sostituire i vari protagonisti con altri interpreti visti in altre produzioni e non cambierebbe assolutamente nulla. Se la saga di Ethan Hunt rimane la fonte di ispirazione principale, anche per la presenza di un certo humor, il world building è però anche una strizzata d’occhio a True Lies di Cameron e alla saga di Jason Bourne.
Heart of Stone è afflitto da una prevedibilità cronica, da una mancanza di equilibrio nella storia e nell’atmosfera abbastanza palesi. Il villain quando ci si rivela, è già passato un buon terzo di film e non è nulla di eccezionale; le sue motivazioni, la sua caratterizzazione, sono alquanto sommarie e prevedibili.
Heart of Stone doveva essere il grande rilancio di Gal Gadot, ma questo action rappresenta anche la conferma che vi è un'effettiva difficoltà nel creare delle eroine che siano credibili, e non piuttosto cloni in serie, afflitte da una perfezione universale che le rende di uno scontato opprimente.
Se non altro, sarebbe stato il caso di affidare il peso di una produzione così mainstream sulle spalle di una interprete ben più dotata e maggiormente affidabile di Gal Gadot la cui abilità recitativa non è particolarmente migliorata negli anni.
Tenendo basse le aspettative, è un filmetto godibile.
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