Blanquita

Un prete in prima linea nella difesa dei diseredati e una bella adolescente con un passato di droga e prostituzione si mettono donchisciottescamente in lotta con i poteri forti per ottenere giustizia e mandare dietro le sbarre un facoltoso imprenditore e un senatore, colpevoli di pedopornografia e di violenza grave a danno di minori. Ma questa lotta per la giustizia è fatta di menzogne. Infatti la ragazza accusa il senatore di violenze fisiche e morali che non ha subito lei direttamente, ma uno dei ragazzi di cui il prete si occupa nel suo centro di recupero, il giovane Carlos, mentalmente debole e incapace di sostenere la pressione di un'inchiesta. La ragazza, Blanquita, impara a memoria tutti i dettagli che Carlos le racconta e li usa per fare giustizia. Film cupo, tenebroso, dove i colpevoli sembrano sul punto di evitare la pena che meriterebbero e l'accusatrice, diventata improvvisamente accusata, ha il coraggio di far notare all'inquirente l'iniquità della giustizia: ma allora loro possono stuprare minori mentre io non posso mentire? Il film, basato su fatti realmente accaduti, fa pensare ma risulta anche cinematograficamente ostico, perché, con un coraggio che bisogna riconoscere agli autori, nega risolutamente qualsiasi compiacimento allo spettatore, e tralascia quella parte giudiziaria che sarebbe stata al centro di un'odierna serie tv per concentrarsi su psicologia dei personaggi e problematica morale.