Niente a che vedere con quelli che 'lost' ma in Giappone del film famoso. Qui di 'lost' non c'è nessuno, anzi stanno bene tutti più o meno, specie in... Via de' Pepi l'americano bellone.
Una scena di metà film: la sera di San Giovanni con i 'fochi' i due dell'amore fedifrago (lei si è offerta, ché lui era stato abbandonato dalla fidanzata americana ma visibilmente senza soffrirne troppo e che non sembrava poi così desideroso di riempire il vuoto, almeno così presto), sono sul Ponte Santa Trinita da soli. Gente intorno ? Non un'anima. Il 24 Giugno! Miracolo a Firenze.
Un incipit in algido bianco e nero (un piano sequenza?) in una Firenze pulitissima e sgombra di tutto -non si vede per dire nemmeno una bici allucchettata. Questo è il 'taglio', per dire. Che poi ti dà l'idea anche del budget del film.
Sponsor la Ney York University (almeno così sembra dai titoli di coda), questa storiuccia striminzita da ''Razzie Awards' incentrata su un giocatore di football americano della serie solito mascellone ma misurato in visita a Firenze, si dipana fra chiassi, vicoli, un po' di Fiesole, nonché il quartiere di Santo Spirito che da 5 anni non vince contro gli azzurri la finale del (cosiddetto) Calcio Storico, arena in Piazza Santa Croce ridotta a stadio con fondo sabbiato in cui si svolge una simil-corrida dove mancano il toro e le banderillas ma il sangue c'è, ché lì se le danno di santa ragione. Uno spettacolo avvilente, di cui però qualcuno gode. Molti fiorentini in testa. E' colore, si sa , cosa non si farebbe per il turismo che poi si vede cosa succede quando non si riescono a gestire le transumanze brade che arrivano...consumando la città come meglio loro aggrada.
Per il resto c'è tutto, la trattoria 'tipica', il vino 'speciale' non "semplice" Chianti, inquadrature panoramiche (un po statiche-s'è visto di meglio), un paio di vespini con pit stop 'sur l'herbe' ma senza déjeuner- solo dell'altro ma non inquadrato (prude questo regista), con lievissima resistenza di lui che dice "Ma è un amico il tuo fidanzato" e che invece lei che per scoparselo ovvio, e subito ché l'aspetta fin da quando era bambina, gli fa tutto un ragionamentino filosofico-ruffiano del tipo 'carpe diem'- vorrai mica mandarmi in bianco qui fra gli ulivi con vista...(lui guarda il panorama -prima di...- e non dice wow, o cool, e questo è apprezzabile però).
E una recitazione rabberciata dove Alessandro Preziosi sembra passato di lì per caso, e forse solo per il cachet. Carina invece la poliglotta serbo-croato-canadese già detective nella serie tv 'Castle': Stana Katic, che si muove bene sembrando anche più giovane dei suoi anni (39), e che fa qui l'insegnate d'italiano in una delle diecine di scuole del ramo presenti in città.
Insomma: una piccola ciofeca. E nessun 'odore' di alcol, quello che con gli shot 'paghi due prendi tre o quattro o cinque', scorre invece a fiumi e non solo il sabato sera fra certe giovani comunità d'oltreoceano soprattutto.
Una Firenze politically correct ma insomma, che a parte la statua di Ercole e le spiegate sue dodici fatiche, e lei che dice all'americano imbroccato di essere architetto ma che a Firenze è una laurea inutile perché tutto è già stato costruito secoli prima che a guardarsi in giro di scempi invece nel comparto -architetti o geometri che siano stati nel moderno (Palazzo di Giustizia, per dire) ahimé....viene anche un po' da piangere.
Due stelle per non essere cattivo.
Poi chiaro, a Firenze si viene lo stesso anche se la promuovono con film del genere. O magari proprio per questo, chi lo sa, è un mondo così.
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