Leone nel basilico |
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Un film di Leone Pompucci.
Con Ida Di Benedetto, Alessia Santacroce, Ilaria Santacroce, Carla Signoris, Catrinel Marlon, Augusto Fornari.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 88 min.
- Italia 2015.
- Microcinema
uscita giovedì 10 dicembre 2015.
MYMONETRO
Leone nel basilico
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Favola surreale,poetica e di grande umanitàdi Daniela Ida De CambioFeedback: 100 |
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domenica 13 dicembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' un film che mi ha fatto molto riflettere. Inizialmente di difficile comprensione, ma con la giusta chiave di lettura tutte le tessere del mosaico si compongono, dando luogo alla raffigurazione della SOLITUDINE UMANA NELLE VARIE SFACCETTATURE. Tutti i personaggi sono soli, ma ciascuno di loro ha elaborato la solitudine in modo diverso. Le due vecchine della casa di riposo, vivono una solitudine rassegnata, che però non è negativa e le fa diventare complici e addirittura ironiche. La mamma del bambino ha elaborato la sua solitudine, in modo positivo e gioioso. A Maria Celeste (Ida Di Benedetto)invece, deve accadere qualcosa di davvero straordinario per farle prendere coscienza di quanto la solitudine l'abbia inaridita. Le capita fra le braccia un NEONATO, DEUS EX-MACHINA del film, simbolo della PROVVIDENZA, quasi un GESU'BAMBINO, che con il suo arrivo sconvolge tutto. La protagonista con questo fagottino tra le braccia, che inizialmente rifiuta, ma di cui poi non riesce più a farne a meno, è costretta a rivedere i suoi rapporti con gli altri e pian piano da scostante ed altezzosa, diventa umana e compassionevole. I momenti più drammatici del film sono due. La lite sul terrazzo, in cui anche il vento ed il mare in tempesta, sembrano immedesimarsi nello stato d'animo tormentato dei protagonisti e la corsa della nuora (Carla Signoris) con il bimbo stretto fra le braccia. In quel momento la donna realizza la bruciante consapevolezza della dolorosa solitudine di chi non ha potuto provare la gioia della maternità. Alla fine però si arrende, forse perché si ritiene inadeguata a crescere un bambino o forse perché non resiste alle implorazioni lamentose ed infantili di un marito (A. Fornari), che non è psicologicamente cresciuto, in quanto non è riuscito a riscattarsi dal morboso e tirannico egoismo della odiata madre.Il figlio è il personaggio, che ne esce peggio da questa vicenda. Non riesce ad elaborare la sua solitudine. E' chiuso in un modo tutto suo, morbosamente attaccato alla moglie,che caratterialmente lo domina come faceva la madre. Nella sua vita non c'è posto per gli altri, il suo mondo è fatto di viaggi, di gigantografie della moglie, di cui tappezza la casa e dell'unico affetto, che pare sia capace di donare, quello nei confronti dei suoi due cagnolini. E' da sottolineare la godibile commistione tra sacro e profano nella scena della processione/sexy shop, che bene simboleggia le nostre UMANE CONTRADDIZIONI. Infine l'ELEFANTE, che di tanto in tanto appare ed è presente nell'ultima scena, notoriamente simbolo di SAGGEZZA e quindi anche di SAPIENZA, potrebbe rappresentare una sorta di SPIRITO SANTO, che corre con il bimbo in groppa(GESU' BAMBINO) e a cui un'umanità dolente , rappresentata dai personaggi del circo, anela nella SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE. E' un film di grande spessore perché suggerisce l'approfondimento di numerosi risvolti psicologici, inoltre per la sua tematica può anche essere considerato un film natalizio di altissimo livello da contrapporre finalmente e felicemente ai soliti cinepanottoni! P.S.: E'VERGOGNOSO CHE QUESTA FILM VENGA DISTRIBUITO, PER BARI E PROVINCIA,IN UN'UNICA SALA A MOLFETTA!!!
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