Una cella in due |
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Un film di Nicola Barnaba.
Con Enzo Salvi, Maurizio Battista, Massimo Ceccherini, Simona Borioni, Serena Bonanno.
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Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2011.
- Iris Film Distribution
uscita venerdì 4 marzo 2011.
MYMONETRO
Una cella in due
valutazione media:
1,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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POVERO *di giacomogabrielliFeedback: |
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venerdì 4 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non ci sarà da meravigliarsi se questo film incasserà poco e niente. Un film dove tutto è squallido, finto e per niente divertente. Enzo Salvi, e Maurizio Battista soprattutto, riconfermano la loro incapacità di reggere un film (sono molto meglio sul palcoscenico). Il resto è un cast raccogliticcio che proviene da programmi tv, fiction e da chissà dove. La sceneggiatura, se così si può chiamare, è pessima, un canovaccio che racchiude stereotipi, battute e situazioni peggiori di quelle dei cinepanettoni, al limite del ridicolo e dell'auto-parodia. In tutto questo malfunzionamento c'è una cosa che sovrasta tutte e che sarebbe dovuta essere il punto forte dell'opera: le battute, le freddure. Ci sono, ma, tra gli altri 5 in sala con me, nessuno ha riso se non alle 2 o 3 battute "più romanacce" di Salvi. Anche Massimo Ceccherini non aiuta a migliorare, qui nella parte più che di uno psicopatico, di uno che non sa manco dov'è. Il tutto non è assolutamente aiutato dalla regia, piatta e non presente. La fotografia grida "Aiuto, dateci la pellicola!", perchè nonostante l'"autore della fotografia", come si definisce nel film, sia uno con una vasta esperienza alle spalle come Federico Del Zoppo, il film è girato in un digitale ad alta definizione usato male, dove tutto è freddo, pallido, piatto (soprattutto negli esterni) e lascia trasparire la povertà della produzione. Per dare un'idea riassuntiva il tutto ha un'impostazione, dai titoli di testa alla fine, da sitcom venuta male, da film tv. Ahimè anche la scenografia, perlopiù quella della prigione, è inverosimile. Anche ciò che vi accade all'interno è finto e già visto. Dunque coatto quanto smorto, romanaccio, quanto infelice. Un film che davvero non era necessario fare. POVERO *
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