Direi che mi aspettavo un film peggiore del precedente.
Harry Potter e L'Ordine della Fenice,infatti,se preso come un film d'autore,membro di una saga ormai molto popolare,era praticamente scorrevole e senza troppi difetti.Anzi,per i ragazzi è anche un bel film.Preso invece come un film tratto da un libro,il risultato è molto deludente per il lettore e spettatore:alcune cose importanti omesse,alcune invece troppo velocizzate ecc.
David Yates,in Harry Potter e il Principe Mezzosangue,non tradisce lo spirito del libro,le ambientazioni (solo un paio di volte),i personaggi,e al contrario del suo precedente film della saga,corregge e impara dai propri errori,mettendo in mezzo una ventina di personaggi del tutto godibili,abbastanza approfonditi e utilizzati (battute,scene,ecc.) in tutto il film.Sicuramente il più interessante fra i momenti sono le scene del trio,degli innamoramenti e tutto il resto,un vero spasso.
Voldemort manca del tutto nella sua forma da cattivo,ma non se ne sente la mancanza (come d'altronde in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban),anzi,la sua assenza viene colmata da un Piton molto freddo,un sospetto fin dai primi film,ma anche un personaggio strano e troppo poco credibile,il che fa già supporre a uno spettatore attento (senza leggere il libro)che avrà fatto quel che ha fatto per un altro motivo (la scena in cui giura di fare al posto di Draco Malfoy il compito assegnatogli dal Signore Oscuro è molto ambigua e l'espressione di Piton cela ma rivela,almeno in parte,quello che in realtà è);il secondo personaggio che colma l'assenza di Voldemort è sicuramente Malfoy,visto sì poche volte,ma affascinante come personaggio poichè cresciuto,mutato,votato all'oscurità e infine aiutato nel suo (terribile) compito.
Se David Yates continua in questa strada,senza "montarsi la testa",per così dire,e farsi prendere dalla fretta di fare i prossimi due film,potrebbe innanzitutto evitare di dividere in due parti il settimo (e ultimo) libro della saga,poichè a mio parere un film di tre ore/tre ore e 10 basta e avanza,e non sarebbe nemmeno lungo e pesante,visto lo scorrere veloce e appassionante di questo sesto film;e in secondis,Yates potrebbe imparare ancora tanto di più da errori (non gravi in questo capitolo) e un approfondimento maggiore.
David Yates muove le sue gambe su una strada che va percorsa senza correre (è l'unico regista che farà in tutto tre di questi film),per cogliere i frutti che si trova davanti e dietro,lasciati dai precedenti film e dal libro,fonti vincolanti di ispirazione e approfondimento.La strada intrapresa è più che buona,ma solo con un terzo (o un secondo più lungo) film,il regista coglierà a pieno l'eredità lasciata e farà un ottimo e impeccabile lavoro.
Voto: 3.5 / 5
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